Sulla chiusura di un blog “tradizionalista”: domande aperte

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tradizionalismo

Dall’11 luglio, il blog Messa in latino è stato bloccato da Google e non è più visibile. Esiste ancora ed è attivo su X (ex Twitter). Il blog era nato nel 2007 sulla scia del motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI sulla celebrazione della messa nel rito antico; dal 2013 il blog è stato una voce fortemente critica verso il pontificato di Francesco e verso i suoi provvedimenti contro la celebrazione del rito in latino della messa.

Su internet, il blog è stato rimosso. E la comunicazione è secca: «Spiacenti, il blog all’indirizzo lamessainlatino.blogspot.com è stato rimosso». La notizia ha fatto il giro del mondo ed è stata commentata da siti e da vaticanisti di diversa nazionalità. Il blog, infatti, si era guadagnato negli anni non solo un consistente traffico ma anche una sua credibilità per anticipazioni e indiscrezioni sul Vaticano.

mil rimosso

Secondo le notizie filtrate, la rimozione è stata motivata ai titolari da una comunicazione in inglese che lamenta la violazione delle linee-guida della comunità che fa capo a Google. Nello specifico, i gestori del blog sono stati accusati di aver violato con alcuni contenuti la politica sull’incitamento all’odio (hate speech). Niente di più, e, soprattutto, nessuna precisazione su quali contenuti, nello specifico, avrebbero propagandato tale incitamento all’odio. I gestori del blog hanno naturalmente annunciato ricorso, i cui tempi non sono facilmente prevedibili. In ogni caso, la decisione di Google ha sollevato un’ondata di indignazione tra i blog e i siti conservatori cattolici.

Alcune considerazioni

Al di là delle specifiche prese di posizione, una visione più equilibrata dovrebbe tenere presenti alcuni fattori, almeno ad avviso di chi scrive.

Certamente alcuni siti conservatori cattolici hanno avuto e mantengono una scrittura fortemente critica verso il pontificato di papa Francesco e verso alcuni settori o persone che nella Curia e nella Chiesa si sono dimostrati solidali verso il papa. Ancora non si vede una tendenza simile nei confronti di papa Leone XIV, ma siamo in una fase di avvio del pontificato e dunque di attesa. Però verso papa Francesco si è scatenata nel corso degli anni, a partire dall’esortazione apostolica Amoris laetitia e dalle presunte aperture verso divorziati e risposati, una vera e propria campagna contraria al papa, accusato di eresia.

Il picco è stato toccato con il memoriale di mons. Viganò, diffuso nel 2018 in coincidenza con il rientro del papa dal viaggio in Irlanda per la Giornata mondiale delle famiglie. Memoriale – sia detto per inciso – che, tra l’altro, conteneva accuse con nomi e cognomi per dimostrare l’esistenza di una presunta «lobby gay» nella Chiesa. Il testo del memoriale non è mai stato “bannato” o rimosso dalla Rete, nonostante le pesanti accuse in esso contenute.

La scrittura critica da parte di molti siti tradizionalisti è spesso sfociata in offese, insulti, dichiarazioni e post sui social media decisamente pesanti. Uno studio in questo senso, molto dettagliato, con l’analisi e la pubblicazione dei principali post pieni di insulti, relativo alla Pontificia Accademia per la Vita (PAV), come esemplificazione di una generale tendenza, è stato pubblicato nel 2023 (Followers Contro. Twitter scompiglia la Chiesa, Marcianum Press, Venezia) e aggiornato nel numero 2/2025 della rivista La Scuola Cattolica (Contro Papa Francesco. Un «disordine informativo pianificato»). Leggendo questi testi e la loro ricca documentazione, si vede con chiarezza come non siano mai stati presi prima provvedimenti verso gli autori di contenuti con insulti e offese e incitamento all’odio.

Chi scrive – mi sia permesso citare un’esperienza personale – in diversi casi ha segnalato la presenza sui social media di contenuti fuorvianti o di espressioni di odio dirette contro la PAV, contro il suo presidente (mons. Vincenzo Paglia), contro papa Francesco, ritenuto ovviamente il primo responsabile del nuovo corso della PAV che, a giudizio dei siti tradizionalisti, era animato dall’intenzione di smantellare il Magistero morale di Giovanni Paolo II. In nessun caso i gestori dei social media (Twitter, poi X, e Facebook) hanno allora ritenuto di dover intervenire, o di dover dare spiegazioni circa il loro mancato intervento. Si può comprendere, dunque, come le segnalazioni degli utenti siano in generale poco ascoltate. Tranne, a quanto pare, nel caso in questione, quello del blog Messa in latino, cosa che solleva qualche legittima domanda sulle effettive intenzioni del provvedimento.

