
Di Francesco e le donne ho già detto e scritto diffusamente in diverse occasioni.
Che anche nella Chiesa di Francesco sia stato più semplice parlare della donna o parlare alle donne, piuttosto che parlare con le donne, lo si è visto fin dal Sinodo dell’Amazzonia del 2019, conclusosi con un sostanziale nulla di fatto in merito alla ministerialità femminile, che pure era già allora una delle questioni urgenti poste sul tavolo sinodale.
Lo sguardo androcentrico che impedisce di assumere le donne come interlocutrici concrete quando si tratta di toccare la struttura profonda della Chiesa ha condizionato e zavorrato per secoli il cammino ecclesiale e anche papa Francesco non è stato esente da questo condizionamento. Ma al papa venuto dalla fine del mondo va il merito di aver introdotto come metodo e stile quell’esercizio evangelico di dislocazione dello sguardo che permette di guardare ai processi non dal centro, ma dai margini e dalle marginalità. E lo sguardo delle donne è da sempre, per necessità storica e sociale, uno sguardo dalle periferie.
Brecce nella muraglia
Il fatto che la Seconda assemblea sinodale delle Chiese in Italia si sia chiusa, agli inizi di questo mese di aprile, con la decisione di rimandare l’approvazione del documento finale al prossimo ottobre, è un indizio chiaro di come lo stile sinodale e l’esercizio della parresia stiano diventando tessuto vivo del nostro essere Chiesa oggi.
E che questa decisione sia stata legata anche alla consapevolezza di non poter passare sotto silenzio – nascosta come polvere fastidiosa sotto il tappeto del «si è sempre fatto così» – la questione del ruolo delle donne nella corresponsabilità missionaria e nella guida delle comunità ecclesiali, è certamente uno dei dati più emblematici di questo vivace passaggio della vita ecclesiale italiana.
Se la necessità di mantenere unita la cattolicità si è tante volte tradotta, per Francesco, in difetto di decisione, è anche vero che, con quell’«eccesso di accentramento» che Grillo (rimandando a Diotallevi) non mancava di sottolineare in un suo recente articolo sulla teologia di Francesco[1], papa Bergoglio ha compiuto motu proprio alcuni gesti, forse non eclatanti sul piano mediatico ma probabilmente irrevocabili sul piano dell’ordinarietà della prassi ecclesiale, che hanno contribuito in modo significativo a scardinare dall’interno i baluardi dell’assolutezza maschile dominante nella Chiesa.
Non mi riferisco solo all’inaudito della nomina di donne in luoghi di potere in Vaticano; penso all’istituzione del ministero laicale del catechista (Antiquum ministerium del 10 maggio 2021), aperto a uomini e donne, e penso, prima ancora, all’«accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del lettorato e dell’accolitato», reso possibile con il motu proprio Spiritus Domini del 10 gennaio 2021: di fatto le donne da decenni ormai leggevano le letture in chiesa e servivano messa, ma dal «di fatto», che nulla conta sul piano normativo, alla modifica del Codice di Diritto canonico passa tutta l’audacia di una breccia visibile nel muro invisibile che sigillava il presbiterio, escludendone le donne per via teorico-teologica.
E poi, Santa Maria Maddalena, «apostola per gli stessi apostoli», come recita il prefazio della sua Festa, istituita da papa Francesco nel 2016[2]: anche riconoscere a Maria di Magdala il ruolo di apostola e il primato nell’apostolato ha aperto una breccia nell’immaginario ecclesiastico, che ha voluto da sempre associare alla parola apostolos solo un’identità maschile.
«Smaschilizzare»
Forse la questione femminile non è stata al centro dell’agenda di Francesco; lustro dopo lustro, anche della famosa commissione di studio sul diaconato femminile si sono ormai perse le tracce. Ma un’altra questione è stata certamente al cuore dei suoi pensieri e delle sue parole: la questione del clericalismo maschilista che impedisce alla Chiesa di farsi trasparenza del volto di Cristo.
Uno dei neologismi più efficaci di papa Bergoglio, fastidioso per molti nel suo inequivocabile richiamo alla conversione di mente e cuore rispetto a modelli comportamentali sussunti come granitiche e inoppugnabili certezze, è l’espressione «smaschilizzare» la Chiesa.
Che ci sia una questione maschile da prendere sul serio, all’interno della Chiesa, papa Francesco lo ha visto bene, e ci ha anche consegnato alcune significative parole per poterne parlare. «Smaschilizzare» è una di queste.
[1] https://www.settimananews.it/papa/la-teologia-francesco/
[2] https://www.settimananews.it/bibbia/santa-maria-maddalena-festa/






Gent. Sig.ra “Una donna” ci dovrebbe spiegare per quale ragione scientifica le chiese con il sacerdozio femminile sarebbero “moderne” mentre la Cattolica che non contempla questa facoltà sarebbe arretrata e discriminatoria. Secondo quale tesi.
