
Non ho mai avuto mappe che mi guidassero nel mondo della fisica. Non mi sono mai sforzato di studiarla e non riesco ancora a capire il linguaggio delle scienze. Ho sempre avuto seri problemi con la matematica. Insomma, non posso nascondere la mia ignoranza e incompetenza. Ma, una trentina d’anni fa, non potei resistere alla seduzione di alcuni aspetti della divulgazione della fisica quantistica, che mi provocavano da un punto di vista filosofico.
Il paradigma aristotelico
Ultimamente, un amico che le cose capisce ha risvegliato in me riflessioni ormai archiviate, ma non totalmente dimenticate[1]. Mi ha parlato delle caratteristiche rivoluzionarie della fisica quantistica, sottolineando i suoi possibili impatti conflittuali non solo con la visione cosmologica, ma anche religiosa e politica che domina il mondo. E mi ha aperto alla convinzione che l’ipotesi quantistica possa costituire un rinnovamento radicale pure della spiritualità.
L’irrazionalità economica occidentale – che sottomette la realtà ai criteri della produzione di merci e del profitto – è costitutivamente e inconsciamente una conseguenza dell’egemonia irremovibile del pensiero analitico aristotelico, sia in fisica sia nei principi che regolano la vita sociale e politica. E anche nelle teologie.
Condizionati dall’analitica aristotelica – una volta introiettato il principio di identità e di non contraddizione – analizziamo ogni oggetto dell’esperienza separatamente, frammentando la realtà in una miriade di oggetti unici, inerti e isolati.
Al contrario, il paradigma quantistico è basato sull’osservazione che mostra che gli atomi e le particelle subatomiche non corrispondono in alcun modo a oggetti che, secondo l’analisi, possiedono proprietà intrinseche senza alcuna dipendenza dalla relazione col contesto. Gli atomi, coi suoi protoni, neutroni, elettroni e le particelle subatomiche, non sono oggetti statici e ben individuati, bensì equivalenti d’energia in permanente movimento e interrelazione. Filosoficamente.
Ciò che continua ad accadere, tuttavia, è che la funzionalità tecnica ed economica, cioè il capitalismo stesso, continua a programmarsi «aristotelicamente» e, pur utilizzando la nuova fisica, ne rifiuta radicalmente la buona notizia che smaschera la falsa scienza e la politica dell’Occidente. La nostra civilizzazione, infatti, non è più impegnata nella ricerca della verità e del bene, bensì intessuta dal circolo diabolico del denaro, del potere e della guerra. Ho sognato la possibilità della rivoluzione quantistica per la salvezza del mondo. Ma non ha funzionato.
Quasi un’anticipazione poetica
Così come non ha funzionato il paradigma poetico-filosofico dell’antropofagia, generato nella Settimana dell’Arte Moderna del 22[2]: una visione che voleva andare oltre la dimensione letteraria e trasformare l’Occidente in una creazione del pensiero selvaggio, che avrebbe potuto cambiare il nostro modo colonialista di pensare e di agire politicamente, imitando i Tupinambá che iniziarono a «pappare», simbolicamente, la cultura degli invasori.
Ha funzionato solo con poeti e filosofi: ricordo il tropicalismo di Caetano, di Gil e di Tom Zé e di Glauber Rocha; questi hanno ripreso, nella musica, nella poesia e nel cinema, l’approccio antropofagico, che non aggredisce dialetticamente ciò che è prodotto dal sistema egemonico, ma lo relativizza, inglobandolo, nella sua prospettiva esistenziale, creando nuove identità e stili.
Sarebbe bene non dimenticare il nostro Oscar Niemeyer, che ha «mangiato» Le Corbusier! E il grande Marx brasiliano: Roberto Burle Marx, «cannibale» del concretismo e del costruttivismo. Senza dimenticare Mario de Andrade, che con Macunaíma ha metabolizzato il futurismo dadaista e il surrealismo; e Ariano Suassuna, che rappresenta, immerso nel Nordest tradizionale, l’assimilazione selettiva della cultura egemonica e la rottura col colonialismo, nella ricreazione della cultura popolare regionale.
