Dieci parrocchie, un solo parroco

di:

borghi

La riorganizzazione delle parrocchie dovuta alla diminuzione dei presbiteri manifesta che la trasformazione in atto riguarda la gestione delle risorse, ma ancor più l’identità teologico-pastorale delle comunità con cui la Chiesa abita il territorio.

Attingendo a Sacrosanctum concilium e in chiave antropologica, Stefano Borghi indaga la dimensione liturgica messa alla prova da questa situazione nel volume Dieci parrocchie e un solo parroco. Quali celebrazioni? Quali comunità?, pubblicato nella collana Sophia della Facoltà teologica del Triveneto in coedizione con Edizioni Messaggero Padova (Didachè. Percorsi, 18, pp. 304, € 32,00).

Ampio spazio nello studio è dedicato alle celebrazioni domenicali in assenza di presbitero, per le quali occorre superare visioni fuorvianti. Investire sull’«efficacia rituale» – per cui il rito realizza la sua capacità performativa per l’iniziazione alla fede ecclesiale – è la via che viene qui proposta.

Il lavoro di Borghi – come dichiara nell’Introduzione lo stesso autore (presbitero della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, docente e direttore dello Studio teologico di Reggio Emilia) – ha origine dal vissuto pastorale e compendia considerazioni e interrogativi che, da decenni, accompagnano i progetti di unità pastorale sempre più diffusi in Italia e non solo.

Il testo si struttura in tre parti, secondo il metodo teologico pastorale: la prassi osservata (1. La vita liturgica alla prova della riorganizzazione territoriale delle parrocchie) apre l’opportunità di un approfondimento (2. L’efficacia rituale del momento celebrativo), il quale a sua volta permette un ritorno alla prassi (3. Celebrare il giorno del Signore nella trasformazione territoriale delle Chiese locali) con nuove consapevolezze e criteri orientativi.

Quest’ultima parte intende offrire orientamenti per accompagnare la progettualità liturgica ma – avverte l’autore – non nella forma di un progetto pastorale definito e concreto, come se fosse possibile costruirlo in astratto, a prescindere dai contesti. Piuttosto si tratta di offrire linee guida: «Sono, anzitutto, esplicitati alcuni criteri generali: radunare assemblee che abbiano le condizioni e la capacità per porre in essere un rito, uscire da quella prospettiva binaria che non valorizza le celebrazioni diverse dalla messa, riconoscere nella prassi le esperienze diversificate di liturgia. In secondo luogo, sono raccolte, in modo ordinato, alcune considerazioni sulle celebrazioni domenicali in assenza di presbitero. Infine, l’invito accorato a incrementare l’esperienza liturgica domenicale, immaginando percorsi circolari tra piccole e grandi assemblee liturgiche che, in prospettiva iniziatica, giungano a offrire – con cura competente e opportuna gradualità – l’ineguagliabile ricchezza rituale della celebrazione eucaristica».

Alla Conclusione sono affidate alcune prospettive aperte – riguardanti la ricerca teologica, l’iniziazione all’esperienza rituale, la promozione dei ministeri per l’accompagnamento della trasformazione territoriale – per cui sono accennate alcune possibili piste di approfondimento.

L’autore, Stefano Borghi, è presbitero della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla; ha ottenuto la licenza in Teologia pastorale e il dottorato presso la Facoltà teologica del Triveneto. È docente e direttore dello Studio Teologico di Reggio Emilia; dal 2020 è membro del consiglio direttivo dell’Associazione italiana catecheti.

  • Stefano Borghi, Dieci parrocchie e un solo parroco. Quali celebrazioni? Quali comunità?, Collana: Sophia. Didachè. Percorsi, 18, Edizioni Messaggero Padova – Facoltà Teologica Triveneto, pp. 304, € 32,00, ISBN 978-88-250-5934-2.
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2 Commenti

  1. Leandro 24 maggio 2025
  2. Don Raffaele 23 maggio 2025

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