I cattolici americani e il presidente Trump

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Secondo una recente ricerca del Pew Research Center, effettuata dall’ 8 al 18 giugno scorso su un campionario di 2.504 adulti, risulta che la maggioranza dei cattolici statunitensi, il 56%, disapprova il modo con cui il presidente Donald J. Trump svolge la sua funzione. Solo il 38% dichiara di approvarlo (cf. qui da un altro versante).

Per il presidente va meglio tra i cattolici bianchi non ispanici: il 52% di questi dicono di approvare la sua gestione, mentre il 42% si dice contrario. Secondo uno studio del 2014, dello stesso centro di ricerca, circa il 59% dei cattolici statunitensi si qualificano come bianchi, mentre il 34% si identificano invece come ispanici, con una crescita di cinque punti rispetto al 2007.

Complessivamente, il 39% degli americani dichiara di approvare la gestione di Trump, e il 55% si dice contrario.

Inizialmente, gli exit poll avevano lasciato intendere che Trump, nel novembre scorso, avesse conquistato una lieve maggioranza di voti cattolici, ma un’analisi più recente ha invece rivelato che la sua rivale Hillary Clinton aveva riportato una leggera vittoria tra il gruppo religioso.

Su alcuni temi ci sono dei leaders cattolici che vedono nell’amministrazione di Trump un alleato. Nelle prime settimane dopo l’insediamento di Trump, la Conferenza episcopale cattolica ha emanato una raffica di dichiarazioni che condannavano alcune proposte relative all’immigrazione, la salute e l’ambiente. Nella loro assemblea primaverile a Indianapolis, la scorsa settimana, molti vescovi hanno pubblicamente condannato i tentativi di abrogare l’Affordable Care Act (sistema sanitario americano) e si sono impegnati a resistere a ciò che definiscono una politica disumana dell’immigrazione.

Ma su altri temi, alcuni leader cattolici vedono nell’ammirazione Trump un alleato.

Due arcivescovi di primo piano, il card. Donald Wuerl di Washington, e il card. Daniel Di Nardo, presidente della Conferenza episcopale, si sono recati alla Casa Bianca lo scorso mese per partecipare alla cerimonia per la firma di un ordine esecutivo sulla libertà religiosa.

E, all’inizio di questo mese, il vice presidente Mike Pence è stato ricevuto con un cordiale benvenuto alla National Catholic Prayer Breakfast (iniziativa in cui ogni anno molta gente si riunisce per pregare per la nazione), in cui ha dichiarato che l’amministrazione ha in progetto di sostenere i cristiani perseguitati del Medio Oriente.

In una lettera a papa Francesco della scorsa settimana, a nome dei vescovi statunitensi, il card. Di Nardo ha elogiato «l’autorevole incontro tra la Santità vostra, e il presidente degli Stati Uniti» dello scorso mese di maggio, e ha sottolineato che i vescovi «pregano affinché i germi seminati sul terreno comune della vita e della libertà religiosa abbiano a portare molto frutto».

La ricerca del Centro Pew ha anche costatato che Trump continua a essere popolare tra i protestanti evangelicali bianchi, con un 74% che lo approvano e solo il 20% che lo disapprovano.

Gli americani che frequentano i servizi religiosi ogni settimana sono divisi tra un 48% che lo approvano e un 45% che invece lo disapprovano. Tra coloro che frequentano invece la chiesa “meno di una volta la settimana” c’è un parere più negativo riguardo al presidente, con un 34% che lo approva e il 60% che lo disapprova.

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