Un altro esempio di antropofagia di successo è l’immensa opera di Enrique Dussel, che metabolizza e trasforma tutto il pensiero filosofico europeo, con una conoscenza incredibilmente dettagliata della produzione delle varie tendenze «continentali» per riformularle criticamente, a partire dall’esperienza e dalla prospettiva dei poveri colonizzati.
Antropofagia: quasi un’anticipazione poetica della meccanica quantistica…
Ciò che ha funzionato
E se continuo a pensare a ciò che non ha funzionato, come non arrivare a Gesù di Nazareth e alla sua Parola, rifiutata e manipolata – potremmo dire inevitabilmente – fin dall’inizio.
La compassione, infatti, è fondamentale nella prassi di Gesù: quella che fa «vibrare» di energia, in sinergia, con empatia, nell’incontro con i banditi e gli esclusi. Il Vangelo è stato poi riscoperto dal movimento di Francesco e di Chiara, che ha annunciato, nel contesto del capitalismo nascente, la buona notizia della fraternità e della sororitá tra tutti gli esseri viventi. Sappiamo che neanche questo ha funzionato. Oppure, ha funzionato come di solito accade con la profezia: per un istante, come un fulmine rivela il paesaggio nascosto dal buio della notte. E la notte è la storia umana.
Mentre ciò che ha funzionato bene è stata l’ostinata resistenza a questa verità, occultata dai padroni del mondo, che nonostante tutto dà respiro alla nostra vita. È la profezia che ci guida a relazionarci con il mondo vissuto come un «tu» e non come «questo» e «quello», contrastando l’equivoco originato da Parmenide e discepoli, che, in nome dell’«essere», non hanno riconosciuto la bellezza e la bontà spirituale della materialità dell’universo.
Ha funzionato contro l’incredibile resistenza dei popoli indigeni, col desiderio genocida dell’Europa di dominare il mondo, saccheggiando, uccidendo, umiliando quelle culture che oggi, in tempi bui di minacce di estinzione della Vita, risorgono riproponendo una visione cosmopolitica della realtà.
Una visione profetica, che Ailton Krenak e Eduardo Viveiros de Castro, in una conversazione in rete[3], descrivono come l’incontro inevitabile tra scienza e pensiero selvaggio, ove il maracá – a suono indeterminato – si afferma come acceleratore delle particelle dell’umano, propiziatore di ritmi di comunicazione tra esseri viventi contemplati come energia, porta aperta per accogliere, con gli Yanomami, gli spiriti Xapiri, guardiani invisibili della foresta.
Ha funzionato anche contro Gilberto Gil, che ha contribuito filosoficamente a descrivere, poeticamente, la comunicazione che costituisce l’universo. Ricordo il doppio CD Quanta[4]: «Quanta dal latino, plurale di quantum, quando non c’è quasi nessuna quantità da misurare e qualità da esprimere»; in particolare, la canzone «Estrela»[5] e il suo «Cantico dei cantici e quantico dei quantici».
La legge della cooperazione
Un immenso contributo alla diffusione del carattere rivoluzionario della fisica quantistica lo dobbiamo al grande fisico Emilio Del Giudice (1940-2014), che utilizza le evidenze biologiche per affrontare i malintesi della economia politica. Per Del Giudice la nostra società è ancora fondata su regole dell’economia che contraddicono quelle della biologia. La legge dell’economia richiede la competizione, il conflitto e la guerra, mentre la legge della biologia è la cooperazione: «L’economia è quindi un fatto costitutivamente patologico, che provoca patologie, malattie».
«Pertanto, se l’organismo vivente, che è un insieme di molecole che compiono molte azioni nel loro insieme, funzionasse secondo i principi della fisica classica, dovrebbe pagare una bolletta energetica spaventosa, e non è così. Ci viene in aiuto la fisica quantistica, il cui fondamento è che il principio di inerzia viene meno, perché qualsiasi corpo nell’universo galleggia spontaneamente; quindi, è impossibile separare la materia dal movimento, perché non è inerte, ma si muove e si agita. A questo punto, ci si potrebbe chiedere: le fluttuazioni di ciascun corpo sono indipendenti dalle fluttuazioni di un altro corpo? Non è possibile che ci sia uno stato della materia in cui le fluttuazioni vengono gradualmente eliminate e l’agitazione caotica si trasforma in una danza, in un concerto?».
