
C’è chi vorrebbe una parola più chiara di Leone XIV sulla Palestina, una più dura condanna della guerra, un interessamento maggiore verso Gaza; c’è chi lo vorrebbe a Kiev o a nella sua Chicago, dove la situazione si va via via facendo incandescente. C’è chi vorrebbe un intervento per affossare il Sinodo, oppure per rilanciarlo. Insomma, su tanti temi, anche di stretta e tragica attualità, non pochi avrebbero il desiderio di un Leone XIV più incisivo. E pure io, lo confesso, a volte mi trovo in questa situazione…
Poi mi fermo a riflettere. E osservo. È meno marcata — anche per carattere, timidezza, postura intellettuale, formazione — la voce di Prevost. Invece si sentono le voci di Pizzaballa, di Parolin, di Cupich, di Zuppi, di suor Clémence… ovvero si sentono voci locali, più ferrate in alcuni argomenti, dentro le situazioni più complesse e dolorose. Gente che vive, che «ha le mani in pasta» e la profondità di pensiero, di fede, di umanità per dire ed essere autorevole.
Forse siamo arrivati, a XXI secolo inoltrato, a un cattolicesimo meno papale, o postpapale? Un cattolicesimo in cui le voci locali, le Chiese del mondo e i loro pastori, i fedeli stessi possano far sentire la loro voce perché quella del papa è meno forte? Non so quanto questo sia un auspicio, una scelta, una necessità, una naturale conseguenza di una personalità (quella di Leone) riservata. Però, forse, ci troviamo di fronte a un cattolicesimo postpapale, che chiude la stagione comunicativa e di «governo» iniziata con il carismatico Giovanni Paolo II e finita con il carismatico Francesco.
Il che vorrebbe dire, anche, avere voci dissonanti e in contrasto: cosa che, peraltro, accade da anni, quando la polarizzazione era già fortissima con Bergoglio e i suoi detrattori (a cui è stata data ampia libertà di parola, pure dentro il collegio cardinalizio, oltre le narrazioni interessate).
Un cattolicesimo postpapale, dunque? Questo implicherebbe non poche conseguenze, a partire dal fatto che ci potrebbe essere una maggiore responsabilità del singolo credente: non è più il papa il terminale di ogni questione che accade sotto il sole, non è più la sua parola quella che, per l’orbe cattolico, risulta decisiva. Ci sono persone più competenti, più esperte, più formate in singoli ambiti: il papa non è più il «tutto» (ammesso che lo fosse anche prima).
E questo potrebbe davvero essere un passo avanti: che si chiami collegialità o sinodalità, condivisione o fratellanza; che sia semplicemente essere discepoli, con doni, carismi, ruoli diversi dell’unico Gesù di Nazareth. Ma la conseguenza non è di poco conto; la barca vede al suo interno tante figure. Allora, ad esempio, su Gaza conta di più quel che dice Pizzaballa, su Chicago Cupich, e così via. Fino alla flebile e decisa voce di suor Clémence, delle Piccole Sorelle di Gesù, voce autorevole nel parlare di poveri.
Un cattolicesimo postpapale chiede conversione di sguardi, di comunicazione, di attese: siamo pronti?
- Dal blog Vino Nuovo, 16 ottobre 2025







“Senza Papa non vi e’ Chiesa…” ci dovrebbe preoccupare invece che ” senza Gesu’ e senza Vangelo non c’e’ ne Chiesa ne Salvezza….
Al netto delle simpatie o antipatie personali, devo dire che Américamagazine sta facendo un buon lavoro nel seguire l’attuale magistero. Forse perché Leo è americano e certi argomenti sono più seguiti che in Italia, non mi pare che lo sentano così “post”. Per molti anni ho utilizzato Settimanews per filtrare Bergoglio, da maggio trovo che seguire un altro punto di vista aiuti. Non so ci siano altre pagine in Italia, ognuno può
fare un pò da sé.
Nei giorni scorsi ho ripensato a quante voci si siano radicalizzate in questi anni. Tosatti e Aldo Maria Valli 15 anni fa erano dei miti vaticanisti, Muller aiutava Gutierrez nei campi estivi in Sudamerica, Grillo è stato sempre aggressivo ma adesso si è barricato su Facebook. Perché deve sempre finire così?
Perché siamo nell’era della polarizzazione.
E molti non vogliono venir dimenticati, quindi facendo continuamente sparate incredibili rimangono al centro dell’attenzione
Senza Papa non vi è Chiesa …ogni altra opinione è purissimo luteranesimo..in cui troppo mondo ecclesiale è radicalmente immerso..e tanti pseudo vaticanisti
A me è più simpatico Leone di Francesco. Non ha il carisma di Woytila di certo, ma Francesco non mi pareva carismatico nel senso stresso del termine. Piuttosto originale e però il carisma neppure i papi lo hanno innato. Questo papa si sta dimostrano schivo? Forse, è presto per dirlo. Io non lo credo, penso che sia piuttosto prudente e “politico” nel senso più positivo del termine,
Sono completamente d’accordo con te! A me piace molto! Certi non è Giovanni Paolo II! MA ASPETTIAMO… Ognuno ha i suoi tempi!
Gentile signora, mi sembra che lei confonda testimonianza evangelica e mondanita’. Temo che per lei anche Gesu’ sarebbe stato poco “carismatico” .
