
Il Coordinamento delle teologhe italiane propone una lettura delle apocalissi attuali con diversi approcci – biblici, filosofici, spirituali, teologici, sempre in ottica di genere – per interpretare il nostro tempo con lucidità ma anche con speranza.
Tra immagini catastrofiche e prospettive creative, le apocalissi possono indicare orizzonti di speranza in un tempo di crisi. È questa l’idea sottesa alla nuova pubblicazione di Triveneto Theology Press, dal suggestivo titolo Le donne, il drago, le stelle. Dentro le apocalissi di questo tempo, che raccoglie gli atti del Seminario 2025 del Cti-Coordinamento delle teologhe italiane, a cura di Milena Mariani e Cristina Simonelli.
«I tempi che attraversiamo sono bui. Tutti gli animali e i flagelli dell’Apocalisse sembrano essersi dati appuntamento con singolare violenza e acribia – scrive nell’Introduzione al testo Simona Segoloni Ruta, presidente del Cti –. In mezzo a questo turbine sembra che il soffrire delle donne sia secondario, problema di altri tempi, inattuale. Invece, nelle trame delle narrazioni come in quelle delle vite, il femminile continua a essere forzato in ruoli e spazi angusti, privati di luce e di quanto serve per vivere, soffocanti crescite e seppellenti talenti. Come possiamo vivere i tempi bui da donne e uomini che non riproducono questi schemi ma creano libertà e fiutano percorsi di speranza? Come la rivelazione del Dio della vita, pur tradotta nelle categorie culturali e pratiche che sembrano perpetuare gli esili femminili, può darci una visione altra? Come può aprirci gli occhi perché vediamo al buio i sentieri della vita e intravvediamo il sole non ancora sorto?».
I sei saggi che compongono il volume interpretano il nostro tempo con lucidità e insieme con speranza. Se “apocalisse” è una parola carica di ambiguità – su cui concordano tutti i contributi e in particolare, con puntuali affondi biblici, quello di Silvia Zanconato (Apocal… issa! Tra fatiche e slanci di speranza. Le metafore di genere nel libro della Rivelazione) – essa è, però, anche portatrice di simboli e di suggestioni. «E quanto più questa parola sfugge a facili inquadramenti, quanto più evoca salvezza e sconfitta insieme – prosegue Segoloni – tanto più la complessità del nostro tempo intrecciata di minacce e di speranze si schiude alle nostre intelligenze e al nostro sentire.
Non abbiamo rinnegato la paura – sottolinea –, siamo rimaste nelle apocalissi come esorta a fare Maria Bianco guidandoci dentro le pieghe dell’ecofemminismo (Custodia della terra e apocalissi. Sussurri dalla fine del mondo).
Non ci siamo fatte schiacciare dalla paura – pericolo sempre attuale messo a fuoco da Antonio Autiero (Ambivalenza dell’apocalittica – Plurivalenza dell’etica. Quale saggezza per governare il tempo?), per aprirci, invece, a una speranza che, in tempi bui, tesse umanità e intimità – come ci racconta con eleganza Isabella Bruckner, addentrandosi nella vita e negli scritti di Etty Hillesum (L’eros in tempi apocalittici. La forza dell’intimità nei diari di Etty Hillesum).
Abbiamo così potuto narrare di una vita che ricomincia sempre – evocata poeticamente da Lucia Vantini (Apocalissi ieri e oggi) – ed evocare una Chiesa che non teme la propria radicale vulnerabilità perché solo esposta e fragile può servire il Vangelo – come si può leggere nella relazione di Simona Segoloni (Una visione nel mezzo del travaglio per una Chiesa vulnerabile)».
In tutto ciò, a fare da guida sono i vissuti femminili «per cogliere le violenze simboliche presenti nei testi insieme alle risorse che ci permettono di insegnare resistenze; per contemplare gli stili miti che favoriscono la vita e ne cercano continuamente la rinascita; per imparare – conclude Segoloni – la centralità delle relazioni che espongono alle ferite ma sono anche l’unica via per la fioritura della propria esistenza».
- Milena Mariani – Cristina Simonelli, Le donne, il drago, le stelle. Dentro le apocalissi di questo tempo, coll. Theology 10, Ed. Triveneto Theology Press, Padova 2025, pp. 128, €…., ISBN 979-12-81328-211. Free download. Tutte le pubblicazioni della collana digitale Triveneto Theology Press sono disponibili qui.






Mi sembra interessante. Però vorrei ci fossero gli spazi per un dialogo tra teologhe, teologi, intellettuali (laici, non solo preti…). Un dialogo ampio, spazioso, senza steccati o preclusioni o equilibrismi di ‘genere’. Altrimenti ci rinchiudiamo, perché ognuno/a rivendica spazi e rischia di non guardare intorno. Tutte occasioni perdute: le teologhe si riuniscono tra loro, l’Usmi tra loro, l’USG pure, la Cism tra di loro e via dicendo. Risultato: nessuno capisce più nessuno o nessuna. E i laici/laiche intelligenti (non faccio nomi…) scappano o stanno accuratamente nascosti/e, in questa Chiesa sempre più a settori autoreferenziali…
Grazie! a noi laici pensanti ormai avanti negli anni non è offerto nessun ascolto, apparteniamo alla generazione di grandi figure, e noi non ascoltate allora perchè giovani, non ascoltate oggi da chi scopre ora la chiesa pensante di allora ( e tanto meno da chi guarda più indietro!): a chi giova?