È possibile, dunque, che la legge della cooperazione possa rovesciare la dittatura dell’economia? Sarà mai possibile fermare il vorace squalo del capitalismo che minaccia la vita del pianeta?
Del Giudice risponde: «Questo potrebbe accadere se si stabilisse un fenomeno collettivo; a volte succede nella storia dell’umanità quando ci sono grandi movimenti sociali in cui così tante persone risuonano l’una con l’altra, non importa quale sia l’argomento. Allora i miracoli accadono davvero, quando le esigenze della lotta per l’esistenza vengono ignorate e allora le persone sono disposte a morire e ad offrire la loro vita per una causa comune. Se un giorno ciò accadrà, e spero che accada, allora potrebbe essere che avremo una vera transizione di fase per l’umanità»[6].
In quello stesso anno di Quanta, il 1997, fui interpellato da alcune considerazioni di Manfredo Araujo de Oliveira[7], il quale, in occasione del Congresso SOTER – Teologia e Nuovi Paradigmi – senza disobbedire alla metodologia delle riflessioni strettamente filosofiche, non andava ad occupare, indebitamente, il campo teologico, ma mostrava chiaramente l’importanza della nuova comprensione scientifica della totalità della realtà, della nuova ontologia che emergeva dalla fisica quantistica: onde di energia invece di particelle atomiche inerti; «visibilità» delle particelle solo attraverso l’osservazione; un universo dinamico invece di un universo statico; cosmogenesi invece di cosmologia; relazioni invece di identità; energia e ragione invece della mera materialità della res extensa; informazione, comunicazione, come linguaggio del cosmo.
Mi rendo conto che il prezioso contributo di Manfredo non ha ottenuto, con mio disappunto, sufficiente credito nel dibattito teologico del Congresso, perché ho l’impressione che la fisica quantistica sia in grado di demolire lo status quo aristotelico-cartesiano, che sostiene la fisica classica, ma anche la follia dell’economia capitalistica.
Sono arrivato ad immaginare che i teologi della liberazione potessero essere sedotti dal principio quantico. Ma ancora oggi − con preziose eccezioni − anche in ambito cattolico, si continua a ragionare in maniera «classica».
[1] Roberto Bernini, marzo 2025.
[2] La Settimana d’Arte Moderna, chiamata anche Settimana del 22, fu un evento culturale che si svolse al Teatro Municipale di San Paolo dal 13 al 17 febbraio 1922.
[3] Sollecitato da un post di Faustino Teixeira su Facebook, il 16 marzo 2025 (https://www.youtube.com/watch?v=wp5NlnNE4BI).
[4] Gilberto Gil, Quanta, Etichetta: WEA, Produttore: Liminha (Arnolpho Lima Filho), doppio CD (1997).
[5] Stella
Una stella apparirà nel cielo
Ogni volta che sorridi
Si spegnerà
Una stella nel cielo
Ogni volta che piangi
Può succedere anche il contrario di una stella che brilla
Quando cade la lacrima
O di una stella cadente che si getta solo per vedere
Il fiore del tuo sorriso sbocciare
Dio farà assurdità
Finché la vita sarà così
un altare dove celebriamo tutto ciò a cui acconsente
Una stella emergerà nel cielo
Ogni volta che svuoterà il sorriso
Si spegnerà
Una stella nel cielo
Ogni volta che si sforza piangere
Può succedere anche il contrario di una stella che brilla
Quando cade la lacrima
O di una stella cadente che si tuffa solo per vedere
Il fiore del tuo sorriso sbocciare
Dio farà assurdità
Finché la vita sarà così
un altare dove celebriamo tutto ciò a cui acconsente
[6] Emilio Del Giudice intervistato da Valentina Ivana Chiarappa
[7] Oliveira Manfredo Araujo de, A mudança de paradigmas nas ciências contemporâneas, pp. 21-39, in VV.AA. Teologia Aberta ao futuro, SOTER, Edições Loyola, São Paulo, 1997. La pubblicazione, organizzata da Márcio Fabri dos Anjos, raccoglie i contributi di oltre cento teologi brasiliani, che si sono incontrati a Belo Horizonte, dall’8 al 12 giugno 1996, per un altro Congresso SOTER, che ha avuto come tema guida la Teologia e i Nuovi Paradigmi.