Un’altra domanda riguarda poi la “competenza” di chi emette provvedimenti restrittivi. Se le ragioni non vengono spiegate in maniera dettagliata, si può sospettare che si tratti di censure e non di interventi a tutela degli utenti.

Anche qui un caso personale può servire da esempio. Tre anni fa, non c’è stato verso di scrivere su Wikipedia una voce su un noto teologo moralista italiano, docente in diverse Università Pontificie. È certamente uno dei teologi di punta della Pontificia Accademia per la Vita e del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II di Roma. Ma, per i revisori di Wikipedia, tanto non bastava a giustificare la necessità di dedicare a lui una voce «enciclopedica». Bocciatura senza appello, nonostante il testo confezionato rispettasse i requisiti dell’«enciclopedia libera». E, alla richiesta di poter accedere a un livello di verifica superiore al revisore anonimo, la risposta è stata che non era possibile proprio per le caratteristiche dell’«enciclopedia libera», il cui carattere di revisione è «orizzontale». Sarà anche «orizzontale», ma in questo caso si è operata una censura, tenendo presente che, almeno in tedesco, una voce sul teologo in questione esiste da tempo.

Per (non) concludere

Nella vicenda del blog Messa in latino è in questione certamente la libertà di stampa e il suo significato nell’era dei social media, nell’era di Internet e di tutte le forme di comunicazione che diventano possibili sulla rete. Servirebbe però un dibattito più ampio, anche all’interno del mondo ecclesiale, per accrescere la capacità di distinguere tra contenuti informativi affidabili, posizioni ideologiche di avanguardia o di retroguardia, mettendo il fruitore dei contenuti stessi nella posizione di un osservatore capace di formarsi un giudizio documentato.

Come scrive Nicholas Carr (Superbloom, Cortina, Milano 2025), i media elettronici creano una iperrealtà nella quale siamo immersi – onlife, direbbe Luciano Floridi – ma, allo stesso tempo, riconfigurano la realtà per adattarsi a ciò che l’iperrealtà offre, dunque la proliferazione di notizie false e di teorie complottiste.

Nel caso specifico, chiudere il blog Messa in latino non aiuta certo a purificare il discorso dai «contenuti d’odio» e dalla iperrealtà; gli uni e l’altra esistono ed esisteranno a prescindere. Inoltre, il carattere decisamente estemporaneo di questo intervento non facilita una serena discussione sui media digitali e sui loro effetti.

Resta ancora forte la polarizzazione ecclesiale. Dietro la quale si celano interessi economici e politici sottaciuti ma piuttosto evidenti, se si guarda, ad esempio, alle politiche sociali discriminatorie dell’amministrazione Trump e alle giustificazioni delle stesse offerte dal vicepresidente, il cattolico JD Vance. E gli appelli di papa Leone XIV a una pacificazione all’interno della Chiesa, mossi dal desiderio di chiudere o di limitare questa fase di estrema polarizzazione, avrebbero bisogno di una decisa e chiara strategia comunicativa per diventare efficaci.

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25 Commenti

  1. Adriano Bregolin 24 luglio 2025
  2. Lucas 22 luglio 2025
  3. Angela 16 luglio 2025
    • Gian Piero 16 luglio 2025
      • Angela 16 luglio 2025
  4. Alessandro 16 luglio 2025
  5. Gian Piero 15 luglio 2025
  6. Roberto 15 luglio 2025
  7. Luigi Casalini 15 luglio 2025
  8. Pietro 15 luglio 2025
  9. Alessandro Benassi 15 luglio 2025
    • Adelmo Li Cauzi 16 luglio 2025
      • Alessandro Benassi 24 luglio 2025
  10. Angela 15 luglio 2025
  11. Marco 15 luglio 2025
    • Efrem 16 luglio 2025
      • Marco 16 luglio 2025
    • Luigi 16 luglio 2025
      • Marco 20 luglio 2025
  12. Enrico Marino 15 luglio 2025
  13. Antonio Franceschi 15 luglio 2025
  14. Fabio Cittadini 15 luglio 2025
    • Angela 15 luglio 2025
    • Antonio 15 luglio 2025
  15. Angela 15 luglio 2025

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