USA-immigrati: dignità, non deportazione

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Il 12 novembre, la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha pubblicato un «messaggio speciale» sulla immigrazione. È la prima volta che i vescovi ricorrono a questo tipo di dichiarazione dal 2013, quando si sono espressi contro l’obbligo contraccettivo previsto dall’Affordable Care Act. Il messaggio è stato approvato dai vescovi durante la loro assemblea plenaria a Baltimora (10-13 novembre) con 216 voti a favore, cinque contrari e tre astensioni.

Come pastori, noi vescovi degli Stati Uniti siamo legati al nostro popolo da vincoli di comunione e compassione in Nostro Signore Gesù Cristo. Siamo turbati quando vediamo tra la nostra gente un clima di paura e ansia intorno alle questioni della profilazione e dell’applicazione delle leggi sull’immigrazione. Siamo rattristati dallo stato del dibattito contemporaneo e dalla diffamazione degli immigrati. Siamo preoccupati per le condizioni nei centri di detenzione e la mancanza di accesso all’assistenza pastorale.

Deploriamo che alcuni immigrati negli Stati Uniti abbiano perso arbitrariamente il loro status giuridico. Siamo turbati dalle minacce alla sacralità dei luoghi di culto e alla natura speciale degli ospedali e delle scuole. Siamo addolorati quando incontriamo genitori che temono di essere arrestati mentre accompagnano i figli a scuola e quando cerchiamo di consolare i familiari che sono già stati separati dai loro cari.

Nonostante gli ostacoli e i pregiudizi, generazioni di immigrati hanno dato un contributo enorme al benessere della nostra nazione. Noi vescovi cattolici amiamo il nostro Paese e preghiamo per la sua pace e prosperità. Proprio per questo motivo, in questo contesto, ci sentiamo in dovere di alzare la voce in difesa della dignità umana donata da Dio.

La dottrina sociale cattolica esorta le nazioni a riconoscere la dignità fondamentale di tutte le persone, compresi gli immigrati. Noi vescovi sosteniamo una riforma significativa delle leggi e delle procedure sull’immigrazione della nostra nazione. La dignità umana e la sicurezza nazionale non sono in conflitto. Entrambe sono possibili se le persone di buona volontà lavorano insieme.

Riconosciamo che le nazioni hanno la responsabilità di regolamentare i propri confini e di istituire un sistema di immigrazione giusto e ordinato per il bene comune. Senza tali processi, gli immigrati corrono il rischio di essere vittime di traffici e altre forme di sfruttamento. Percorsi sicuri e legali servono da antidoto a tali rischi.

L’insegnamento della Chiesa si basa sulla cura fondamentale per la persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1,27). Come pastori, guardiamo alla Sacra Scrittura e all’esempio del Signore stesso, dove troviamo la saggezza della compassione di Dio. La priorità del Signore, come ci ricordano i Profeti, è per coloro che sono più vulnerabili: le vedove, gli orfani, i poveri e gli stranieri (Zaccaria 7,10).

Nel Signore Gesù vediamo Colui che si è fatto povero per noi (2 Corinzi 8,9), vediamo il Buon Samaritano che ci solleva dalla polvere (Luca 10,30-37) e vediamo Colui che si trova negli ultimi (Matteo 25). La cura della Chiesa per il prossimo e la nostra cura qui per gli immigrati è una risposta al comando del Signore di amare come Lui ci ha amati (Giovanni 13,34).

Ai nostri fratelli e sorelle immigrati, siamo al vostro fianco nella vostra sofferenza, poiché, quando un membro soffre, tutti soffrono (cfr. 1 Corinzi 12,26). Non siete soli!

Notiamo con gratitudine che molti dei nostri sacerdoti, religiosi consacrati e fedeli laici già accompagnano e assistono gli immigrati nel soddisfare i loro bisogni umani fondamentali. Esortiamo tutte le persone di buona volontà a continuare e ampliare tali sforzi.

Ci opponiamo alla deportazione indiscriminata di massa delle persone. Preghiamo affinché cessino la retorica disumanizzante e la violenza, sia nei confronti degli immigrati che delle forze dell’ordine. Preghiamo affinché il Signore guidi i leader della nostra nazione e siamo grati per le opportunità passate e presenti di dialogo con i funzionari pubblici e i rappresentanti eletti. In questo dialogo, continueremo a sostenere una riforma significativa dell’immigrazione.

Come discepoli del Signore, rimaniamo uomini e donne di speranza, poiché la speranza non delude! (cfr. Romani 5,5). Possa il manto di Nostra Signora di Guadalupe avvolgerci tutti nella sua cura materna e amorevole e avvicinarci sempre più al cuore di Cristo.

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