
Bill Viola: The Greeting.
Per pochi miei familiari e amici la data del 31 maggio si associa da diversi anni al triste ricordo di un evento drammatico e luttuoso.
Ognuno possiede un calendario interiore a tratti sovrapposto a quello pubblico o “liturgico” sia in senso religioso sia secondo l’accezione greca del termine.
Con liturgia si indicava infatti il servizio, pagato dai più abbienti, per sostenere feste e spettacoli per tutti. C’è a volte un evidente scarto tra la memoria collettiva e quella personale per cui la stessa giornata, per molti festosa, ad altri risuona carica di amarezza e rimpianti. Tuttavia, una ricorrenza segnata dalla liturgia cristiana può aiutare a lenire il proprio dolore.
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L’ultimo giorno di maggio, per i credenti di religione cattolica, è dedicato a un celebre episodio evangelico segnato da un abbraccio femminile: quello tra due donne con la vita in grembo.
Ne parla l’evangelista Luca (1, 39-56), disegnando il ritratto di un incontro tra la giovane Maria in attesa del Messia e la cugina Elisabetta, futura madre di Giovanni il Battista. La Visitazione è raccontata con sguardi e voci che evocano intime e profonde sensazioni.
Corpi in gestazione si intrecciano. Parole ed eventi misteriosi trovano una conferma grazie all’incontro e al dialogo.
È un’icona che ha affascinato molti artisti poiché carica di una verità (chi non ha abbracciato qualcuno in un momento di festa?) che incide il vissuto di tutti. L’arte vive di un tempo mobile, non lineare nel richiamare e anticipare eventi desiderati e inquietanti ovvero “non di casa né addomesticati” (unheimlich), come direbbe Freud.
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In una mostra dedicata a Pontormo e a Rosso Fiorentino, visitata con una cara amica a Palazzo Strozzi in Firenze nel 2014, due opere sulla Visitazione erano poste in dialogo.
Il capolavoro di Jacopo Carrucci detto il Pontormo (1494-1557)[1] e “The Greeting” (Il saluto) di Bill Viola[2] (1951-2024), pioniere della videoarte, i cui lavori sono stati spesso ispirati alle opere dei maestri rinascimentali.
L’artista newyorkese guardò proprio al capolavoro del manierista fiorentino per realizzare il video che ritrae al rallentatore l’incontro di due donne abbigliate da “femministe degli anni ’70”. Così scrive Luisa Muraro nel suo commento all’opera di Viola[3]. La filosofa femminista sottolinea la volontà dell’artista che prese spunto dal testo iconico del Pontormo “come una guida per fare qualcosa di nuovo”[4].
Accanto alla citazione dell’antico ella coglie la resa di un accadimento presente, ovvero l’inatteso e gioioso incontro tra donne, positivamente sorprese dell’evento. Un’icona che per la filosofa descrive l’entusiasmante avventura di un movimento storico che pone la differenza femminile in primo piano.
Infatti, in The Greeting compaiono due piccoli uomini relegati in una posizione secondaria, come così erano stati disegnati dal Pontormo.
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Il commento all’opera del maestro di scuola fiorentina da parte del compianto filosofo francese Jean-Luc Nancy (1940-2021)[5] invita a leggere l’incontro tra Maria e Elisabetta (ritratte insieme ad altre due donne che assistono e coinvolgono lo spettatore guardandolo negli occhi) come “scena per eccellenza interamente spirituale o pneumatica: l’essenziale è sottratto agli occhi e passa attraverso le voci, attraverso il tocco di voce che fa trasalire l’intimo e il non-nato nell’invisibile”[6].
Il segreto trattenuto nei cuori e nei corpi è al contempo speranza di vita nuova e presentimento di angosciosi avvenimenti.
Pontormo sa cogliere queste sfumature spirituali e emotive con abilissima strategia compositiva e uso del colore con tonalità variegate.
