
Cosa può diventare un post su X? Un esempio di disinformazione e malafede, strumentalizzato ad arte? E naturalmente senza interpellare l’autore, il che è la prova provata del tentativo di spingere i propri followers verso una direzione ideologica.
Il caso è personale, ma l’esempio vale come dimostrazione della tendenza generale sui social media quando si scrive senza freni. Il 3 ottobre arriva la notizia della nomina di Sarah Mullally ad arcivescovo di Canterbury, prima vescovo donna ad entrare in quella carica. Il mio post è questo, dal mio account personale: «GREAT decision. Very important. A positive, inclusive sign for Europe, for the whole world and Religions!» (GRANDE decisione. Molto importante. Un segno positivo, inclusivo per l’Europa, il mondo, le religioni).
Cosa diventa? Un post scandaloso con 57 mila visualizzazioni e qualche decina di commenti. Il più gentile è «vergogna». È una dichiarazione scandalosa perché la nuova arcivescovo di Canterbury è, ovviamente, pro-aborto e pro-LGBTQ. Da dove verranno prese queste informazioni non si sa, forse dal fatto stesso che è anglicana, quindi per definizione. Il mondo dei social è massimalista.
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Torniamo alla vicenda e alla disinformazione. Che comincia con Michael Haynes (che ha cambiato incarico da EWTN all’agenzia stampa PerMariam.com), che attribuisce rilievo al post perché convinto che la mia posizione sia ancora quella di responsabile della comunicazione della Pontificia Accademia per la Vita. Quindi avremmo una dichiarazione ufficiale del Vaticano. Addirittura. Poi Haynes capisce di avere sbagliato perché ho cambiato ufficio, e si corregge. Ma non basta per il seguito dei commenti negativi. Il più gentile è che dovrei venire licenziato.
Ma non finisce qui. Oltre ai soliti che prendono per valido il mio incarico alla Pontificia Accademia per la Vita (terminato l’1 settembre, per la cronaca). Ce ne sono altri che mi definiscono «responsabile dei contenuti» nel Dicastero per la Comunicazione. Ad esempio lo fa il blog «Messa in latino». Al quale è necessario spiegare che non è vero quanto scrivono e che «responsabile dei contenuti» è un titolo che dice niente.
Per loro che correggono, dozzine di altri prendono tutto per buono e valido e continua il diluvio dei commenti negativi. Ma anche «Messa in latino» è un caso significativo di informazione che piega verso il malevolo. Infatti correggono la mia qualifica, derubricandoni da «responsabile dei contenuti» a uno che lavora in Vaticano, uno qualunque – dunque non si capisce più perché il mio post sarebbe importante – però dicono che il mio post è un «bizzarro» commento. E fanno loro stessi una «bizzarra» traduzione, la seguente: «Ottima decisione. Molto importante. Un segnale positivo e inclusivo per l’Europa, per il mondo intero e per le religioni!».
Se chi legge è attento, potrà vedere che di «bizzarro» qui c’è la traduzione di «Messa in latino», perché «GREAT decision» non si traduce con «ottima decisione». Con «ottima» viene attribuita una qualità che non esiste. Quindi si manipola l’autore e il lettore, indotto a vedere qualcosa che non c’è.
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È un caso esemplare di disinformazione e distorsione. Da tenere presente che lo stesso effetto non ce l’ha la dichiarazione del cardinale Koch, questa sì una dichiarazione ufficiale vaticana. Dunque in rete si è prodotta una singolare inversione: un post di uno che lavora lì, uno qualunque, diventa più importante della dichiarazione ufficiale del cardinale. Da notare – inserisco un elemento più personale – che quando ho parlato al telefono con Luigi Casalini (peraltro un’amabile persona) si è riferito al mio post come ad una «dichiarazione». L’equivoco è molto singolare: un post è un post, non una dichiarazione. E un singolo dipendente senza incarichi specifici, non fa dichiarazioni. Sarebbe semplice da capire, se non ci fosse una punta di malafede…
Ma veniamo all’elemento di notizia. Un acuto commentatore come Matteo Matzuzzi, che scrive su Il Foglio, si chiede se la «importante» decisione di cui si parla nel post incriminato, sia nel fatto di avere una donna come arcivescovo di Canterbury. In questo caso, fa intendere il giornalista, sarebbe un po’ triste. Ebbene anche qui si fa finta di non capire: qualsiasi nuovo arcivescovo di Canterbury è una importante decisione. In questo caso il fatto di avere nominato una donna, per la prima volta, è certamente più significativo.
La nuova arcivescovo è a favore dell’aborto e del matrimonio per le persone dello stesso sesso? Vedo solo su Sky news in inglese che la nuova arcivescovo ha dichiarato dopo il voto: «Questo è un momento di speranza per la Chiesa. (…) Prego che quanto concordato oggi rappresenti un passo avanti per tutti noi all’interno della Chiesa, comprese le persone LGBTQI+, mentre continuiamo a impegnarci a camminare insieme». Che è soltanto, a mio avviso, una dichiarazione di inclusione, spero condivisibile da tutti i nostri lettori.






