Gabon: zefiro in Africa centrale?

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colpo stato

Version française ci-dessou

Ogni mattino è speciale e nasce adulto dai problemi irrisolti della sua notte. Quello del 30 agosto 2023, forte di una brezza leggera, fa cadere uno dei potenti di quest’Africa mai doma dei suoi stessi problemi. Ali Bongo non è più forte, perché ogni forza umana porta in sé il germe fatale della propria distruzione.

Il grido millenario del Qohelet, «vanità delle vanità, tutto è vanità», a cui fanno eco tutte le saggezze secolari e millenarie, è un SOS lanciato all’orgoglio smisurato dei piccoli e grandi dittatori africani. Alla fine tutto finisce, Bongo, tutto finisce così! Questo grido che ridimensiona i dittatori africani e gli intrusi neocolonialisti ha sempre avuto la sua ultima parola da dire.

Forse i nostri eserciti devono ricordarsi che hanno giurato di proteggere la nazione, non gli individui, quei voraci egoisti che non resistono all’impulso disumano di pisciare su un’intera nazione. Certo, il colpo di Stato non è di primo acchito una cosa buona, tanto meno a giudizio delle costituzioni.

Ma molti codici sostengono che è dovere di ogni cittadino difendere, ad ogni costo, il proprio Stato, quando qualche maneggione lo mette in pericolo. Ovviamente, questi principi vanno interpretati secondo la coscienza di ciascuno.

Ne consegue una domanda logica: il generale Brice Clotaire Oligui Ngema li ha interpretati in questo modo? Egli era convinto di fare del bene alla nazione, oppure si trattava solo di un gioco di giungla, in cui una belva selvatica più forte sostituisce una più debole, mantenendo la stessa natura di belva?

In ogni caso, il Gabon era diventato proprietà privata di un’unica famiglia. Dal 1967, il Gabon era il confortevole giardino privato dei Bongo. Con amara ironia qualcuno ha detto che i gabonesi erano diventati “bongolesi”.

L’Africa ha visto colpi di Stato, molti colpi di Stato, e tutti spesso non sono stati altro che nuove maschere che sostituivano maschere abbruttite da anni di smodate comodità. Queste nuove maschere, rovinate dagli stessi vizi temporali, finiscono spesso negli stessi mondezzai…

Che questo vento sia un campanello d’allarme per le dubbie coscienze degli avari politici africani. Le costituzioni non sono un optional da seguire. E il potere non è stato creato per pochi individui. A prescindere da tutto, il vero potere è servizio. Quando diventa un campo di profitto egoistico, indebolisce tutti e allontana anche la minima benevolenza. Anche chi è vicino ai dittatori ne è segretamente disgustato.

È un dato di fatto. E non perdono l’occasione di liberarsene non appena questa si presenta. Congratulazioni ad Ali Bongo, congratulazioni al generale Clotaire, e buona fortuna a ciascuno di loro nelle loro avventure. Detto questo, e dobbiamo ricordarlo forte e chiaro a questo nuovo uomo forte del Gabon, tutto ha una fine, anche il potere!

* Zefiro, vento di primavera che soffia da ponente. Cf. F. Petrarca, Canzoniere, CCCX, Zephiro torna, e ‘l bel tempo rimena [ndt].


LE GABON, ZÉPHYR EN AFRIQUE CENTRALE?

Chaque matin s’arrose à sa façon et naît adulte des problèmes irrésolus de sa nuit. Et bien que ce ne soit tous les matins qui naissent avec de la rosée, chacun est cependant unique. Celui de ce mercredi 30 août 2023, avec un nouveau souffle, fait tomber un des puissants de cette Afrique infatigable des problèmes. Ali Bongo n’est plus fort, car toute force humaine porte en elle-même la graine fatale de sa propre destruction.

Le cri millénaire du Qohelet, “vanité des vanités, tout est vanité”, rejoint par toutes les sagesses séculaires et millénaires, est un SOS à toutes les fiertés trop hautes des dictateurs grands et petits de l’Afrique. Tout finit par finir, Bongo, tout finit comme ça ! Ce cri tutoyant les dictateurs africains et les intrus néocolonialistes a toujours eu son dernier mot à dire.

Peut-être que nos armées doivent se souvenir qu’elles prêtent le serment de protéger la nation, et non les individus, ces voraces égoïstes qui ne résistent pas à l’envie inhumaine de pisser sur toute une nation. Le coup d’Etat n’est pas une bonne chose en première vue et au jugement des constitutions. Mais de nombreux codes soutiennent qu’il est du devoir de chaque citoyen de défendre, à tout prix, son Etat, quand un quelconque bricoleur le met en danger. Évidemment, ces principes sont à interpréter selon la conscience de chacun.

Et la question logique s’en suit: Le Général Brice Clotaire Oligui Ngema a-t-il interprété de cette façon ? Et était-il convaincu de faire un bien pour la nation, ou bien est-ce seulement un jeu de jungle, où un fauve plus fort remplace un affaibli, tout en gardant la même nature de fauve? Quoi qu’il en soit, le Gabon était devenu une propriété privée d’une seule famille. Depuis 1967, le Gabon était le jardin privé confortable des Bongo. Quelqu’un en blaguant a crié que les Gabonais étaient devenus des “Bongolais”.

L’Afrique a connu des coups d’États, beaucoup de coups d’États, et tous n’ont souvent été que des nouveaux masques remplaçant des masques abrutis par des années de conforts incontrôlés. Ces nouveaux masques, ruinés par les mêmes vices temporels, finissent souvent dans les mêmes poubelles…

Que ce vent soit un coup d’appel aux consciences douteuses des politiques avares africaines. Les constitutions ne sont pas facultatives à suivre. Et le pouvoir n’a pas été fait pour quelques individus. Quoi qu’il en reste, le vrai pouvoir est service. Quand il devient un champ de profits égoïstes, il lasse tout le monde et chasse la moindre bienveillance. Mêmes les familiers des dictateurs en sont dégoûtés en cachette. C’est un fait. Et ils ne ratent pas l’occasion de s’en débarrasser dès qu’elle se présente. Félicitations à Ali Bongo, félicitations au Général Clotaire, et bon vent à chacun dans ses aventures. Ceci dit, et il nous faut le rappeler en voix haute à ce nouvel homme fort du Gabon, tout finit par finir, même la puissance !

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