
Theodore Edgar McCarrick, già arcivescovo di Washington (2001-2006) e cardinale della Chiesa cattolica, dimesso dallo stato clericale da papa Francesco nel 2019 per accuse provate di abusi sessuali, anche su minori, è morto lo scorso 3 aprile al Vianney Renewal Center di Dittmer, nel Missouri, dove si era ritirato. Aveva 94 anni.
McCarrick è stato una figura potente che ha saputo scalare le gerarchie della Chiesa cattolica degli Stati Uniti. Era nota la sua «abilità nel raccogliere fondi per le cause vaticane» (Maria Wiering, OVS News, 4 aprile 2025).
Nel 2018 – a seguito di alcune denunce pubblicate sul New York Times – McCarrick si ritrova al centro di uno scandalo esploso a motivo di accuse a lui rivolte per abusi sessuali su adulti (soprattutto seminaristi) e minorenni.
Papa Francesco accoglie immediatamente le sue dimissioni dal Collegio cardinalizio e ne dispone la sospensione da qualsiasi ministero pubblico (cf. il comunicato del 28 luglio 2018), obbligandolo a una vita ritirata, di penitenza e preghiera, finché le accuse non fossero state vagliate all’interno di un regolare processo canonico. Da parte sua, McCarrick si difende affermando la propria innocenza e sostenendo di non ricordare gli abusi di cui è accusato.
Nel febbraio 2019 viene comunicata la dimissione dallo stato clericale ratificata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. La stessa Congregazione, che ha condotto le indagini, rende noto che l’ex cardinale è stato dichiarato colpevole di sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere. Il Papa riconosce la natura definitiva della decisione.
Il caso McCarrick viene subito impugnato dall’ex nunzio Carlo Maria Viganò e dalle correnti più tradizionaliste per domandare addirittura le dimissioni di papa Francesco, accusandolo di copertura degli abusi e di avere tolto, o quantomeno alleggerito, le sanzioni e restrizioni all’allora arcivescovo emerito di Washington. Bergoglio autorizza invece una indagine vaticana sul caso all’interno della Segreteria di Stato. L’indagine dura due anni e si conclude con la pubblicazione di un lungo Rapporto che ricostruisce il quadro in modo dettagliato, attraverso resoconti e notizie attendibili sugli abusi compiuti da McCarrick risalenti agli anni Ottanta e Novanta.
Il Rapporto McCarrick – curato dalla Segreteria di Stato e pubblicato il 10 novembre 2020 (qui il testo completo) – evidenzia come, al momento della nomina del presule a Washington, da parte di Giovanni Paolo II nel 2000, la Santa Sede ha agito sulla base di «informazioni parziali e incomplete». Ammette con onestà che si sono verificate omissioni e sottovalutazioni e che sono state compiute scelte sbagliate, anche perché le persone interrogate dal Vaticano per le consuete verifiche che precedono le nomine episcopali non sempre hanno raccontato tutto ciò che sapevano (si viene a sapere che solo il card. O’Connor si era al tempo decisamente opposto alla nomina).
Vi si afferma, inoltre, che fino al 2017 nessuna accusa circostanziata ha mai riguardato abusi o molestie ai danni di minori. «È vero che negli anni Novanta alcune lettere anonime arrivate a cardinali e alla nunziatura di Washington avevano accennato a questo, ma senza fornire indizi, nomi, circostanze: vennero purtroppo considerate non credibili proprio perché mancavano di elementi concreti. La prima accusa circostanziata che coinvolga minori è infatti quella che ha portato all’immediata apertura di un procedimento canonico, concluso con le due successive decisioni di papa Francesco» (Andrea Tornielli, Vatican News, 10 novembre 2020).
Negli Stati Uniti McCarrick è stato chiamato a rispondere in Tribunale ad accuse di abusi sessuali, sia in Massachusetts sia in Wisconsin, nel luglio 2021 e nell’aprile 2023. Nell’agosto 2023, un giudice del Massachusetts ha archiviato il caso, ritenendo l’ex cardinale incapace di affrontare un processo in seguito a una perizia medica che certificava la diagnosi di demenza. Nel 2024, un giudice del Wisconsin ha seguito l’esempio e archiviato il caso.
Ordinato sacerdote nel 1958 per l’arcidiocesi di New York dal cardinale Francis J. Spellman, McCarrick era stato nominato vescovo ausiliare di New York nel 1977 al servizio del cardinale Terence J. Cooke, di cui prima era stato segretario personale. Nel 1981 era stato nominato primo vescovo della nuova diocesi di Metuchen, nel New Jersey, e nel 1986 arcivescovo di Newark, sempre nel New Jersey. La sua nomina alla sede tradizionalmente cardinalizia di Washington risale al novembre del 2000, sotto Giovanni Paolo II, che lo crea cardinale nel febbraio 2001.
Nel 2006, compiuti i 75 anni, McCarrick aveva rassegnato le dimissioni da arcivescovo di Washington, continuando però nella sua attività di raccolta fondi per la quale intratteneva rapporti con la gerarchia ecclesiastica e con il mondo politico. Il suo successore a Washington, il cardinale Donald W. Wuerl, si è dimesso nel 2018 allo scoppio dello scandalo relativo alla pubblicazione del Rapporto del Grand Jury della Pennsylvania (cf. qui su SettimanaNews), che ha messo in questione anche la sua personale gestione dei casi di abuso a Pittsburgh.





