
Oggi, 2 gennaio 2025, dovrebbero ricominciare le proteste contro l’esito definitivo delle elezioni presidenziali in Mozambico sancito dal Consiglio costituzionale del paese – dopo che, alcuni giorni fa, il leader dell’opposizione V. Mondlane (tuttora in esilio volontario) le aveva fermate in occasione del cambio di anno. Precedentemente, Mondlane aveva annunciato la sua intenzione di auto-insediarsi quale nuovo presidente del Mozambico il 15 gennaio (data prevista per l’insediamento di D. Chapo rappresentante della Frelimo, che governa da lungo tempo le sorti del paese).
Osservatori internazionali avevano registrato falle nelle procedure di conto dei voti e brogli elettorali di vario tipo.
Prendendo la parola dopo la sentenza del Consiglio costituzionale, Chapo aveva indicato la capitale Maputo, la vicina Matola, e le città di Beira e Nampula, come epicentri della crisi nazionale provocata dalle manifestazioni contro il processo elettorale: queste manifestazioni – ha dichiarato Chapo – «non fanno altro che contribuire al declino del paese aumentando il numero di cittadini mozambicani disoccupati e in condizione di povertà».
Le tensioni provocate dall’esito delle presidenziali hanno spinto più di 2000 nuclei famigliari mozambicani a fuggire verso il vicino Malawi. Il direttore UNHCR per la regione sud dell’Africa C. Kapaya ha espresso «profonda preoccupazione per la situazione che si sta sviluppando in Mozambico, dove l’aumento della violenza ha costretto alla fuga migliaia di persone. Rifugiati e civili si trovano davanti a rischi immensi, avendo perso le loro case e potendo fare conto solo sull’assistenza umanitaria. Mentre siamo grati alla generosità del Malawi e dell’Eswatini, rimane il fatto che è necessario un supporto immediato per evitare un peggioramento della crisi e prevenire ulteriori sofferenze».
Soprattutto a motivo dei suoi porti, il Mozambico rappresenta un paese chiave per l’intera economia della regione sud dell’Africa – le cui nazioni si stanno muovendo per trovare una via di uscita dalla crisi in corso. Il president di turno della Southern African Development Community (SADC), Samia S. Hassan (presidentessa della Tanzania), ha confermato la «disponibilità del SADC ad assistere, mediante meccanismi appropriati, al fine di facilitare una risoluzione pacifica dei problemi esistenti. Al tempo stesso, chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di evitare azioni che aumentino la violenza e i tumulti».
Nel timore che il caos mozambicano possa estendersi oltre il paese, il Sud Africa ha provveduto ad aumentare le misure di sicurezza e controllo lungo le proprie frontiere; nominando, inoltre, un inviato speciale (S. Mufamadi) come segno di solidarietà verso il Mozambico e con la missione di aiutare le autorità locali nel mettere fine alla crisi attualmente in corso.





