La vita degli animali

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Il 20 settembre scorso a Sairano (PV) istituzioni e polizia hanno eseguito l’abbattimento forzato di 9 maiali custoditi nel “santuario” per animali gestito dalla associazione Cuori Liberi. Della precedente mobilitazione e del prosieguo – con una manifestazione a Milano sabato 7 ottobre che ha visto la partecipazione di circa 10.000 persone – rende conto il presidente della LAV Gianluca Felicetti. L’intervista è curata da Giordano Cavallari.

  • Presidente, qual è la motivazione dell’abbattimento degli animali custoditi a Sairano?

L’uccisione è avvenuta nell’ambito della applicazione del regolamento della U.E. atto a contenere la diffusione della peste suina africana (PSA). Questo prevede che, laddove vi siano animali morti o malati per PSA – suidi (cinghiali e maiali), sia domestici che selvatici – anche gli altri animali della stessa specie debbano essere abbattuti in via preventiva. Ciò avviene per ragioni sostanzialmente economiche. La PSA non è infatti trasmissibile all’essere umano.

Lo stesso regolamento europeo prevede tuttavia eccezioni ove e quando l’uccisione di animali possa essere evitata, naturalmente a certe condizioni, opportunamente valutate dagli organi di sicurezza sanitaria.

  • Quali sono gli organi competenti? E chi ha deciso a Sairano?

L’ATS veterinaria e i servizi veterinari della regione Lombardia, l’istituto zooprofilattico e il commissario straordinario recentemente nominato dal ministro della salute per il contrasto della PSA. Dopo la raccolta dei documenti da parte degli organismi citati, l’ultima parola l’ha data il Commissario governativo.

  • Cosa stava avvenendo a Sairano e perché si parla di “santuari”? 

A Sairano c’è un rifugio, come tanti altri in Italia e nel mondo, definiti “santuari” dalla traduzione della parola sanctoris in inglese, in cui sono protetti e curati animali sottratti a maltrattamenti; anche animali sequestrati dalle stesse forze di polizia.

L’associazione Cuori Liberi è una Onlus locale che ha adattato una cascina della campagna pavese allo scopo; dalla sua fondazione ha offerto rifugio e cure a quasi 300 animali maltrattati: oltre a suini, bovini, ovini e volatili.

L’associazione Cuori Liberi svolge pure attività educative e di sensibilizzazione alla vita animale: è aperta al pubblico – ovviamente a bambini e scolaresche – per visite didattiche.

Nel caso in discussione, alcuni dei maiali in protezione erano stati affidati dalla organizzazione che presiedo – la LAV (Lega Anti Vivisezione) – a seguito del rilievo di maltrattamenti con conseguente sequestro e condanna penale dell’allevatore interessato. L’intento era – come sempre per noi – dare a questi animali una “seconda” possibilità di vita.

  • La peste suina era giunta anche nella cascina di Cuori Liberi?

Tra fine agosto e i primi di settembre scorsi Cuori Liberi ha riscontrato alcuni animali malati ed ha provveduto, con i propri veterinari, ad avviare le cure e a mettere in atto le misure di prevenzione della diffusione della malattia, come richiesto dalla normativa e dalla ATS competente per territorio, poiché tutta la zona era divenuta, nel mentre, “zona rossa”. Nello stesso periodo, nel pavese, è stato determinato l’uccisione di circa 30.000 maiali negli allevamenti a scopo di produzione di carne.

  • Nel caso di contagio negli allevamenti cosa accade?

Negli allevamenti la vita degli animali ha un valore puramente economico. L’abbattimento genera pertanto un danno puramente economico. Pertanto, il Governo ha recentemente stanziato 19 milioni di euro per i risarcimenti agli allevatori: altri ne erano stati stanziati prima e altri ne stanzierà poi, al fine di colmare il vuoto fisico lasciato dagli animali uccisi con nuovi animali vivi e riprendere rapidamente l’attività. L’allevatore non subisce, in questo modo, alcun danno economico.

  • Mentre nel caso dei “santuari” in cui entra la peste suina, che succede?  

Nei “santuari”, chiaramente, gli animali non hanno valore economico, bensì hanno valore di per sé, quali esseri viventi, oltre ad avere un grande valore affettivo per chi si prende cura di loro. E per questo non esiste alcun risarcimento.

  • Cosa è precisamente avvenuto il 20 settembre scorso?

La possibilità di deroga, prevista dal Regolamento europeo, non è stata presa in considerazione per il “santuario” di Sairano, benché la situazione fosse ben diversa da quella degli allevamenti, sia pure in presenza della malattia.

Al momento della irruzione delle forze di polizia nella cascina erano 9 i maiali – ciascuno col proprio nome – in vita, alcuni malati altri no. Nei giorni e nelle settimane precedenti altri erano morti.

