“Alzati, va’ e non temere”

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Nell’udienza concessa da papa Francesco ai partecipanti al convegno nazionale vocazionale, che si è svolto a Roma dal 3-5 gennaio 2017, parlando a braccio con il tono confidenziale e incisivo che lo contraddistingue, il santo padre ha sottolineato: «Pregare ci vuole, per le vocazioni, però pregare con la porta aperta! Perché soltanto accontentarsi di fare un convegno, senza assicurarsi che le porte siano aperte, non serve. E le porte si aprono con la preghiera, la buona volontà, il rischio».

Convegno nazionale vocazioni

La preghiera

È una frase emblematica che riassume il senso di questo convegno vocazionale 2017: la colonna portante della pastorale vocazionale rimane sempre la preghiera: come invocazione, come adorazione, come ricarica interiore e motivazionale del proprio agire pastorale.

Non è una novità! «Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe (Lc 10,2) è il perno dell’annuncio del vangelo della vocazione, ma anche di ogni impegno, servizio e ministero nella Chiesa. Non è casuale, quindi, che nel convegno vocazionale, la preghiera liturgica e la veglia di preghiera abbiano un posto centrale e non marginale, divenendo di fatto i momenti più fecondi e intimi per raccogliere in sintesi quanto è stato ascoltato, suggerito e proposto.

La scansione meditativa e orante del Vangelo della Samaritana ha creato un profondo coinvolgimento dei partecipanti, perché l’esperienza del convegno divenisse soprattutto l’esperienza di una Chiesa che prega.

Per fare emergere ciò, papa Francesco ha evocato l’episodio di Atti 12,1-19: la chiesa di Gerusalemme soffre persecuzione da parte del re Erode e Giacomo, fratello di Giovanni, viene messo a morte. Anche Pietro è incarcerato; ma nel cuore della notte, un angelo del Signore, destandolo dal sonno, lo invita ad alzarsi e ad andare libero. Egli si reca verso la casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, «dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera»; è una sottolineatura efficace e pertinente che il papa Francesco ha rilanciato per dare radici e forza motivante al tema del convegno e allo slogan per la prossima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (7 maggio 2017): “Alzati, va’ e non temere”.

Nei giorni del convegno si sono intrecciati tra loro linguaggi diversi e complementari, per un annuncio vocazionale armonico e coinvolgente: lectio e pièce teatrale, riflessione teologica-antropologica e testimonianze di vita, musica e video movie, condivisione di stili e proposte vocazionali e… alla fine, la parola forte ma dolcemente paterna di papa Francesco.

Il viaggio

La suggestiva icona del viaggio, del cammino, dell’esplorazione audace e coraggiosa, è ritornata più volte come quadro di riferimento.

È stata evocata dalla parabola dello strano viaggio del profeta Giona che, in balìa alle proprie resistenze, paure e gelosie, si imbarca su una nave diretta il più lontano possibile da Ninive: «Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa dove trovò una nave diretta a Tarsis».

Il tema del cammino e dell’esplorazione è stato anche il fil rouge della proposta ricca di suggestioni e prospettive da parte di don Josè Tolentino Mendonça, teologo e poeta portoghese, evocando l’esperienza di un famoso alpinista ed esploratore italiano, Franco Michieli e di un suo testo significativo: La vocazione di perdersi.

In questa prospettiva vanno lette le storie di vita, ricche di umanità e di speranza, dei testimoni coordinati dalla giornalista di TV2000 Gabriella Facondo: un viaggio nella cultura e nell’esperienza della Chiesa albanese, con il vescovo Ottavio Vitale; un cammino di accoglienza e di sostegno per le coppie ferite, nella Casa della Tenerezza di Perugia, raccontata da una coppia di sposi, Barbara e Stefano; un itinerario tra angoscia e speranza nella striscia di Gaza, proposto dall’esperienza di sr Alicia Vacas Moro, delle suore comboniane; la straordinaria avventura olimpica di Luca Mazzone, che conquista due ori e un argento alle Paralimpiadi di Rio 2016 ma, più ancora, il suo coraggioso percorso di vita, come atleta, come campione, come sposo e papà.

On the road – Sulla strada è l’affascinante romanzo degli anni 60 dello scrittore statunitense Jack Kerouac: l’annuncio vocazionale richiede di essere pellegrini sulla strada della vita e delle relazioni; richiede porte aperte per partire, per «andare sempre oltre», superando le proprie resistenze e paure così simili al profeta Giona. Andare oltre… facendo rinascere in ciascuno di noi la gioia di una consapevolezza ritrovata, di relazioni e incontri personali che hanno cambiato le nostre vite, come avvenuto per la donna Samaritana al pozzo di Sichem.

Passione

C’è un’altra icona significativa proposta nel tempo natalizio: tre strani pellegrini, abituati a scrutare e a leggere i segni del cielo; in esso scorgono una stella misteriosa e, seguendo la sua luminosità affascinante, giungono ad incontrare la debolezza e la fragilità di un piccolo Bambino, nella lontana terra di Betlemme di Giuda: è il racconto dei magi (Mt 2,1-12).

L’Assemblea sinodale del 2018, sul tema «Giovani, fede e discernimento vocazionale», per la pastorale giovanile e vocazionale, rappresenta ora l’orizzonte di riferimento per questo cammino comune.

A questo proposito papa Francesco ha proposto uno stile specifico in cui collocare il servizio della prossimità ai giovani: «Tale impegno richiede passione e senso di gratuità. La passione del coinvolgimento personale, nel saper prendervi cura delle vite che vi sono consegnate (…); e la gratuità di un servizio e ministero nella Chiesa che richiede grande rispetto per coloro di cui vi fate compagni di cammino».

 «Alzati, va’ e non temere»: essere missione permanente richiede coraggio, audacia, fantasia e voglia di andare oltre. Con una consapevolezza profonda da portare nel cuore: «La vostra testimonianza sarà tanto più persuasiva se, con gioia e verità, saprete raccontare la bellezza, lo stupore e la meraviglia dell’essere innamorati di Dio, uomini e donne che vivono con gratitudine la loro scelta di vita per aiutare altri a lasciare un’impronta inedita e originale nella storia».

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