In realtà tutto questo minestrone che hai scritto non ti ha aiutato!
Ma ti ha incasinato ulteriormente l’esistenza!
La fisica classica, “aristotelica” o no, ti pone un quesito: c’è ordine nella tua vita?
SI!
La mela cade dall’albero.
L’attrito produce calore!
Se c’è ordine c’è “scopo”.
Posso sfruttare ed imitare l’ordine.
Posso strutturare me stesso, la mia vita, l’interazione con gli altri in maniera ordinata: causa effetto!
E’ consolante sapere che per quanto spietato c’è un ordine. In una frase? Avere uno scopo!
La fisica quantistica è l’opposto!
TU non sei TU ,ma sei una funzione probabilistica!
Ovverò la realtà date alcune costanti cosmologiche di QUESTO universo (perchè altri sono matematicamente possibili) è un CASO!
E’ una funzione probabilistica!
E’ un caso statisticamente probabile che tu sia ancora in vita ma se hai sfortuna i tuoi atomi potrebbero disgregarsi istantaneamente solo perchè il CASO ha voluto così.
Non paro della morte della fisica classica:parlo che potresti evaporare davanti a me. Perchè la disposizione statistica dei tuoi quark trova un punto in cui si allontanano gli uni dagli altri e implodi o esplodi!
NON SOLO
il tempo e lo spazio stesso è una funzione. E quindi non hanno un senso assoluto.
Per cui tu potresti essere contemporaneamente vivo o morto! O in potenza essere in un luogo qui e contemporaneamente dall’altra parte dell’universo (entanglement quantistico).
Davanti ad un buco nero tu vivresti la tua vita normalmente ma io da lontano ti vedrei ETERNAMENTE fermo!
QUINDI
lascia stare la fisica quantistica che è quanto di più lontano dal:
-dare un senso filosofico alla vita (a meno di non essere un nichilista pessimista)
-postulare un dio o entità superiore
-postulare un senso del dovere alternativo e una beltà nei “quanti” che sono quanto di più anarchico, violento e assolutamente senza senso umano che ci sia!
Non solo, la fisica quantistica continua ad essere deterministica, anche se apparentemente meno rigida fi quella classica. Può essere interessante parlare dell’aspetto relazionale come sottolinea spesso Rovelli. Il mondo è fatto di realtà che sono costantemente influenzate le une dalle altre, per cui diventa quasi impossibile capire cosa è la realtà astraendola dal suo contesto relazionale.
Rom 8, 22-23
“Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.”
Ho la timorosa impressione che il mio sogno quantistico sia condito da radicali deliri. E il timore nasce dall’imperativo che segna indelebilmente la mia biografia: non fuggire dalla razionalità, non cadere nelle trappole e nelle illusioni di misticismi malati.
E allora ricorro a Romani 8, che da sempre è per me una delle pagine più importanti della Nuova Alleanza.
Due versetti “quantistici”???
Paolo ci dice che la Pasqua di Gesù abbraccia e riscatta l’universo, tutta la creazione, quella realtà che fin dall’inizio” fu “cosa buona e bella”, un universo amorosamente intelligente, una rete de scambi, de danze, di energia, di spirito, poesia, comunicazione, processi vitali, comunione, estasi…
Ed è così importante la redenzione della Creazione che la liberazione degli esseri umani e della loro storia è posta in secondo piano.