Non mi sembra una buona idea e neppure molto originale. Declinazioni differenti nelle esperienze e nei giudizi di fede ci sono sempre stati ed è bene che ci siano per un arricchimento reciproco ma l’unità al di là e prima delle differenze è proprio la cifra di questo papato e la sostanza del compito affidato da Gesù a Pietro: pasci LE MIE pecore. Siamo suoi, siamo il suo corpo e i nostri tentativi di sfasciarlo non hanno grandi prospettive di successo
Questo concetto del postpapato lo trovo una scusa, una difesa di un assenza che sta lasciando i credenti interdetti. Certo abbiamo i vangeli e la bibbia per credere e farci da guida, ma ciò che era Francesco e Bergoglio, come cita il post, erano voce nel mondo, ancor prima che voci per l’uomo. Erano l’unica voce che si alzava verso il crescere del dominio del male nel mondo. Questo silenzio , questa assenza sui temi più forti che stanno anichilendo il mondo, i popoli, ed ancor prima la forma mentis della gente, questo inno innalzato ovunque dell’uomo forte , che impone la pace con la guerra , con lo sterminio, quando glinstessi popoli chiedono pace. Questa arroganza che sta impoverendo le genti, schiavizzandoli sfruttandoli uccidendoli, non conosce più una voce che grida nel deserto. E il predominio del male ormai è senza confini ovunque. Anche la grande Europa ormai inneggia vuole spinge per la guerra , solo.per arricchire i pochi a scapito di tutti. Non il papa non può tacere, non deve tacere, è rimasta ormai l’unica voce contro e tale deve essere ed esistere e farsi sentire.
Una volta che Gesù è risorto, sono stati i discepoli a diffondere il Vangelo con le loro vite tra le genti di tutto il mondo. Ognuno in situazioni differenti e fedeli sino al martirio.
Ogni Papa ci dona qualcosa di nuovo che serve in quel momento storico e parla sempre all’ intera umanità. Sono una grazia le persone che, nei territori dove vivono, diventano un megafono che amplifica il messaggio ; ci ricordano che ognuno di noi è chiamato a testimoniare quello che Gesù Cristo ci insegna e che il Santo Padre ,ogni benedetta domenica, non smette di chiedere.
Mi pare che nella Chiesa ci sia un serio e faticoso problema a comprendere che esiste una mancanza di autorità a prescindere dal Papa regnante (cfr.https://iltuttonelframmento.blogspot.com/2020/11/cattolicesimo-borghese-4.html).
Sarebbe utile rileggere il libro di Congar sulla papolatria.
È l’unico argomento sul quale Congar e Lefebvre sarebbero d’accordo
Un cattolicesimo postpapale in che cosa si differenzierebbe da altre Confessioni cristiane? Sarebbe ancora un cattolicesimo? Comunque, se ci sarà, speriamo che la barca non vada alla deriva, mentre si decide la rotta o, peggio, non che non affondi. Gesù ha assicurato che gli inferi non prevarranno contro la sua chiesa, non quella che si costruirebbero, eventualmente, gli uomini e le donne.
Il problema del cristianesimo oggi è che bisogna tornare ad una chiesa che abbia come obiettivo principale : salvare le anime…..punto, fuori i massoni modernisti dalla Chiesa
Se si tratta di fare arretrare la figura papale rispetto ad una rappresentatività sinodale della chiesa ben venga. Un progetto ambizioso che rende Leone XIV un papa molto interessante. Vedremo.
È una caratteristica sua, caratteriale. Ma anche dell’ordine agostiniano cui è molto legato. Ordine mendicante, ma non carismatico, più piccolo, meno diviso in gruppi (conventuali, spirituali) come i francescani. Meno verticalizzato dei Gesuiti.
Ha una laurea in filosofia, matematica e un dottorato in diritto canonico all’Angelicum. Non parla a braccio ma tende a dare il giusto peso alle parole.
Da qui a dire che non ha le mani in pasta o addirittura profondità di pensiero ce ne corre di tantissimo. È un monaco di formazione, ma ha fatto il missionario in Perù, sicuramente non è persona che ama i riflettori e non è un battitore libero.
Senza contare che Pizzaballa Zuppi e Parolin c’erano anche prima, io li ho sempre seguiti perché mi piacciono tutti e tre.
Zuppi è stato ordinato vescovo da Ratzinger, era già legato a Sant’Egidio e Benedetto è andato più volte al pranzo di Natale o in al visita ad altre strutture, credo che si siano conosciuti cosi. Inviato da Bergoglio a trattare con Biden e Putin. Non è che devi accorgertene oggi della sua esistenza..
Se permette me ne accorgo quando mi va.
Basta non far passare la scoperta dell’acqua calda (parliamo rispettivamente del Segretario di Stato Vaticano, del Presidente della Cei e del Patriarca latino) come una “novità”. Poi la Chiesa è grande, ci sta non conoscere tutti, questi in particolare erano molto conosciuti anche prima, non sono andati a prenderli in Groenlandia…
“allora, ad esempio, su Gaza conta di più quel che dice Pizzaballa, su Chicago Cupich, e così via. Fino alla flebile e decisa voce di suor Clémence, delle Piccole Sorelle di Gesù, voce autorevole nel parlare di poveri.”
Faccio un pizzico di fatica a capire cosa avrebbero detto Pizzaballa Cupich ecc. di diverso dall’attuale pontefici a parte le simpatie dell’autore.
Non c’è bisogno di parlare di postpapato per dire che non si ha in simpatia Leone come era impetuosamente avvenuto con Francesco…