
(Foto Alfredo Falcone/LaPresse)
Nel momento in cui riceviamo la drammatica, seppur attesa, notizia della morte di papa Francesco ci siamo rapidamente consultati in redazione. In attesa di un giudizio più ponderato e compiuto ci è parso importante fissare alcuni punti decisivi e alcune linee guida che hanno segnato il suo servizio petrino. Si tratta di guardare a Francesco con l’ottica di Francesco. A partire da quanto è possibile comprendere dai suoi scritti, dai suoi gesti, dalla sua vita e dai suoi indirizzi di governo si possono indicare gli orientamenti di maggior forza che ha inteso proporre e sostenere. Fra questi ve ne sono alcuni a nostro giudizio particolarmente riconoscibili.
Fedeltà al Vaticano II
Si può dire che tutti i pontificati post-conciliari lo hanno affermato, ma con tentativi di correzione e di contenimento. Francesco ha aperto porte e finestre, riprendendo la spinta innovativa dell’assemblea conciliare dei vescovi cattolici. In particolare, nei rapporti con la modernità ha archiviato ogni declinazione di neo-cristianità. La Chiesa, sacramento di salvezza, partecipa con tutti gli uomini e le donne al procedere storico, dando il proprio contributo di testimonianza, luce e senso evangelici senza pretendere di essere parte del potere politico o di condizionare le assemblee legislative.
Evangelizzazione prima della dottrina
Senza ignorare la centralità del deposito della fede, il compito odierno della Chiesa nella sensibilità di Francesco è quello di tornare all’annuncio del Vangelo ad ogni creatura, di uscire dai recinti consueti, di trasformare i propri linguaggi, di sporcarsi le mani con i vissuti di tutti. La scelta dei poveri perde ogni traccia ideologica per tornare al Vangelo sine glossa. Protagonista dell’impresa è l’intero popolo di Dio.
Sinodalità
La fatica degli ultimi anni di chiarire, fondare e praticare la sinodalità è indicativa di una Chiesa che, proseguendo il suo sforzo di comprensione sempre migliore della fondante manifestazione dell’Abbà di Gesù e della rivelazione trinitaria, si impegna a tradurle in una prassi concreta e condivisa nel tempo presente. Siamo ancora all’inizio. Il processo e l’investimento sono destinati a durare a lungo.
Religioni e confessioni cristiane
Davanti alla sfida della violenza con pretese religiose Francesco ha approfondito l’intuizione di Assisi (Giovanni Paolo II), aprendo dialoghi e confronti, in particolare con l’Islam e le fedi non monoteistiche. Contestualmente, ha riconosciuto di dover assumere una nuova centralità della Chiesa cattolica in ordine all’urgenza dell’unità cristiana, al dialogo con le altre confessioni. Ne va della credibilità del cristianesimo e della sua profezia in un mondo sempre più diviso e frammentato.
Il vento del Sud
Provenendo − come ebbe a dire la sera della sua elezione − dalla «fine del mondo», da un Paese periferico rispetto alla civiltà atlantica, Francesco ha incarnato e incoraggiato la crescita delle comunità cattoliche in continenti come l’Africa e l’Asia. Uno spostamento del baricentro ecclesiale che porta in sé cambiamenti profondi nell’autocoscienza della Chiesa, ben al di là della crescita del numero dei cardinali non occidentali.
Laici e donne
Se c’è una denuncia insistente nei suoi discorsi è quella contro il clericalismo, contro una indebita centralità dei vescovi e dei preti. Non per sminuire la rilevanza del ministero ordinato, ma per dare uno spazio effettivo al sensus fidei fidelium e agli innumerevoli carismi che lo Spirito suscita nelle comunità cattoliche. È stato talora accusato di approcciare la questione femminile in termini retorici, ma anche la semplice costatazione dei ruoli ecclesiali oggi riconosciuti alle donne, rispetto al passato recente, indica la sostanza dei passi compiuti.