Insomma, Paolo non ci lascia in eredità un cieco e presuntuoso antropocentrismo. Verità la sua che forse sfugge a Spinoza, in questi tempi in cui “Deus sive natura” è così popolare in ambiti accademici.
La Creazione risorge con Gesù, “gemendo, crocefissa, nelle doglie del parto”, un universo ontologicamente incompleto, in un processo evolutivo – direbbe Teilhard de Chardin – illuminato dalla Croce gloriosa di Gesù di Nazareth, che ci rivela il suo segreto, il segreto della vita – che non è solamente la nostra vita – e ci insegna come vivere: far come lui, amore senza limiti, comunicarsi senza riserve, pura gioia del vivere, e la ricetta fondamentale del morire per le mani dei nemici della vita, per accettare il dono di sottrarsi alla logica del potere e della guerra; e alla decisione di rispondere all´odio e alla violenza con odio e violenza.
Un inimicizia che, oggi, si rivela senza maschere e pudori non solo come attentato alla vita dei piccoli e dei poveri, ma come minaccia di morte al nostro fragile microcosmo. La Terra, ridotta a una cosa, a un congiunto di cose: usabili, calpestabili, manipolabili… Che non è madre, Pachamama, né Gaia, come per i greci, né sorella come per Chiara e Francesco.
Sono nemici della vita coloro che non riescono a intuire l’essenza amorosa della materialità della vita, come processo di scambi amorosi e intelligenti di energia e che non capiscono che l’amore del Crocifisso-Risorto salva e riscatta la Vita, in risposta alla loro cieca violenza… Il Regno, come realtà già presente ma non ancora realizzata in pienezza. Come amore presente, ma ancora minacciato dall’ontologica incompletezza della creazione e dalla cieca violenza di noi uomini.
Ma tu per scrivere ste cose chiedi di essere pagato? Ovviamente si, allora credo che applicare il “principio quantico” sarebbe bene che, come fecero francesco e chiara, iniziasse anche chi lo fa diventare oggetto del proprio proselitismo. Tutte le volte che ci aspettiamo che “qualcuno” inizi a fare qualcosa di più giusto siamo quegli ipocriti che facevano tanto schifo a Gesù. Inoltre il messaggio di Gesù non era quello di vincere il capitalismo per far trionfare il pensiero di Marx, europeo o sudamericano che sia, ma di dare la novella che da un comportamento di un certo tipo emergerà dopo la morte la prosecuzione di una vita felice, insegnamenti di cui francesco e chiara sono stati semplicemente applicatori. Una applicazione del principio quantico alla filosofia deve tenere conto che il capitalismo ha nutrito i filosofi e i pensatori che l’hanno partorito, e quindi permesso loro di esercitare le peroprie capacità filosofiche e da pensatori. Quindi il capitalismo è il fattore che ha consentito di ottenere l’esistenza del principio quantico, ora, stracciarlo ed eliminalro dalle equazioni della dinamica sociale equivale ad introdurre il diritto di uccidere i propri genitori perché quando eri piccolo ti hanno picchiato per educarti, e tu grazie alla possibilità che ti hanno dato di studiare hai appreso che ci sono metodi educativi che evitano al 100% la violenza. Un palese assurdo.
L’articolo contiene forse troppe citazioni, ma andando al succo del discorso, cioè il modello descrittivo della fisica quantistica, e quindi il pensiero che ne deriva, o che ha generato tale modello, può cambiare la società occidentale? La risposta potrebbe essere, certamente! Ma quando e in che modo ancora non lo sappiamo. Se pensate solo a Del Giudice e le scoperte, non solo sue, fatte sulla fisica degli esseri viventi da un punto di vista quantistico, e ciò che tali ricerche potrebbero portare come soluzioni al benessere collettivo e al concetto di coscienza, beh, se fossi un miliardario le finanzierei a costo di diventare povero, ma io sono solo un, appunto, povero essere umano che ama la ricerca della verità di tutto ciò che è, forse oltre la sua stessa vita!
Raramente ho letto minestroni così fintamente eruditi tanto che, letteralmente, non dicono nulla.
Pro Vita?