
Se l’arcivescovo di Canterbury è un’arcivescova, allora davvero per i cattolici è arrivato il momento di cominciare a preoccuparsi. Perché finché si ha a che fare con delle pastore – luterane, evangeliche, valdesi, protestanti, insomma –, la posta in questione, per quanto impegnativa, rimane sul piano tutto umano dell’autorevolezza e del potere, e la questione può essere liquidata con facilità: le Chiese della Riforma da cinque secoli ormai hanno abolito il sacramento dell’ordine e l’organizzazione gerarchica del clero, e proprio il fatto che il pastorato non si configuri come sacerdozio ha reso più agevole la sua apertura alle donne. E dunque, i protestanti avranno anche donne che predicano e donne che guidano comunità, ma di pastore si tratta, mica di donne prete.
Con gli anglicani la faccenda è un po’ diversa. Perché sì, nella Chiesa d’Inghilterra non mancano stranezze del tipo che i preti si possono sposare sia prima che dopo essere diventati preti, e anche i vescovi e gli arcivescovi possono essere sposati e avere dei figli, e addirittura è ammesso che si possa divorziare e passare a nuove nozze, senza contare che, benché anche la Chiesa anglicana abbia una struttura gerarchica, a capo della gerarchia c’è il re (o la regina, a seconda delle variabili storiche), e non il papa. Ma, nonostante queste stravaganze, la loro messa è una vera messa, come la nostra, la loro liturgia è come la nostra, e perfino i paramenti sono come i nostri.
Certo, gli anglicani ci hanno messo qualche decennio più dei protestanti ad ammettere le donne al sacerdozio, ma il loro è proprio un sacerdozio come quello cattolico, mica un qualsiasi pastorato protestante. E, tra l’altro, neanche si sono limitati al sacerdozio ma, quindici anni fa, hanno aperto alle donne perfino l’episcopato.
E ora, dopo l’episcopato, una donna è stata nominata Arcivescova di Canterbury. Arcivescova di Canterbury, capite cosa significa? Perché se il ruolo di governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra è affidato al re (o alla regina), è il primate di Canterbury a costituire la massima autorità spirituale e il centro dell’unità della Comunione anglicana.
E questo ruolo, così potentemente simbolico, dall’ottobre 2025 è stato attribuito a Sarah Mullally, una donna. Una donna, capite?
Pericoloso sillogismo
Dopo tutte le stringenti e inconfutabili obiezioni che l’apparato difensivo cattolico ha eretto contro il sacerdozio femminile, a partire dalla lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis – che non a caso Giovanni Paolo II emanò nel maggio del 1994, a ridosso delle prime ordinazioni sacerdotali femminili nel mondo anglicano, celebrate nel marzo dello stesso anno –, mi aspettavo che la diplomazia vaticana, agendo con coerenza, sospendesse le comunicazioni con la Chiesa anglicana o, quanto meno, esprimesse il proprio rammarico per una simile scelta. Cosa che non hanno mancato di fare, per altro, i vescovi anglicani d’Africa, che riferiscono d’aver appreso la notizia «con tristezza».
Invece i cattolici… I cattolici no. Addirittura il cardinale Koch, prefetto per la promozione dell’unità dei cristiani, ha inviato una lettera all’arcivescova designata, esprimendole i suoi auguri e auspicando che la vicinanza tra le Chiese cattolica e anglicana possa «continuare negli anni a venire, mentre proseguiamo a camminare insieme sulla strada». Ora, nemmeno due mesi dopo l’ordinazione delle prime donne prete da parte degli anglicani, Giovanni Paolo II scriveva a chiare lettere una chiara lettera apostolica in cui metteva fine, senza se e senza ma, alla discussione «donne prete sì, donne prete no»; e noi, oggi, noi cosa facciamo? Mandiamo all’arcivescova un bigliettino di congratulazioni…
Forse non ci rendiamo conto del pericolo. Dev’essere così. Non ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso il sillogismo che sta dietro la nomina di Mullally, una donna, ad arcivescova di Canterbury. Perché, appunto, trattandosi di sacerdozio e non di pastorato, qui non ci si limita a calpestare territori marcati da umane troppo umane logiche di potere. Qui, piuttosto, il cielo si spalanca sui numinosi e infidi orizzonti del sacro.
Ma veniamo al sillogismo. È molto semplice. Nella chiesa anglicana il sacro è pensato in termini di regalità – il monarca viene consacrato durante un rito religioso di carattere sacramentale –; la regalità è libera da vincoli di genere – fino al 2023 e per i precedenti settant’anni la monarchia britannica ha avuto il volto di una regina; e, dunque, il sacro è libero da vincoli di genere. Interessante paradosso, per cui la Chiesa anglicana, in cui l’assetto gerarchico è esplicitato nel legame imprescindibile con una organizzazione politica vetusta come la monarchia, è riuscita a liberarsi delle pastoie del patriarcato in modo più rapido ed efficace di tutti i proclami di sinodalità che da qualche tempo si è data o ha cercato di darsi la Chiesa cattolica.
Per concludere
Le Chiese protestanti hanno ammesso le donne al pastorato in nome del comune sacerdozio battesimale. È stato un percorso lungo, durato più di quattro secoli, ma oggi, in quasi tutte le chiese nate dalla Riforma, è cosa assodata e normale che le donne possano predicare e guidare comunità.