L’intervento della polizia è stato richiesto dal commissario governativo, col coinvolgimento, quindi, del questore e del prefetto di Pavia. Ciò è parso chiaramente spropositato, col rinforzo, persino, dei reparti della celere da Milano. Ci sembra che un tale dispiegamento di forze fisiche meritasse ben altra circostanza di ordine pubblico.

I volontari hanno opposto resistenza passiva, totalmente non-violenta, perché tutta la nostra pratica è totalmente non-violenta nei confronti di tutti gli esseri viventi. Eludendo, quindi, le possibilità di resistenza degli attivisti, la polizia ha facilitato l’azione dei veterinari della ATS, mentre ai veterinari di Cuori Liberi è stato incredibilmente vietato l’accesso.

  • Come sono stati uccisi gli animali?

Secondo la normativa, si può impiegare l’elettricità o il gas, ma non è escluso l’uso di armi da fuoco. Le esecuzioni avvengono sul posto, per poi procedere allo smaltimento dei corpi e dei materiali impiegati per evitare ogni possibile contaminazione. Nel sappiamo esattamente come siano andate le cose a Sairano, perché nessuno degli attivisti ha assistito direttamente. Sarà il TAR regionale a dircelo, quando giungerà a termine la pratica del ricorso che avevamo già in precedenza avviato.

  • Quale ricorso amministrativo è dunque in atto?

LAV, con Cuori Liberi, la Rete dei santuari italiani e LNDC Animal Protection – quindi ben quattro organizzazioni -, col nostro ufficio legale, aveva già avviato un ricorso al TAR della Lombardia per la sospensione del provvedimento, ben prima del 20 settembre: il TAR non lo aveva immediatamente sospeso, rimandando il giudizio alla data del 5 ottobre. Il buon senso e di giustizia avrebbe voluto che sino al 5 ottobre il provvedimento non fosse eseguito. Così non è stato.

  • Si sono verificati altri casi analoghi in Italia nello stesso periodo?

In altri “santuari” – sono ormai centinaia in Italia e ospitano migliaia di esseri animali – non è avvenuto nulla di simile. Anzi, in altri casi di privati che hanno preso in cura animali in casa propria – quando in Liguria e in Piemonte si sono verificati i primi casi di PSA all’inizio 2022 – è stata correttamente adottata la deroga prevista dalla UE da parte del Ministero della Salute per effetto delle nostre stesse azioni.

Ciò amplifica il caso di Sairano e ne fa un evento-simbolo, specie per le modalità con cui è avvenuto, che definiamo di “pulizia specista”.

  • Quali manifestazioni ha innescato il fatto?

Sabato 7 ottobre è avvenuta una grande manifestazione per le vie del centro di Milano. Vi hanno partecipato circa 10.000 persone: una proporzione mai raggiunta a livello nazionale e, penso internazionale, per le nostre motivazioni. È stata, naturalmente, una manifestazione totalmente pacifica e non violenta, a difesa degli “ultimi tra gli ultimi” esseri viventi: questi poveri animali destinati alla macellazione, maltrattati, salvati e ancora uccisi, anche se sani.

Chiaramente la manifestazione ha espresso tanto altro. Sono circa 4 milioni i maiali che, ogni anno, vengono macellati in Italia per produrre carni da banco. Nei sentimenti dei partecipanti – molti giovani – c’è il desiderio della fine della strage: questi animali non dovrebbero essere fatti nascere per quella sorte.

Dopo la manifestazione – il lunedì successivo 9 ottobre – ha avuto luogo una importante conferenza stampa in Parlamento, con una interlocuzione giunta al Ministro della Salute Schillaci e al Sottosegretario Gemmato, a cui abbiamo chiesto la definizione di precisi protocolli di applicazione della normativa europea, per evitare che altri “casi Sairano” abbiano a ripetersi.

  • Un’ultima domanda: cosa propone all’opinione pubblica italiana e a chi frequenta le chiese?

Sono vegano da 23 anni e vegetariano dai precedenti 20. Propongo a tutti di fare le stesse scelte. A qualsiasi età è possibile, con grande soddisfazione personale. Le mie motivazioni al riguardo sono etiche, come penso si sia ben capito. Ciascuno di noi può contribuire a ridurre la violenza e lo spargimento di sangue. Ciascuno di noi può decidere di essere meno corresponsabile della strage che avviene ogni giorno, con benefici per la nostra salute e contro la rapina delle produzioni vegetali nel Sud del mondo per far ingrassare animali da uccidere nel Nord del Pianeta.

Noi occidentali disponiamo peraltro oggi di molte scelte alternative alla alimentazione animale, senza mancare di nulla che ci sia necessario.

Ripeto, inoltre, quello che sta dicendo la FAO proprio in questi anni: la riduzione del consumo e della produzione da animali gioverebbe grandemente alla riduzione dei gas serra e degli inquinanti che stanno determinando i disastrosi cambiamenti climatici.

Non mancano le riflessioni e gli esempi storici illustri: da Platone a Leonardo, sino a Gandhi e a molti contemporanei. Anche molti religiosi e santi si possono citare.

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