
Proteste per le retate dell’ICE contro i migranti, 7 giugno 2025 (OSV News/Barbara Davidson, Reuters)
Le tensioni tra i manifestanti e le forze dell’ordine a Los Angeles sono inquietanti. Opporsi alle retate indiscriminate contro i migranti è necessario e giusto, ma è legittimo temere che il presidente Donald Trump stia cercando un pretesto per rivendicare poteri straordinari.
Le proteste contro le operazioni degli uomini dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) sono state in gran parte non violente. Molti dei manifestanti sono essi stessi immigrati, e manifestano in solidarietà con coloro che sono stati colpiti dalle retate. I leader sindacali si sono mobilitati per protestare contro la detenzione di David Huerta, presidente del sindacato dei dipendenti pubblici della California (SEIU), arrestato venerdì e ricoverato in ospedale dopo essere stato scaraventato a terra dalla polizia. È stato rilasciato su cauzione lunedì 9 giugno.
Mantenere le proteste non violente è fondamentale. Se c’è qualcosa di chiaro negli eventi di Los Angeles dello scorso fine settimana è che il presidente Trump auspica uno scontro. Chi parla ora della rottura della sua pubblica amicizia con Elon Musk? Chi parla più dei dazi? Trump vive per dominare l’informazione pubblica e ci riesce meglio di qualsiasi politico di questa generazione. Solo con proteste non violente sarà possibile far sentire la propria voce senza alimentare le fiamme che Trump desidera che si accendano in tutto il paese.
La non violenza raramente attira attenzione mediatica. Le immagini di persone che camminano pacificamente per strada non catturano quanto le foto delle Waymo in fiamme, i taxi elettrici a guida autonoma divenuti popolari a Los Angeles. E le proteste violente possono rapidamente staccare l’opinione pubblica dalla causa dei manifestanti.
Mettere in evidenza una bambina il cui padre è stato arrestato in una delle retate dell’ICE dello scorso venerdì è stato un modo intelligente per ricordare che la provocazione a Los Angeles è partita dalle azioni dell’agenzia e che la questione ha un risvolto umano. Come ha dichiarato l’arcivescovo di Los Angeles, José Gomez, lo scorso 6 giugno: «Siamo tutti d’accordo sul fatto che non vogliamo nelle nostre comunità immigrati irregolari che siano conosciuti per atti terroristici o crimini violenti. Ma non è necessario che il Governo attui misure coercitive in modo da provocare paura e ansia tra gli immigrati onesti e laboriosi e le loro famiglie».
Sarebbe un’ottima idea se l’arcivescovo invitasse il clero a guidare le proteste non violente. Far camminare la gente dietro immagini della Vergine di Guadalupe, recitando preghiere e cantando inni religiosi, in processione lungo i confini parrocchiali della cattedrale – che comprendono gran parte del centro colpito dai disordini – o da una chiesa all’altra. I facinorosi intenzionati a usare la violenza probabilmente non si unirebbero a una marcia guidata dalla Chiesa, e isolarli sarebbe comunque un fatto positivo. È tempo che i nostri leader religiosi trovino modi creativi per dimostrare solidarietà ai migranti colpiti ingiustamente.
I Democratici e gli altri oppositori delle tattiche autoritarie di Trump devono essere molto prudenti. Nella sua rubrica «Triad» su The Bulwark, Jonathan Last ha sollevato molte delle questioni più importanti sulle proteste. Ha osservato che alcune delle proteste hanno successo, mentre altre falliscono, e che è quasi impossibile sapere in anticipo quale sarà l’esito di una protesta. «La convinzione diffusa è grossomodo questa – ha scritto Last –: le proteste devono essere non violente, massicce, e devono avere obiettivi chiari e raggiungibili». Lo condivido.
«È probabile che Trump abbia deciso di intensificare gli arresti a Los Angeles nel modo più provocatorio possibile, sperando che i cittadini reagissero», sostiene Last. «È assolutamente vero che ha inutilmente mobilitato la Guardia Nazionale, sperando di provocare uno scontro con i manifestanti che avrebbe potuto usare come pretesto per un’ulteriore escalation. Ma pensate davvero che Trump abbia bisogno di un pretesto?». Dopotutto, si tratta dell’uomo che ha incoraggiato la protesta più violenta della storia recente degli Stati Uniti: l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, e l’ha sostanzialmente fatta franca.
I calcoli politici non sono di competenza della Chiesa. Il nostro compito è affermare la dignità umana dei migranti, indipendentemente dal fatto che siano entrati nel Paese con documenti regolari o meno. Il nostro compito è offrire loro e alle loro famiglie tutta la protezione possibile.
Il mio defunto amico Richard Trumka, presidente della AFL-CIO [American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations, la più grande federazione di sindacati negli Stati Uniti − ndr], ricordava spesso quando suo padre e alcuni minatori si stavano riunendo per fondare un sindacato, e le guardie della compagnia – che Trumka a volte chiamava «scagnozzi» – interruppero l’incontro e li inseguirono. Fuggirono nella chiesa cattolica locale, dove il parroco li accolse sui gradini del sagrato tenendo in mano una croce, offrendo loro rifugio e intimando alle guardie di allontanarsi. Padre Clete Kiley ha raccontato questo episodio nel suo ricordo del grande leader sindacale, pubblicato proprio su NCR [cf. qui sul sito del NCR].
Abbiamo bisogno della solidarietà mostrata da quei minatori e del coraggio mostrato da quel parroco. I migranti presi di mira dall’ICE sono nostri fratelli e sorelle in Cristo. Non c’è bisogno di bruciare una Waymo per dimostrare la nostra solidarietà. Ma c’è bisogno di qualcosa di più che semplici dichiarazioni da parte dei pastori della Chiesa. Questo è un momento in cui la Chiesa deve testimoniare ciò in cui crede come se da questo dipendesse il giudizio sulle nostre anime. Perché è così.
Micheal Sean Winters è editorialista del National Catholic Reporter. Il suo commento è stato pubblicato sul portale del NCR lo scorso 11 giugno 2025 (qui l’originale inglese).






Invochiamo l’aiuto di santa Francesca Saverio Cabrini. La santa statunitense protettrice degli emigranti, ed alla quale I politici USA non stanno facendo onore. Non possiamo altro.