
Cari amici e ospiti della nostra terra,
con grande piacere vi diamo il benvenuto nelle nostre regioni, territori che esprimono la bellezza naturale “infinita” della creazione, luoghi che narrano una storia millenaria attraverso il loro ricco patrimonio artistico e culturale, risultato dell’ingegno, della fede e della dedizione di molte generazioni, scorci in cui la meraviglia del creato incontra l’arte dell’uomo, dove le colline, il mare e le montagne sembrano tante pagine di questo “Libro di Dio” (così san Paolo VI ha definito la creazione) che canta la lode del Creatore.
Con poche differenze, indirizzati a singoli e famiglie che trascorreranno le vacanze estive in una delle migliaia di località italiane, iniziano più o meno così i messaggi di molti vescovi, da Gorizia a Scalea, da Genova a Manfredonia, da Urbino a Sorrento, da Fermo a Trani, da Ancona a Fidenza, da Rossano a Massa Marittima–Piombino, da Vallo della Lucania a Teramo–Atri….
Non sono certo messaggi per l’effimero che caratterizza a volte le scelte di evasione e di divertimento, ma richiami pastorali dei valori di incontro, scoperta, accoglienza che possono alimentare la spiritualità personale anche nel tempo delle ferie.
Il tempo è un dono prezioso, ma spesso soffocato durante l’anno da impegni, responsabilità, imprevisti: il tempo dedicato al riposo può diventare allora un’occasione per rallentare il ritmo, per ritemprare il corpo e rigenerare lo spirito, può essere occasione per riscoprire il valore del silenzio, dell’incontro, della bellezza:
«…il tempo è un dono e una responsabilità – scrive Ovidio Vezzoli, vescovo di Fidenza –; in tal senso agli umani è chiesto di non rinunciare a vigilare sull’uso del tempo, sulla tentazione di dissipare il tempo in una vita vissuta nella mediocrità e nella banalità. Ciò richiede, nondimeno, un atteggiamento di vigilanza, di sobrietà, di sapienza perché, se è vero che il nostro oggi affonda le radici nel nostro ieri, è altrettanto vero che il nostro domani è già preparato dalle scelte che compiamo nell’oggi».
Questo tempo può essere vissuto:
«scegliendo esperienze che promuovano la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Consideriamo l’impatto delle nostre scelte, sosteniamo le attività locali e godiamoci la bellezza del nostro territorio con responsabilità. Il turismo può essere un motore di sviluppo economico e sociale, ma anche un’occasione per arricchire il nostro spirito e allargare i nostri orizzonti» (Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo).
Anche mons. Carlo Ciattini (diocesi di Massa Marittima-Piombino) sottolinea il pericolo che i giorni di vacanza finiscano nel vortice che segna tutti gli altri giorni dell’anno:
«è sempre più difficile organizzare periodi di vero riposo. Almeno per quanto mi riguarda fermarsi, concedersi una vera pausa dal correre di ogni giorno è sempre più difficile. Siamo talmente presi da una dinamica iperattiva che anche i momenti di vacanza, di riposo vivono questo andazzo e le nostre vacanze non di rado ripetono la frenesia degli altri giorni e così quel desiderio di riposo, di rigenerazione e di ricreazione si realizza in minima parte, se non viene, addirittura, vanificato completamente».
Ricorda quanto affermato da papa Francesco (Angelus, 9 luglio 2017):
«Il Signore sa quanto la vita può essere pesante. Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni e ferite nel passato, pesi da portare e torti da sopportare nel presente, incertezze e preoccupazioni per il futuro. E così, impariamo ad andare a Gesù e, mentre nei mesi estivi cercheremo un po’ di riposo da ciò che affatica il corpo, non dimentichiamo di ritrovare il ristoro vero nel Signore».
I giorni delle vacanze estive
- mettono a contatto con tradizioni secolari che si intrecciano con il calore dell’accoglienza;
- danno occasione per scoprire i sapori locali della «cucina che, con i suoi piatti genuini e i prodotti della tradizione, è un invito a scoprire il gusto profondo dell’ospitalità» (Sandro Salvucci, vescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado);
- offrono la possibilità della «scoperta delle “parole chiave” della nostra terra con la prospettiva di incontrare i volti delle “persone chiave” che incarnano le tradizioni culturali e religiose, le iniziative e gli eventi, i luoghi della Festa e dello Spirito» (Rocco Pennacchio, vescovo di Fermo);
- fanno scoprire che i vari luoghi «sono abitati da volti… Si, i volti! Sono essi la massima espressione della nostra umanità quando i nostri sguardi si incontrano. Ci esortano vicendevolmente ad entrare in relazione attraverso i nostri sentimenti più profondi e i pensieri più alti. Tutto ciò è un grande dono reciproco che non ha un prezzo ma ha un valore inestimabile. L’accoglienza ha sempre una bi-direzionalità, tra chi accoglie e chi è accolto» (id);
Questo tempo estivo può essere un’occasione per vivere l’anno giubilare. Lo rileva D’Ascenso Leonardo (vescovo di Trani-Barletta-Bisceglie):
«Se in questo anno giubilare non potrete, per diverse ragioni, raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, in questi giorni di permanenza nella nostra Chiesa particolare, lontani dalla vita frenetica, che impedisce di prendersi cura di sé stessi e della propria interiorità, potreste vivere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù “porta” di salvezza… farvi pellegrini di speranza, raggiungendo le nostre Chiese giubilari, oasi di spiritualità».
