Contro la censura

di:

gergiev

Il concerto previsto alla Reggia di Caserta per il 27 luglio, che sarebbe stato diretto da Valerij Gergiev, è stato annullato a seguito di numerose pressioni che hanno coinvolto varie forze politiche, sia quelle governative sia quelle dell’opposizione. A seguire, a distanza di poche ore, è stato annullato anche il concerto del pianista Alexander Romanovsky, previsto a Bologna per il 5 agosto.

Come intellettuali e come musicisti siamo chiamati a riflettere su questi avvenimenti di attualità.

***

Innanzitutto, va detto che entrambi gli artisti sono personaggi di grande rilevanza artistica.

Valerij Abisalovič Gergiev è uno dei direttori d’orchestra più famosi al mondo. Nato a Mosca nel 1953, direttore artistico dal 1988 del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo (uno dei teatri d’opera più importanti al mondo, il luogo dove sono nate alcune tra le opere più importanti della tradizione lirica russa) ha diretto nei più importanti teatri del mondo: la Scala di Milano, San Francisco Opera, Royal Opera House di Londra, Metropolitan di New York ecc. Dunque, un direttore di fama mondiale, la cui autorevolezza è sempre stata riconosciuta anche dalle istituzioni musicali occidentali. Nel 2001 gli è stata conferita, dal Presidente Ciampi, la onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, una delle massime nel nostro Paese.

Eminente direttore sia nel repertorio russo, sia in quello occidentale – con particolare riguardo a quello italiano – possiamo apprezzarlo ad esempio nella direzione di Sheherazade di Rimskij Korsakov (link) oppure nella Forza del destino di Verdi (link).

Dal 2022 però è malvisto in Occidente per la sua dichiarata approvazione del Governo di Putin.

Alexander Romanovsky, nato in Ucraina nel 1984, è un pianista che si è affermato a livello internazionale vincendo a soli 17 anni il prestigioso Concorso Busoni di Bolzano, nel 2001. Ottenuta la cittadinanza italiana, è attualmente docente presso il Conservatorio di Pavia. A lui si imputa una presa di distanza dal Governo di Zelensky e una tendenza a evidenziare le eventuali responsabilità del presidente ucraino nella situazione di conflitto e in particolare nella condizione delle minoranze russe in Ucraina.

A proposito di Romanovsky, va detto che avendo saputo dell’annullamento del suo concerto ha proposto di esibirsi online, da casa sua, per non fare mancare il suo contributo artistico a coloro che lo apprezzano.

***

Le affermazioni di chi ha voluto censurare questi artisti sono di natura esclusivamente politica, senza riferimenti alla loro opera artistica. Tra questi, ci sono nomi famosi: ad esempio, Nicola Piovani, che nell’enfasi della sua dichiarazione è scivolato in una gaffe storica, attribuendo a Richard Wagner l’appartenenza al partito nazista che, come ben si sa, nacque circa quaranta anni dopo la morte del compositore; ed anche immaginare nell’opera wagneriana una sorta di preannuncio di quel tragico delirio è improprio, benché spesso presunto: improprio perché non tiene conto della complessità del personaggio, della sua esperienza di vita e di produzione artistica, della forza del suo mito (pensiamo, ad esempio, all’Anello del Nibelungo), che si presta a letture molteplici e polisemiche, difficilmente riconducibili a un’ideologia.

Credo sia molto problematico assimilare un artista e la sua opera a un qualsiasi regime politico, benché ogni opera sia nata evidentemente in un contesto e quindi sia anche un’eco di quel contesto. L’arte, lo sappiamo bene – ce lo hanno insegnato i grandi Maestri – trascende la contingenza e proprio in virtù della sua intrinseca polisemia non può essere ridotta a pura ideologia del potere. Altrimenti non è arte, ma solo artifizio retorico.

Certamente, la condizione degli artisti nei regimi totalitari è sempre stata difficile, nella necessità di scegliere tra la possibilità di esprimere la propria arte ovvero di esserne esclusi per motivi puramente ideologici. Questo spiega, secondo me, la collusione di artisti straordinari, come ad esempio Richard Strauss con il governo tedesco degli anni Trenta, oppure di Respighi, Casella, Zandonai e molti altri col tragico regime del Ventennio in Italia.

