Alto Adige: rompere il silenzio sugli abusi

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Gli abusi e le violenze sessuali sono molto più comuni di quanto si pensi. Nell’autunno del 2022 Raetia Verlag ha pubblicato il libro Wir brechen das Schweigen della psicoterapeuta Veronika Oberbichler e dell’iniziatore del progetto e fotografo Georg Lembergh: le vittime parlano con coraggio delle loro esperienze personali di abuso e delle fasi dell’elaborazione, per dare visibilità a un tema spesso oscurato. Il dolore degli intervistati e la loro liberazione sono rafforzati dalle immagini in bianco e nero di Georg Lembergh.

Tra i partecipanti alle presentazioni del libro e le nostre organizzazioni partner è emerso un forte desiderio di fare qualcosa per scuotere la popolazione. Una petizione mira ora a motivare i leader politici a istituire un ufficio del difensore civico indipendente e non giudicante per le questioni relative agli abusi sessuali e a creare una commissione scientifica che indaghi e si occupi degli abusi. L’ufficio del difensore civico dovrà inoltre svolgere un lavoro di sensibilizzazione e promuovere altre misure.

La petizione è rivolta a tutta la popolazione, ai professionisti, ai gruppi e alle associazioni. Tutti sono chiamati a firmare fino al 15 giugno 2023 (qui).

Al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher
Alla Vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano e Assessora provinciale Waltraud Deeg
Alla Presidente del Consiglio provinciale Rita Mattei
Al gruppo di lavoro provinciale per l’attuazione della mozione n. 541/22

L’abuso sessuale è uno dei temi di maggior tabù in Alto Adige. Il libro Wir brechen das Schweigen (it. “Rompiamo il silenzio”) di Veronika Oberbichler e Georg Lembergh (Raetia Verlag 2022) dà voce alle persone colpite e ha suscitato molto interesse in Alto Adige: nei media, nella società e, soprattutto, tra i diretti interessati e i loro familiari.

Insieme ai protagonisti del libro e ad altre persone colpite che si sono fatte avanti, tra l’altro, nel corso delle presentazioni del libro, miriamo a rendere visibile questo argomento in Alto Adige e ad affrontarlo con la dovuta determinazione.

A maggio 2021 è stata presentata al Parlamento altoatesino una mozione che prevede l’istituzione di un ufficio paragonabile a quello del difensore civico a livello provinciale presieduto da un incaricato o un’incaricata per le questioni relative agli abusi sessuali, nonché l’istituzione di una commissione scientifica per indagare ed elaborare gli abusi sessuali in Alto Adige. Un gruppo di lavoro sta definendo proposte concrete in merito.

Sosteniamo espressamente questo progetto e vorremmo con la nostra petizione contribuire a garantire un’attuazione completa di questa mozione per dare il nostro contributo affinché il problema della violenza sessualizzata/abuso sessuale in Alto Adige venga affrontato con le risorse necessarie. Le persone colpite hanno bisogno di informazione, sostegno e aiuto adeguato, indipendentemente da quanto tempo sia passato dalla loro esperienza di abuso. I bambini e gli adolescenti devono essere aiutati nella maniera più rapida e professionale possibile. Una società informata e competente e un ambiente che non chiuda più gli occhi per vergogna o impotenza sono i prerequisiti essenziali a questo proposito. L’abuso ci riguarda tutti e si ferma soltanto quando ci riguarda veramente tutti! Chiediamo quindi:

La piena e tempestiva attuazione della mozione n. 541/22, che prevede l’istituzione di un ufficio di competenza indipendente e non vincolato agli ordini che rappresenti il primo punto di riferimento per le vittime di abusi sessuali/violenza sessualizzata. Per poter svolgere le sue funzioni, l’ufficio deve essere dotato delle risorse necessarie, sia umane che economiche, e deve garantire, tra l’altro, i seguenti aspetti:

  • L’ufficio di competenza provvede a fornire informazione e sostegno alle persone colpite, sensibilizzare e informare la società, evidenziare la necessità di un’azione a livello politico piuttosto che incentivare, sviluppare ulteriormente e richiedere misure preventive.
  • Istituire una commissione scientifica indipendente che indaghi sugli abusi sessuali/la violenza sessualizzata in Alto Adige e fornisca conoscenze e dati per l’analisi e la prevenzione. La commissione deve disporre delle risorse economiche necessarie per poter agire in modo indipendente e non vincolato agli ordini.
  • Istituire un comitato composto da persone colpite da abusi e violenza sessualizzata presso l’ufficio di competenza affinché sia garantito il loro pieno coinvolgimento in tutte le questioni di analisi e prevenzione.