La Chiesa anglicana ha superato i pregiudizi di genere imparando dalla propria storia e dalla propria monarchia: se un corpo di donna può esprimere la regalità e se la regalità è sacra, allora anche ad un corpo e alle mani di una donna può essere dato di consacrare il pane eucaristico.
E la Chiesa cattolica? La Chiesa cattolica, intanto, rimane in serena attesa dei nuovi documenti che verranno prodotti dall’ormai prossimo sinodo. Ma basterà fare finta di nulla, e passerà anche quello.






Sul tema, a me pare che, come cattolici, potremmo e dovremmo ricordare a noi stessi che:
1. La verità del vangelo è superiore all’autorità istituzionale e gerarchica che si propone di interpretarla.
2. Quando l’autorità istituzionale e gerarchica propone interpretazioni inadeguate della verità evangelica, potremmo e dovremmo entrare in “modalità Paolo” (Galati 2,11: “Quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto” [più letteralmente: “gli resistei in faccia perché era da condannare”]).
3. L’esclusione delle donne – per il solo fatto di appartenere al genere femminile – da ministeri, ordinati o meno, così come da ruoli e funzioni ecclesiali è – come da tempo hanno autorevolmente spiegato e ampiamente argomentato molte teologhe e teologi – biblicamente infondata, teologicamente errata, eticamente ingiusta e discriminatoria, cristianamente antievangelica, storicamente anacronistica, pastoralmente controproducente, umanamente dannosa tanto per le donne quanto per gli uomini, compresi gli uomini appartenenti al clero.
4. La richiesta e l’impegno per il superamento nella nostra Chiesa cattolica di questa discriminazione, ingiustificabile in una comunità cristiana che cerchi di diventare realmente e autenticamente sinodale, dovrebbero andare di pari passo con la richiesta e l’impegno per il superamento nella nostra Chiesa cattolica delle diverse e radicate forme di clericalismo, attraverso una profonda riforma strutturale (teologica, canonica, liturgica, pastorale) del modo di intendere il ministero ordinato, per correggerne e superarne gli evidenti e numerosi difetti.
Grazie alla signora Prati per l’articolo e i tutti gli altri per i commenti. Io non so nulla ma se al posto del mio parroco don Alessandro ci fosse una don Alessandra che fa le stesse cose sarebbe uguale. Capisco che ci sono 2 mila anni di storia, ma se quello che conta è aiutare persone come me a cercare di essere un po’ più fedele al Vangelo di Gesù e al suo messaggio di fraternità, che questo lo faccia un uomo o una donna non capisco che differenza faccia. A me risulta strano che in molti ruoli questa differenza sia stata superata mentre nella Chiesa cattolica (e in altre) continua a rimanere. Boh?
Nella tradizione ebraica Dio è l’assoluto trascendente. Non si può neanche pronunciare il suo nome. Così la classe sacerdotale giustificava il suo ruolo di mediazione e la sua ragion d’essere. Per Gesù invece è tutto il contrario: il nome di Dio si può e si deve pronunciare. E il suo nome è “abbà”, papà, e “Padre nostro”. Con Gesù e con l’evento dell’incarnazione avviene, per i primi credenti, un rovesciamento, una rivoluzione di visione dell’umanità e del mondo e del suo rapporto con Dio. Un “euaggelion”, una buona notizia, per la precisione. La classe sacerdotale e il tempio non esistono davanti a Dio, perché tutti i battezzati sono sacerdoti e sono sacerdozio, e il tempio è ogni singola persona umana. I passi dei vangeli (e non solo) sono numerosissimi e inequivocabili (ma molti non letti o trascurati nelle assemblee liturgiche domenicali!). Alle origini del cristianesimo non esiste la classe sacerdotale. Né il tempio (la risemantizzazione della chiesa come edificio sacro avviene secoli dopo, e purtroppo in ambito cattolico con la scelta del tabernacolo). Tempio è visibilmente, con l’incarnazione, ogni persona umana, in prima istanza e prima di tutti una giovane donna di nome Maria. L’incarnazione fa cadere radicatissimi pregiudizi atavici ed esercizi di potere basati su una concezione distorta del sacro. Gesù era un laico, non un sacerdote: non apparteneva alla classe sacerdotale (diversamente dal Battista: quest’ultimo vi apparteneva per parte di padre e madre, ma ha contestato lui per primo il Tempio). L’ultima cena, anzi la Prima, è stata celebrata come evento pasquale: tutti gli ebrei, in quanto ebrei, la potevano celebrare, appunto in quanto ebrei, senza essere sacerdoti: la cena avviene fuori dal tempio. Tutte le apparizioni sono di un uomo comune. La documentazione è talmente sovrabbondante in merito che solo secoli di gerarchia sacerdotalizzata l’hanno occultata nella mente dei fedeli. E anche oggi, vorrei sapere quanti seminari abbiano adottato recente il volume di R. Penna su “Laicità e sacerdozio” alle origini del cristianesimo. Così, molte persone, pensando di dire qualcosa di giusto, parlano di sacerdoti come persone di classe distinta. Ma ignorano un dato cruciale del vangelo. L’incarnazione è l’abbattimento delle barriere, create dall’uomo, di un presunto sacro inavvicinabile. Nella elezione dell’arcivescova anglicana il problema è altro: anche l’arcivescova mantiene simboli totalmente contrari al vangelo (mitra, pastorale, abiti liturgici). Non esiste un pastore tra noi, una pastora. Semmai i discepoli sono chiamati a essere pescatori: anche questo segno di un rovesciamento di valori e di liberazione. Ogni persona umana può rivolgersi a Dio liberamente. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, non dove ‘due o tre e il sacerdote’. Ci sarebbe poi da spiegare che presbiteri/anziani e “sacerdoti” non è la stessa cosa nei testi dei primi secoli. Ma anche qui le persone, non per colpa loro, sono all’oscuro. Bisogna leggere, magari partendo dal volume di Penna. Anche la Chiesa cattolica negli ultimi sessant’anni ha riconosciuto che la liberazione operata dal N.T. in materia di sacerdozio e tempio è stata sostituita dalla “teologia dell’A.T”. E qui sta tuttora il problema. Una donna può tranquillamente prendersi cura di una comunità, con altre persone. Sacerdoti per dignità battessimale lo sono tutti. Questo dice il N.T. La cena con Gesù, come detto, sostituisce la pasqua ebraica, ma si ricordi: chiunque era abilitato a celebrarla. E infatti nel N.T. tutti i credenti battezzati sono sacerdoti. La gerarchia sacerdotalizzata (con l’abuso di riservare il nome di “sacerdote” solo a ministri del “culto”) comincia nel III-IV secolo.
P.S.: Gesù ha preso alla lettera il dato di Genesi per cui uomo e donna sono “a immagine e somiglianza di Dio”. Naturalmente punti fondamentali come questo sono stati conculcati e lasciati da parte nella teologia e catechesi specialmente (ma non solo) moderna, per tenere in piedi l’idea, contraria al vangelo, di una chiesa come istituzione gerarchica.
Gioisco nel vedere tanti confratelli che hanno le idee chiare e soprattutto fondate su una ottima teologia. Chissà perchè settimananes cerchi sempre di tentare il colpo proponendo teologie che non appartengono alla Chiesa ai opreti e ai fedeli. La Modernità è divenuta un idolo prepotente, dogmatico, fino alla pena dell’esclusione e della scomunica.
La dottrina cattolica soffre di una incongruenza grave per quanto riguarda le dottrine del sacramento del Battesimo e del Sacramento dell’Ordine, che dovrà trovare prima o poi una soluzione attraverso un Concilio ecumenico.
Faccio solo notare che il canone 19 di Nicea, 1700 anni fa giusti giusti, parla di diaconesse. Vedere libro Le fonti antiche sul Concilio di Nicea, Città Nuova, 2025, p. 235.
Ma esistono solo nella mia parrocchia le ministranti? Lettorato, accolitato, da noi danno tranquillamente anche la comunione a messa. Che più o meno è già quello che fa un normale diacono. E’ più una battaglia nominale che di sostanza perchè se una donna vuole (e anche un uomo dato che ai piani bassi delle Chiese se ne vedono davvero pochini) impegnarsi in una realtà locale ci sono praterie..
I Luterani hanno avuto se non altro il buon gusto di cambiare i costumi di scena, con le belle gorgere che li fan sembrare mercanti e banchieri della pittura fiamminga del ‘600…
non desidero entrare in polemica con te, questo come premessa, solo un semplice scambio di opinioni. Non entro nel merito della chiesa anglicana poichè non conosco le loro leggi. In merito alla chiesa cattolica, poichè sia noi sia loro siamo cristiani, non dà il consenso alle donne a diventare sacerdoti ne soffro anch’io, tuttavia prendere tale decisione non è facile, se vogliamo ragionare a mente fredda. Supponiamo che le donne diventino sacerdoti anche nella chiesa cattolica; poi vescovi; poi cardinali. Poi dovrebbero fermarsi, come “carriera”, passami l’espresione. Perchè? Perchè Cristo ha voluto Pietro come suo successore. Quindi un uomo. Forse è questo il motivo principe! Ciao Giambattista
Se Nostro Signore avesse voluto avere donne nel collegio apostolico, chi glielo avrebbe potuto impedire? E non si parli di “condizionamento culturale”: il Vangelo è pieno di suoi gesti e discorsi in aperta rottura con le tradizioni e la mentalità giudaiche, e nel mondo antico è ben presente la figura della sacerdotessa.
Prendiamo atto che così Egli ha voluto, nella sua infinita libertà. Del resto, se il sacerdote agisce in “persona Christi”, se presta la sua voce al Signore nella consacrazione delle Sacre Specie e, in modo ancora più evidente, nella Confessione (chi può dire “Io ti assolvo dai tuoi peccati”, se non Lui?), ha da essere uomo perché Lui era uomo, pienamente uomo, di sesso maschile!
PS) Mi viene in mente quel bel tipo del don Minutella che in video proclama di avere locuzioni mistiche e uria col suo vocione: “Sono la Madonna!!!”