In alcuni casi, poi, il conflitto interiore prodotto da queste circostanze ha portato a grandi sofferenze personali (e, di rimando, a straordinarie elaborazioni artistiche): è il caso, ad esempio, di Sostakovic sotto il regime sovietico. In ogni caso, l’arte di questi grandi ha trasceso il contesto politico, ergendosi a testimonianza di valori che rappresentano l’umano nella complessità inestricabile della sua natura, in costante tensione tra il Bene e il Male.

***

A fronte dell’agguerrita schiera di chi ha imposto la censura a Gergiev e a Romanovsky si sono levate anche voci di dissenso, che hanno espresso preoccupazione non solo per quanto deciso in questo momento, ma anche per il rischio di innescare un processo che potrebbe diventare incontrollabile, anche alla luce dell’art. 33 della nostra Costituzione, che recita: «L’arte è libera e libero ne è l’insegnamento».

gergiev

Cito l’autorevole voce della prof. Giuseppina La Face, professore ordinario nell’Università di Bologna: «Non credo che questa esigenza di “purificazione” sia utile. La reputo invece nociva e foriera di imbarbarimento. Dopo i russi ci saranno i musicisti israeliani – a quando la scure cadrà su Daniel Oren? – poi i cinesi e così via. È una strada senza uscita. L’arte è ancora l’unico modo per comunicare, per dare senso al dialogo, dato che i governi hanno perso il senno, e la diplomazia non esiste più. Da dove viene tutto questo “occhio per occhio”? Si può benissimo protestare contro i governi e rispettare gli artisti. Anche quelli collusi con Governi; tra l’altro sono abbastanza innocui, proprio perché si sa che son collusi».

Bruno Rinaldi ci ammonisce dicendo che queste censure sono «lo specchio di una società che non sa più distinguere tra ciò che è simbolico e ciò che è reale, tra l’arte e la propaganda, tra la bellezza e la guerra… L’intolleranza viene scambiata per fermezza morale. La chiusura viene venduta come coerenza. La censura come giustizia. Ma chi ama l’arte, chi crede nel valore della libertà e del dialogo, non può che indignarsi. Non per Gergiev soltanto. Ma per l’idea stessa di cultura che stiamo perdendo. Per il silenzio che, dopo l’ultima nota negata, rischia di calare anche sul nostro futuro».

E ancora, Samanta Cheffallo, pianista mantovana, a proposito di Romanovsky: «Stiamo parlando di un pianista strepitoso. Tuttavia, la risoluzione ai problemi dell’umanità è sospendere un concerto e non il piano di riarmo da 800 miliardi. Non è la mancanza di cultura a causare le guerre, ma la sua impotenza a evitarle».

In conclusione, il rischio è che l’intolleranza ideologica, anche se armata dalle migliori intenzioni, porti a nuove forme di assolutismo, di cui la censura è sicuramente un sintomo.

Print Friendly, PDF & Email

34 Commenti

  1. Tony 7 agosto 2025
  2. Giampaolo Sevieri 2 agosto 2025
    • Mariagrazia Gazzato 3 agosto 2025
      • Giampaolo Sevieri 4 agosto 2025
        • Mariagrazia Gazzato 5 agosto 2025
          • Giampaolo Sevieri 5 agosto 2025
  3. Non credente 28 luglio 2025
  4. Mariagrazia Gazzato 26 luglio 2025
    • Giovanni Di Simone 26 luglio 2025
      • Mariagrazia Gazzato 30 luglio 2025
    • Giampaolo Sevieri 28 luglio 2025
      • Mariagrazia Gazzato 30 luglio 2025
        • Giampaolo Sevieri 30 luglio 2025
          • Mariagrazia Gazzato 31 luglio 2025
  5. Giovanni Di Simone 26 luglio 2025
  6. Gianluca 25 luglio 2025
    • Angela 25 luglio 2025
      • Pietro 25 luglio 2025
        • Angela 25 luglio 2025
      • Giampaolo Sevieri 25 luglio 2025
        • Angela 25 luglio 2025
          • Giampaolo Sevieri 25 luglio 2025
  7. Pietro 24 luglio 2025
  8. Gian Piero 24 luglio 2025
    • Pietro 26 luglio 2025
  9. Mauro Mariani 24 luglio 2025
    • 68ina felice 24 luglio 2025
    • Maria 25 luglio 2025
  10. 68ina felice 23 luglio 2025
    • Giampaolo Sevieri 24 luglio 2025
  11. Fabio Bellentani 23 luglio 2025
  12. Pietro 23 luglio 2025
    • Gian Piero 24 luglio 2025
      • Pietro 25 luglio 2025

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto