
Che il dio degli eserciti non sia il mio Dio l’ho saputo, credo, da sempre – fin da quando, bambina, ho intravisto l’orrore nello sguardo di mio padre che raccontava la guerra.
«Adesso basta», gli diceva la mamma, quando la piena dei ricordi cominciava a salire e la voce gli si strozzava dentro la gola. Era partito soldato nella primavera del 1943, all’età che ha ora l’ultimo dei miei figli, e per più di due anni non aveva fatto ritorno a casa. «Adesso basta», gli diceva la mamma che della guerra conservava il ricordo di una fame feroce e la paura tremenda delle bombe sganciate da Pippo nel cuore della notte.
Per la guerra, quella raccontata dalle persone che amavo e quella studiata poi sui libri di scuola, ho iniziato da subito a provare un’avversione profonda: non poteva essere il mio Dio un dio che guidava gli eserciti seminando morte e sterminio – il dio di quella guerra che angosciava mio padre fino alle lacrime e toglieva l’allegria dalla voce di mia madre.
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Sono cresciuta negli anni in cui anche dentro la Chiesa, che nei secoli non si è mai fatta remore di benedire eserciti e crociate, cominciavano timidamente a venire a maturazione i germi della nonviolenza disseminati da personalità come La Pira, Capitini, don Milani.
L’obbedienza non è più una virtù, aveva detto e scritto don Milani ai cappellani militari nella sua lettera sull’obiezione di coscienza del 1965. Il 1965 fu l’anno in cui per la prima volta papa Paolo VI celebrò la messa in italiano. Nel passaggio dal latino all’italiano, il Dominus Deus Sabaoth del Sanctus dell’ordinario della messa venne tradotto Signore Dio dell’Universo. Rispetto alla letterarietà della traduzione «Dio degli eserciti», che assumeva il termine ebraico ṣĕbā’ōt, plurale di ṣābā «esercito», nel suo significato proprio, la traduzione adottata dava preferenza al significato metaforico: la potenza di Dio non veniva legata all’immagine violenta della battaglia e della guerra, ma alla signoria sull’universo e sul creato.
È al Dio dell’universo che ho imparato fin da bambina a rivolgere le mie preghiere, non al dio degli eserciti. Al dio degli eserciti guardavo come ad un retaggio del passato dal sapore tristemente folkloristico, più simile allo Zeus egioco e allo Iuppiter Victor dei libri di letteratura greca e latina che al Pater noster di Gesù. Tanto che quando – erano gli anni Novanta – in modo del tutto inatteso quell’epiteto fece la sua ricomparsa in un canto di Frisina dal titolo Trisaghion, fu del tutto naturale decidere col coro di riformulare il «Signore degli eserciti» del ritornello in un più orecchiabile – in tutti i sensi – «Signore Dio altissimo».
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Non posso celebrare e pregare trionfalmente un dio degli eserciti. Posso comprendere l’immagine letteraria, alla luce della sua contestualizzazione storica e culturale, ma farne preghiera, no, non mi è possibile.
Mi dà profondo disagio ritrovare a cadenza regolare, nella liturgia delle ore, salmi che invocano la mano violenta e la vendetta di Dio sui nemici. Come oggi, nell’ufficio delle letture:
Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, *
la testa altèra di chi percorre la via del delitto.
Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, *
li farò tornare dagli abissi del mare,
perché il tuo piede si bagni nel sangue, *
e la lingua dei tuoi cani
riceva la sua parte tra i nemici».
Che cos’ha da spartire questo dio brutale e vendicativo con il Dio di Gesù?
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Matteo 5, 43-48






Un caro amico ebreo , profondo conoscitore delle “parole” ebraiche e delle radici delle parole stesse , ci mi diceva che “sabaoth” può benissimo essere tradotto con “il Dio delle moltitudini” . Questa bellissima traduzione metterebbe Dio a difesa di tutti i poveri della terra , di tutti i popoli sulle vite dei quali i potenti esercitano il loro potere. Mi piace pensare che sia così .
Più o meno ne ho letto sempre uguale, al netto del linguaggio più forte utilizzato. Nella Bibbia ci sono immagini violente proprio per mettere in guardia dalla violenza che esiste, e che è esercitata quasi sempre sul più debole.
Ieri era Israele oggi potrebbe essere Gaza, il messaggio “universale” rimane uguale.
Diversi sono i commenti con cui concordo. Voglio solo aggiungere che Gesù, ebreo per sempre, pregava con quei salmi e con essi illuminava il suo cammino. Noi spesso selezioniamo le pagine della Scrittura, quelle da tener presenti e quelle no: tutte , ma proprio tutte sono strumento di rivelazione, perchè non ammettere che siamo noi a non capire invece che inventarci un’altra fede? Solo come aggiunta è discutibile a quali eserciti si riferisca l’espressione biblica!
