Carisma scalabriniano in Marocco

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Il carisma scalabriniano di servire Cristo nella persona dei migranti si rivela in Marocco, in terra d’Islam, particolarmente stimolante e attuale. Costituisce una duplice sfida: migratoria e interreligiosa. Presenta un’attualità drammatica, che parla di un’emigrazione viva, dalle ferite aperte. È, infatti, tutta un’umanità giovane, a volte adolescente (minori non accompagnati), in preda alla speranza e, al tempo stesso, alla disperazione.

Sono centinaia e centinaia i giovani subsahariani, che entrano nel Marocco provenienti dall’Algeria o dal Sud del paese, Mauritania o Mali. Assaltano ripetutamente le barriere di Ceuta e Melilla, o prendono la patèra (piccola barca di pescatori), con circa 3.000 euro (ottenuti dissanguando le proprie famiglie), o nel sud del Marocco tentando la via per mare fino alle Canarie.

Con questa popolazione giovane e musulmana a Casablanca, in parrocchia, si vive letteralmente la parabola del buon samaritano. Feriti a volte gravemente, sia nel corpo che nella psiche, percossi duramente nel tragitto, li accompagniamo ogni giorno in vari ospedali, in cui si paga ogni tipo di prestazione.

Alla parrocchia, poi, fanno la degenza di qualche settimana o di qualche mese. Ogni mattina, poi, a decine e decine vengono dai pressi della stazione o dalla città per un pasto, medicinali, cure, vestiario presso la Caritas parrocchiale.

Oltre questo lavoro assistenziale, mi trovo impegnato in un’attività pastorale con l’équipe presbiterale di 4 preti (parrocchia, la più importante della diocesi) e differenti comunità, come la comunità italiana, Suore di Madre Teresa, le Francescane Missionarie di Maria, le Piccole Sorelle…

Inoltre, un’importante attività si rivela preziosa e necessaria: quella di fundraising per differenti progetti esistenti, convogliando la generosità di amici, conoscenti o realtà parrocchiali.

In fondo, tutta la Chiesa in Marocco è migrante, dall’ultimo arrivato al vescovo. D’altronde si occupa di migranti, in particolare delle migliaia di giovani studenti subsahariani che ottengono borse di studio presso le università del Marocco (paese sensibilissimo a costruire, così, future international relationship).

Questi giovani universitari, in realtà, hanno “risuscitato” le comunità cristiane, ridottesi ai minimi termini dopo la partenza di francesi ed europei.

In questo contesto generale, la Chiesa del Marocco ha scoperto la figura di santità del Padre dei migranti, G.B. Scalabrini, in occasione della sua canonizzazione. Sono state prodotte più di 5.000 immagini, fatte pervenire ad ogni parrocchia della diocesi, mentre il sito web ufficiale diocesano presentava a lungo l’evento.

Oltre al fatto migratorio e interreligioso, la terza sfida è rappresentata dalla realtà del mondo Mediterraneo. Attorno ad essa, a metà gennaio 2023, vi è stato l’incontro della CERNA (Conferenza dei vescovi del Nord Africa) a Marsiglia.

Scrive il cardinale di Rabat: «Il nostro incontro è stato caratterizzato da un approccio particolare, quello di guardare la nostra realtà dal punto di vista dell’appartenenza al mondo Mediterraneo, dove si incontrano tre continenti. Siamo una delle cinque sponde». «Sulle rive di questo mare Dio si è fatto uomo…», ricordava papa Francesco a Lesbo nel dicembre 2021.

Tutto questo invita a situarsi in una dinamica di scambio e di dialogo. Il papa, infatti, suggerisce che quello che nel Mediterraneo si è saputo vivere nella storia e quello che si saprà promuovere qui possa essere un messaggio per il mondo contemporaneo. Per cui «siamo destinati ad essere solidi ponti di dialogo, creativi mediatori di pace. Coinvolgere, così, le Chiese in questa dinamica, che permette di condividere meglio insieme le questioni che vi sono specifiche. Marsiglia è segnata da questa prospettiva attraverso la sua geografia, la sua storia, la sua demografia e i suoi orientamenti diocesani… Il Mediterraneo porta le Chiese ad approfondire e a cercare insieme come la loro situazione di minoranza e la loro fragilità siano anche fonte di fecondità».

Dopo gli incontri dei vescovi di tutto il Mediterraneo, dal tema “Mediterraneo, frontiera di pace” – svoltisi a Bari (2020) e a Firenze (2022) –, l’incontro che si sta delineando per il prossimo autunno a Marsiglia – nell’ambito delle Journées Méditerranéennes – sembra un passo particolarmente importante. Invitato speciale sarà papa Francesco, il 23 settembre prossimo.

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