Nancy fa notare la “chiazza di luce sul ventre di Elisabetta che ingiallisce là dove il bambino trasale”[7]. L’invisibile è rappresentato e l’arte ha raggiunto il suo scopo più alto: far risplendere una verità che ai più è celata, far cogliere l’assente nel tempo presente.
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Quell’abbraccio femminile mi ha accompagnato negli anni in cui la ricorrenza del 31 maggio riportava in scena una perdita penosa.
È stato ed è un invito a sperare in un incontro futuro; il presagio della nascita di una relazione nuova come quella immaginata da una futura madre, naturale o adottiva che sia. La speranza non toglie Il dolore che il male provoca, soprattutto nella sua forma più malvagia, quella della morte.
Ritorno all’icona con una poesia di Margherita Guidacci che davanti all’abbacinante bellezza della terracotta invetriata di Luca della Robbia dedicata alla Visitazione compone versi in cui è evocata la compresenza di gioia e angosciosi presentimenti[8].
Alla poetessa una viva gratitudine per il suo “grembo” artistico.
Così lontane di età, di figura.
La giovane – che quasi
è ancora bambina – ha il fresco viso
dell’innocenza, la tenera luce
del cielo che si specchia in una sorgente.
L’altra, l’anziana, segnata da tante
fatiche ormai e dolori, somiglia un albero
nodoso e storto, piegato dal peso
degli anni e delle bufere.
Eppure sono vicine – indicibilmente.
Non solo nel legame di sangue o nell’affetto
dell’abbraccio a cui entrambe si protendono.
Un segreto le unisce, quale ma
da alcuna donna fu condiviso. Sobbalza
il figlio nell’antico grembo
di Elisabetta, alla presenza
recata da Maria, del Redentore
ch’egli precorrerà con il suo grido
nel deserto. Per ora s’alza il grido
d’Elisabetta, estatico, ed il canto
del Magnificat dalle pure labbra
della Vergine. Intanto
Vita e Morte si affrontano
già in una piega del tempo, nascosta
ma prossima a svelarsi, nel duello mirabile
da cui la sorte umana sarà decisa.
E Cristo ed il suo ultimo Profeta
sono intenti a quell’attimo.
Così le madri, assorte
nello stesso presagio, docilmente ubbidiscono
ai disegni di Dio, pure se un brivido
le coglie a un tratto dal futuro: freddo guizzo di lama
contro una bella e fiera testa che non vorrà piegarsi
o, sopra un monte doloroso, l’ombra
immensa di una croce.
Margherita Guidacci (Luca della Robbia Visitazione in Anelli del Tempo, 1993)

Luca Della Robbia: Visitazione (1445, Pistoia, Chiesa di San Giovanni Forcivitas).
[1] Pontormo, Visitazione (1528-30) Carmignano (Prato), Chiesa dei Santi Michele e Francesco.
[2] The Greetings di Bill Viola fu esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995. Si tratta di un video su grande schermo, lungo dieci minuti in cui al rallentatore si vede una scena in cui tre donne si incontrano a un angolo di strada: due vengono da destra, una è anziana. Un’altra viene da sinistra, è giovane ed è incinta.
[3] Luisa Muraro, Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma, 2001, pagg. 46-52.
[4] Cit. in L’arte di Bill Viola, a cura di Chris Townsend, Bruno Mondadori, Milano 2005, p.115.
[5] Jean-Luc Nancy, Visitazione (della Pittura Cristiana), Abscondita, Milano 2002.
[6] Ivi pag.14.
[7] Ivi pag. 15.
[8] Margherita Guidacci, Luca della Robbia: Visitazione (Chiesa di San Giovanni Forcivitas a Pistoia) in Le poesie (a cura di Maura Del Serra) Le Lettere, Firenze, 2022 pag.496-97. Il gruppo scultoreo, composto da due figure di grando dimensioni, ciascuna composta da due pezzi modellati in terracotta bianca invetriata fu realizzato da Luca della Robbia per l’altare della Confraternita di Santa Elisabetta verso la fine del 1445. Su Margherita Guidacci rimandiamo al nostro articolo: qui.





