Dehon e le fonti della spiritualità dehoniana

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centro studi

Lettera del superiore generale dei dehoniani, p. Carlos Suárez, alla Congregazione e alla Famiglia dehoniana in vista dell’anniversario della nascita di p. Dehon e in preparazione al centenario della sua morte.

Irpin’ – Kiev, 10 marzo 2023

Ai membri della Congregazione
A tutti i membri della Famiglia Dehoniana

Nei mesi scorsi tre religiosi che partecipano al programma del Centro Studi Dehoniani hanno avuto l’opportunità di condividere parte del programma che stanno approfondendo in differenti luoghi della Congregazione, precisamente in Madagascar, Camerun e Congo.

Presto un altro si recherà in India con la stessa finalità. Coloro che sono già tornati hanno messo in evidenza ciò che hanno vissuto, l’interesse che hanno trovato tra i religiosi ei membri della Famiglia Dehoniana per conoscere meglio P. Leone Dehon e il suo operato.

Si tratta di un aspetto che già abbiamo avuto modo di verificare durante le visite alle comunità della Congregazione. Al Governo generale, infatti, viene spesso chiesto di promuovere, senza trascurare le iniziative locali, percorsi di studio che aiutino ad approfondire il nostro comune patrimonio carismatico.

Una tale richiesta richiede, senza il minimo dubbio, la massima attenzione e la sua attuazione. Tuttavia, non basta accontentarsi della semplice offerta di questo tipo di formazione. È il momento di andare oltre. In questo senso, l’orizzonte auspicabile da raggiungere è che l’incontro più intimo e approfondito con P. Dehon faccia parte del quotidiano. Come motivarci a fissare nell’agenda personale e comunitaria tempi e spazi che ci permettano di intrattenerci maggiormente con lui, con la sua spiritualità e il suo operato? Come promuovere con lui un dialogo più aperto, amichevole e costante?

Perché ciò avvenga, il percorso passa attraverso la familiarità con i suoi testi e la ricchezza offerta dai numerosi studi compiuti sulla sua figura e sui suoi scritti.

In questo senso, il panorama attuale è molto cambiato rispetto a quello che P. Teodoro Govaart, nell’avvicinarsi del centenario della sua nascita, in qualità di terzo superiore generale, incontrò nel 1942 quando invitò la Congregazione a leggere le prime raccolte di testi del Fondatore: “questi Ricordi sono utili non solo per i giovani, ma per tutti i nostri religiosi… Difatti essi ci offrono il modo di conoscere l’anima del Padre Dehon, e saranno una rivelazione per molti. Ci si è attaccati alla parte esterna di questo uomo, al suo comportamento esterno, alla sua opera… Chi di noi ha studiato il suo interno e ha cercato di far conoscere il nostro Fondatore? Certamente molti di coloro che avrebbero voluto farlo, non lo hanno potuto perché le fonti non erano loro aperte, o meglio, era impossibile consultarle”.[1]

In questo momento, in modo diverso, le fonti sono aperte. Oggi, grazie all’impegno di religiosi e collaboratori dedicati allo studio del P. Fondatore, abbiamo accesso alla maggior parte dei suoi scritti, nonché a biografie, saggi, articoli e altre pubblicazioni che ne facilitano la conoscenza da diverse prospettive[2]. Tra queste, per citarne solo alcune, la testimonianza del vescovo Laurent Philippe[3], secondo superiore generale; studi come quelli di P. André Perroux[4], P. Yves Ledure[5] o quello più recente del Dr. David Neuhold[6], tradotto in varie lingue; elaborazioni didattiche ancora da diffondere come quelle di P. Quinto Ragazzoni[7] o quella di P. Paweł Krok[8]. Il materiale, in altri termini, non manca. Avvicinandoci al centenario della sua morte, non ci troviamo forse di fronte ad un momento particolarmente opportuno per sfruttare con maggiore dedizione risorse così buone? Da dove iniziare?

