
Suor Véronique Margron, presidente per nove anni della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia (Corref) e divenuta il volto della lotta contro le violenze sessuali nella Chiesa, passa il testimone al termine di due mandati. Nel suo incarico ha dovuto affrontare il terremoto provocato dalla CIASE e l’invecchiamento accelerato delle congregazioni.
Alla vigilia della conclusione del suo secondo mandato alla guida della Corref, il prossimo venerdì 21 novembre, suor Véronique Margron fatica quasi a ricordare la sua ingenuità del novembre 2016. Appena eletta presidente di questa federazione che riunisce 479 istituti religiosi in Francia, immaginava di assumere la guida di «una piccola associazione al servizio dei superiori maggiori delle comunità».
Ma due mesi dopo l’elezione, nel pieno del «caso Preynat», sulla sua scrivania arrivano le prime lettere di vittime di violenze sessuali nella Chiesa. Queste testimonianze – e le richieste di incontrare chi le subiva – non si fermeranno più. Nove anni dopo, la teologa domenicana di 67 anni ha visto i suoi due mandati alla Corref (2016-2025) profondamente segnati dalla crisi degli abusi sessuali e dal rapporto della CIASE, pubblicato nel 2021.
Una «figura di consolazione e di ascolto»
«È scesa nel sepolcro». Così riassume i due mandati di suor Margron Natalia Trouiller, autrice e attivista cattolica, che ha seguito da vicino il suo operato. «All’inizio ho fatto affidamento sulla mia buona volontà, in modo più artigianale che altro», ricorda Margron. Ma presto, l’ex educatrice della giustizia minorile – che non è cresciuta in un ambiente cattolico – sente la necessità di strutturare un’azione più solida: «Bisognava davvero che si riflettesse, non si poteva rispondere solo caso per caso».
Prende allora l’iniziativa di organizzare una giornata di formazione e riflessione con procuratori generali, giuristi, antropologi e militari per portare avanti la riflessione. Da questo incontro nascerà l’idea, poi approvata dai vescovi di Francia, di avviare un’inchiesta indipendente per far luce sull’ampiezza delle violenze commesse nella Chiesa dal 1950 in poi. La CIASE pubblicherà il suo rapporto nel 2021.
Più ancora del ruolo avuto in questa svolta istituzionale, Margron ha incarnato nel cuore della crisi «la figura di consolazione e di ascolto della Chiesa cattolica», afferma lo storico delle religioni Denis Pelletier. «È la donna che, in quel momento della storia dell’istituzione, si è caricata sulle spalle un dolore immenso».
Nel corso dei suoi nove anni alla Corref, parallelamente agli sforzi per introdurre misure di prevenzione contro ogni forma di abuso nelle comunità religiose, Véronique Margron stima di aver incontrato oltre 200 vittime. «Poco a poco ho percepito la potenza simbolica, per queste persone, di avere dinnanzi un interlocutore istituzionale capace di dire: “Vi credo e cercherò di fare ciò che posso”».
«È la donna di fede che ammiro»
Perché proprio lei? «Il fatto di non essere un uomo, né prete né vescovo, è stato fondamentale per molte vittime. Ha reso possibile l’instaurarsi di una sorta di fiducia», riflette Margron. Alcuni osservatori, come lo storico Denis Pellettier, hanno aggiunto: «Ha avuto un’intelligenza del momento e una profondità umana che consentono, in un evento inatteso, di inventare una voce, un modo di reagire, una direzione».
La sua amica Natalia Trouiller sottolinea soprattutto la sua tenacia nel combattimento spirituale: «È la donna di fede che ammiro. Véronique Margron continua a credere che il male non avrà l’ultima parola, benché ci abbia letteralmente nuotato dentro per quasi dieci anni».
Questa determinazione nel denunciare i crimini commessi nella Chiesa non le ha procurato solo amici nel mondo cattolico. Troppo mediatica, troppo critica verso la Chiesa… «Gioca contro di noi», sibilava un vescovo d’oltremare nel pieno della crisi. Chi ritiene che abbia «esagerato» sul tema degli abusi vede oggi con sollievo il fatto di «voltare la pagina Margron».
Da parte sua, l’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort, già presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, sottolinea la sua «stima» per colei con cui ha affrontato le dolorose rivelazioni del rapporto Sauvé.
Una «gestione del declino»?
L’altro fronte, meno mediatico e meno spettacolare, è stato l’accompagnamento dell’invecchiamento delle congregazioni. Nel 2024, insieme al suo consiglio, ha lanciato «Corref & Compagnie», un programma per sostenere gli istituti religiosi fragili o in fase terminale – governance, gestione immobiliare, risorse umane, sostegno spirituale e psicologico.
Un buon conoscitore della vita religiosa ha osservato con scetticismo che il progetto «si concentra solo sulle congregazioni morenti, ma le nuove dinamiche gli sfuggono completamente». Véronique Margron gestore del declino? Lei preferisce il termine «compimento»: «Sono convinta che il Dio in cui credo stia facendo qualcosa di fecondo di queste vite donate. La parte più grande di questo processo è invisibile». E aggiunge, in riferimento alle rivelazioni degli ultimi anni: «Sappiamo quanto potere, numeri e giovinezza affascinino tutti… E quanto non siano affatto criteri evangelici. Questo compito di accompagnamento ci riporta alla verità del Vangelo».
In questo senso, le parole di Eric de Moulins-Beaufort completano il ritratto spirituale della religiosa: «Suor Véronique è sensibile all’azione che è realmente benefica piuttosto che a quella appariscente. È capace di cogliere la fecondità nascosta di ciò che è minuscolo».
Lei stessa lo conferma. Quando le si chiede quale sia stata la sua gioia più grande, in questi nove anni, cita le numerose visite ai religiosi e alle religiose «appassionati del Vangelo, armati del coraggio dei maratoneti». Colei che rimane priora provinciale della sua congregazione – le Suore della Carità Domenicane della Presentazione – guarda al futuro senza progetti definiti se non, innanzitutto, quello di «alleggerire il proprio zaino». «Un po’ preoccupata», ammette, per come il suo corpo reagirà a questo cambiamento di ritmo.
Le date importanti del suo percorso
- 1957: Nasce a Dakar, Senegal.
- 1981: Entra nel concorso della giustizia minorile; lavora per sei anni come educatrice con giovani delinquenti.
- 1989: Entra nell’ordine domenicano, tra le Suore della Carità Domenicane della Presentazione.
- 2004-2010: Prima donna decana di una facoltà di teologia in Francia, all’Università Cattolica dell’Ovest.
- 2005: Dottoressa in teologia morale.
- 2014: Eletta priora provinciale della sua congregazione.
- 2016: Eletta presidente della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia (Corref), rieletta nel 2021 per un secondo mandato.
- Pubblicato su La Croix il 18 novembre 2025 (qui l’originale francese)





