In Belgio, l’associazione giovanile della Chiesa cattolica fiamminga, Kamino, ha scritto una lettera aperta ai cardinali in vista del Conclave. I giovani chiedono di proseguire sulle vie della riforma avviata da Francesco per una Chiesa in cui non siano solo accolti, ma corresponsabili.
A tutti i pastori chiamati a costruire il futuro
Cari servitori del Signore,
siamo a un bivio. La morte di Papa Francesco non segna la fine di un’epoca, ma è piuttosto un invito.
Un invito a continuare a sperare. A continuare a percorrere il cammino che ha tracciato. A ridiventare ancora una volta una Chiesa pellegrina.
Non vi scriviamo con distacco, ma in profonda comunione. Come giovani, come compagni, come donne, come laici. Come figli una Chiesa che aspira a rinnovarsi, ispirata da questo anno giubilare e nutrita dalla promessa: «Spes non confundit», la speranza non delude.
Vogliamo una Chiesa che creda che lo Spirito di Dio continua a soffiare, anche oggi, attraverso i giovani e aprendo nuovi cammini.
Onorare il passato
Non dimentichiamo.
Onoriamo i tanti papi, sacerdoti, religiosi, laici, donne e martiri che ci hanno preceduto.
Hanno trasmesso la fede con fervore, a volte con dolore, spesso nell’amore.
Ma riconosciamo anche le zone d’ombra: il clericalismo, gli abusi di potere, i silenzi complici.
Onorare il passato significa anche imparare da esso. Non per rimanervi intrappolati, ma per guarire.
Accogliere il presente
Papa Francesco ci ha mostrato un altro modo essere Chiesa.
Ci ha ricordato che il Sinodo non è una riunione, ma uno stile di vita.
Ci ha insegnato ad ascoltare – ad ascoltare davvero – gli altri, coloro che sono ai margini, lo Spirito.
Ha aperto porte, infranto tabù, parlato di abusi, di strutture di potere, della natura come sorella, e si è recato in luoghi dove altri leader mondiali non avrebbero mai esposto il loro volto.
Ha invitato i giovani a «fare casino», non per ribellione, ma per amore del mondo.
Ha costruito una cultura del dialogo, con la società, con le altre religioni, con chi pensa e sente in modo diverso.
Costruire il futuro
Una Chiesa viva sceglie il futuro.
E questo futuro non può essere scritto senza i giovani, senza le donne, senza i laici.
Christus Vivit non è l’appendice a una relazione sinodale: è un manifesto per una Chiesa che vive della forza dei sogni dei giovani. Vi chiediamo di prenderlo sul serio.
Sogniamo un ministero di artigiani della pace nella Chiesa.
Dei leader che costruiscono ponti, superano i conflitti e riconoscono la forza della vulnerabilità.
Che il Conclave non sia uno spazio chiuso. Che diventi una fonte di rinnovamento spirituale.
Perché il popolo di Dio non vi dovrebbe testimoniare, almeno simbolicamente?
Perché non ammettere video messaggi di giovani, di vittime, di cercatori di senso?
Perché non una voce dalle periferie del mondo, sullo schermo, nel cuore?
Una Chiesa che osa sperare attivamente…
Speriamo una Chiesa radicalmente integra.
Una Chiesa in cui la trasparenza non è una parola vuota, ma il fondamento della fiducia.
Speriamo una Chiesa inclusiva.
Una Chiesa che non giudica in base all’origine, al sesso, all’orientamento o allo status, ma sulla base della capacità di amare.
Speriamo una Chiesa in dialogo con tutte le fedi.
Non per cortesia, ma per una profonda fede nell’arricchimento reciproco che Dio ci offre attraverso l’altro.
Speriamo una Chiesa radicata nella società.
Non sopra, non accanto, ma nel suo cuore; vulnerabile, in ricerca, presente.
Crediamo anche in una Chiesa presente nel mondo digitale
Non per una necessità tecnica, ma come uno spazio missionario.
Dove i giovani vivono oggi, cercando, facendo domande e condividendo la loro fede.
Investiamo nella pastorale digitale, nelle liturgie online e nelle comunità senza confini.
Francesco ha parlato delle periferie digitali: noi crediamo che possano diventare una nuova Emmaus.
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Cari Cardinali,
non scegliete solo un papa.
Scegliete un pellegrino. Un pastore. Un artigiano di pace.
Che la vostra scelta sia un passo verso una Chiesa in cui i giovani non siano solo accolti, ma corresponsabili.
Che la vostra scelta sia un’eco di Francesco e una risposta profetica futuro.
Chiamateci pellegrini di speranza. Ma soprattutto: ascoltateci.
Perché la speranza non è un sogno. La speranza è un cammino.
E questo cammino lo facciamo insieme.
Con rispetto, con amore, ma anche con grande attesa, a nome dei giovani che cercano, sperano e credono.
Sofi Van Ussel, direttrice di Kamino, che ha sostenuto questa iniziativa per garantire che la voce dei giovani sia ascoltata in questo momento cruciale della vita della Chiesa.
Suor Xiskya Valladares, che è stata madre sinodale al Sinodo sulla sinodalità e, come missionaria digitale, sostiene questa iniziativa.







Con tutto il rispetto, non credo che questa lettera rappresenti i giovani del Belgio. Dopo l’umiliazione subita da Francesco in Belgio e gli insulti ricevuti e la ridicola dichiarazione dei Consiglio dei proferìssori dell’università di Lovanio mi chiedo come possano innocentemente dire vogliamo una Chiesa come quella di Bergoglio. Ascoltando una magnifica intervista apparsa su You Tube del Vescovo Mons Tinderlain appare invece un Belgio giovane con un volto molto diverso da quello della lettera. Semplicemente giovani che cercano il senso della vita nel Vangelo e chiedono il Battesimo