Onorare M.L. King oggi

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sicurezza pubblica

Come cambiano i venti, come mutano le stagioni. Un anno e mezzo fa, in quella calda estate del 2020, i consigli comunali e i deputati di tutto il paese sembravano pronti ad ascoltare quella richiesta impossibile, anche se sensata, del movimento per le vite nere: divertire fondi dalla polizia a forme di sicurezza pubblica non poliziesche.

In questo Martin Luther King Jr. Day (22 gennaio 2022), quasi tutti i disegni di legge, le risoluzioni e gli slogan laborati con curqa in quei giorni sono assenti dalle sale del potere. Le stesse persone una volta così desiderose di apparire come buoni alleati bianchi, apparentemente pronte ad affrontare i sindacati della polizia e la cultura del law&order, hanno invertito la rotta. Un’ondata di crimini violenti, all’intersezione di una pandemia in corso, e un apparente sciopero dei poliziotti, sembra aver fatto cambiare loro idea. La moda si è ribaltata, e i politici liberali di tutto il paese stanno strombazzando i loro obiettivi per gonfiare i bilanci della polizia.

Anche se il calcolo politico è cambiato, ora è in effetti un momento opportuno per fare la cosa giusta – divertire i finanziamenti per la polizia e investire nei “profondi e fondamentali cambiamenti” nella politica che il Dr. King sperava, una strategia diversificata per la sicurezza pubblica e il benessere.

In tandem con la carenza di manodopera in quasi tutti i settori, i dipartimenti di polizia in tutti gli Stati Uniti stanno assistendo a un esodo in massa di agenti. Questo è un problema se accettiamo la premessa che la polizia è l’unico e più efficace mezzo per garantire la sicurezza pubblica. Ma è invece un’opportunità – se vogliamo una società che richiede meno persone di “prendere la spada” per il loro sostentamento, una società che crede nella chiamata degli operatori di pace.

Phil Weiser, il procuratore generale del mio stato (e mio ex collega all’Università del Colorado), ha recentemente chiesto di investire 10 milioni di dollari nel reclutamento e mantenimento della polizia. Ma cosa succederebbe se affrontassimo il problema in modo diverso? Possiamo investire quei fondi per colmare il deficit di polizia in modi nuovi: programmi di giustizia riparativa che riducano la recidiva, introdurre programmi di primo alloggio per i senzatetto, finanziare un programma pilota di reddito minimo nelle comunità più povere dello stato. Iniziare con il problema della sicurezza, non con il problema della “mancanza di polizia”. Riempire le lacune con strategie che non richiedano più persone che portano armi nelle nostre strade, che non si basino sull’incarcerazione delle persone per nascondere i problemi.

Ci sono forti prove che la polizia può ridurre il crimine violento, e fino a quando avremo povertà dilagante e facile accesso alle armi negli Stati Uniti, avere forze dell’ordine ben addestrate e armate può essere ineluttabile. La buona notizia è che solo una minima parte dell’attuale attività di polizia ha a che fare con queste cose. Se le agenzie pubbliche non orientate alla violenza e alla punizione sono autorizzate a gestire eventi come incidenti stradali, gestione della folla, indagini di routine, controversie domestiche e altro, le forze di polizia possono concentrarsi su cose per le quali le loro capacità uniche sono davvero necessarie. Ci saranno meno possibilità che un’interazione di routine, combinata con un razzismo sistematico radicato, possa diventare mortale. E possiamo concentrarci sul finanziamento di soluzioni reali ai problemi sociali.

I dipartimenti di polizia sono stati importanti datori di lavoro e percorsi lavorativi verso la classe media. Questa vocazione merita rispetto; molti agenti si uniscono alle forze di polizia nella speranza di servire le loro comunità. Oggi, in questa Grande Dimissione, possiamo ridurre le dimensioni e i bilanci dei dipartimenti di polizia senza licenziare gli agenti. Quando questo non sarà più il caso, il lavoro di divertire i finanziamenti dovrebbe essere accompagnato da garanzie di lavoro, in modo che gli agenti possano essere trasferiti in agenzie dove possono continuare il loro lavoro di aiuto senza gli oneri aggiuntivi delle quote di arresto o i crescenti stigmi associati al distintivo.

Un anno prima del suo assassinio, il Dr. King ha parlato alla Riverside Church di New York City, denunciando il governo degli Stati Uniti come “il più grande fornitore di violenza nel mondo di oggi”. Per lui, come ci ha ricordato Andrew Bacevich, la violenza esercitata nelle strade americane e quella dei soldati americani che tentavano di sorvegliare il mondo erano parte di un comune disastro morale.

La nostra dipendenza dalla minaccia della violenza è un fallimento dell’immaginazione, un fallimento della fede che la speranza di Dio per noi è un regno pacifico. Più gli Stati Uniti continuano a dipendere dalla polizia e dalle prigioni in casa, insieme ai droni assassini e alle basi militari all’estero, più rifiutiamo qualsiasi pretesa di leadership morale in questo mondo. Anche se l’ampia simpatia pubblica per le richieste del movimento Black Lives Matter può essersi affievolita dal 2020 – in particolare, ma non solo, tra i detentori del potere bianco – la saggezza della richiesta del movimento rimane: cambiare l’architettura della violenza nelle nostre comunità è la cosa giusta da fare. Più di noi hanno bisogno del coraggio per continuare a dirlo, per insistere su di esso e per lottare per questo progetto.

I cattolici negli Stati Uniti hanno una particolare affinità con la polizia, poiché i dipartimenti di polizia sono stati per le nostre comunità di immigrati delle porte d’ingresso nella società tradizionale. Il senso del dovere e dell’obbedienza che è forte nella polizia risuona in una Chiesa scettica dell’individualismo che governa la cultura circostante. Possiamo onorare quell’eredità e quella risonanza, pur riconoscendo che il rapporto deve evolvere. Possiamo continuare a celebrare coloro che rischiano la loro vita per proteggerci e allo stesso tempo ridurre la vasta gamma di richieste che ora poniamo su di loro: riducendo il bisogno di tanti di loro.

Se non possiamo nemmeno avere questa conversazione, se non possiamo immaginare un mondo in cui viviamo meno di forza pubblica esercitata con la spada, allora siamo persi. Che Dio ci aiuti.

  • Pubblicato sulla rivista dei gesuiti statunitensi America (nostra traduzione dall’inglese).
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