Contro gli abusi
In fedeltà agli indirizzi avviati da Benedetto XVI, e sull’onda degli scandali svelati e cavalcati dai media di molti Paesi occidentali, Francesco ha definito la risposta canonica, teologica e spirituale davanti all’«intollerabile» della violenza sui piccoli e gli indifesi. Si potranno certo rilevare anche incertezze e rallentamenti, in particole per alcuni casi che lo hanno tangenzialmente coinvolto, ma è difficile negare la sua coerente volontà di affrontare il problema, anche quando esso ha coinvolto ecclesiastici di alto profilo e interi episcopati.
Libertà di ricerca
Solo chi non ha conosciuto il senso di liberazione del Concilio e le successive restrizioni al pensare teologico (dalla teologia della liberazione alla ricerca morale e all’ecclesiologia) può sorvolare sulla ricchezza di dibattiti e di ipotesi teologiche che hanno ripreso a correre in seno alla Chiesa con l’attuale pontificato. I loro limiti e fragilità non possono oggi essere attribuiti alle censure delle istanze vaticane, se non in piccola parte. Paradossalmente, le numerose – talora improponibili – critiche al suo magistero lo confermano.
Riforma della curia
Spostare l’asse di rotazione dalla dottrina all’annuncio del Vangelo, impedire concrezioni improprie di potere, sciogliere le cordate servili, internazionalizzare le presenze, ricambiare i responsabili, facilitare i rapporti con la conferenze episcopali e i vescovi: sono alcune delle importanti intenzioni che reggono la riforma. Le sue insufficienze e contraddizioni, che non mancano, non possono svalutare le preziose novità di indirizzo.
Ambiente, fratellanza, migrazioni
Sono i titoli di alcuni dei suoi testi fondamentali (encicliche, esortazioni, discorsi e gesti) sulle emergenze sociali e mondiali. Rappresentano lo sforzo del magistero pontificio davanti a sfide cruciali per la sopravvivenza dell’umanità. Consapevole della «dissonanza» rispetto alla cultura mediale corrente, Francesco non ha annacquato la genialità della dottrina sociale, affrontando la globalizzazione senza cedimenti al sistema tecnocratico. Essa rappresenta per lui un coerente sviluppo della riforma ecclesiale proposta con il suo grande documento programmatico, l’esortazione Evangelii gaudium.
Guerra ed egemonia
Francesco ha delegittimato la guerra andando oltre la dottrina della «guerra giusta» proprio nel momento in cui essa riappare «a pezzi» nel mondo e in Europa (Russia-Ucraina). C’è qualcosa di agonico e drammatico in questa volontà di resistere al fatto che la pur necessaria ridefinizione dell’egemonia mondiale debba avvenire con la violenza. Da qui si capisce il favore con cui Francesco guarda all’esperienza dell’Unione Europea, alla necessità di tenere aperti i contatti con Mosca e con Pechino e alle domande esigenti nei confronti della democrazia americana. Lo ha fatto perché ha percepito acutamente che c’è una vittima predestinata della distruzione del multilateralismo e della pace: la democrazia.
Fedeltà al Vangelo e acume storico legittimano l’indicazione di Francesco come dono dello Spirito.

Post scriptum. Per chi volesse approfondire il tema rimandiamo ai testi della nostra «due giorni» dedicata al suo magistero (Albino-Bergamo, ottobre 2024) e ai molti articoli dedicati al papa rinvenibili sul sito.
Introduzione: Francesco dopo Francesco
https://www.settimananews.it/papa/francesco-dopo-francesco/
Processualità (Vincenzo Rosito):
https://www.settimananews.it/chiesa/francesco-dopo-francesco-processualita/
Storia (Daniele Menozzi):
https://www.settimananews.it/papa/francesco-francesco-storia/
Parrocchia (Antonio Torresin):
https://www.settimananews.it/papa/francesco-dopo-francesco-parrocchia/
Donne (Anita Prati):
https://www.settimananews.it/papa/francesco-francesco-donne/
Islam (Riccardo Cristiano):
https://www.settimananews.it/papa/francesco-dopo-francesco-islam/
Asia (Francesco Sisci):
https://www.settimananews.it/papa/francesco-dopo-francesco-asia/






Troppo positivo il bilancio che viene fatto di un pontificato di rottura con la tradìzione cattolica, pieno di contraddizioni e abusi di potere. Papa Francesco qualcosa di buono lo ha fatto ma di contro lascia in eredità una Chiesa dilaniata e fortemente divisa. Il prossimo Papa avrà l’arduo compito di ricompattarla, se vogliamo definirci tutti cattolici allo stesso modo e non progressisti o tradizionalisti.
