Fatima: benedizione per la Chiesa

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Fatima, lettera pastorale

Il ciclo delle apparizioni del 1917 si chiuse il 13 ottobre e le ultime parole del racconto di Lucia, nella sua “Quarta memoria”, parlano della benedizione allora diretta al mondo: «Scomparsa Nostra Signora, nell’immensità del firmamento, vedemmo, a lato del sole, san Giuseppe con il Bambino e Nostra Signora vestita di bianco, con un mantello blu. San Giuseppe col Bambino sembravano benedire il mondo con gesti a forma di croce che facevano con la mano. Poco dopo, svanita questa apparizione, vidi Nostro Signore e Nostra Signora […]. Nostro Signore sembrava benedire il mondo nello stesso modo di san Giuseppe»[1].

Questa benedizione era già stata annunziata dai pastorelli fin dai mesi precedenti[2]. Ed era cosa destinata non a loro soli, ma all’intera umanità. Quella benedizione era la ragione di quanto stava accadendo e consente a noi di penetrare nel nucleo della iniziativa di Dio che, nella presenza piena di luce e di bellezza della Vergine Maria, mostrava la sua misericordiosa vicinanza, accanto al suo popolo pellegrino.

Nel mezzo di situazioni davvero drammatiche, quando molti contemporanei erano dominati dall’angustia e dall’incertezza, quando la forza del male e del peccato sembrava imporre il suo dominio, la Vergine Maria fa brillare in tutto il suo splendore la salvifica volontà di Dio, una benedizione che rivela a ogni creatura l’estensione della sua tenerezza. Il suo invito alla conversione, alla preghiera e alla penitenza vuole sbloccare gli ostacoli che impediscono agli esseri umani di sperimentare una bontà che procede da Dio e fu depositata nel cuore umano.

La vergine Maria, Madre di Dio e madre nostra, esce incontro ai suoi figli pellegrini partendo dalla gloria della risurrezione del suo figlio Gesù, per offrire loro consolazione, stimolo e incoraggiamento. Avvolti da quella benedizione, i tre pastorelli si mostrarono disposti, per bocca di Lucia, a essere lode della gloria di Dio[3] e a consegnarsi pienamente ai disegni di misericordia che Dio manifestava attraverso le apparizioni.

Benedizione e domanda per la Chiesa in Portogallo

Questa benedizione si sparse sul nostro popolo, che l’ha accolta e per essa ha reso grazie in forma costante e sempre diversa. Sin da molto presto, i portoghesi trovarono nel santuario di Fatima, attorno alla cappellina e alla basilica di Nostra Signora del Rosario, consacrata il 7 ottobre 1953, una casa materna,[4] in cui si sentono accolti, compresi, consolati, perdonati, confortati e rinnovati. Il santuario di Fatima si è convertito nel cuore spirituale del Portogallo,[5] divenendo uno dei tratti identificativi del nostro cattolicesimo, come un carisma della nostra Chiesa, in sintonia con il carisma dei tre pastorelli.

Questo singolare legame della Chiesa in Portogallo con Fatima si è mostrato evidente nella consacrazione del Portogallo al Cuore Immacolato di Maria, il 13 maggio 1931, in occasione del primo pellegrinaggio nazionale. E più recentemente si è manifestato, dal 13 maggio 2015 al 13 maggio 2016, quando l’immagine pellegrinante ha percorso le nostre diocesi. È stato un invito alla gioiosa celebrazione del centenario delle sue apparizioni a Fatima e, al contempo, un ritorno spirituale e pastorale alle fonti originarie, nell’impegno con il suo messaggio.

Durante tutti questi cento anni, il pellegrinaggio a Fatima ha rivitalizzato la fede di molti credenti stanchi, ha suscitato la conversione di molti cuori induriti, ha riaffermato l’appartenenza alla Chiesa di molti battezzati disorientati, ha reso possibile che molti indifferenti riscoprissero il vangelo, ha suscitato una religiosità che ha plasmato la vita di gran parte del nostro popolo. I pellegrinaggi a livello individuale e comunitario sono da sempre esperienze di Dio ed occasioni per lodarlo, stimoli per aprirci alla sua volontà e per la realizzazione della nostra conversione permanente.

Fedele alla missione di diffondere ed approfondire il messaggio di Fatima, il santuario è divenuto spazio di accoglienza per quanti la cercano, solidale con le necessità e le angosce del mondo. Oggi è innanzitutto luogo di preghiera, ma pure polo di movimento culturale, centro ecclesiale di riflessione teologica, a partire dagli avvenimenti di cento anni or sono e dalle sfide che questi continuano a proporre alla Chiesa.

Benedizione e domanda per la Chiesa universale

Intanto, questa benedizione si è estesa alla Chiesa intera. Grazie a essa possiamo sperimentare la cattolicità della nostra fede e la comunione con tutte le Chiese del mondo, in forma del tutto speciale con il papa, fondamento dell’unità della Chiesa, così presente nel messaggio di Fatima.

