La pandemia vista dal monastero

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Dopo 200 anni di chiusura, l’antica abbazia benedettina di Neuzelle nella diocesi tedesca brandemburghese di Görlitz (ex Germania Est), da un paio di anni sta riprendendo vita, grazie alla disponibilità di 4 monaci provenienti dall’Abbazia cistercense di Heiligenkreuz (Bassa Austria). Il nuovo inizio ha avuto luogo quasi a ridosso della crisi del coronavirus, un evento che ha esercitato un inevitabile influsso anche in questa comunità, come ha scritto padre Isaak Maria Käfferlein in un breve contributo pubblicato il 7 marzo scorso in katholisch.de della Chiesa tedesca.

Padre Käfferlein, cosa possiamo imparare spiritualmente dalla pandemia del coronavirus durante questo tempo di quaresima?

La pandemia del coronavirus è una sfida anche per la vita dei religiosi. Iniziata più di un anno fa, ha colpito anche il nostro monastero in maniera inaspettata. “Il nostro monastero” è il priorato cistercense fondato nel 2018 dall’abbazia cistercense situata nella cittadina di Heiligenkreuz, nel bosco presso Vienna in Austria. Siamo attualmente sei monaci più un postulante.

Quando la vita del nostro monastero fu colpita dall’ondata delle prime misure precauzionali, è stata per noi un’esperienza davvero insolita: gran parte delle nostre attività pastorali divennero impossibili o hanno dovuto essere trasferite in livestream. Ma, a distanza di un anno, possiamo dire che la pandemia ci ha insegnato molte cose che possiamo a vivere anche in questo periodo di digiuno.

 – Pandemia e Dio.

Troppo raramente nella pandemia viene posta la domanda su Dio. L’esperienza di fondo di questa pandemia è, da un lato, che l’uomo non è padrone di tutte le cose, ma, dall’altro, istintivamente pone anche l’interrogativo: dov’è Dio?

Come cristiani sappiamo che Dio non ha risparmiato del tutto il suo popolo dalla sofferenza, né nell’Antico Testamento né nei confronti di suo figlio Gesù Cristo. In Gesù Cristo, tuttavia, ci è stato anche rivelato che Dio non è un Dio che punisce. Non colpisce in modo che una tale punizione sia una pura sanzione e renda impossibile una pedagogia. Piuttosto, Dio è un pedagogo, è un maestro e un Padre amoroso verso i suoi figli. Nella pandemia, più che chiedere “Perché Dio lo permette?”, è meglio domandarsi “Cosa intende dirci Dio con questo?”.

Il concilio Vaticano II ha definito ciò un “riconoscere i segni dei tempi” (Gaudium et spes 4). Proprio questo interrogativo qualifica la mia e la nostra Quaresima nel monastero: cosa vuole dire Dio a me e a noi come comunità con la pandemia?

– Cosa comporta?

Papa Francesco afferma: «Nelle prove della vita si rivela il tuo cuore: quanto è stabile, quanto è misericordioso, quanto è grande o quanto è piccolo. I tempi normali sono formali: uno non deve mai dimostrare qualcosa. Sorridi, dici le cose giuste e riesci a superare tutto in maniera indenne, senza dover mai mostrare chi sei veramente.

Ma quando sei in crisi, avviene esattamente il contrario. Devi scegliere. E nella tua scelta mostri il tuo cuore». Nella pandemia, ci viene mostrato qual è il nostro sistema di valori e quale no.

Nel monastero eravamo e siamo in una situazione privilegiata. Fin dall’inizio era stato chiaro che non avremmo sospeso la nostra preghiera ed era sempre possibile per noi, come famiglia, celebrare insieme la santa messa e ricevere il corpo e il sangue di Cristo. Ovviamente abbiamo anche offerto servizi in streaming.

Abbiamo avvertito subito che la nostra preghiera corale (tre ore al giorno) e la santa messa non sono prima di tutto un evento pastorale, ma il luogo dove, come monaci e sacerdoti, fare esperienza di Dio. Cristo è veramente ed essenzialmente presente nell’eucaristia. È la fonte e il culmine della nostra vita. Molti hanno seguito la santa messa in streaming e, per mezzo di essa, hanno vissuto la vicinanza di Cristo.

Ho sentito da una famiglia qui a Neuzelle che è stata un’esperienza incredibilmente commovente per loro celebrare nel soggiorno la Veglia pasquale in famiglia con le candele accese e la preghiera collegati in diretta streaming alla Veglia pasquale da Heiligenkreuz.

Innanzitutto ci sostiene nella fede l’incontro con Cristo, che porta con noi la sua croce e ci dona la sua vicinanza. È stato davvero bello vedere quante persone sono venute in chiesa per l’adorazione silenziosa o come famiglia hanno pregato la via crucis all’aperto il Venerdì santo.

– Cosa possiamo imparare dalla pandemia in questa Quaresima?

In questa seconda Quaresima possiamo imparare molto spiritualmente dalla pandemia. La Quaresima ha sempre una meta che è l’incontro con Cristo, crocifisso e risorto. Come cristiani, non vogliamo “svuotarci” tanto per essere vuoti, quanto piuttosto per incontrare la pienezza di Cristo.

Ecco perché la Chiesa ci offre tre buoni luoghi per esercitarci: digiuno, preghiera e carità.

Il digiuno ha sempre lo scopo di liberarci dai nostri attaccamenti per essere liberi per Dio. Nel digiuno ci esercitiamo nella rinuncia per amore a Dio e ci concentriamo di più sulla sua presenza. Durante questo tempo quaresimale dobbiamo fare a meno di tante cose e oggetti che altrimenti ci occupano. Questa può anche essere un’opportunità, se accettiamo davvero le situazioni e ci rimettiamo a Dio:

  1. Gesù, accetto questa situazione che non posso cambiare!
  2. Gesù, ti ringrazio per questa situazione!
  3. Gesù, sii glorificato! Mostra il tuo potere e la tua gloria proprio in questa situazione!

Così, attraverso la nostra fiducia in Dio, ciò che è inevitabile si riempie della sua presenza.

Siamo così alla preghiera. La preghiera è una meravigliosa opportunità per diventare liberi e aprire le porte a Cristo. Per alcuni, la pandemia lascia più tempo per pregare, per altri, coloro che sono in ufficio o a casa con i bambini, ad esempio, è più difficile. Alla fine, tuttavia, la pandemia richiede più preghiera da parte nostra.

  • Preghiera per gridare a Dio i nostri dubbi: “Signore, cosa vuoi dirmi con questo? Aiutami! Signore, vieni nella mia vita! Fa che io confidi in te!”.
  • Preghiera per i morti della pandemia (non basta “ricordarli”, dobbiamo pregare per loro): “Signore accoglili nella tua gloria! Gesù perdona tutti coloro che sono morti non riconciliati!”. “Gesù, sii vicino a tutti coloro che piangono!”.
  • Preghiera per tutti coloro che sono soli: “Gesù mostrati ad essi nella solitudine e rivela loro la tua realtà!”.

In questa Quaresima, inoltre, la diffusione del virus favorisce anche molte nuove forme di carità per tutti noi: qui possiamo essere creativi come nel digiuno e nella preghiera.

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