«Ritornando poi a casa, la grazia del Giubileo celebrato vi porterà a coltivare e a testimoniare, nei vostri ambiti di vita, quei segni di speranza di cui parlava papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo: l’amore alla vita, l’essere operatori di pace, il prendersi cura di quanti vivono condizioni di disagio. Segni di speranza che raccontano l’amore e il bene di cui è capace l’uomo e rianimano la speranza, là dove sembra ormai prevalere il male e abitare solo la sfiducia».
Il tempo delle ferie estive non può far dimenticare la preoccupante situazione internazionale, pur nell’orizzonte della speranza nell’anno giubilare:
«La nostra epoca è segnata da guerre e ingiustizie che attanagliano i cuori di tutti: Stiamo vivendo anche in Europa momenti terribili e rischi spaventosi. È urgente per ogni uomo, soprattutto se cristiano, non solo pregare per la Pace, ma fare scelte e gesti di Pace, ogni giorno, anche nei giorni di meritata vacanza… facendo di questo tempo di riposo l’occasione straordinaria per dare ii meritato spazio all’unità della famiglia e all’armonia delle amicizie». (p. Franco Moscone, vescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo).
Ma la storia ci ricorda che la riconciliazione è sempre possibile. Per questo è significativa la coincidenza ricordata nel messaggio di mons. Carlo Roberto Maria Redaelli: Nova Gorica e Gorizia, le due città situate al confine tra Italia e Slovenia, sono quest’anno Capitale Europea della Cultura. È un evento che oltrepassa i confini delle due province: pone come segno universale:
«… un evento che richiama l’anima profonda di questa terra di confine, dove i popoli si incontrano, i linguaggi si intrecciano e le culture si abbracciano. In questo contesto, la Fede cristiana continua ad offrire un contributo prezioso: quello della fraternità, della pace e della speranza che nasce dalla risurrezione di Cristo».
Anche il tempo delle vacanze può essere un momento che prova a coltivare il sogno di cambiare il mondo
- attraverso «una “riconoscenza” che sa ri-conoscere l’incontro con l’altro come un dono di cui non abbiamo alcun merito da rivendicare. La relazione autentica con l’altro è la migliore premessa per diventare artigiani di pace» (Rocco Pennacchio, vescovo di Fermo).
- attraverso il «dialogo tra popoli e culture tanto diverse per scoprire che è possibile trasformare il mondo per “lasciarlo un po’ più bello di come lo abbiamo trovato”» (pensiero spesso associato a Robert Baden–Powell, citato da mons. Francesco Alfano, diocesi di Sorrento-Castellamare di Stabia.)
Non manca nei messaggi dei vescovi un pensiero particolare per alcune categorie di persone:
- per i giovani. «Non dissipate il tempo del riposo! Riposatevi per ripartire Ma la ripartenza sarà possibile se cresce in ciascuno di noi il desiderio di non evadere. L’evasione è la proposta più accattivante ma anche la più pericolosa» ( Lorenzo Leuzzi, diocesi di Teramo-Atri),
- per gli operatori del turismo, sottolineando che il loro lavoro è prezioso perché contribuisce a costruire legami di umanità e di dialogo,
- per i «sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici», ringraziandoli perché «sono a servizio delle parrocchie e delle comunità che accolgono» (mons. Marco Tasca, diocesi di Genova), in un vicendevole arricchimento umano e spirituale.
Da Angelo Spina, vescovo di Ancona, arriva il ricordo di un anniversario “francescano”: nel 2025 «ricorrono gli ottocento anni del Cantico di frate sole di san Francesco: Laudato sii, mi Signore, con tutte le tue creature», al quale fanno eco le parole del Salmo 104, citato da Stefano Rega, vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea):
«Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda, costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento; fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri».
Quest’anno, molti messaggi riportano al contesto giubilare, come l’augurio di mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (diocesi di Gorizia):
«Vi auguro che questo tempo sia per tutti occasione di incontro, di arricchimento reciproco e di autentica gioia. L’anno giubilare alimenti nei nostri cuori la Speranza per un futuro di pace.
Gli spunti fanno riferimento ai messaggi scritti da: mons. D’Ascenso Leonardo (diocesi di Trani–Barletta-Bisceglie); mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (diocesi di Gorizia); mons. Angelo Spina (diocesi di Ancona-Osimo); mons. p. Franco Moscone (diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo); mons. Ovidio Vezzoli (diocesi di Fidenza); mons. Sandro Salvucci (diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado); mons. Rocco Pennacchio (diocesi di Fermo); mons. Marco Tasca (diocesi di Genova); mons. Francesco Alfano (diocesi di Sorrento-Castellamare di Stabia); mons. Stefano Rega (diocesi di San Marco Argentano-Scalea); mons. Maurizio Aloise (diocesi di Rossano); mons. Vincenzo Calvosa (diocesi di Vallo della Lucania); mons. Carlo Ciattini (diocesi Massa Marittima-Piombino); mons. Lorenzo Leuzzi (diocesi di Teramo-Atri).





