La legge sul cinema e le Sale della comunità

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ACEC - Associazione cattolica esercenti cinem

ACEC – Associazione cattolica esercenti cinema

È stato approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati il disegno di legge sul cinema e sull’audiovisivo. Si tratta di una legge che risponde alle necessità del mondo del cinema e in particolare al riconoscimento e al sostegno delle sale cinematografiche che sono, nell’epoca del consumo di cinema fatto spesso individualmente, un luogo imprescindibile per la costruzione dell’identità e del dialogo di una comunità sociale.

In questo contesto vanno inserite le Sale della comunità che da ormai un secolo rappresentano un «autentico presidio culturale di tante piccole comunità italiane» (Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali, 27/03/15). «Con grande soddisfazione – commenta Francesco Giraldo, segretario generale di ACEC nazionale – apprendiamo che le Sale della comunità sono citate e definite nella nuova legge del cinema. Questo risultato lo si deve all’impegno della presidenza dell’ACEC e allo sforzo continuo e puntuale della stessa Segreteria generale».

Riattivare le sale chiuse, aprirne delle nuove

È dai primi decenni del Novecento e in una forma organizzata (l’ACEC si è costituita nel 1949) dal secondo dopoguerra, che le sale parrocchiali svolgono un’azione fondamentale di promozione della cultura cinematografica e della cultura tout court nel nostro Paese. E questo lo stato lo ha riconosciuto.

Per quanto riguarda le sale cinematografiche, la legge prevede un piano straordinario fino a 120 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove, con l’obiettivo di incrementare il numero degli schermi e la qualità delle sale coinvolgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto tra i giovani e i ragazzi che sono il pubblico di domani.

«È estremamente positiva – aggiunge don Adriano Bianchi, presidente di ACEC nazionale – la dotazione di un piano straordinario fino a 120 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove. Una misura quella del piano straordinario – puntualizza – che potrà permettere l’incremento del numero degli schermi e la qualità delle sale, coinvolgendo una fetta sempre più ampia di spettatori italiani».

Le Sale della comunità sono realtà con una dimensione storica resistente e resiliente: ben il 33% è attiva da 40-60 anni e addirittura il 17% da più di 60 anni. Molte sale hanno superato i 100 anni di vita! Questa capacità di durare nel tempo non ha però impedito alle Sale della comunità di continuare a rinnovarsi, come mostra non solo la partecipazione al processo di digitalizzazione (giunto a coprire una percentuale molto alta delle sale), ma anche il fatto che negli ultimi 10 anni molte sale si sono riattivate.

Formazione del pubblico e delle nuove generazioni

Altra novità di rilievo epocale è la creazione di un Fondo completamente autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva. «Vengono garantite – spiega Giraldo – risorse certe per 400 milioni di euro all’anno (+150 milioni che corrispondono ad un aumento di oltre il 60%). Nessuna nuova tassa ma un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” che farà scomparire l’attuale incertezza annuale sui fondi al cinema. Il nuovo Fondo non potrà mai scendere sotto i 400 milioni di euro annui».

Non da ultimo deve essere menzionato il grande rilievo che viene dato alla formazione del pubblico e delle nuove generazioni. Il 3% del Fondo è riservato ad azioni di potenziamento delle competenze cinematografiche degli studenti nelle scuole. E sempre all’interno dei contributi selettivi di questa nuova legge del cinema sono stati inseriti i Circoli di cultura cinematografica e le Associazioni che li rappresentano. E ora a vele spiegate verso la definizione dei decreti attuativi: vero banco di prova affinché la nuova legge trovi gli strumenti giusti alla sua applicazione.

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