
Il cardinale Pizzaballa si era offerto in cambio degli ostaggi israeliani subito dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Ora, quell’offerta potrebbe contribuire a sbloccare lo stallo nella regione. Sta riemergendo sul web (vedi qui) l’intervista dell’ottobre 2023 (vedi qui) in cui il Patriarca Latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, si dichiarava disposto a consegnarsi in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani catturati da Hamas.
Quell’offerta è stata in seguito travolta dagli sviluppi successivi, in un momento in cui la guerra sembrava promettere una soluzione alla crisi. Ora che ci troviamo chiaramente in un vicolo cieco, l’offerta di Pizzaballa appare più attuale che mai.
Il suo gesto richiama quello di Papa Paolo VI, nel 1978, quando si offrì in cambio di Aldo Moro, il leader politico italiano rapito dalle Brigate Rosse. Le Brigate Rosse respinsero l’offerta, e con ogni probabilità Hamas farà lo stesso oggi. Eppure, allora come oggi, il gesto è decisivo: spezza il dibattito aspro tra falchi e colombe. Nel 1978 il parlamento italiano era spaccato se cedere o meno alla trattativa con i terroristi. Vantaggi e svantaggi delle due posizioni erano dibattute sulla stampa in un rito che sembrava lo scuoiamento medievale delle istituzioni.
In maniera simile l’opinione pubblica israeliana e internazionale dibatte da due anni su cosa fare con Hamas e i suoi ostaggi. La realtà sostanziale è che Hamas non vuole liberare gli ostaggi. Il suo obiettivo politico autentico è sottoporre Israele e l’Occidente a una lenta gogna politica immediata che li lacerino dal di dentro.
Il gesto del Papa scoperchiava quella finzione. L’obiettivo delle brigate rosse non era una trattativa vera con lo Stato ma inserire elementi distruttivi nello Stato stesso.
Lo stesso vale oggi per Hamas. Il suo obiettivo non è la pace, la liberazione di prigionieri palestinesi, o anche la liberazione della Palestina. L’obiettivo è mettere in circolazione nel sangue occidentale un virus che si sviluppi in malattia mortale e distrugga tutto.
È una strategia apocalittica, però con una regia nascosta e realista.
Nel 1978 le brigate russe agivano su ordine di Mosca per sobillare il lato debole dell’Occidente, l’Italia. Oggi Hamas agisce su ordine di Teheran e forse anche di Mosca per sobillare l’Occidente e distrarlo dal campo di battaglia ucraino.
In questa strategia le divisioni tra Hamas, come 47 anni fa le divisioni nelle brigate rosse, sono specchietti per le allodole e realtà che nascondono finzioni.
La realtà profonda è messa in luce da Pizzaballa: Hamas non libererà gli ostaggi o accetterà in cambio il cardinale. Ma proprio l’offerta inevasa oggi come nel 1978 mostra la spietata strategia dei terroristi, l’apocalisse.
Nel 1978 la sfida terrorista fu sconfitta in Italia con un insieme articolato di politiche diverse. Il governo associò il partito comunista che era stato per trent’anni all’opposizione e che era il bacino a cui i terroristi volevano attingere. Allo stesso modo, oggi, Israele deve separare i palestinesi da Hamas, questo il vero campo di battaglia nella guerra.
Questo è lo sforzo che la Chiesa cattolica sta tentando in Israele nel mondo dall’inizio della guerra. Tutto è molto diverso. Il 1978 in Italia non è come il 2025 in Israele, però certe similitudini sono calzanti. Come allora una partnership tra governo e partito comunista invertì le sorti della battaglia politica sul terrorismo rosso, così oggi probabilmente una partnership tra Israele, chiesa cattolica e palestinesi moderati può essere cruciale per battere i terroristi di Hamas.
- In collaborazione con Appia Institute. Ultima modifica: 23 luglio 2025, ore 11.45.






Ho amici israeliani e la proposta del card. è suonata per loro come qualcosa di offensivo ed inutile che lo ha fatto passare per ridicolo, non solo lui, ma anche i cristiani che mancano di senso della realtà. Non lo ha neanche avvicinato alla popolazione araba, visto che loro sono propalestina. Anche per i cristiani locali è una mossa ridicola solo per mettersi in mostra visto che lui sa che non accetteranno mai uno scambio di questo tipo… figurati se Hamas accetta il cardinale in cambio degli ostaggi? Anche io mi offro come scambio va bene??? Ora infine denuncia l’insostenibile situazione di Gaza, mentre è sempre andato a braccetto con i servizi israeliani…
Perchè adesso non si offre come scambio con gli abitanti di Gaza, perchè non propone di andare lui ad abitare lì con loro in segno di solidarietà, invece di una rapida visita? Lui va ad abitare a Gaza tra le macerie, ed un certo numero di famiglie di Gaza le manda ad abitare nel suo Palazzo a Gerusalemme…questo è un gesto realizzabile che avrebbe senso e sarebbe una testiominanza, non proporre uno scambio irrealizzabile con gli ostaggi per mettersi in mostra…
Pizzaballa-Hamas: io in cambio degli ostaggi
22 luglio 2025/ 3 commenti
Signor Sisci, sono più importanti i simboli, i luoghi o le persone?
