È un Sinodo!

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È un Sinodo, ripete papa Francesco nella messa di apertura dell’assise. Non è una riunione parlamentare e neppure un piano di riforme. Più chiaro di così, il papa non poteva essere, sebbene sia consapevole che, per il mondo conservatore cattolico – arroccato a difesa di posizioni di potere e di rendita –, qualunque affermazione sarà giudicata in modo prevenuto. Ma tant’è.

«Cari fratelli cardinali, confratelli vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea Sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche – se il Sinodo darà questo permesso, quell’altro, aprirà questa porta, quell’altra – questo non serve… Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo, cari fratelli e sorelle, non è un parlamento. Il protagonista è lo Spirito Santo. No. Non siamo qui per fare parlamento, ma per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi».

Ed ha proseguito, papa Francesco, osservando che occorre «ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità. Una Chiesa unita e fraterna – o almeno che cerca di essere unita e fraterna –, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù».

Dallo sguardo benedicente, il papa è passato a descrivere lo «sguardo accogliente» di Gesù e della Chiesa. «Lo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura». Ed è la «Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti!».

L’invito ad andare avanti, è stato quindi sintetizzato ed espresso dal papa con alcune frasi nette. «Dinanzi alle difficoltà e alle sfide che ci attendono, lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida – una dogana –, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa».

E così il 4 ottobre, festa del santo di Assisi da cui ha preso il nome, Francesco ha aperto l’assise. Hanno concelebrato i 21 nuovi cardinali creati nel Concistoro del 30 settembre e l’intero collegio cardinalizio; c’erano tutti i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 di diritto a vario titolo e tra questi 54 presenze femminili per la prima volta con diritto di voto. Presenti pure i 20 delegati delle Chiese orientali. E tutti di ritorno da Sacrofano, vicino a Roma, dove hanno vissuto tre giorni di ritiro, scanditi dalle meditazioni di padre Timothy Radcliffe e di madre Ignazia Angelini, da messe celebrate da vescovi e da diversi momenti di preghiera.

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2 Commenti

  1. Tobia 5 ottobre 2023
  2. Marco Ansalone 4 ottobre 2023

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