Ai candidati alla presidenza della Repubblica

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Vescovi cileni a un incontro con Francesco nel 2018 (CNS photo/Paul Haring)

Con un appello all’amicizia civica, al rispetto nel dibattito, alla difesa della democrazia e a porre il bene comune al centro delle proprie proposte, la Commissione Nazionale Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Cile ha rivolto una lettera aperta alle candidate e ai candidati alla Presidenza della Repubblica (le elezioni si terranno nel prossimo mese di novembre), pubblicata lo scorso 18 agosto (qui l’originale spagnolo). La lettera fa seguito a una analoga firmata dal vescovo di Santiago, Fernando Garib Chomalì, lo scorso 16 luglio (cf. Agenzia Fides)

Santiago, 18 agosto 2025

Alle Signore Candidate e ai Signori Candidati alla Presidenza della Repubblica,

con grande rispetto, a nome della Commissione Nazionale Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Cile, vi salutiamo e ringraziamo per il vostro impegno verso il Paese, assumendo la vostra vocazione politica nella sua espressione più alta.

La Commissione fa proprie le parole di papa Leone XIV: «L’azione politica è stata definita da Pio XI, con ragione, “la forma più alta di carità” (…). E in effetti, se si considera il servizio che svolge a favore della società e del bene comune, essa appare realmente come un’opera di quell’amore cristiano che non è mai una teoria, ma sempre segno e testimonianza concreta dell’agire di Dio in favore dell’uomo» (Udienza ai Parlamentari in occasione del Giubileo dei governanti, 21 giugno 2025).

Siamo consapevoli che la responsabilità di assumere la candidatura implica generosità, ma anche ambizione per poter essere la persona scelta – milioni di cittadine e cittadini riporranno in voi i loro sogni e le loro speranze. Vi invitiamo ad ascoltare i poveri, i bambini e gli anziani, e a dare esempio di amicizia civica durante questo periodo di campagna, comunicando i vostri valori e le vostre proposte con onestà, verità e rispetto, senza disprezzare gli avversari.

In queste righe desideriamo esporvi le nostre riflessioni e preoccupazioni sullo stato attuale della convivenza nel nostro Paese.

Senza dubbio c’è molto da celebrare: abbiamo raggiunto 35 anni di democrazia, il Paese ha conosciuto diversi governi ed è riuscito ad avanzare nella riduzione della povertà, a rendere giustizia per le violazioni dei diritti umani, a creare posti di lavoro, ad accogliere perseguitati e vulnerabili nei loro Paesi d’origine e a migliorare le condizioni di vita di tutte le persone che abitano la nostra terra.

Allo stesso tempo, ci sono sfide importanti che richiedono il vostro impegno: una nuova realtà criminale associata a bande di delinquenza organizzata angoscia i cittadini; l’economia cresce, ma meno di quanto necessario per risolvere i problemi di alloggio, sanità e qualità dell’istruzione, e per garantire migliori condizioni lavorative e occupazionali. Ci sono bambini discriminati e poco accolti, un alto numero di giovani che né studiano né lavorano, e ancora oggi le donne subiscono discriminazioni nei luoghi di lavoro e in altri ambiti della società.

Da voi dipenderà il progresso verso la soluzione di queste situazioni.

Vi esortiamo a dare un esempio pedagogico di civiltà durante il processo elettorale. È una grande opportunità perché giovani e meno giovani possano apprendere che cosa sia la democrazia e perché sia così importante custodirla; è un’occasione per promuovere il dibattito delle idee, per insegnare alla cittadinanza che è possibile dissentire senza screditare l’avversario. È un’ottima opportunità per riconoscere quanto è stato fatto in questo bel Paese dai diversi governi, di qualsiasi colore politico, risultati che sono frutto della democrazia.

Con le parole di papa Francesco: «Mentre nella società attuale proliferano i fanatismi, le logiche chiuse e la frammentazione sociale e culturale, un buon politico fa il primo passo perché risuonino le diverse voci. È vero che le differenze generano conflitti, ma l’uniformità genera asfissia e fa sì che ci fagocitiamo culturalmente. Non rassegniamoci a vivere chiusi in un frammento di realtà» (Fratelli tutti, 191).

Seguendo l’insegnamento di papa Francesco, siamo convinti del ruolo fondamentale della democrazia: il dialogo, l’ascolto rispettoso e la responsabilità.

Con molta speranza vi invitiamo a continuare a costruire un progetto di Paese che abbia il bene comune al centro, che lasci in ogni persona il seme necessario per tornare a credere nella politica e per coinvolgerci nel sollevare un futuro di speranza per i più giovani; un futuro sostenibile per gli anziani e uno profondamente rispettoso della nostra Madre Terra, che ci accoglie e ci dona l’aria, l’acqua e il cibo di cui abbiamo bisogno ogni giorno.

Attendiamo i vostri migliori sforzi affinché tutte le persone che abitano nel nostro Paese possano vivere meglio nei prossimi anni e si sentano chiamate a cooperare e a partecipare nella costruzione di una patria per tutti, con giustizia e pace.

Vi salutiamo cordialmente,
Commissione Nazionale Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Cile

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