Oltre all’attuazione della mozione a livello strutturale, sono richiesti i seguenti punti:

  • L’attivazione di un numero verde bilingue e sito web come portale informativo e “apriporta” per le persone colpite e i loro familiari.
  • La creazione di spazi e luoghi protetti per le persone colpite, con l’obiettivo di scambiare informazioni e conoscenze sulla violenza sessualizzata.
  • Dare consulenza legale (ad esempio, dopo quanto tempo un caso cade in prescrizione, in quali casi avviene una segnalazione automatica, qual è l’approccio concreto in casi sospetti).
  • La valutazione delle misure di consulenza e di terapia concretamente disponibili per le persone colpite e i loro familiari (analisi dei tempi di attesa, del comportamento di chi sta cercando aiuto e del motivo per cui molte persone colpite cercano sostegno all’estero, finanziamento di terapie generali e speciali, compresi percorsi terapeutici corporei e traumatologici individuali e di gruppo).
  • La creazione di un pool di esperti a cui poter rivolgersi per ottenere aiuti.
  • Garantire che le vittime vengano ascoltate e credute e non (co-)incolpate per l’abuso (stigmatizzazione delle vittime, inversione vittima-abusatore, rivittimizzazione).
  • Il riconoscimento sotto forma di compensazioni economiche e di regimi di tutela rivolti alle persone particolarmente colpite.
  • La creazione di servizi di sostegno specifici per gli autori di reati.
  • Promuovere e diffondere una rappresentazione mediatica adeguata relativa alla violenza sessualizzata (fermare il giornalismo sensazionale, informare in modo serio invece di fare voyeurismo, sensibilizzare e promuovere una maggiore conoscenza).
  • Garantire un’istruzione e formazione capillare in materia di violazioni dello spazio personale in generale e di violenza sessualizzata in particolare come parte integrante dei programmi formativi (Uni Bz/Claudiana/ Università filosofica-teologica). Inserire tali tematiche nei percorsi formativi dei dirigenti al fine di sensibilizzarli sull’impatto del loro ruolo relativamente agli abusi di potere.
  • Offrire consulenza alle istituzioni nella creazione di una strategia di protezione e di una comunicazione trasparente per il trattamento di casi sospetti e segnalazioni (diffusione di esempi di buone prassi). La promozione delle misure di sensibilizzazione sociale su larga scala (cultura della consapevolezza): la diffusione di un linguaggio e di uno standard che permettano il riconoscimento di violenza (ad esempio gli standard di Graubünden/Svizzera) che creino le condizioni affinché le persone colpite possano parlare apertamente.
  • Promuovere l’assunzione di responsabilità a livello strutturale, esigere una cultura rivolta all’analisi delle cause, incentivare un’analisi a livello istituzionale. Promuovere una gestione attiva dei casi sospetti di abuso presso le istituzioni pubbliche e private attraverso appelli diretti alle persone coinvolte. Incoraggiare le persone coinvolte a rivolgersi alle autorità competenti e a denunciare i casi sospetti di abuso.
  • Stabilire metodi di protezione e codici di condotta obbligatori in tutte le istituzioni pubbliche e private, in particolare per coloro che lavorano con bambini, giovani e persone vulnerabili (persone con disabilità, settore dell’assistenza); istituire la figura del responsabile per la prevenzione della violenza a livello istituzionale.
  • Dare il supporto psicosociale durante il processo legale (dalla denuncia fino alla conclusione del procedimento giudiziario). Le persone che denunciano dovrebbero avere al loro fianco una persona di riferimento che le sostenga e le accompagni durante tutta la durata del procedimento. In collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura, garantire una maggiore trasparenza nelle procedure di denuncia per quanto riguarda la protezione delle vittime e degli autori di reato. (Informazioni sulle procedure, miglioramento delle segnalazioni e maggiore visibilità delle procedure).
  • Garantire i protocolli di educazione sessuale nelle scuole. Riprendere i protocolli già sviluppati dagli educatori sessuali che operano in Alto Adige e implementarli su larga scala.
  • Promuovere una formazione mirata per adulti, in particolare per i genitori e per tutti coloro che lavorano con minori su base professionale o volontaria (scuole, scuole materne, associazioni di ogni tipo).
  • Migliorare la visibilità e il coordinamento dei gruppi di lavoro e delle iniziative territoriali sulla violenza sessualizzata.
  • Un’elaborazione e un’analisi mirata dei traumi transgenerazionali.
  • Diffondere una cultura della memoria, ad esempio istituendo un luogo della memoria che sensibilizzi la società sulla realtà degli “abusi sessuali” (finanziamento da parte della Chiesa cattolica, del governo provinciale, dei circoli ricreativi, degli istituti culturali ecc.)
  • La promozione di progetti artistici e culturali per adulti e bambini sul tema (teatro, arti visive, letteratura, cabaret). Il coinvolgimento delle persone direttamente interessate, laddove possibile/significativo, è espressamente auspicato.
  • Incentivare la ricerca scientifica su questo argomento con l’obiettivo di migliorare la disponibilità di dati, comprendere le dinamiche dell’abuso sessuale e conoscere le strategie e i comportamenti di iniziazione degli autori dei reati.

Tra i primi firmatari della petizione: Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste AGJD, Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone, Coopbund Alto Adige Südtirol, Cooperativa/Genossenschaft SAVERA, De Pace Fidei, Frauenarchiv-Archivio storico delle donne, Frauenmuseum Meran-Museo delle Donne Merano, Katholischer Familienverband Südtirol KFS, Katholische Frauenbewegung KFB, Katholische Jungschar Südtirols KJS, Katholische Männerbewegung KMB, Katholischer Verband der Werktätigen KVW, Kernteam La Rete Das Netzwerk La Rëi, Kolping Südtirol, La Strada–der Weg Germolio-Sonnenschein, Lilith Consultorio familiare, Netzwerk Eltern-Kind-Zentren Südtirols, Südtiroler Bäuerinnenorganisation SBO, Südtirols katholische Jugend SKJ, Teatro Cristallo, Tiatro, Unione Societá Sportive Altoatesine USSA, Verband der Sportvereine Südtirols VSS, Verein für Kinderspielplätze und Erholung VKE.

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