Religiosi/e in Austria

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vita religiosa

La recente assemblea dei religiosi/e dell’Austria si è data come programma: presenti, rilevanti, efficaci per una buona vita per tutti.

I religiosi e le religiose dell’Austria hanno celebrato dal 22 al 25 novembre scorso la loro assemblea generale di autunno in rappresentanza di circa 4.900 religiosi/e di 106 istituti femminili e 86 maschili.

Mentre nell’assemblea precedente l’attenzione era stata posta sui consigli evangelici (povertà castità, obbedienza), alla luce delle tre parole programmatiche «semplici, insieme, svegli» (einfach, gemeinsam, wach), per i prossimi tre anni invece è stato scelto come motto guida il tema: («presenti, rilevanti, efficaci per una buona vita per tutti» (präsent, relevant, wirksam für ein gutes Leben aller).

A causa della pandemia, l’assemblea si è svolta on-line. Tra i relatori anche il vescovo di Innsbruck Hermann Gletter, l’ex ambasciatrice tedesca presso la Santa Sede presenti, rilevanti, efficaci e il ministro del lavoro Martin Kocher; inoltre sr. Emmanuela Kohlhaas del monastero benedettino di Colonia-Raderthal e il teologo moralista Michael Rosemberger.

Perché questa scelta

La segretaria generale della Conferenza dei religiosi/e dell’Austria, Christine Rod, aprendo i lavori, ha così spiegato il significato di questa scelta: «Le comunità religiose sono presenti in varie forme nella vita di molta gente», anche se a volte «in maniera ignorata». Noi «vogliamo essere una voce forte e importante nella società». Già nel documento Vita consecrata si diceva che «Dio per mezzo nostro in questo mondo vuole essere sempre più attivo e presente». Si tratta di uno stupendo incoraggiamento, di uno straordinario programma di vita per i consacrati, valido anche per il secolo 21°.

In altre parole, le comunità di vita consacrata dell’Austria vogliono far conoscere maggiormente nei prossimi anni dove sono presenti i religiosi nel Paese, dove lavorano e dove sono rilevanti.

Numerose istituzioni che oggi sono date per scontate nel welfare austriaco e sono integrate come una componente fissa sono state fondate da ordini religiosi e sono tuttora presenti. I nuovi progetti e le nuove iniziative devono continuare a rendersi visibili regolarmente. Noi vogliono essere una voce forte e importante nella società.

Suor Christine ha affermato che le comunità religiose sono presenti in molti modi nella vita di tanta gente. A volte passano quasi inosservate ma sono sempre vicine. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata nel far vedere come e dove i religiosi operano: in parrocchia, nelle scuole, nelle celebrazioni di particolari eventi, nel campo culturale, della salute, nella pastorale, nei luoghi ricreativi, e in molti altri ambiti.

Niente pessimismo, ma fiducia e ottimismo

Particolarmente stimolante e incoraggiante è stato l’intervento on-line di Annette Schavan, ambasciatrice tedesca presso la Santa Sede dal 2014 al 2018. Aveva studiato teologia e, dal 1995 al 2005, era stata ministra del culto, della gioventù e dello sport nel Baden-Württemberg; fino al 2014 era stata membro del parlamento tedesco e, dal 2005 al 2013, ministra federale per la formazione e la ricerca.

Nel suo intervento ha invitato le comunità religiose a coniugare sempre lo smantellamento delle vecchie strutture con la ricerca di nuove vie aperte al futuro. Ha esortato a resistere al crescente pessimismo come se la fine del cristianesimo fosse vicina. Al contrario – ha sottolineato – la storia del cristianesimo è essenzialmente una storia di rinnovamento e «anche oggi, gli istituti religiosi e gli ordini possono essere ambienti di rinnovamento in tutto il mondo».

Uno “smantellamento” era indubbiamente necessario a causa dello sviluppo demografico. La svolta del secolo richiedeva una nuova presenza di spirito, ha affermato. Per questo, è necessario prendere l’esempio da Gesù. Incontrandolo, la gente del suo tempo aveva avvertito nuove prospettive di vita e la loro paura del futuro era svanita.