È vero che l’occasione di congratularsi per il nuovo Arcivescovo a Canterbury si sarebbe presentata anche nel caso di una scelta orientata più tradizionalmente a un nome maschile, ma il particolare riconoscimento avvenuto con questa attribuzione ad una religiosa fa assai piacere anche da un punto di vista ecumenico. Pensiamo solo a quanto si è avuto motivo di lamentare lo stato di arretratezza e di immobilismo nella considerazione del ruolo femminile all’ interno della Chiesa cattolica nel corso del recente Sinodo (e, per quello che riguarda i presenti commenti, facciamo caso alla quantità di strumentali imprecisioni storiche, per non dire delle ricostruzioni offensive, mosse a carico della confessione anglicana e addirittura della nazione che le ha dato luogo). Qualsiasi pretesto è apparso buono per alimentare un clima di intolleranza, in questo caso religiosa, a livello di antagonismi vecchi o rinnovati.
Cosa non fanno gli anglicani per stare a galla. Così è di chi ripone le proprie speranze nei followers da blandire o raggranellare, anziché nel Signore, che non ha voluto la Chiesa sottoposta a un re
Noi adesso diciamo così, ma fino all’800 molti monarchi cattolici (e i presidenti loro successori) nominavano i vescovi e controllavano la vita della Chiesa nei loro Stati.
Privilegi che sono stati revocati solo dopo il Concilio Vaticano II, ma ancora adesso il Presidente Francese formalmente nomina alcuni vescovi.
Fino all’800 mi pare un po’ esagerato dato che la lotta per le investiture risale all’XI secolo! La Chiesa Anglicana è un po’ strana, perchè non si capisce bene se sia una teocrazia (re/regina lo sono in quanto capo della Chiesa) oppure una forma estrema di Cesaropapismo (sono capo della Chiesa in quanto re/regina). Probabilmente più la seconda dato che Enrico VIII è stato un Trump che si è fatto la sua Chiesa per poter divorziare e sposare Anna Bolena (che dopo ha fatto decapitare ma insomma il motivo più o meno era quello). Poi il mondo cambia in fretta e oggi molte chiese protestanti storiche sono molto secolarizzate, le ondate protestanti “calde” infatti avvengono altrove, pentecostali, carismatici in America Latina, Africa e Filippine.
Caldo non ha una particolare connotazione sociale, significa solo che si tratta di un’ondata ancora in corso, molto espansiva, le chiese protestanti europee sono molto raffreddate e in ritirata. Sono appunto “storiche”, poco attive, in parte succede anche nella Chiesa Cattolica anche se quest’ultima può rimescolare le carte prendendo dalle zone ecclesiasticamente più vive i suoi vertici.
Facciamo che la Chiesa cattolica essendo molto grande, organizzata e soprattutto diffusa in tutto il mondo, riesce ad opporre maggiore resistenza ai tentativi del potere politico di assoggettarla con i pro e i contro del caso (se il potere politico di turno è molto progressista ci si lamenta dell’arretratezza della Chiesa ma se il potere è piuttosto duro e conservatore si loda la capacità di resistere..)
Per ‘800 intendo il XIX secolo, anche se molti privilegi di nomina dei vescovi cadono solo dopo il Concilio Vaticano II (in Italia fino al Nuovo Concordato i vescovi al momento della nomina dovevano giurare nelle mani del Re prima e del Presidente poi).
Comunque le ragioni teologiche della situazione nella Chiesa D’Inghilterra sono chiaramente spiegati nel n. 37 della Articoli di Religione
https://www.churchofengland.org/prayer-and-worship/worship-texts-and-resources/book-common-prayer/articles-religion#XXXVII : Dio ha dato a tutti i principi il potere sia sulla parte secolare che su quella ecclesiastica, al fine di garantire il buon ordine.
Comunque Enrico VIII è stato solo la miccia che ha permesso ai protestanti inglesi di prendere il controllo della Chiesa inglese e di attuare i loro progetti. In Scozia invece praticamente la fazione protestante ha fatto la Riforma contro il volere della regina Maria e dei successivi sovrani, in modo molto più radicale che in Inghilterra
Se non ricordo male ne parla anche Rosmini nelle Cinque piaghe, per questo il Vaticano I ha rafforzato il centralismo romano. Se lo guardi in un ottica secolare.
Più le chiese sono piccole e frammentate più tendono a farsi strumentalizzare dal potere politico, se non altro per una mera questione di numeri e organizzazione. Avviene anche nel cattolicesimo, soprattutto nelle frange più estreme, tradizionaliste o progressiste è uguale.
