
Nahel Al Halabi, direttore d’orchestra e compositore siriano, vive dal 2012 in Italia dove ha fondato la C.R.C. World con l’intento di creare un ponte culturale e artistico tra Europa e Mondo Arabo. Suo è il progetto “Amata Siria”, una performance musicale multimediale a scopo benefico che racconta storie vere del popolo siriano, in particolare di bambini (ne ha scritto qui su SettimanaNews). Ha potuto presentare il suo progetto a papa Bergoglio.
Perché Papa Francesco è unico? Perché è una delle poche figure di leadership che non ha mai smesso di richiamare l’attenzione sulle sofferenze dei popoli colpiti da guerre, invitando le potenze a non dimenticarli. Ha pregato numerosissime volte per il mio popolo, il popolo siriano.
A lui non importava se fossi cattolico, cristiano o di altra fede. A lui importava che fossimo semplicemente esseri umani, convinto che questo fosse sufficiente per essere accolti da Dio.
Quando ho avuto l’onore di incontrarlo, speravo di ricevere conforto e supporto morale. Avevo preparato un discorso per esprimere il mio dolore e la mia speranza. Ma quando ho guardato nei suoi occhi profondi, le parole che sono uscite dalla mia bocca sono state: «Milioni di siriani hanno perso la speranza, solo figure come Lei…». E lui mi ha interrotto, dicendo: «No! Tu sei la speranza!». Indicando il mio cuore, mi ha esortato a rialzarmi e a lavorare per il mio popolo, per i bambini del mio popolo, per far sentire la loro voce.
Ogni volta che citava la Siria non mancava mai di aggiungere «amata»: per me – per noi siriani – non è affatto un aggettivo di poco conto. Così è nata la mia idea di creare il programma artistico-musicale “Amata Siria”, per raccontare in musica le storie, le sofferenze, le attese del mio popolo, perché non fosse e non sia dimenticato.
Non so quanto valore abbiano le mie preghiere, ma certamente io prego per te, Papa Francesco: che tu possa riposare in pace e essere accolto nel paradiso di Dio.