Gli “ordini” anglicani” sono stati dichiarati nulli ed invalidi già da Leone XIII. Non hanno né Messa né sacerdozio, sono laici, tanto è vero che i pastori ed i “vescovi” anglicani che hanno costituito l’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham sono stati tutti riordinati al diaconato prima, ed al sacerdozio poi…
Neanche le basi del mestiere, citando il Verdone d’annata ..
se è per questo molti ortodossi non solo riordinano i preti cattolici che passano da loro, ma addirittura li ribattezzano
I “fratelli separati” non ci considerano neppure cristiani! Decisamente l’ecumenismo ha dato grandi frutti…
Anche se poi la cosiddetta “Ortodossia” orientale è un insieme di sette dalle eterogenee credenze e prassi, data la mancanza di una teologia sistematica…
Ma lo è anche il cattolicesimo romano, solo che l’eterogeneità è ‘mascherata’ dalla presenza di un Magistero che spesso fa dei pronunciamenti che la cui adesione è puramente formale, e spesso manco quella c’è (Humanae vitae, Amoris laetitia e Summorum Pontificum sono solo degli esempi).
Il cristianesimo è sempre stato ampiamente eterogeneo pur avendo credenze e rituali comuni, ed è stato questo uno dei motivi del suo successo.
Puramente formale per i fedeli, magari, che lo sono solo sulla carta. Ma per l’istituzione non sono così formali.
A me non pare particolarmente strano, i riformati non hanno il sacerdozio e in quanto laici i responsabili delle comunità religiose possono essere uomini o donne, normalmente sposati come gli altri laici.
https://www.settimananews.it/societa/pedagogie-protestanti/
” Con la chiusura forzata dei monasteri, preti e suore, frati e badesse furono invitati a contrarre matrimonio, un legame in cui esprimere la vocazione cristiana.”
Tra l’altro lo leggevo proprio questa mattina in un articolo di qualche giorni fa.
Sola Scriptura, Sola Fide, Solus Christus, Sola Gratia, Soli Deo e la Chiesa viene drasticamente ridimensionata nel suo ruolo di mediazione tra Dio e l’uomo. Se solo Dio salva non serve la Chiesa, o per lo meno non serve con il ruolo e la funzione che ancora molti (non tutti evidentemente ) cattolici le attribuiscono.
In merito alle donne sacerdoti, la chiesa cattolica ha già stato risposto NO! Vedi: Sinodo 2024 – Documento Finale della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2-27 ottobre 2024) “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione” e Risultati delle Votazioni, 26.10.2024. Fra non molto dovrebbe uscire quello finale. Questa risposta è coerente con quello già proclamato da Paolo VI e da Giovanni Paolo II: donne diacono, NO. Donne sacerdoti, NO. Desidero ricordare le parole del cardinal Martini: La Chiesa è indietro di 200 anni. E se volete anche la profezia del prof. Ratzinger del 1969… lascio a voi trovarla in internet. Ciao
La chiesa Anglicana ha al suo interno una profonda spaccatura tra chiesa alta e bassa, la prima vicina alla liturgia cattolica, la secondo non la fa proprio la liturgia. La liturgia anglicana non è in nulla uguale a quella cattolica, non esiste neppure la transustanziazione, e i sacerdoti non hanno un sacramento. non esiste il sacramento dell’ ordine per gli anglicani, è un po’ come dire che Cristo non serve piu a nulla, è superato, che gli apostoli sono roba vecchia. altro che basta la fede, hanno buttato alle ortiche secoli di tradizione apostolica perchè un Re voleva andare a letto con un altra donna, ma di che stiamo parlando? Al di là dell’ ironia è evidente che non si conoscono le basi della dotrina anglicana e si parla un po’ a caso per confutare un idea che dovrebbe essere discussa in modo un po’ più ragionato senza tirare in ballo le questioni degli altri che semplicemente si son posti il problema, del fatto che: la regina era il capo della chiesa, quindi perchè un vescovo non po’ essere donna? Già il fatto che si parli di re/regina di inghilterra. nemmeno del regno unito, come capo della chiesa dovrebbe far capire la dimensione limitata con cui hanno a che fare rispetto a una chiesa che si definisce cattolica cioè universale; Per inciso il re Carlo non è capo della chiesa in galles e nemmeno in scozia, di che cosa si discute quindi? Facciamo le donne prete perchè in una chiesa locale fanno vescovi le donne, mandando a quel paese mezzo vangelo per fede nello stesso Cristo di cui non ritengono validi i sacramenti? E’ un presupposto completamente sbagliato di porre la questione. Povero Newman.
*non esiste il sacramento dell’ ordine per gli anglicani, è un po’ come dire che Cristo non serve piu a nulla, è superato, che gli apostoli sono roba vecchia. *
si, al ministero ecclesiastico dedicano i punti XXIII, XXVI e XXXVI degli articoli di religione https://www.churchofengland.org/prayer-and-worship/worship-texts-and-resources/book-common-prayer/articles-religion
come per quasi tutti i protestanti il Ministero ecclesiastico non è un sacramento ma era comunque un qualcosa di estremamente importante da tenere in estrema considerazione, in quanto Gesù stesso aveva comandato di sciegliere ministri per pascere il suo gregge
Ma nel mondo protestante il sacerdozio non è sacramento, nemmeno il matrimonio. Ad esempio non è che i divorziati si possono risposare, non si sposano nemmeno la prima volta, in termini puramente sacramentali. Le pastore saranno più o meno uguali alle ministranti della mia parrocchia, cioè per assurdo prendiamo una Chiesa che non ha un sacramento simile al nostro per darlo anche a laici o donne. I laici e le donne cattoliche hanno già i poteri di un pastore protestante.
