
Riprendiamo di seguito l’Introduzione del curatore, Roberto Cutaia, del volume Filosofe italiane del Novecento (Nisroch Edizioni, Macerata 2025, pp. 285, euro 19,00)
Filosofe italiane del Novecento è il primo libro che viene pubblicato in Italia, dedicato alle filosofe italiane del Novecento. E l’auspicio è che quest’opera, dal titolo appunto Filosofe italiane del Novecento, possa rappresentare la prima pietra (di tante altre), di quell’importante strada del pensiero filosofico femminile italiano e non solo, spesso tenuto sotto il moggio, impedendo così di illuminare il cuore pensante dell’umanità.
L’idea, da parte mia, di voler dedicare un volume specifico alle «donne», risale a diversi anni fa, al 2017. In particolare, l’occasione mi fu data dall’intervista – poi pubblicata sulle pagine del quotidiano svizzero Giornale del Popolo (sezione Catholica, pagina 11, sabato 8 aprile 2017) − che allora feci alla neodirettrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, dove tra le domande c’era anche questa: Una donna alla guida dei Musei vaticani.
La professionalità è determinata dal fattore femminile o maschile? Risposta: «Non c’è dubbio che la mia nomina sia una nomina di rottura rispetto alla tradizione vaticana, non era mai successo prima, io ribadisco e spero che mi abbiano scelto per la mia professionalità. Ecco giudicatemi come professionista e non per il fatto che sono donna». Ecco la giusta strada da percorrere, «il valore della competenza» è il grido, in questo incipit di terzo millennio, che arriva dalle donne.
Chissà quanti uomini, oggi, si pongono questa domanda – certo ad assistere alla commedia in corso in questo mondo probabilmente non tanti. In questi anni ho maturato la consapevolezza che sia giunto il tempo non tanto di dare, non sono gli uomini che danno o concedono spazio alle donne (deprimente espressione), piuttosto direi lasciamo, ridiamo, riconsegniamo i posti, i ruoli che per natura spettano alle donne.
Un tema, quello delle filosofe italiane, non facile, sempre attuale e certamente complesso, che va affrontato senza limiti e timori di perdere spazi di potere. Oggi appunto il mondo ha bisogno della voce autorevole delle donne, voce però per favore, non appiattita su quella di quegli uomini, senza autorevolezza, qualità e competenza. Il lettore, sfogliando queste pagine, troverà i tratti biografici e la disamina del pensiero di una dozzina di filosofe italiane.
Ritengo di non anticipare di proposito i contenuti; perciò, immergetevi, gustate, contemplate e meditate, l’esperire filosofico di queste “giganti” del pensiero italico femminile. Tra l’altro alcune sono ancora in vita. Una tra le curiosità da segnalare di questo libro è quella di aver coinvolto persone professioniste del pensare, competenti e di qualità, senza badare alla notorietà di tipo mediatico, ma scelte secondo un’altra prerogativa, che amassero trovare ragione in tutte le cose e pensare nella Verità.
In cauda ringrazio l’Editore marchigiano Mauro Garbuglia, la pittrice Sabrina Mattioni, Elia Marchetti, Giuseppe Tropea, Simone Piccotti, Cutaia Federico Francesco, Daniela Chiodoni, Mauro Chiodoni, Alessia Rambelli e tutti coloro che sono stati «disturbati» dal sottoscritto, soprattutto per aver avuto la pazienza di attendere la pubblicazione. E allora i nomi è d’uopo indicarli da subito: Marta Fiori Carones; Laura Travaini; Manfredi Pirajno; Martino Bozza; Sara Rubinelli; Laura Molteni; Emanuela Ghini; Matteo Galletti; Cristiana Dobner; Karen Ponzo; Paolo De Lucia; Alessandra Tarabochia; Marco Moschini e Anita Norcini Tosi.