Io non credo in alcun dio, ma so che ci sono tanti uomini e donne credenti che appartengono all’esercito e sono impegnati a difendere la pace in tutto il mondo, rischiando spesso la vita. Perciò trovo bellissima l’idea di un “dio degli eserciti” che protegge e affianca questi eroi nel loro importantissimo compito.
La vita non sempre è il massimo bene .
“Libertà vo cercando, ch’e sì cara come sa chi per lei vita rifiuta” scrive il sommo Poeta, lo stesso che ha messo in bocca a San Bernardo l’inno sommo alla Madonna:”Vergine Madre figlia del tuo Figlio,umile ed alta più che creatura, termine fisso dettero Consiglio etc ….”
Nel caso di nemici odiosi e satanici, prevaricatori e perfidi, è necessario avere il coraggio di combattere metaforicamente e non solo .
Il Dio degli eserciti combatte x noi le nostre battaglie che si vincono prima in Cielo con la preghiera! La battaglia non è contro carne e sangue ma contro i principati e le potestà che abitano nei luoghi celesti! Poi vedremo la vittoria anche qua sulla terra, ma non secondo le regole della violenza umana!
Ma i salmi vanno letti e pregati alla luce del NT, il nemico che il Dio degli eserciti ci aiuta s combattere è dentro di noi! Altrimenti interpretate la Parola come fanno i Sionisti e quelli che, appunto, non hanno accolto Gesù e la sua Parola è restano legati letteralmente alla storia della terra Promessa e di un Dio che è al loro fianco per rprendersela. Mica quando leggete nell’AT la Terra Promessa pensare veramente che ci sia un territorio di cui dovete entrare in possesso? Insomma….ma che stai a dire?! Tanto per criticare e mettere dubbi di fede negli altri?? Per la soddisfazione intellettuale di fare un ragionamento che può semplbrare lineare ma che è debole in radice? Per sembrare un’anima bella rispetto a quelli che come ne pregano i salmi? Meglio stasi zitti. E su questo non dare scandalo Gesù ha parlato, se non ti piacciono i Salmi forse è il caso di ripassare il Vangelo!
Di tutte le cose create, solo l’uomo, Dio fece a sua immagine e somiglianza. E si compiaque a tal punto da elevarlo al di sopra di tutto il creato. Tale era la sapienza originaria del primo uomo, che conoscendo le essenze e funzioni di tutto il creato, gli fu dato il potere di dare il nome ad ognuna di essa, così come ancora oggi, gli scienziati continuano a fare in ogni loro scoperta. Ma, mentre tutto il creato continua a svolgere tutto ciò percui è stato creato, solo l’uomo, a causa della prova di fedeltà mancata, Dio continua a vegliare e seguire, per riportarlo a quella dignità originaria: immagine e somiglianza di Dio!
Trovo un po’ riduttivo rifiutare in blocco la definizione di Dio degli eserciti. Alla guerra di difesa devono prendere parte anche i Cristiani perché Gesù ci chiede di difendere i deboli. In questo caso non è forse opportuno invocare l’aiuto di Dio?
se è vero che dio è così grande che le nazioni sono come gocce di acqua perché dovrebbe ascoltare le grida di dolore di una microscopica popolazione sofferente?
Perché ha un udito finissimo, che predilige le voci dei deboli
Israele debole?
L’Israele biblico o il novecentesco stato nazione? ovvio che il salmista si riferisce al primo, al massimo il secondo strumentalizza.
Ci sarebbe anche da dire che non esiste solo Israele stato ma tutto l’ebraismo della diaspora che è in tensione (spesso molto critica) con il sionismo.
Guarda puoi anche sostituire il salmista biblico con un ragazzo a Gaza che si vede arrivare le bombe in testa e sparare mentre chiede cibo. L’Israele che chiede aiuto da Dio non è il moderno stato nazione del novecento ma un popolo in esilio, che subisce violenza. Almeno così ho capito dalle esegesi di Bovati o Wenin.
Perchè Dio dovrebbe ascoltare chi oggi è sotto le bombe? Messa così già suona diversamente.
Poi certo, anche i forti utilizzano la religione per i propri scopi, ma la Bibbia è piena di pagine che denunciano questa sopraffazione, dai profeti (Osea, Isaia, Giona) allo stesso vangelo con i farisei.
In questa considerazione da cristiano mi sento un po’ smarrito e mi piace tanto pensare che tutti i conflitti nell’ AT sono la da vederli come storie prettamente umani e che l invocazione a Dio per quelle genti non era altro che una richiesta di aiuto e quelle genti non avevano ancora conosciuto il vero Dio che veniva realizzato nel volto del Figlio Gesù
E’ sicuramente un tema complesso, ma ridurla al “il Dio di Gesù è diverso” sa un po’ di Marcionismo.
https://www.settimananews.it/libri-film/i-salmi-censurati/
Wenin qualche anno fa ha scritto sulla violenza dei Salmi.
