Fragilità matrimoniali: pastorale e diritto

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Il Servizio Diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie (SDAFS), con il benestare dell’Arcivescovo Leonardo D’Ascenzo, ha pubblicato recentemente un interessante testo dal titolo “Accompagnamento e discernimento pastorale e giuridico. Linee guida circa le situazioni di fragilità matrimoniali”, edito dall’Editrice Rotas 2024.

Il testo nasce dall’esperienza sul campo di un servizio ecclesiale che da diversi anni opera con una peculiare attenzione alle situazioni di fragilità e la concretezza dei problemi che attraversano le coppie in crisi. Consultando le linee guida ci si rende subito conto di avere tra le mani un testo semplice e completo. Inoltre, l’uso di un linguaggio chiaro, lo sforzo divulgativo non indifferente, la volontà di non confondere la semplicità espositiva con l’approssimazione dei contenuti, con l’integrazione di un adeguato apparato critico per approfondimenti personali, costituisce un tentativo ben riuscito di coniugare la prassi giudiziale con quella pastorale facilitando, in tal modo, il compito di chi incontra ogni giorno coppie che vivono una condizione esistenziale di difficoltà e sofferenza.

Struttura delle linee guida

L’opera si presenta ben strutturata ed è suddivisa in due parti: in una prima parte si propongono alcune precisazioni della Chiesa in materia di situazioni di fragilità matrimoniali, a cui seguono delle situazioni particolari e le possibili risoluzioni pastorali. Di grande utilità appaiono gli atteggiamenti da aversi in un possibile accompagnamento e discernimento pastorale con quei fedeli che vivono situazioni di crisi o fallimento matrimoniali.

La seconda parte del testo riporta un’interessante appendice che raccoglie una serie di domande e risposte utili per tutti e delle riflessioni di esperti (i professori: Luigi Sabbarese, Paolo Bianchi, Lorenzo Lorusso, Tonino Cantelmi e Martina Aiello) su temi significativi ed attuali, come ad es. il ruolo del parroco nel percorso di accompagnamento e discernimento pastorale alla luce del MIDI; il prevenire celebrazioni matrimoniali nulle; il matrimonio nella chiesa orientale; il tema dell’immaturità in relazione al matrimonio, un caso concreto di accompagnamento e discernimento pastorale e personale.

Conclude l’appendice la presenza di alcune testimonianze (tutte consultabili mediante CodeQR) sull’opportunità della presenza di un servizio specializzato da parte di un accompagnatore spirituale (cfr. CodeQR n. 1), di un sacerdote (cfr. CodeQR n. 5), di un seminarista in formazione verso il presbiterato (cfr. CodeQR n. 6), di un avvocato canonista, il quale collaborando con il SDAFS ne riporta alcuni dati significativi circa il suo operato (cfr. CodeQR n. 2), e di alcuni laici che hanno beneficiato del SDAFS di Trani-Barletta-Bisceglie attestandone la cura pastorale e la preparazione di operatori e consulenti che con premura e discrezione hanno saputo aiutarli a trovare, mediante un paziente discernimento, il bene possibile nella propria situazione sia nel caso in cui la situazione ha avuto un esito positivo nell’intraprendere un iter giudiziale (cfr. CodeQR n. 3), sia nel caso in cui tale possibilità non essendo stata percorribile ha permesso un percorso di accompagnamento pastorale e integrazione all’interno della comunità cristiana (cfr. CodeQR n. 4).

Sinergia tra dimensione pastorale e dimensione giuridica

Si può ben attestare, inoltre, come il testo delle Linee guide circa le situazioni di fragilità matrimoniale abbia ben recepito le istanze che continuamente Papa Francesco compie nei suoi discorsi sui temi della famiglia chiedendo alla Chiesa di farsi prossima, madre e maestra verso le varie situazioni che la stessa vive in questo cambiamento d’epoca, e così favorire un processo di sinergia tra azione pastorale e azione giuridica, tra servizi di consulenza giuridico-pastorale e Tribunali Ecclesiastici[1], nel ricercare la verità nelle varie situazioni matrimoniali, che nel caso di una decisione giudiziale deve essere una verità oggettiva[2].

Papa Francesco, inoltre, evidenzia come a partire dalla pubblicazione del Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e dell’Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia Amoris laetitia: «è andata crescendo la consapevolezza circa l’interazione tra pastorale familiare e tribunali ecclesiastici, visti anch’essi nella loro specificità come organismi pastorali. Da una parte, un’integrale pastorale della famiglia non può ignorare le questioni giuridiche concernenti il matrimonio.

Basti pensare, per esempio, al compito di prevenire le nullità di matrimonio durante la fase previa alla celebrazione, e anche accompagnare le coppie in situazioni di crisi, compreso l’orientamento verso i tribunali della Chiesa quando sia plausibile l’esistenza di un capo di nullità, oppure il consigliare di iniziare la procedura per la dispensa per inconsumazione. Dall’altra parte, gli operatori dei tribunali non possono mai dimenticare che stanno trattando questioni che hanno una forte rilevanza pastorale, per cui le esigenze di verità, accessibilità e prudente celerità devono sempre guidare il loro lavoro; e non va trascurato, altresì, il dovere di fare il possibile per la riconciliazione tra le parti o la convalidazione della loro unione»[3].