Nel protestantesimo storico però è proprio teorizzato dalla dottrina dei due regni di Lutero, il cristiano è assolutamente libero davanti a Dio (dove di fatto è la Grazia a destinare alla salvezza) mentre è sopposto alle leggi dello Stato. Cioè nella riforma si affida allo stato il compito di organizzare i cristiani che nel cattolicesimo è affidato alla Chiesa. L’effetto modernizzante della riforma è avvenuto malgrado la volontà radicale di Lutero stesso, all’epoca dell’Isis qualcuno notava che potrebbe succedere anche con i movimenti fondamentalisti islamici. Rompendo le consuetudini del mondo islamico più tradizionale aprono a nuove forme di appartenenza religiosa.
” In Scozia invece praticamente la fazione protestante ha fatto la Riforma contro il volere della regina Maria.” Maria della la sanguinaria! Ammetto di conoscere poco della riforma anglicana, mi è sempre sembrata un po’ anonima rispetto ad altre forme di protestantesimo molto più radicali..
Anima Errante ha pienamente ragione sulle nomine dei vescovi fino al XIX secolo. Senza ricordare le Chiese cattoliche ultramontane, ai confini dello Stato della Chiesa, nel Granducato di Toscana (che contava una ventina di diocesi), nonostante che non esistesse né un privilegio papale né un concordato, i vescovi venivano scelti dal sovrano, il quale, alla morte di ogni vescovo, inviava al papa un appunto con tre nominativi di suo gradimento. Ebbene, tranne qualche rarissimo caso (su centinaia di nomine!), i pontefici hanno sempre scelto «liberamente» il primo nome della lista! La Storia è assai più complessa di come viene narrata nei manuali scolastici. E poi qualcuno si scandalizza per i rapporti Vaticano-Cina!!!
Un conto sono le pressioni (che esistono sempre da parte del potere politico) un conto avere Mattarella a capo della Chiesa cattolica. O Meloni e Draghi, per noi cattolici mi pare impensabile, però dal punto di vista protestante è abbastanza sensato. Quando rompi con Roma ti avvicini per forza di cosa all’unica grande organizzazione rappresentata dallo Stato. Lo vediamo anche nel mondo Ortodosso, le Chiese tendono a nazionalizzarsi, ma credo dipenda dal fatto che la Chiesa Cattolica è più grande e ben organizzata, anche nel suo centralismo romano. E’ in grado di resistere alla frammentazione. Fino a quando ci riuscirà ovviamente non lo so, sicuramente perderà altri pezzi prima o poi. Il protestantesimo storico alla fine mi sembra abbastanza riassorbito da Roma, non dico completamente, ma le polemiche sono abbastanza residuali. E’ più problematico relazionarsi con le nuove realtà evangeliche americane..
Grande donna e grande Chiesa. Una donna colta, aperta e intelligente alla guida di una Chiesa moderna, che riconosce la piena parità uomo-donna e non si chiude su posizioni arretrate e ingiuste, come fa la Chiesa cattolica.
Diciamo grande donna e piccola chiesa.
Gli anglicani sono ormai quattro gatti.
hanno un numero di persone che partecipano alle loro liturgie nel Regno Unito più o meno paragonabile a quello della Chiesa Cattolica
e svariati milioni di persone che partecipano alla vita comunitaria nel resto del mondo e soprattutto nei paesi del Sud planetario, con Chiese che vanno dal molto conservatore (Nigeria) al progressista (Nord India, Sudafrica)
non sono loro che sono pochi, sono i numeri dei cattolici che sono molto gonfiati
Ma perché l’autore continua a chiamarla la nuova (femminile) arcivescovo (maschile)? Allora il prossimo vescovo maschio sarà il “nuovo arcivescova”?
Perchè mette insieme due “politicamente corretti” diversi: vescovo al maschile come carica (così è più serioso) nuova al femminile (perchè è donna). Così su due piedi, a meno che non abbiano aggiornato il vocabolario pc un’altra volta. Secondo me a fare i puristi vescovo è sessista e bisognerebbe dire vescova.. (ma non ne sono certa anche Salis oggi ha scritto tutti antifasciste, magari è una nuova moda..)
Non si dice prima vescova? Tecnicamente la prima capa della Chiesa Anglicana è stata Elisabetta I..
Diffido dei social media per pregiudizio e convinzione: non mi interessano le miriadi di scemenze che vi si trovano (non parlo del post citato), Ma trovo che la prima donna arcivescovo di Canterbury sia più che una buona notizia, Ma il mondo è pieno di maschilisti a loro insaputa.
O più spesso del tutto consapevoli di esserlo e asserttivi in merito (cfr. il campionario circostante).
Se “Messa in latino” o qualcuno di “PerMaria” la prende di mira, beh… sono tanti punti a suo favore, dato il tenore di questi siti! Deve sentirsi onorato… la stanno trasformando in un punto di riferimento forse perché non sanno con chi prendersela.