Francia: In nome della laicità

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Come hanno informato diversi giornali, il tribunale di Rennes ha deciso che la croce che sovrasta il monumento  dedicato alla memoria di Giovanni Paolo II, nella cittadina di Ploërmel, del dipartimento di Morbih in Bretagna, deve essere rimossa. Lo ha stabilito, giovedì scorso 26 ottobre, a Parigi, il Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo francese dopo una disputa giuridica durata diversi anni.

La statua di papa Giovanni Paolo II, eretta in una piazza pubblica della città di Ploërmel nel 2006, è circondata da un arco con sopra una croce, simbolo della religione cristiana. Il monumento, così come si presenta,  costituirebbe una  violazione della legge che prevede la separazione tra Stato e Chiesa e sarebbe in contrasto con  la Costituzione.

Tuttavia, la decisione prevede che l’arco e la statua possono rimanere, mentre la croce deve essere rimossa perché la legge del 1905 proibisce di erigere monumenti religiosi nei luoghi pubblici, con  l’eccezione di musei, cimiteri e luoghi di culto.

A chiederne a gran voce la rimozione era stata la chiassosa Federazione nazionale libero pensiero, un’associazione atea e laicista militante che già in passato aveva ottenuto, sempre in nome della “difesa incondizionata” della medesima legge sulla laicità, il ritiro delle rappresentazioni della Natività cristiana dai luoghi pubblici.

Il monumento dedicato a Giovanni Paolo II è alto 7,50 metri. È opera dello scultore russo, di origine georgiana, Zurab Tsereteli, presidente dell’Accademia delle belle arti di Mosca. Era stato donato a ricordo della visita di Giovanni Paolo II in quella regione nel 1996. Ma già in occasione della sua inaugurazione, nel dicembre 2006, c’era stata una contestazione da parte di centinaia di persone che si erano riversate sulle strade per protestare contro la violazione della separazione della Chiesa dallo Stato.

Una  sentenza del Consiglio di Stato era stata annullata nel dicembre 2015 dalla Corte amministrativa di appello di Nantes, ma poi è arrivato il nuovo annullamento da parte dello stesso Consiglio di Stato  con la motivazione che la croce «a differenza dell’arco, costituisce un emblema religioso la cui installazione è contraria all’art. 28 della legge del 9 dicembre 1905». La croce dovrebbe ora essere rimossa entro 6 mesi dal Comune. Naturalmente in  omaggio all’idolo della laicità!

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Un commento

  1. Giancarlo 27 ottobre 2017

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