
Le sfide politiche, economiche e sociali della vita in Medioriente sono particolarmente importanti per i diaconi di questi Paesi. Le questioni riguardanti la fede, la vita ecclesiale e la Pace costituiscono anche le sfide per il ministero diaconale.
Allora è necessario «tessere reti tra i diaconi per costruire la Pace». Un impegno affinché si cambi rotta nell’auspicio di «essere diaconi grembo di speranza: grembo e promessa di una fraternità possibile». Per essere comunità dove si fa rete vuol dire ricordare che l’annuncio del Vangelo passa attraverso l’impegno per la promozione della giustizia e il superamento delle disuguaglianze che sono causa di marginalità.
Questo è possibile solo insieme per stare dentro le sfide dei contesti del Medioriente. La comunione e lo ‘scambio di doni’ tra i diaconi delle Chiese dei diversi Paesi deve aiutare a ritrovare il senso profondo dell’essere diaconi nel continuo rigenerarsi del ministero dentro i cambiamenti e i drammi della storia. Lo stile è la sinodalità che deve essere animata da sentimenti di fraternità, che vanno coltivati nelle relazioni tra i diaconi e da vivere nella fratellanza, per cogliere anche l’importanza della “via del dialogo ecumenico/interreligioso.
Un’autentica sinodalità diaconale può essere un primo e importante segno di credibilità della testimonianza cristiana nei Paesi mediorientali ed è segno di speranza in un contesto lacerato da molteplici tensioni.
Contenuti e destinatari
Come Comunità del diaconato in Italia abbiamo definito un Progetto chiamato «Diaconia per il Medioriente».
Alcuni membri del Consiglio nazionale della Comunità sono stati due volte in Libano a Beirut (2022-2023). Lì abbiamo preso contatti con i diaconi latini e con i diaconi maroniti. Siamo stati ricevuti al Vicariato Latino da s.e. mons. Cesar Essayan e dai diaconi con i quali abbiamo avuto uno scambio di idee e un incoraggiamento per questo Progetto.
L’iniziativa è stata presentata il 23 ottobre ad Amman alla Conferenza dei Vescovi del Medioriente presieduta dal Patriarca il card. Pierbattista Pizzaballa (la foto sopra è stata scattata in questa occasione − ndr).
Il piano si popone di avviare un cammino con i diaconi dei Paesi del Medioriente di ascolto, di dialogo e di apertura, perché, usando una espressione biblica, intendiamo costruire un «allargamento della tenda» della diaconia e del diaconato, per dare una parola di speranza, ad avere il coraggio di una narrativa che apra orizzonti.
La proposta servirà anche a stimolare una seria e documentata riflessione sull’importanza del ministero diaconale per una diaconia della Pace tenendo conto delle comuni radici cristiane e culturali del Medioriente. Si tratta di un Progetto che mira non soltanto alla solidarietà nei confronti dei diaconi dei Paesi del Medioriente; il suo intento specifico è di approfondire il comune patrimonio di fede in Gesù Cristo e porre gesti nuovi di apertura, di fiducia. Con questa esperienza vogliamo dare il via a ciò che sarà la Tenda dei diaconi del Medioriente.
Obiettivi
L’orizzonte della fraternità universale sollecita il lavoro di una diaconia della Pace e per la Pace, che con rigore ricerchi i fondamenti e le condizioni di possibili percorsi, capaci di ritessere i legami, per favorire esperienze di convivenza e amicizia sociale tra noi, per dare concretezza alla speranza Un «tra» che unisce, include, mette in comunicazione le diversità; un «tra» che è incentivo alla Pace e antidoto alla guerra.
Quindi si intende cogliere tutte le occasioni di confronto, di scambio e di riflessione per una proposta che aiuti i diaconi del Medioriente a costruirsi come Tenda di Pace, e di fratellanza; a mettersi a servizio per la promozione di un umanesimo dell’accoglienza e della convivenza fraterna; a lavorare insieme con i Pastori perché, in una relazione di reciproco sostegno e responsabilità ecclesiale.
Da qui, il desiderio di trasformare la Tenda da evento a Progetto, dandogli una dimensione più ampia e continuativa nel tempo.
Le proposte
Il Progetto che avrà il patrocinio ed il sostegno della Conferenza si propone di:
(1) Promuovere un Convegno/Seminario di Studio nel 2026 per i diaconi dell’Area del Medioriente per confrontarsi sui temi riguardanti la Pace e la giustizia, la partecipazione sociale e i diritti civili e umani, la migrazione e la fuga, come pure la violenza in nome della religione. Il tema che proponiamo è: «Per una diaconia della Pace: tra diversità, solidarietà e dignità umana». Riflettere su come mettere in atto la presenza dei diaconi nel contesto socio-politico che è fonte di preoccupazione per la vita della gente in quasi tutti i Paesi del Medioriente
(2) Avviare un Corso di formazione per i candidati diaconi per affrontare temi come la globalizzazione, la digitalizzazione, la leadership. Un’attenzione particolare va data all’ecumenismo e al dialogo interreligioso per realizzare un Seminario di Studio su La diaconia ecumenica e del dialogo nel Medioriente.
(3) Indire un Premio Pro-Diakonia per sostenere e promuovere il lavoro diaconale. Il Premio mira a incoraggiare iniziative diaconali significative e a motivare altri diaconi ad agire a loro volta. Durante il Convegno/Seminario saranno consegnati i premi a tre progetti considerati più meritevoli.
Pertanto è nostro intento avviare periodicamente incontri per affrontare tematiche attuali per il ministero diaconale dei Paesi mediorientali.
Enzo Petrolino è presidente della Comunità del diaconato in Italia