Se fra i 4 miliardi di credenti abramitici, un popolo minuscolo, uccide e ammazza altri credenti abramitici, cosa si deve dire? Fra gli abramitici, c’è una fetta di persone che si dicono cristiane, cioè, seguaci di Gesù Cristo. Gesù, figlio di Israele, ha chiuso l’Alleanza che Israele ha detto di avere stipulato con il suo dio (il dio degli ebrei), inaugurandone una nuova con il Dio di tutta l’umanità.
Lei scrive: “Il governo israeliano si è detto profondamente rammaricato per l’attacco” alla chiesa della Sacra Famiglia. Crede veramente a un Netanyahu sincero e rammaricato?
Israele non sta compiendo, ha già compiuto un genocidio nella Striscia di Gaza. Israele non si vendica per la strage del 7 ottobre 2023, Israele vuole e l’ha fatto, distruggere, annichilire i palestinesi. Basti cercare le dichiarazioni di politici israeliani. Una per tutte: «Nous ne nous arrêtons pas tant que [le peuple d’]Amalek n’est pas définitivement détruit» (Bezalel Smotrich, ministre des finances, FaceBook, le16 novembre 2023 (Amnesty International, France).
Perché il 7 ottobre 2023? E’ stato un attacco criminale. Certo. Ma…perché non si pensa al popolo palestinese che dall’inizio del 1900 è derubato e ammazzato per la terra che il dio degli ebrei avrebbe loro dato e che loro hanno abbandonato?
Quanto al sionismo generoso: Yitzhak Epstein, nel 1907, ha pubblicato: «l’articolo: Una questione nascosta, in cui scrisse: “Abbiamo dimenticato un piccolo particolare, nel nostro amato Paese c’è un’intera nazione che lì ha vissuto per secoli e mai s’è sognata di abbandonarlo… Stiamo commettendo un enorme sbaglio psicologico nei confronti di un popolo grande, determinato e possessivo”» (Citato da Paolo Mieli, in L’ambiguità di Balfour, pubblicato in, Storia il 13 giugno 2017).
Quanto ai coloni, bunker e fucile, sulle terre dei palestinesi, arate dai carri armati israeliani: “Alcuni (coloni) sono spinti da motivi religiosi, altri dalla volontà di rivendicare il territorio della Cisgiordania come terra israeliana, altri ancora dalla possibilità di accedere ad abitazioni economiche e sovvenzionate”( Fonte IPSI, 3 novembre 2023).
“I coloni sognano di creare una «Grande Israele», con insediamenti ebraici sparsi ovunque. In questi insediamenti potranno risiedere solo ebrei e ai palestinesi sarà consentito entrare solo per lavoro, per impieghi umili e sottopagati. In uno Stato simile, la democrazia dovrà inchinarsi ai rabbini. La Knesset, il governo, la Corte suprema potranno continuare a esistere a patto che i rabbini ne approvino le decisioni. I coloni credono che quando la Grande Israele sarà diventata un’entità religiosa e una «Nazione Santa», verrà il Messia e si compirà la completa redenzione del popolo ebraico. Nell’immaginazione dei coloni, non c’è posto per i palestinesi, se non nel ruolo di servi umili e riconoscenti lavoratori” (Amos Oz, Noi liberi dai coloni).
L’IDF e i servizi segreti israeliani sono proverbiali per la loro efficienza! Domanda: Perché l’IDF non acchiappa i terroristi di Hamas, che tengono in ostaggio gli abitanti della striscia di Gaza, invece di ammazzare i civili affamati?
I cristiani hanno sulla coscienza la shoah, per avere lasciato mano libera a Hitler, ora ne assumano un’altra, lasciando mano libera a Israele.
Giacomo Matti
23 luglio 2025
Molto bene. Queste è un segnale di grande forza morale di cui c’era bisogno. Dare la vita per le proprie pecore.
Se è vero che Hamas non è minimamente interessato a mettere fine alla guerra perché (anche ideologicamente) pensa di trarne vantaggio, penso sia altrettanto vero che l’attuale governo israeliano non sia minimamente orientato a cercare e trovare una sponda con i palestinesi “moderati” dal momento che i fatti stessi indicano come il governo israeliano sia piuttosto intenzionato ad approfittare del conflitto per espandere al massimo i confini dello Stato imponendo il proprio diretto controllo/dominio su Gaza e anche sulla Cisgiordania. E questi “opposti estremismi” alimentano di fatto un conflitto che quanto a brutalità e insensatezza ha davvero pochi precedenti nella Storia.
Ma non è una notizia di qualche anno fa? Subito dopo il 7 Ottobre?
“È una strategia apocalittica, però con una regia nascosta e realista.”
Si ci sono molte tentazioni apocalittiche nell’area, per questo forse è giusto rispondere con fermezza ma anche misurando molto bene le parole.
Ci sono state molte novità negli ultimi giorni.
https://www.vaticannews.va/it.html