Derive settarie nella vita religiosa

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derive settarie VRIn un intervento raro dom Dysmas de Lassus, priore generale della Grande Certosa, delinea i tratti per organizzare un sistema immunitario che preservi la vita religiosa dai rischi di abuso e influenza indebita, pubblicando il volume: Risques et dérives de la vie religieuse, Cerf 2020.

La Chiesa cattolica educa alla libertà interiore? In ogni caso, più di ogni altra forma, la vita religiosa vuole tendervi. Tuttavia, in questi ultimi anni, le messe in guardia da parte delle vittime di abusi e dei media hanno messo in luce derive settarie e sistemi di influenza indebita all’interno di un gran numero di comunità religiose (le nuove fondazioni, ma non solo). Derive che hanno generato abusi di ogni tipo e spezzato vite umane.

Intervenire

La denuncia di queste vittime, ancora poco ascoltate nella Chiesa, rappresenta il punto di partenza di quest’opera rara, per via dell’identità del suo autore e per l’autorevolezza della sua opinione. La testimonianza di uomini e donne, che sono andati a confidarsi da lui, hanno spinto il priore generale della Grande Certosa, dom Dysmas de Lassus, a uscire eccezionalmente dal suo grande silenzio.

Su questo tema estremamente delicato il priore non prende la parola da solo, infatti nel volume sono presenti i contributi di diversi abati benedettini e di teologi domenicani.

In questo libro, scritto con stile molto accessibile e con molti riferimenti alla tradizione cristiana, l’autore parte dalla specificità della vita religiosa e analizza i rischi che riguardano questa forma di vita cristiana – tenendo conto anche della sua radicalità. Nel testo si sottolinea come «le frontiere tra una vita comunitaria sana e normale e quelle di una situazione di deriva non sono poi così evidenti». Fatto, questo, che rende ancora più difficile il discernimento.

Rischio di perdita d’identità

La separazione dal mondo, ad esempio, mira a preservare la vita interiore del monaco, ma può anche scivolare furtivamente verso una disciplina del segreto e dell’isolamento che rischia di portare a una perdita di identità.

Allo stesso modo, l’accompagnamento spirituale può diventare terreno fertile per terribili abusi quando l’accompagnatore prende il posto di Dio – col pretesto di trasparenza o in virtù di un «voto di fiducia» indebitamente imposto.

derive nella vita religiosaQuanto all’obbedienza, per il religioso essa rappresenta certamente una garanzia della sua fedeltà a Cristo e un mezzo per crescere alla sua sequela. Ma l’alta considerazione di cui gode l’obbedienza nella vita religiosa la rende anche particolarmente vulnerabile per ciò che concerne il rischio di abusi spirituali.

L’unico riferimento

Per un superiore può essere grande la tentazione di usare l’obbedienza per mettere gli altri al suo servizio: avere il controllo su tutto può generare un indebito senso di grandezza. Su questo punto l’autore fa notare che si è potuto avere personalità manipolatrici tra i fondatori di comunità «devianti», ma anche la comunità è stata parte di un sistema di influenza indebita rinunciando al buon senso e facendo del fondatore l’unico punto di riferimento.

Dom Dysmas cita anche un’affermazione fatta da mons. José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata (che ha scritto la prefazione al volume): «La deriva settaria comincia quando una comunità o un istituto si considera superiore a tutti gli altri».

Difronte a questi rischi, la grande tradizione degli ordini antichi ha messo in opera degli «elementi correttori», come il diritto canonico, la regola di vita, i capitoli e le visite canoniche. Tutti elementi atti a rinforzare le «difese immunitarie» di una comunità religiosa. Inoltre, per prevenire eventuali derive, bisogna conoscerne bene anche i meccanismi e le insidie.

In questo libro, che torna utile al dibattito pubblico ecclesiale, dom Dysmas si impegna ad analizzare con intelligenza tali meccanismi e a trovare principi e criteri di discernimento – in una maniera che mira sempre alla giusta misura e all’equilibrio, che sono le condizioni basilari per una vita religiosa autentica.

Una vita, questa, che non genera bambini, ma forgia religiosi e religiose adulte (umanamente e spiritualmente) in grado di guidare un giorno altre persone che in essa vi entrano.

  • Nostra traduzione di una recensione al volume pubblicata su La Croix (18/3/20).
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