Poi non hanno sacramenti non perchè Cristo non serva a nulla, è proprio una visione molto radicale di Lutero e dei riformatori, se solo la grazia di Dio salva ovvio che la struttura gerarchica ecclesiale viene di molto rasoiata. Quindi è un sistema diverso, nè meglio nè peggio.
E’ come se dicessimo che un uomo sposato vuole avere tante mogli quante fidanzate, è vero che oggi capita sempre più spesso di utilizzare termini come moglie, compagna, fidanzata in modo interscambiabile ma in teoria sono figure diverse che alludono a rapporti diversi.
Tecnicamente i laici cattolici hanno già le prerogative dei pastori protestanti, altrimenti che senso ha l’espressione sacerdozio di tutti i fedeli? Siamo già uguali di fatto.
No, vuol dire che non hai bisogno nemmeno dei ministri, basti a te stesso con il tuo rapporto con Dio, solo che non è così se no salta la Comunione dei Santi e la Chiesa come corpo di Cristo. Direi che è inaccettabile questo. Poi no, il sacerdozio ordinario di ogni battezzato è tale proprio perchè siamo parte della Chiesa, ma per essere parte della Chiesa ci viene chiesto di mangiare il Corpo di Cristo, per testimoniare che ne siamo parte anche viva e reale perchè la Chiesa stessa è corpo di Cristo. se si nega il sacramento del’ Eucarestia si nega anche la Chiesa stessa e pure l’ efficacia del battesimo a cascata su tutto… Non Basta la grazia, serve anche la tua adesione fattuale a volerla e a metterla in pratica, a ridonarla, ma allo stesso tempo serve anche l’umiltà di ascoltare chi si fa da garante della Comunione della Chiesa. Senza questo, il resto è contraddizione continua. Non ho poi idea di cosa voglia dire che i laici hanno le prerogative e i poteri dei pastori protestanti, legalmente parlando i pastori protestante possono sposare e per lo stato il matrimonio celebrato da un pastore è legalmente valido, inoltre come un parroco è legalmente obbligato nei confronti della sua parrocchia, quindi no… io sono un laico ma non sono un pastore protestante. Quanto al resto ecclesiasticamente parlando, tecnicamente si pongo fuori. Per ecumenismo, riconosciamo che nonostante tutto siamo comunque cristiani quindi, contrariamente a quanti sotto dicono che hanno fatto male a farle gli auguri io ritengo che sbaglino, perchè comunque è un rappresentante di altri cristiani, che però non sono in comunione con noi. in rapporto di fratellanza si certo, ma non in comunione con noi. Poi altra cosa è voler avvalorare l’ ipotesi dell’ ordine sacerdotale alle donne partendo dal fatto che lo fanno gli anglicani quindi perchè noi no? semplice perchè loro son loro e noi noi… il che non vuol dire che sia impossibile, ma che non è il modo di avvalorare la proposta usando gli altri, quando invece dovremmo trovare la soluzione cercando dentro noi stessi come cattolici, perchè gli anglicani hanno fatto le loro scelte noi invece delle altre, se no si finisce per spaccare ulteriormente la Chiesa.
Guardi io intendevo dire proprio che per i protestanti non serve la mediazione sacramentale della Chiesa così come la intendono i cattolici. Per questo motivo i pastori protestanti sono più vicini ai laici che si sacerdoti. Anche un sindaco può sposare due persone, ma non è appunto un sacerdote, tanto più che rimane sindaco per un certo numero di anni e non tutta la vita. Personalmente non ne faccio questione di giudizio, preferisco essere cattolica ma sul resto peace and love, ognuno scelga il suo.
Chi gestisce questa pagina spesso prende i vantaggi del mondo protestante (la porosità con la modernità secolare, la libertà di autodeterminazione) con i vantaggi della Chiesa Cattolica (la solidità di una istituzione millenaria che sa imprimere svolte ben ponderate), Il sacerdozio femminile, ma con un sacerdozio che ha l’appeal del mondo cattolico, ma la liquidità del protestantesimo (ci si sposa, si fa un pò come si vuole senza troppo curarsi della gerarchia… ) . Sceglie tra parentesi di dialogare con una fetta molto minoritaria del protestantesimo. Ci sta per carità, pure io se non potessi essere cattolica mi farei valdese, però se fossi valdese non godrei dei vantaggi dell’essere cattolica. (Banalmente nella mia regione credo non esistano chiese valdesi, sarebbe molto più semplice trovarmi una qualche moschea islamica, cosa che farei pure, se un domani sparissero le chiese cattoliche.)
Mi domando come mai si invochi sempre la parità di generi quando mi sembra che non sia lesa la dignità della donna per una esclusiva funzione nella chiesa ? Il corpo ecclesiale è fatto di varie membra di paolina memoria?!