Lo dica a Gesù che ai discepoli di Emmaus spiega solo quello che lo riguarda dell’AT. Questo almeno è scritto nel Vangelo con buona pace di Marcione che voleva eliminare l’AT cosa che Gesù non fa ma appunto ne orienta chiaramente la lettura.
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Nel passo evangelico dei discepoli di Emmaus è Gesù stesso a dare la chiave interpretativa dell’antico testamento: Gesù spiega “ciò che si riferiva a lui” nell’antico testamento. Non spiega tutto l’antico testamento ma solo quello “che si riferiva a lui”. Forse è questo il modo di leggere l’antico testamento dove parecchie cose non ci interessano perché non riguardano Gesù. A noi interessa “ciò che si riferiva a Lui” e non il resto.
Se ci prendiamo il tempo di conoscere bene TUTTA la Bibbia, potremo capire che io Dio degli eserciti non è il Dio degli eserciti umani, ma degli eserciti angelici.
Con questi eserciti Dio ha sconfitto Sennacherib senza che gli Israeliti dovessero fare uso delle armi, ma un solo angelo è stato in grado di uccidere 185.000 soldati assiri al tempo del re Ezechia. Al tempo del re Giosafat Dio fece in modo che gli eserciti nemici si distruggessero a vicenda. Gesù ha comandato ai suoi discepoli di non fare uso delle armi, neppure per difesa, lo ha chiaramente insegnato la notte del suo arresto.
Allora il vero Cristianesimo è quello i cui componenti si rifiutano di andare in guerra, a costo della persecuzione, come facevano i primi cristiani. “Da questo sapranno che siete miei discepoli: SE avrete amore tra voi”.
Quando scoppia una guerra tra nazioni le varie organizzazioni religiose cosa insegnano ai loro componenti?
Bravissima! … è scritto da qualche parte che la Bibbia non deve essere soggetta a Privata interpretazione. L’articolo è fuorviante rispetto alla Verità biblica. Che venga rettificato.
Esatto, ciò che manca oggi alla chiesa è al cristianesimo è lo spirito profetico, spirito di verità e di grazia se diamo conto a Giovanni 1, dove dice “la legge venne da Mosè ma la verità e la grazia da Gesù Cristo “. La questione importante è che i cristiani debbono essere fedeli e professare Gesù Cristo come dice il vangelo di Marco. Il vangelo non è il libro delle buone maniere né galateo, cioè libro di buon comportamento come qualche altro libro di cui si vedono i frutti assai diversi da quelli del Vangelo. Noi possiamo credre i non credere ma se nelle nostre società ceun senso di compassione e pietà per il prossimo sconosciutissime ad altre società dove invece la religione è pervasiva, allora questa nostra umanità ce l’ha data lo spirito di verità di grazia. Inventare altri vangeli quando in realtà siamo tardi di cuore a comprendere lo spirito profetico delle scritture è un disprezzare Gesù Cristo ed un aprire le porte alla religione del peccato che porta alla morte.
Gaza è per il più grande inciampo alla lettura del Salterio, pensando a cosa fa l’ Israele secondo la carne. Personalmente debbo fare un grande sforzo di fede in ciò che la Chiesa mi ha consegnato come Parola di Dio.
Io farei invece un grande sforzo culturale – in realta’ non tanto grande, basta un po’ di buona volonta’ – per cercare di capire quello che ti e’ ancora oscuro, mettendoci pero’ , oltre alla buona volonta’, molta onesta’ intellettuale e soprattutto nessun pregiudizio (difficile, vero?).
Capirai, basterebbe rileggere uno scritto del cardinal Martini su Gerusalemme di diversi anni fa: l’Israele nazionale (ma vale per ogni nazionalismo) è solo un moderno vitello d’oro. Lo stesso Pio XI nella enciclica contro il nazismo scrisse: “Solamente spiriti superficiali possono cadere nell’errore di parlare di un Dio nazionale, di una religione nazionale, e intraprendere il folle tentativo di imprigionare nei limiti di un solo popolo, nella ristrettezza etnica di una sola razza, Dio, Creatore del mondo, re e legislatore dei popoli, davanti alla cui grandezza le nazioni sono piccole come gocce in un catino d’acqua.”
Non lo ascoltarono allora, perchè illudersi che lo facciano adesso?
Caso mai è particolarmente assurdo che gli ebrei ortodossi, storicamente contrari allo stato di Israele (considerato blasfemo rispetto all’Israele donato da Dio), finiscano per dare sostegno al governo attuale..