Pericolo endemia

di:
analisi

Foto di Gabriella C. Marino

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C’è una rivoluzione sociale e politica globale portata dalla trasformazione del Covid da epidemia a malattia endemica che potrebbe restare con noi per molti anni.

Un anno fa la convinzione era: siamo arrivati a una svolta, presto finirà perché ormai abbiamo il vaccino. Quindi, vacciniamo tutti, o quasi tutti, raggiungiamo l’immunità di gregge e la vita riprende come prima o meglio di prima.

A dodici mesi di distanza, la situazione appare molto diversa dalle aspettative e quindi le previsioni per il futuro devono anche esse cambiare, e non sono più così rosee.

L’epidemia di Covid sta facendo milioni di nuovi contagi al giorno in tutto il mondo, la variante più recente appare meno letale ma molto più infettiva delle precedenti. Nei paesi sviluppati, che trainano l’economia globale, c’è un 20-30% della popolazione che rifiuta la vaccinazione per motivi ideologici e quindi complica la lotta all’infezione.

Un gruppo di alcuni vaccini ha provato di essere molto efficace per fermare la degenerazione della malattia, ma non il contagio. Ci si può ancora infettare, ma se vaccinati, il Covid diventa spesso solo come un normale raffreddore. Il vaccino comunque ha dimostrato un crollo di efficacia dopo quattro mesi, quindi c’è oggi la concreta possibilità che la popolazione debba fare un richiamo anche tre volte all’anno. Per l’Italia, per esempio, cosa significa vaccinare 40-50 milioni di persone tre volte all’anno?

Tutti questi elementi stanno intasando e facendo esplodere i sistemi sanitari di tutto il mondo, di nuovo, come l’inverno scorso o l’inverno precedente, con le conseguenze che ne derivano per tutta l’assistenza delle patologie ordinarie.

Né si potrà poi raggiungere l’immunità di gregge e quindi non c’è più uno status quo ante a cui tornare. L’epidemia di Covid non è una parentesi da aprire e chiudere, ma molto probabilmente sarà una malattia con cui il mondo dovrà convivere per molto tempo. Non siamo più a un caso episodico di epidemia, ma stiamo probabilmente già in una endemia. Ciò cambierà tutto.

Le mascherine diventeranno un aspetto semi permanente della nostra vita. In pratica si smetterà di darsi la mano, o abbracciarsi e baciarsi come saluto.

Ma più strutturalmente il mondo dovrà imparare a convivere con un virus che probabilmente continuerà a variare. Una cosa del genere è successa con la scoperta dell’America. Nel 16° secolo le malattie europee, il banale raffreddore, portato dai conquistadores spagnoli sterminarono la popolazione amerinda. “Gli europei portarono la varicella, il vaiolo, l’influenza, la peste bubbonica attraverso l’Atlantico con conseguenze devastanti per la popolazione indigena. La nostra nuova stima, basata su dati concreti, è che il totale dei morti sia stato di 56 milioni entro l’inizio del 1600, circa il 90% della popolazione indigena pre colombiana”.[1]

La situazione si normalizzò solo dopo decenni.

Oggi, la medicina moderna impedisce lo sterminio, ma il vaccino non ha un’efficacia nel tempo sostenibile per una società. Per questo, ragionevolmente, il mondo deve preparare strutture sanitarie che in maniera permanente si occupino di Covid per un periodo indefinito, forse anche di molti anni. Tali strutture dovrebbero essere separate dalla sanità normale, per evitare alla radice le congestioni e cortocircuiti che si stanno moltiplicando e che mandano in tilt tutta la sanità.

Le ricadute di una convivenza con il Covid per anni vanno al di là della sanità. Un problema immediato sono i viaggi. Il trasporto aereo se vuole riprendere un minimo del suo passato splendore, deve pensare a protocolli speciali per la malattia.

Oggi tra controlli per attentati terroristici e richieste sanitarie i viaggi aerei sono diventati nei fatti molto più lunghi e fastidiosi. Un volo di due-tre ore in Europa richiede attese di cinque-sei ore tra partenza e arrivo per controlli di attentati e di infezione. Inoltre, chi arriva ha il rischio dell’isolamento. Le vacanze di un fine settimana allora sono in pratica finite. Impossibile quindi volare se non strettamente necessario. I treni, gli autobus, le metropolitane hanno problemi analoghi e anche specifiche al mezzo in questione. Tutta la filiera del turismo allora finirebbe per come l’abbiamo conosciuta.

Questioni simili si aprono per tutti i servizi, per bar, ristoranti, uffici, scuole, incontri sportivi. Insomma è un cambio di paradigma della vita sociale, forse per qualche anno, forse permanente. Il tutto è un “forse”, perché magari tra qualche mese si scopre che il Covid recede o che il vaccino ha una efficacia di anni. Ma ad oggi ciò appare altamente improbabile.

Questa preparazione serve a non fermare l’economia, a continuare a produrre, e ciò si fa nei fatti creando una nuova industria – la prevenzione e cura del Covid, che però dovrà essere finanziata. Per ora ciò è a spese della comunità, dello stato, però per quanto ciò sarà sostenibile?

Le conseguenze internazionali sono gigantesche. Una guerra di contenimento per il Covid negli anni deve essere globale, per limitare il continuo flusso di varianti più o meno letali, più o meno prevenibili col vaccino.

La variante Cina

Inoltre ciò apre una questione politica e nazionale non banale con la Cina, centro del primo focolaio di Covid.

Il mondo occidentale due anni fa vide l’esplosione dell’epidemia come il “momento Chernobyl” della Cina. Cioè, come il disastro della centrale sovietica di Chernobyl nel 1986 mostrò la debolezza del sistema e ne accelerò la fine, così il Covid sarebbe stato per il partito comunista cinese. No fu così.

Un anno dopo invece, la Cina che si era chiusa a riccio applicando draconiane misure di prevenzione aveva ripreso una normalità economica mentre l’occidente e il mondo che non riuscivano a imporre una disciplina sociale, era in uno stato confusionale. Da ciò la Cina ne traeva la facile lezione politica che il suo sistema era migliore di quello liberale e inefficiente dell’occidente.

Se però oggi siamo in una endemia, che durerà anni, la Cina è di fronte a drastiche scelte politiche. Cosa significherà negli anni continuare a chiudersi e cercare di imporre una impossibile pratica di contagio zero? Il recente drastico lock-down della città di Xi’an sarebbe inutile e iper-dannoso non solo economicamente se, come pare probabile, il Covid durerà molti anni.

Che fare poi con i viaggi dall’estero? Senza contatti diretti ogni affare diventa più difficile, specie se il mondo, pur con tutti i suoi problemi è rimasto aperto, e la Cina si è chiusa. Se la Cina decide di cambiare strategia, e di convivere con il Covid però non potrà offrire una sicurezza totale ai suoi cittadini. Le strutture sanitarie nazionali sono molto più deboli di quelle dell’occidente, e i suoi vaccini forse sono anche meno efficienti.

Viceversa, ignorare che il Covid è endemico significa rapidamente trasformare la Cina in una nuova Nord Corea, separata dal mondo. Tale trasformazione sarà tanto più traumatica in quanto si vedrà che il resto del mondo ha invece scelto di convivere con il Covid.

In ogni caso, qualunque scelta impone una sterzata politica delicata e significativa nel paese, alla vigilia del delicatissimo congresso del partito in autunno prossimo.

Inoltre il mondo che ha scelto di convivere con il Covid non è senza problemi. La malattia è in continua evoluzione e non c’è lo stesso grado di endemicità in ogni paese né c’è lo stesso grado di copertura vaccinale. Questo aspetto era in realtà già presente con tante malattie endemiche in Africa, per esempio, ma non in Europa, tipo la malaria o la febbre gialla.

Ma queste differenze si potevano governare perché la loro diffusione non era facilissima e ci sono vaccini e cure molto efficaci. Lo stesso non è vero per il Covid e ciò creerà problemi crescenti per la circolazione della popolazione cosa che moltiplicherà problemi sociali e politici di ogni genere.

[1] https://theworld.org/stories/2019-01-31/european-colonization-americas-killed-10-percent-world-population-and-caused


Danger Endemic

There is a global social and political revolution brought about by the transformation of Covid from an epidemic to an endemic disease that might be with us for many years.

A year ago, the belief was that we had reached a turning point and soon the pandemic would end because: we now have the vaccine. So, we jab everyone, or almost everyone, we achieve herd immunity, and life resumes as before or better than before.

Twelve months later, the situation looks very different, the forecast for the future must also change, and things are no longer so rosy.

The Covid epidemic is causing millions of new infections a day worldwide, with the most recent variant appearing less lethal but much more virulent than the previous ones. In developed countries, which drive the global economy, 20–30% of the population refuses vaccination for ideological reasons.

A group of some serums has proven to be very effective in stopping the severity of the disease, but not the contagion. One can still get sick, but Covid often becomes just like a regular cold if someone is immunized. The vaccine, however, has shown a collapse in effectiveness after four months, so there is now a real possibility that the population will have to take a booster two, three times a year. What does it mean to protect 40–50 million people three times a year in Italy, for example?

All these elements are clogging and blowing up health care systems around the world, again, like last winter or the winter before, with consequences for ordinary disease care. Nor will herd immunity be achieved, so there is no status quo ante to return to. The Covid epidemic is not a parenthesis to be opened and closed, but most likely will be a disease the world will have to live with for a long time. In this case, it will change our entire lives.