Ho provato di scriverlo con un commento ma (è forse in questo ha ragione Lei) è stato censurato come si tempi di Paolo IV.
Altrimenti per la funzione dei due sessi quanto più fanno cose diverse più dovrebbero essere biologicamente moderni, mentre quando sono uguali più sono vicini alle origini, come per esempio la dottrina luterana che si è sviluppata tra le popolazioni retrograde e biologicamente primitive del nord Europa e che dai tempi di Roma abbiamo sempre conosciuto come barbari gretti e di scarsa intelligenza…
Ma come si fa a definire “popolazioni retrograde e biologicamente primitive del nord Europa e che dai tempi di Roma abbiamo sempre conosciuto come barbari gretti e di scarsa intelligenza…” le terre che hanno dato i natali al Grandissimo Maestro Erasmo da Rotterdam e che tutt’oggi sono all’apice mondiale nei sistemi scolastici? Gli stessi paesi che già alla fine del Cinquecento hanno inventato quell’eccezionale strumento giuridico di convivenza pacifica fra uomini e donne di differente credo religioso, che è il cosiddetto «matrimonio civile»?
Poi vediamo che sono stati teologi di origine italiana a dare un contributo notevole alla teologia riformata, gente come Pietro Martire Vermigli, i Sozzini e i Turrettini.
E se adesso abbiamo cibo in abbondanza ringrazi i tedeschi che hanno inventato il metodo Haber-Bosch per la sintesi dell’ammoniaca.
E comunque il ‘biologicamente primitive’ puzza di razzismo.
Si ma, e Papa Francesco poi si deve applicare: Se il tempo è superiore allo spazio; razzismo, teologicamente che significa?
Le razze mica sono cristallizzate ma si modificano percorrendo il tempo con le generazioni. Quindi il concetto di razzismo con il tempo, diciamo può scemare…
Quello che stavo spiegando, e, proprio nel paese di S. E. Il Card. Arborelius, (il quale è oppositore del sacerdozio femminile e, che, secondo umilmente me, se il conclave si allunga tre tornate oltre S. E
il Card. Parolin, sarebbe tra i più idonei nel presente momento politico della Chiesa anche per inerenza culturale e visione generazionale con chi siede alla Casa Bianca) è che 2000 anni orsono Tacito descrisse con letteratura i popoli Germani che neanche sospettavano che potesse esistere la scrittura, definendo secondo il punto di vista romano, proprio i Suioni ed i Sitoni di Svezia, tribù di mentecatti degenerati in quanto erano governati dalle donne. Oltre che osservare che erano tutti altissimi biondissimi ed esattamente uguali tra di loro, mentre al contrario i romani erano una società mista e multirazziale.
Ora, la Religione Romana si è innestata nella civiltà appunto romana ribadendone le regole e le tradizione sociali, mentre la successiva deflessione luterana nel mondo germanico, dove, da sempre le donne hanno partecipato con maggiore disuguaglianza alle stesse attività senza distinzione avendo meno resistenze . Tantoché, una è il sacerdozio.
Ciò quindi non vuol dire che sia modernità ma, anzi ritorno all’antico ancestrale delle organizzazioni sociali primitive come se la Religione Romana fosse troppo complessa per l’intelletto, quando, invero, il tempo procede progredendo solo in avanti ed i luterani, dal tempo, verranno di nuovo trascinati verso Roma.
Cioè si tende a confondere la modernità della intellettività dell ‘animo con il benessere economico.
Altrettanto Anita Prati dovrebbe considerare che i compiti sono stati sempre secondo ragione distinti, e, come non è ammesso il sacerdozio femminile allo stesso modo se va a guardare la pagina FB del Santuario di Santa Gemma Vergine in Abruzzo di oggi , ci sono i posts, del rito della preparazione del pane, secondo tradizioni che avvengono dal paganesimo, dove per questa attività debbono essere scrupolosamente tutte e soltanto donne, dove i maschi sono assolutamente non ammessi. Mentre nella vita civile la attività di fornaio è permessa per ambedue i generi.
Ecco, come non detto, sul sito della Casa Bianca, Donald Trump si è mostrato vestito da Papa e ciò che potrebbe sembrare un gioco della intelligenza artificiale può anche portare recondito un più serio auspicio che il prossimo Papa gli assomigli nel rapporto culturale e di pensiero relativo. Più o meno come Carlo II d’angiò che si prese Celestino V e se lo portò a Napoli.
La storia del potere è sempre identica
Purtroppo nemmeno Papa Francesco ha avuto il coraggio di riconoscere la piena parità uomo-donna all’interno della sua chiesa, riconoscendo giustamente anche per le donne la possibilità di accedere al sacerdozio, come avviene in altre chiese più moderne, aperte e paritarie della maschilista, arretrata e discriminatoria chiesa cattolica. L’unica consolazione per me è di non fare parte di questa chiesa. Ma papa Francesco resterà sempre nel mio cuore perché è stato un papa molto migliore di tanti suoi predecessori: si può stimare una persona anche non condividendone pienamente le idee e l’operato.