Mi vergogno per le congratulazioni inviate dal cardinale Koch
Erano doverose, si chiama ecumenismo, se tratti male gli altri poi non puoi pensare di parlarci, sono le basi del convivere civile.
Vorrei dire a don Alessandro e a Roberto che è ora che scendano dal pero, e che aiutino questa nostra chiesa cattolica sessista e maschilista ad aprirsi all’uguaglianza. “maschio e femmina li creò”!. E se la comunione anglicana ordina e celebra mese, dentro o fuori la successione apostolica, checchè dica Leone XIII, lo fa per Gesù Cristo, per fede. Ed è la fede che salva. È ora, anche se con molto ritardo, che anche la nostra Chiesa Cattolica, che tra l’altro amo molto, apra a tutt* i/le credent*, abbatta privilegi ordinati, sia foriera di uguaglianza, garante davanti a Dio e ai credent* che ciò che lui ha creato sono tutti esseri uguali per dignità e per diritti.
Ma se uomini e donne sono uguali… perché Dio li ha creati diversi?
Le chiese odierne sono strutture in esaurimento almeno in Europa. Funzionano dove la povertà rende entrare in seminario dà ancora una prospettiva di vita decente. Che una chiesa sia aperta o chiusa cambia poco. È crisis generale. Allora in questa progressiva crisi meglio esaurirsi con stile. Apprezzabile quanto ha fatto la chiesa coraggiosamente la chiesa anglicana. Meglio spegnersi lottando contro la decadenza che accettarla passivamente senza colpo ferire. Chissà che facendo scelte coerenti con la dignità umana non si riesca prima o poi ad invertire il lento e continuo decadimento della chiesa europea.
Mi unisco al commento di Roberto, ribadendo l insegnamento di Leone XIII per cui le ordinazioni degli anglicani sono invalide, in quanto il rito Edoardino usato rompe la successione Apostolica.
Don Alessandro
Grazie mille ad Anita Prati. Rosario Giuè
Una grande donna alla guida di una grande Chiesa. Una donna colta, intelligente e aperta a capo di una Chiesa che riconosce giustamente la piena parità uomo-donna e non resta chiusa su posizioni maschiliste, arretrate e ingiuste, come fa la chiesa cattolica. La Chiesa Anglicana dimostra apertura e modernità e dimostra che le discriminazioni su base sessuale (e di qualsiasi tipo) sono ingiuste e insensate.
Molti dei commenti mi hanno lasciato l’amaro in bocca. Mi rendo conto che il tradizionalismo è molto diffuso ed il concilio vaticano II è irriso e dimenticato. Quanta scarsa considerazione ha il documento conciliare sull’ecumenismo in taluni cattolici. E quanto poco sia il rispetto verso le donne. Chi auspica un “ritorno a Roma” vive una nostalgia he lo colloca “de facto” (anche se non ancora “de jure”) fuori dal cammino conciliare/sinodale della chiesa. Il vero scisma non è tra cattolici e protestanti, ma tra chi testimonia una chiesa libera ed evangelica e chi è prigioniero della cristianità medievale. Gli “indietristi” boicottano ogni sviluppo ed ogni riforma. Lo dico con le parole di papa Francesco: “Una Chiesa che non sviluppa in senso ecclesiale il suo pensiero è una Chiesa che va indietro, e questo è il problema di oggi, di tanti che si dicono tradizionali. No, no, non sono tradizionali, sono “indietristi”, vanno indietro, senza radici: sempre è stato fatto così, nel secolo scorso è stato fatto così. E l’”indietrismo” è un peccato perché non va avanti con la Chiesa”
Ma ol CVII non parla di donne prete.
Inoltre San Giovanni Paolo II ha ribadito nella Ordinatio Sacerdotalis del 1994 che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa. L’argomento è chiuso da trentuno anni. Non c’è nessun tradizionalismo, indietrismo, clericalismo. E poi perché si vuole arrivare a tutti i costi a questo? C’è una crisi di fede enorme e si pensa alle banalità?
Papa francesco è morto, la musica sta cambiando per fortuna
Ma non pensa mai che magari questa nostalgia è un rimpianto verso qualcosa del passato che, a torto o ragione, viene ancora visto come bello e positivo ma è stato tolto d’autorità e sostituito da qualcos’altro che viene visto come estraneo o negativo?
Se queste istanze (che non sono maggioritarie ma hanno comunque un certo peso) vengono ignorate dalle alte sfere non stupiamoci se poi la gente si rivolge alle sirene del tradizionalismo integrista e adotta le sue discutibili soluzioni…
Il problema è che lo stesso rimpianto verso un futuro (prossimo) ugualmente idealizzato avviene anche nell’area modernista. Si rimpiangono i bei tempi in cui si poteva rivoltare la Chiesa come un calzino dall’alto, senza farsi troppi problemi sui reali desideri dei fedeli. Ci si guarda l’ombelico e non si fa un passo nè avanti nè indietro. Il tradizionalismo non mi piace ma ammetto che per lo meno prende in considerazione la secolarizzazione crescente e le difficoltà di essere in minoranza in un mondo che cambia, quelli più legati al VatII ragionano ancora come se ci fosse un esercito di laici pronti a subentrare al clero. E non ci sono, si parla di sinodalità in termini trionfali mentre la partecipazione crolla in tutta la società civile.