Cosa significa oggi «una presenza di spirito»: «Come possono le persone in ricerca percepire l’incontro con noi cristiani in modo tale da trovare una prospettiva per il loro futuro?».

Ci vuole più presenza di spirito per la vita della gente di oggi, per i loro modo di pensare, i loro desideri e la loro solitudine, ma anche per la loro creatività e la loro forza di inventiva. Tutto questo non si trova tanto nelle metropoli o nelle cattedrali quanto piuttosto nelle periferie, dove papa Francesco scorge il luogo o il futuro della Chiesa. In effetti, molti ordini religiosi sono nati nel confronto con la periferia, ha ricordato Schavan.

Ha inoltre identificato un processo di cambiamento fondamentale attualmente in corso nella pandemia che ha mostrato le fragilità delle persone, le priorità sbagliate e accelerato i cambiamenti. Annette ha parlato di “svolta”. Proprio per questo è anche il momento per non eludere i problemi fondamentali della vita e determinare quali potrebbero essere le priorità future.

Naturalmente, ha ammesso che anche il tempo presente è particolarmente impegnativo ed estenuante. Ha paragonato il presente al Sabato Santo, come tempo di passaggio dall’orrore del Venerdì Santo alla celebrazione della risurrezione. «Ma bisogna accettare il Sabato Santo».

Annette ha inoltre delineato alcune caratteristiche di una Chiesa rinnovata. È importante, ad esempio, ha detto, rendere più presente la solidarietà del cristianesimo nella vita e nella sofferenza delle persone. E ha aggiunto: «Serve più comunità mondiale». Ha criticato anche il crescente nazionalismo presente in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa. I cristiani devono contrastarlo, ha sottolineato. La Chiesa universale deve essere un modello di come si vive il rispetto della diversità culturale.

Ha anche incoraggiato ad aver fiducia in un buon futuro contro ogni rassegnazione. A questo scopo, «la fede può spostare le montagne e può spostare le realtà politiche». Ha ricordato, ad esempio, i cambiamenti politici avvenuti in Europa circa 30 anni fa che prima nessuno avrebbe creduto possibili.

Sono quasi 5.000 i religiosi in Austria

Il numero dei religiosi in Austria è attualmente in lieve diminuzione. I dati disponibili si basano sulle statistiche del 2020 presentate dalla Conferenza dei religiosi/e dell’Austria. La ragione principale del declino è dovuta soprattutto all’età. Al 1° gennaio 2021, c’erano 4.507 religiosi nel territorio nazionale; nell’anno precedente erano 4.691. Le comunità femminili sono costituite da 2.944 suore; 86 sono gli ordini/congregazioni maschili con 1.563 padri e fratelli. Nelle comunità femminili, il 61% delle suore ha circa 75 anni. Negli ordini maschili, la proporzione in questa fascia di età è del 30%.

I religiosi sono presenti in 454 località del Paese. Gli impegni delle religiose si stanno poco alla volta spostando verso l’attività sociale, l’accompagnamento spirituale, la missione educativa o terapeutica. Diversi istituti femminili sono ancora legati a grandi scuole e agli ospedali. In Austria sono attivi 23 ospedali religiosi, con 7.808 posti letto. Più di 1,8 milioni di pazienti vengono curati ogni anno negli ospedali religiosi, con oltre 200mila pazienti operati. Continua ad essere vivo il carisma o il profilo specifico degli istituti.

Nel settore maschile, prevale l’attività pastorale parrocchiale. Oltre 600 religiosi prestano servizio come parroci. Ci sono complessivamente 235 scuole religiose in tutta l’Austria con più di 50.000 studenti. Inoltre, 23 ospedali e 27 istituzioni educative sono gestiti dai religiosi.

L’assemblea generale di questo anno ha impresso nuovi stimoli e ha infuso un rinnovato spirito di fiducia, di ottimismo e di speranza.

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