Io credo abbia allargato la chiesa a molti che prima non erano interessati e allontanato qualcuno che si sentiva troppo sicuro dei essere giusto. Qualche fariseo in meno non fa mai male e mi pare che tutto sia perfettamente allineato al messaggio evangelico che non ha mai apprezzato gli amanti dello status quo.
Grazie, una sintesi molto lucida del pontificato di Francesco, anche con alcuni rapidi riferimenti ad alcune sue contraddizioni. Vedrei la cifra della sua ispirazione in quello che Francesco confidò una volta ad Andrea Riccardi: cioè, di non volere intraprendere una riforma della Chiesa ma di volere riportare Cristo quanto più possibile al centro di questa. Una chiarificazione non da poco, profondamente spirituale e mistica, che dovrebbe interrogare quanti teologi, nel richiamarsi al suo magistero, rischiano di fare riflessioni più ideologiche (anche su queste pagine) che in ascolto del soffio dello Spirito. Molto spesso vedo e leggo attribuire a Francesco ciò che nasce dalla speculazione di singoli pensatori (abituati a dare facilmente l’ attributo “profetico” alle proprie visioni individuali). Mi sembra che, con il richiamo alla sinodalità, Francesco non abbia fatto un discorso demagogico di mera politica ecclesiale ( del tipo, più sinodalità uguale più democrazia), ma abbia invitato tutti noi cattolici, presbiteri e fideles laici et laicae, ad impegnarci in un ascolto autentico, responsabile, spesso scomodo, ma sempre fraterno ed evangelico (quindi, non scontato) gli uni degli altri, superando le barriere ideologiche sedicenti conservatrici e liberal-progressiste, per metterci tutti insieme in ascolto profondo della volontà di Dio per la Sua Chiesa in questa epoca complessa, in cui ciò che è originale e provocatorio non venga troppo superficialmente confuso con la “profezia”, anche questo un termine ormai abusato nella narrazione comune e svuotato concettualmente anche della sua forza biblica di denuncia verace e rinnovatrice. Spero in una nuova Chiesa non di ideologi (Francesco non lo era) ma di autentici discepoli del Maestro (come Francesco ha tentato di insegnarci), di profeti veri, e non annunciati, che sappiano proclamare in opere e parole nelle agorà di questo mondo il Vangelo sempre nuovo e liberante del Cristo. Aborro una Chiesa fatta di conventicole teologico-ideologiche, “modaiole”, più vicine alle sezioni di partito che non al cuore di Cristo. Papa Francesco, prega per noi!
Chiedo: al citato convegno di Albino era programmato, se ben ricordo, anche un intervento di Stefano Feltri. Non c’è stato? Se c’è stato, come mai non è stato pubblicato assieme agli altri su settimananews, come traspare pure nell’elenco riportato in fondo a questo articolo? Grazie e Buon Lavoro.
Caro Papa Francesco sono Ketlin mi dispiace tantissimo tu sei forte, sei coraggioso, sei bravissimo
Ti voglio tanto bene e stai con gesù 💪🏻🙏❤️🩹
Mancherà tantissimo, in un mondo che sprofonda nel caos è stato un faro per tutti. 🙏
Caro Papa Francesco sono Ketlin mi fai un per favore mia cugina è morta da quando ce la cresima mia lei aveva un tumore e quindi mi aiuti per favore 🙏 ❤️
Ci mancherà tantissimo. Lui è stato davvero il papa di tutti e non solo dei più bravi.