Ai piani alti se non altro sono consapevoli delle difficoltà, cercano di far rinascere un minimo di partecipazione dal basso, lanciano appelli per le comunità dei paesi più fragili che invecchiano e si svuotano, insomma affrontano le sfide del presente. I modernisti no, sono fermi ai favolosi anni ’60 e parlano di segni dei tempi senza la consapevolezza che viviamo in un tempo di crisi. Mio padre li chiama i giovani vecchi, giovani che sono invecchiati senza diventare adulti.
Papa Francesco è stato uno dei 260 e rotti papi della Chiesa Cattolica. Non ha fatto quasi niente a livello di magistero, se non fiumi di interviste, discorsi o “Motis Propris”. Ciò che ha detto in queste occasioni sono dichiarazioni tra le tante, che possono essere sbagliate, e in molti casi lo sono davvero.
La questione dell’ordinazione femminile non è contemplata dalla Chiesa Cattolica, e nemmeno il CVII lo ha lasciato intendere. Chi non la pensa così, è libero di fare come ad esempio fanno i super-tradizionalisti che escono dalla Chiesa, per ragioni opposte
Ottimo commento! Mi hai tolto le parole di bocca Salvo. Ho anche apprezzato molto il sarcasmo dell’autrice dell’articolo.
Vedo anche io sempre più che a frenare (a “breve” termine) la chiesa non sono solo i tanti presbiteri che non vogliono nessun dialogo vero ma solo obbedire come militari al vescovo. Ma anche tutti i laici fondamentalisti che vanno in sollucchero obbedendo ai preti senza alcuna critica. E praticamente tutti i giovani che cercano sempre più la giustizia nel mondo e nella loro vita se ne vanno comunque dalla chiesa. Ma la risposta di questi “indietristi” è sempre che è colpa degli altri, della società e delle famiglie. Il loro messaggio è sempre perfetto e quindi non migliorabile. Tipico di chi non dialoga davvero, ma sente sempre e solo “opinioni” interne e basta.
Si potrebbe dire, d’altro canto, che chi afferma che gli ordini anglicani siano validi si ponga de jure, e de facto, fuori dalla Chiesa (Apostolica cura, sul de jure, il fatto che se un prete anglicano divine cattolico viene ordinato, de facto).
Stiamo attenti a dare patenti di cattolicità, specie se si pensa di essere dalla parte di una chiesa “libera ed evangelica”… Io credo la Chiesa Una,Santa, Cattolica ed Apostolica… il resto sono mode e dottrine “varie e peregrine”.
Ma invece di fantasticare polemicamente, perché non lavoriamo a una progressiva maturazione della fede cattolica? Ciò che accade agli anglicani è segno della loro decadenza, cui tentano di rimediare con trovate ridicole. E proprio noi donne ci caschiamo, credendoci onorate!
Il cardinale Koch ha fatto molto bene a mandare un bigliettino di congratulazioni ed auguri, perché quello dell’arcivescovo di Canterbury è pur sempre un ruolo molto importante e di grande prestigio: si tratta di un atteggiamento di carità fraterna e di buona educazione, che è necessario non dimenticare mai. Inoltre gli auguri sono più che mai necessari non solo per l’arcivescovo novello, ma per la stessa Comunione anglicana che, alla sola notizia dell’elezione di una donna, rischia d’infrangersi. Ricordiamo che i fedeli anglicani sono molto esigenti e che nel 2009 una loro grossa fetta è passata alla comunione con la Chiesa cattolica, proprio per la divergenza sulle donne vescovo e grazie all’istituzione degli ordinariati nati dall’Anglicanorum coetibus.
Quindi l’elevazione di una donna ad arcivescovo di Canterbury creerà più problemi di quanti riteneva di risolvere: ci sono state infatti parecchie proteste nelle diocesi guidate da donne vescovo e le Chiese han vissuto una grave spaccatura al proprio interno.
una loro grossa fetta è passata alla comunione con la Chiesa cattolica
I tre ordinariati hanno questi numeri di fedeli: 1950 per quello inglese, 12031 per quello nordamericano, 1200 per quello australiano.
Per fare un paragone l’Anglican Church in North America ha 130.000 fedeli
Grossa fetta nelle intenzioni di Benedetto XVI, discreto insuccesso nella realtà
La frase “la loro messa è una vera messa, come la nostra” è qualcosa che non è neppure commentabile.
Come tanti protestanti hanno depurato la loro liturgia, i loro usi, le loro formule di tantissimi elementi critici verso il cattolicesimo e introdotto o reso accettabili tanti elementi cattolici che i riformatori del XVI secolo avevano combattuto.
È stata una cosa molto costosa e difficile, ma ne valeva la pena per l’unità con la Chiesa Cattolica.
E come questo commento dimostra, tutto questo non è servito a niente
Infatti mi domando co.e può essere la stessa se non hanno mantenuto la successione apostolica che si sarà persa lungo il cammino!