Facemasks will become semi-permanent and basically we will stop shaking hands, or hugging and kissing as a greeting.

But more structurally, the world will have to learn to live with a virus that will likely continue to mutate. Something like this happened with the discovery of America. In the 16th century, diseases such as the banal flu brought by the Spanish conquistadors exterminated the Amerindian population and the situation normalized only after decades.

Historians now state: “Europeans brought measles, smallpox, influenza, and the bubonic plague across the Atlantic, with devastating consequences for the Indigenous populations. Our new data-driven best estimate is a death toll of 56 million by the beginning of the 1600s—90 percent of the pre-Columbian Indigenous population and around 10 percent of the global population at the time.”[1]

Today, modern medicine prevents extermination, but the vaccine does not have a sustainable efficacy in time. Therefore, reasonably, the world needs to prepare health facilities that will permanently deal with Covid for an indefinite period, which could be many years. Such facilities should be separate from regular health care, to avoid the congestion and short circuits that are multiplying and sending all health care into a tailspin.

But the consequences of living with Covid for years go beyond health care. One immediate problem is travel. If air transport wants to regain a minimum of its past splendor, it must think about special protocols for the disease.

Today, between checks for terrorist attacks and health requests, air travel has become much longer and more annoying. A two or three hour flight in Europe requires waiting for five or six hours between departure and arrival for bomb and infection inspections. In addition, those arriving have the risk of isolation. Weekend vacations are basically over. It is therefore impossible to fly unless strictly necessary. Trains, buses, and subways have similar problems and also problems specific to the means in question.

Comparable issues arise for all services: hotels, bars, restaurants, offices, schools, sports meetings. In short, it is a paradigm shift in social life, perhaps for a few years, perhaps permanent. The whole thing is then a “maybe,” because maybe in a few months it turns out that Covid recedes or that a new vaccine is effective for years. But as of today, that seems highly unlikely. We need to prepare, to be ahead of the curve.

This preparation serves not to stop the economy, which continues to produce, and is done in fact by creating a new industry: Covid prevention and treatment. But it will have to be financed. For now, this is at the expense of the community and of the state, but how long will this be sustainable?

The international consequences are gigantic. A war of containment for Covid over the years must be global, to limit the continuous flow of more or less lethal and more or less vaccine-preventable variants.

The China Variant

Moreover, this opens up a nontrivial political and national issue with China, the center of the first Covid outbreak.

The Western world two years ago saw the outbreak as China’s “Chernobyl moment.” That is, just as the 1986 disaster at the Soviet Chernobyl power plant showed the weakness of the system and hastened its demise, so Covid would be for the Chinese Communist Party. But it wasn’t.

A year later, however, China, which had shut itself off by applying draconian preventive measures, had resumed economic normality while the West and the world, which had failed to impose social discipline, was in a state of confusion. From this, China drew the easy political lesson that its system was better than the liberal and inefficient one of the West.

But if today we are facing an endemic disease, which will last for years, China is faced with drastic political choices. What will it mean over the years to continue to lock down and try to impose an impossible practice of zero contagion? Xi’an’s recent drastic lockdown would be unnecessary, and hyper-damaging economically and in other ways if, as seems likely, Covid will last many years.

What then to do with foreign travel? Without direct contacts, every deal becomes more difficult, especially if the world has remained open even with all its problems, and China has closed itself off. If China decides to change its strategy and live with Covid, however, it will not be able to offer total security to its citizens. Its national health structures are much weaker than those of the West, and its vaccines are perhaps even less efficient.

Conversely, ignoring that Covid is endemic is rapidly transforming China into a new North Korea, separated from the world. Such a transformation will be all the more traumatic as it becomes apparent that the rest of the world has instead chosen to live with Covid.

In any case, any choice imposes a delicate and significant political steering in the country, on the eve of the very delicate Party Congress next autumn.

Furthermore, the world that has chosen to live with Covid is not without its problems. The disease is constantly evolving, and there is not the same degree of endemicity in every country. Nor is there the same degree of vaccination coverage. This aspect was actually already present, for example, with many diseases that are endemic in Africa but not in Europe, such as malaria or yellow fever.

Those differences could be managed because they did not spread easily, and there are very effective vaccines and treatments. The same is not true for Covid, and it will create growing problems for the circulation of the population, which will multiply social and political problems of all kinds.

[1] https://theworld.org/stories/2019-01-31/european-colonization-americas-killed-10-percent-world-population-and-caused

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2 Commenti

  1. F. Tuijn 19 gennaio 2022
  2. Tobia 11 gennaio 2022

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