Santa Sede – Corpo diplomatico: Guerra mondiale a pezzi

di:

discorso al corpo diplomatico

Per chi volesse verificare l’espressione di Francesco, “guerra mondiale a pezzi” può leggere l’elenco delle guerre che il papa ha fatto nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (8 gennaio).

La parola “pace” risuona 28 volte nel testo: «Parola tanto fragile e nel contempo impegnativa e densa di significato. Ad essa vorrei dedicare la nostra riflessione odierna, in un momento storico in cui è sempre più minacciata, indebolita e in parte perduta. D’altronde, è compito della Santa Sede, in seno alla comunità internazionale, essere voce profetica e richiamo della coscienza».

Nel discorso, che costituisce un appuntamento fisso nelle prime settimane di ogni anno, vi è un fascio di argomenti che ritornano, secondo accentuazioni diverse, talora arricchiti di qualche nuova indicazione. Si possono ricordare: l’ONU e il suo funzionamento, la pace fra gli stati e le società civili, il multilateralismo diplomatico, i diritti umani e i “nuovi diritti”, i viaggi apostolici, le guerre, accordi e trattati, le persecuzioni anticristiane, le migrazioni ed eventi globali come il Covid o, quest’anno, l’intelligenza artificiale.

L’appassionata denuncia delle guerre inizia dal conflitto Israele-Palestina con la confermata denuncia dell’attacco terroristico a Israele e la provocata «forte risposta militare israeliana» a cui si può riferire il successivo invito a esercitare un diritto di legittima difesa con un uso proporzionato della forza. «Auspico che la comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme».

Il doloroso elenco continua con la Siria, il Myanmar e, soprattutto, la guerra russa contro l’Ucraina e il conflitto armeno-azerbaigiano. Israele e Ucraina sono le guerre più minacciose per il loro potenziale allargamento.

Le violenze belliche in Africa sono in Tigray, Sudan e Etiopia con gravi conseguenze sul Corno d’Africa, Camerun, Mozambico, Congo.

Nelle Americhe si registrano tensioni molto pericolose in Venezuela, Guyana e Nicaragua.

Complessivamente, sembra spegnersi la domanda di “rinnovamento profondo” registrato da Pio XII all’indomani della seconda guerra mondiale. Uno degli elementi più forti delle nuove guerre è il pieno coinvolgimento della popolazione civile con la necessità di implementare lo ius in bello, il diritto umanitario nello scontro bellico. Se fossimo consapevoli della sofferenza dei popoli coinvolti nei conflitti, «guarderemmo alla guerra per quello che è. Nient’altro che un’immane tragedia e “un’inutile strage” che colpisce la dignità di ogni persona su questa terra».

Attività diplomatica

Oltre alle indicazioni sulla guerra, si ricordano nel testo i numerosi appuntamenti elettorali di quest’anno, l’emergenza ambientale, la crescente persecuzione anti-cristiana, la sfida dell’intelligenza artificiale. Torna anche la denuncia della sovrapposizione dei “nuovi diritti” (non disciplinabili) con i “vecchi diritti”. In quest’ambito, risuona l’appello a proibire a livello universale la pratica della maternità surrogata.

È utile ricordare la dimensione dell’attività diplomatica della Santa Sede. Gli stati che hanno relazioni diplomatiche piene sono 184 a cui si aggiungono gli uffici accreditati della Lega degli stati arabi, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dell’alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

La Santa Sede è presente in molti istituti sovra-nazionali come l’Unesco (educazione), la FAO (alimentazione), l’Organizzazione mondiale della sanità, il Consiglio mondiale dell’alimentazione, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, il Consiglio economico e sociale, le Commissioni economiche regionali.

È stata membro fondatore per l’Alto commissariato per i rifugiati, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, l’Organizzazione mondiale del turismo.

È presente nell’Unione Europea e nel Consiglio d’Europa e nell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) a titolo di membro (non solo osservatore), perché fu la condizione posta dall’URSS per entrare nell’istituzione.

Da segnalare l’annotazione relativa al viaggio in Sud Sudan che conferma un processo di ridefinizione del primato pontificio, a sostegno di tutte le Chiese cristiane, il fatto cioè di avere compiuto la visita assieme all’anglicano arcivescovo di Canterbury e al moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto