La tenerezza pontificia

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Molte volte papa Francesco con i suoi discorsi stupisce chi lo ascolta per il continuo richiamo alla tenerezza che il cristiano deve avere nei confronti dei poveri, dei lontani, nel dialogo ecumenico e interreligioso e nella ricerca di nuovi e impegnativi cammini di pace. Questo atteggiamento umano e spirituale è una delle caratteristiche del modo di essere dei latinoamericani; non per niente, Ernesto Che Guevara amava ripetere ai suoi uomini: “Hay que endurecerse, pero sin perder la ternura jamás”. Il senso della frase è che, per quanto uno, dal punto di vista fisico e caratteriale, faccia di tutto per essere un “duro” (ovvero un tenace e vero rivoluzionario), non deve mai perdere la tenerezza verso chiunque. Non a caso i due personaggi vengono dall’Argentina, terra dagli orizzonti sconfinati, di gauchos e del tango.

La bandiera

Per secoli il Vicereame della Plata, è stato un importante riferimento per la Corona spagnola, una terra in cui solo negli ultimi due secoli sono approdate fatiche e speranze degli emigranti europei, tra loro milioni di italiani in cerca di migliori condizioni di vita. Una terra dalle forti contraddizioni, dove convivono sacche di miseria accanto a immense zone di ricchezza.

Questa terra, magicamente illuminata da una luce che ammalia, che fa scaturire quei tramonti suggestivi del Rio de la Plata, in cui si riflettono le lunghissime serate australi, ha come sfondo il maestoso spettacolo della Cordigliera delle Ande. Non a caso la bandiera nazionale riflette lo scenario di questo meraviglioso Paese di cui gli argentini vanno giustamente fieri. Essi dicono che proprio nei colori della loro bandiera si riflette la quintessenza dell’essere argentino: il celeste tenue argentato del Rio de la Plata e il bianco delle cime innevate dell’aspra Cordigliera e l’azzurro ceruleo del cielo mattutino della città di Rosario.

Fu proprio in quella città che il generale Manuel Belgrano ricevette l’incarico dal “padre della patria”, Josè de San Martìn, di trovare un vessillo da dare in dotazione alle truppe che lottavano per l’indipendenza. Narrano gli storici che egli si inginocchiò davanti alla Madonna prima della battaglia decisiva e, contemplando la “Virgencita”, ebbe l’intuizione geniale della scelta dei colori che avrebbero caratterizzato per sempre la nascente nazione.

Il calcio

E come dimenticare la tenacia e la tenerezza verso la “pelota”, ovvero la passione per il gioco del calcio, che tutti coloro che nascono da quelle parti hanno come caratteristica specifica nel loro DNA, vedi i suoi campioni, che tanto lustro hanno dato anche al calcio italiano, con Diego Armando Maradona genio e sregolatezza, il quale li rappresenta un po’ tutti.

Il quotidiano sportivo di Buenos Aires, nel giorno dell’elezione di papa Bergoglio, è uscito con un titolo in prima pagina che diceva: La otra mano de Dios (L’altra mano di Dio), memore del goal “manuale” fatto da Maradona all’Inghilterra nei quarti di finale dei campionati mondiali di calcio Messico ’86, mentre era acutissima la tensione con il Regno Unito per le isole Malvinas (guai a chiamarle Falkland da quelle parti), su cui ambedue le nazioni reclamavano la sovranità.

Il mate

La tenerezza collettiva o, per meglio dire, l’ospitalità della gente, caratteristica dei paesi dell’America Latina, si esprime anche con la condivisione di un buon mate, la tipica bevanda dei Paesi che si affacciano sul Rio de la Plata, come parte integrante del costume di vita dei suoi abitanti, che papa Francesco – sorprendendo non poco la curia romana – ha già portato a Roma.

Chissà che in un prossimo futuro le riunioni dei cardinali non si facciano tra un sorso e l’altro di un buon mate pontificio servito da papa Francesco! Vista la tenerezza che ha nei confronti del suo gregge, le premesse ci sono tutte.

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