P. Dehon fu prolifico nella sua produzione intellettuale così come nel suo apostolato. Lo sappiamo. Trasmetteva nelle anime e nella società il suo amore genuino per Dio così come lo zelo appassionato per il suo Regno. La passione però lo portava anche ad eccessi in alcune sue pagine con opinioni puntuali e giudizi di valore che avrebbe anche potuto omettere, ponderarli meglio o esprimerli, comunque, in modo diverso.

Ma anche così, la verità è che a partire dalla sua esperienza cristiana, il nostro Fondatore ha osato contemplare, studiare, pensare ed entrare in dialogo permanente con la sua fede e con il suo tempo, segnato dalle vicissitudini di uomini e donne di ogni genere, luogo e condizione che in nessun caso gli erano estranee.

Ciò che ci resta di lui non è l’immagine di un individuo autoreferenziale e perso in sé stesso, quanto piuttosto quella di un sincero ricercatore che ha investito generosamente i suoi talenti nell’esigente servizio del Vangelo, nella fedeltà alla Chiesa e contribuendo concretamente allo sviluppo della società. Di lui, infatti, possiamo dire che ha imparato ad ascoltare e a vivere il Vangelo, ha accettato di essere discepolo nella Chiesa, ha vissuto come cittadino impegnato in un mondo sempre più bisognoso di amore e di riparazione.

In questa occasione, la sfida che vogliamo condividere con voi non è solo quella di leggere e conoscere gli scritti del Fondatore, ma di fare nostro il suo discernimento e sua la risposta alla chiamata di Dio; il suo modo di intendere la Chiesa e il mondo; il suo modo di rapportarsi alla politica, con i lavoratori e gli imprenditori; con l’infanzia e la giovinezza; con gli ecclesiastici e la vita religiosa. Cosa lo ha motivato? Cosa desiderava? In che modo il suo comportamento ci illumina oggi per non rimanere indifferenti, superficiali o astratti rispetto a ciò che accade intorno a noi?

L’opera e gli atteggiamenti di P. Dehon hanno ancora molto da dirci. La sua parola non pretendeva di essere l’ultima parola o il punto d’arrivo. Entrare in essa, al contrario, significa partecipare a un dinamismo che interroga la nostra vita e ci invita sempre di nuovo a riorientarla da e verso la sorgente che l’ha sempre dissetata, il Cuore di Cristo: “rivedo le meditazioni che ho scritto sulla Tripla Corona, le completo. È una grazia per me. Ritorno alla disposizione di un ardente amore per il Sacro Cuore. È per me l’unico sentiero dove posso camminare con un po’ di fermezza. Le altre direzioni possono convincere la mia mente, ma non mi afferrano abbastanza fortemente. Questo è il mio percorso, questa è la mia vocazione. Gesù vuole da me tenero amore o niente. A tutto mi basta l’amore; mi aiuta ad umiliarmi, a pentirmi, a seguire i consigli della perfezione, a mantenermi unito a Nostro Signore. Questa è la mia salvezza e questa è la mia santificazione”.[9]

La celebrazione della nascita del nostro Fondatore ci spinge ad interessarci maggiormente alla sua vita, alla sua opera e al suo modo di vivere il suo impegno cristiano. Lì troveremo una buona guida per avvicinarci al suo tratto, alla sua calligrafia, alla sua testimonianza, al Cuore che tanto ha amato.

In Lui, fraternamente,

P. Carlos Luis Suárez Codorniú, scj
Superiore generale e suo Consiglio


[1] T.G. Govaart, Lettere circolari III, Bologna 1958, 266.

[2] www.dehondocs.org

[3] La personnalité du très bon père, Dehoniana (2014) 99-106.

[4] Le témoigne d’une vie, Studia Dehoniana 59, Roma 2014.

[5] Le Père Léon Dehon 1823-1925. Entre mystique et catholicisme social, Paris 2005.

[6] Mission und Kirche. Geld und Nation. Vier Perspektiven auf Léon G. Dehon, Gründer del Herz-Jesu-Priester, Bologna 2020.

[7] “Está todo por hacer”. Infancia y juventud de León Gustavo Dehon.

[8] La main de Dieu sur l’épaule. Père León Dehon Fondateur de la Congrégation des Prêtres du Sacré Cœur.

[9] NQT 19/67.

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