Da queste espressioni del Pontefice si evincono due aspetti importanti, che è possibile ritrovare, anche, nelle linee guida circa le situazioni di fragilità elaborate dal SDAFS dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie: il primo consiste nella necessità di accostarsi a tutte le situazioni di sofferenza coniugale o familiare “in punta di piedi”, con una grande disponibilità ad ascoltare, capire ed essere solidali. Ogni situazione non va presa genericamente come “un caso” ma va letta come “la storia di una persona.

Il secondo aspetto consiste nella formazione dei soggetti capaci di offrire un’adeguata indagine pregiudiziale (cfr. RP 1-5 MIDI), che sia predisposta in ogni diocesi per favorire un percorso di accompagnamento discernimento e integrazione di tutte le famiglie ed in modo particolare quelle in difficoltà, affinché ogni fedele/coppia si senta accolta, e posta nelle condizioni di conoscere, vivere e realizzare il progetto d’amore che Dio le ha assegnato.

In tal senso si pone anche l’Esortazione apostolica sulla famiglia Amoris laetitia che precisa l’utilità del ricorso agli strumenti ed alle tecniche della mediazione a diversi livelli (cfr. AL 229, 235-236), giungendo a evidenziare, di fronte alle situazioni matrimoniali più difficili, la necessità di una «pastorale della riconciliazione e della mediazione anche attraverso centri di ascolto specializzati da stabilire nelle diocesi» (AL 242) e la necessità di «mettere a disposizione delle persone separate o delle coppie in crisi, un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione, legato alla pastorale familiare, che potrà pure accogliere le persone in vista dell’indagine preliminare al processo matrimoniale»[4].

In estrema sintesi, nell’insieme il testo delle Linee guida del SDAFS dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie rende ragione dell’importante sinergia che deve essere favorita nell’azione pastorale della Chiesa tra la via caritatis e via veritatis, verso quei fedeli segnati da una crisi coniugale. Tale sinergia viene a costituire il fondamento per una reale pastorale della prossimità da parte degli operatori della pastorale e della giustizia, che approcciandosi alle persone segnate da un amore ferito e smarrito con gli occhi di Dio e non del sospetto, del pregiudizio sono aiutati e chiamati a proporre il bene possibile per ogni singola situazione, non solo con cura pastorale ma anche con prudentia iuris e verità.


[1] «Ciò significa promuovere un rapporto più stretto tra gli organismi che curano la pastorale familiare e i tribunali ecclesiastici, superando divisione antiche e qualche pregiudizio»: P. Pavanello, I processi di nullità matrimoniale all’interno della sollecitudine pastorale della Chiesa. Proposte e prospettive alla luce del percorso sinodale, «Credere Oggi» 35 (2015), p. 103. Cfr. anche: E. Tupputi, La pastorale familiare e la pastorale giudiziale: un possibile incontro per annunciare la bellezza del vangelo della famiglia, «Guttadauro» 24 (2024/1), pp. 123-142.

[2] In tal senso Giovanni Paolo II nel gennaio 1981 segnalava che sarebbe contraria alla tutela della famiglia un’attività giudiziaria che non fosse basata sulla conoscenza e sul rispetto della verità oggettiva: «L’azione giudiziaria dei tribunali ecclesiastici matrimoniali (…) dovrà aiutare la persona umana nella ricerca della verità oggettiva e quindi ad affermare questa verità, affinché la stessa persona possa essere in grado di conoscere, vivere e realizzare il progetto d’amore che Dio le ha assegnato»: Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana, 24 gennaio 1981, «AAS» 73 (1981), pp. 233-234. Nella allocuzione alla Rota del 18 gennaio 1990, Giovanni Paolo II sostiene poi che una sentenza di nullità matrimoniale non basata sulla verità non sarebbe che un inganno per i fedeli e che nessuna giustificazione essa potrebbe trovare in riferimento a pretesi atteggiamenti di pastoralità e di misericordia (cfr. AAS 82 [1990], p. 875); così come lo sarebbe una interpretazione della legge che, per salvaguardare asserite esigenze delle parti, ne snaturasse le caratteristiche: «Piegare la legge canonica al capriccio o all’inventiva interpretativa, in nome di un “principio umanitario” ambiguo ed indefinito, significherebbe mortificare, prima ancora della norma, la stessa dignità dell’uomo»: Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana, 29 gennaio 1993, «AAS» 85 (1993), p. 1259.

[3] Francesco, Discorso ai partecipanti al corso di formazione promosso dalla Rota Romana, 18 febbraio 2023.

[4] Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, 19 marzo 2016, «AAS» 108 (2016), n. 242 e n. 244, pp. 409-410.

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