Per noi è una grazia il riconoscimento delle apparizioni di Fatima da parte dei papi successivi, nel loro legame con Nostra Signora del Rosario di Fatima. Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in occasione del 25° anniversario delle apparizioni, il 31 ottobre 1942. San Giovanni XXIII affermò che le apparizioni fanno ricordare la «gloria divina» in un mondo «di materialismo e di odio».[6]

Il beato Paolo VI, nella solenne chiusura della terza sessione del concilio Vaticano II, il 22 novembre 1964, concesse la Rosa d’Oro al santuario di Fatima, da lui stesso visitato il 13 maggio 1967, celebrando il cinquantenario delle apparizioni. San Giovanni Paolo II, oltre a una profonda devozione personale a Nostra Signora di Fatima, visitò il santuario in tre occasioni: nel maggio 1982, per ringraziare di essere sopravvissuto all’attentato patito l’anno precedente; nel maggio 1991, nel decimo anniversario dell’attentato, a ringraziamento per i sorprendenti mutamenti avvenuti nell’Est europeo; il 13 maggio 2000, per beatificare Giacinta e Francesco e rivelare la terza parte del segreto di Fatima. Benedetto XVI, che già in quanto prefetto della Congregazione per la dottrina della fede aveva contribuito molto significativamente alla interpretazione e all’approfondimento teologico del messaggio di Fatima, visitò il santuario nel maggio del 2010. E attendiamo ora papa Francesco per la celebrazione del centenario. Ma egli già ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in piazza San Pietro, nell’ottobre del 2013, in presenza dell’immagine di Nostra Signora di Fatima che si venera nella Cappellina delle apparizioni e che, su sua richiesta, era stata portata a Roma in occasione della giornata mariana dell’Anno della fede.

Il riconoscimento dei papi è in sintonia con il sensus fidei del popolo cristiano a livello mondiale. Nel 1947, l’immagine della Vergine di Fatima si fece pellegrina, percorrendo numerosi Paesi come messaggera di pace e riconciliazione. La sua presenza testimonia la grazia che sempre vince il peccato, suscitando, dove passa, accoglienza cordiale ed entusiasmo traboccante.

Ma Fatima si è irradiata attraverso molteplici altre forme: migliaia di chiese sono dedicate a Nostra Signora del Rosario di Fatima; in numerose diocesi si celebra il 13 maggio con la recita del rosario; si è diffusa la pratica dei cinque primi sabati ed intensificata la preghiera del rosario; si sono moltiplicate le pubblicazioni per diffondere il messaggio e la spiritualità di Fatima; sono sorte confraternite, associazioni e diversi movimenti sotto l’invocazione di Nostra Signora del Rosario di Fatima; la sua immagine è venerata pressoché ovunque; vi sono correnti spirituali che si abbeverano al messaggio di Fatima; e numerosi sono gli istituti di vita consacrata il cui carisma riposa nell’impegno rispetto a questo messaggio.


[1] Memórias da Irmã Lúcia, vol. I, 181.
[2] Documentação Crítica de Fátima, I, doc. 3, p. 34.
[3] Cf. Lúcia de Jesus, Como vejo a mensagem através dos tempos e dos acontecimentos, 2.ª ed., Fátima 2007, 13.
[4] Cf. Benedetto XVI, Preghiera a Nostra Signora, Cappella delle apparizioni, Fatima, 12.5.2010.
[5] Cf. Benedetto XVI, Discorso all’incontro coi vescovi del Portogallo, Fatima, 13.5.2010.
[6] Giovanni XXIII, Lettera al Patriarca di Lisbona in occasione del secondo pellegrinaggio del Portogallo a Fatima, 8.10.1961.


Il testo qui riprodotto è un estratto della Lettera pastorale dei vescovi portoghesi pubblicata in occasione del centenario della apparizioni di Fatima. La lettera è ora tradotta e pubblicata dalle Edizioni Dehoniane Bologna (di seguito la scheda del volume).

Descrizione

Nella sua duplice dimensione mistica e profetica, Fatima – nel suo messaggio e nel suo santuario – ha una missione da compiere nella Chiesa e nel mondo: essere faro e stimolo per la conversione pastorale della Chiesa e criterio e bussola per orientare l’impegno dei cristiani nei conflitti del nostro mondo. Nel cuore materno di Maria – scrivono i vescovi portoghesi nel centenario delle apparizioni  – traspare la volontà misericordiosa di Dio, «che non è indifferente alla situazione delle sue creature, non abbandona il peccatore nella sua colpa, non dimentica i disgraziati nella loro sofferenza, non ignora vittime ed esclusi, sempre offre il suo perdono e la sua consolazione, apre sempre la porta della speranza».

Sommario

I. Gli avvenimenti centenari di Fatima. 1. Le apparizioni.  2. La recezione degli avvenimenti e del messaggio di Fatima.  II. Una benedizione per la Chiesa e per il mondo. 1. Dono e domanda.  2. Benedizione e domanda per la Chiesa in Portogallo. 3. Benedizione e domanda per la Chiesa universale.  4. Benedizione e domanda per il mondo intero.  III. Il dono e l’invito del messaggio di Fatima. 1. Un messaggio che ci interpella, oggi.  2. Tornare a focalizzare lo sguardo su Dio Trinità: l’attitudine orante.  3. Contemplazione, compassione e annuncio: i carismi dei veggenti.  4. Icona di tenerezza e di misericordia; la presenza di Maria.  5. L’invito alla conversione e alla lotta contro il male: un messaggio profetico.  6. Sacrificio e riparazione: l’identificazione in Cristo.  IV. Fatima nel futuro della Chiesa, del Portogallo e del mondo. 1. Pedagogia evangelizzatrice della spiritualità di Fatima.  2. Una Chiesa dal volto mariano.  3. Annunzio profetico della misericordia e della pace.

Vescovi portoghesi, Fatima, segno di speranza per il nostro tempo. Lettera pastorale nel centenario delle apparizioni, EDB, Bologna 2017, pp. 40, € 3,00. 9788810113691

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