Quindi si dice arcivescovo, arcivescova o arcivescov*?
https://www.settimananews.it/lettere-interventi/la-nuova-vescovo-canterbury-la-disinformazione/
Suggerirei all’autrice di studiare un po’ di più… Leone XIII, nel 1896, con la bolla Apostolicae curae, confermò ufficialmente quello che dalla chiesa cattolica era già ritenuto, ciò che gli anglicani non hanno veri sacramenti, perchè hanno perso la successione apostolica, infatti se un pastore anglicano passa alla chiesa cattolica, viene ordinato sacerdote. Se non si argomenta a partire dalla verità, si fanno solo chiacchiere…
Vado a memoria di studi di ecumenismo di 40 anni fa. Proprio per questa accusa di perdita della successione apostolica la chiesa anglicana aveva fatto consacrare di nuovo alcuni vescovi da altri vescovi ortodossi per la certezza della successione apostolica
Ormai tutti i vescovi anglicani hanno nella propria ascendenza episcopale vescovi vecchio cattolici e certe volte anche dei vescovi ortodossi o giacobiti.
Poi ovviamente la Chiesa Cattolica non si pronuncia perché sennò si apre un vaso di Pandora in quanto ci troveremmo con centinaia di vescovi protestanti potenzialmente validi
Potranno anche essere validi gli uomini con qualche ortodosso o vetero-cattolico nella genealogia apostolica… ma per le donne non c’è solo un difetto di successione, ma di forma e sostanza del sacramento. Poi, se si pensa che un assemblea poco più che locale (la conferenza di Lambeth) possa modificare la dottrina dell’ordine sacro, allora tutto è possibile…
Dame Sarah Mullally ha certo il titolo di Arcivescovo di Canterbury, e da cattolici ne prendiamo atto, ma dal punto di vista cattolico questo non significa mettere in discussione che non è validamente ne lecitamente ordinata, anche perché, se non bastasse il difetto di forma e sostanza, la teologia dell’ordine anglicana non è affatto così chiara e affine a quella cattolica come l’articolo vorrebbe fare intendere.
Come ci sono state delle donne che hanno fatto miracoli, non ci potrebbero essere donne che fanno i sacerdoti? La Madonna, Maria Maddalena, ect.. Non erano considerate da Gesù, uguali a gli altri discepoli?
(Anglo-vetero-cattolico)
Molto chiaro! Bravo!
Poi il problema non è che una donna sia stata “ordinata” vescovo, ma a monte: non era e non poteva mai essere sacerdote. Chiuso. Il resto è chiacchiericcio fantasioso.
Questo articolo, veramente, mi sembra pura propaganda.
Con un approccio lusingante nei confronti della gerarchia cattolica e un altro populista nei confronti dei cattolici medesimi.
E’ un aspetto questo, che spiace.
La questione, tuttavia, non è nei termini di come viene posta da questo articolo.
La questione è, semplicemente, che, oltre che per le realta’ protestanti in genere, anche nell’anglicanesimo, non c’e’ gerarchia ecclesiale, perche’ l’unica gerarchia ecclesiale è quella che discende dalla successione apostolica – alla quale Elisabetta I e il suo fidato Fisher si sono di loro sponte volutamente e chiaramente sottratti – e come tale non siamo di fronte né ad ordini né a ministeri ecclesiali.
Cristo pretende unità e l’unità che oggi dobbiamo perseguire e’ quella all’interno della Chiesa Cattolica. Dunque i seguaci del Fisher hanno la piena liberta’ di tornare “a Roma” (e lo diciamo in questi giorni quando San John Henry Newman – colui che e’ tornato “a Roma” – sta per essere proclamato Dottore della Chiesa).
Sarebbe molto più interessante che tutti, all’interno della Chiesa Cattolica -come peraltro suggerisce anche l’articolo, richiamando lo sconcertante atteggiamento di taluni investiti di responsabilita’ all’interno della Chiesa – evitassero divisioni sui problemi degli altri e rimanessero uniti per affrontare i propri. E questi problemi non sono certo quelli dell’attribuzione, secondo le mode propugnate da ambienti smarriti tra aule universitarie, convegni, centri culturali e case editrici varie, nonche’ assemblee diocesane o d’altro e sottoboschi curiali vari, di ordini o ordini travestiti da ministeri. Nostro Signore, rivelandosi, e’ stato molto chiaro.
E poi, nella Chiesa Cattolica, c’e’ posto per tutti; o almeno lo si auspica.
“Ut errantes reducant” prega, in maniera chiara, trasparente, serena, convinta e stando scevra da condizionamenti politici, da protagonismi e sociologismi vari, la Chiesa Cattolica.
Il resto non ci appartiene; possiamo solo accoglierli (gli erranti) se loro vogliono e ne sono convinti.
Grazie.
Ma esisteva nel XVI secolo un concetto di successione apostolica paragonabile a quello attuale?
A me pare di no, tanto che si discuteva animatamente addirittura se il vescovo e il presbitero fossero due ordini distinti
Che i vescovi siano i successori degli apostoli è assodato da sempre.
I protestanti magisteriali infatti non lo negano, ma dicono che non vi è nessuna distinzione di diritto divino fra vescovi e presbiteri, e che l’episcopato monarchico è solo una convenzione post-apostolica