
Per conoscere la figura di Gesù è indispensabile riferirsi agli scritti che ne attestano in modo attendibile le parole e le gesta. Essi costituiscono il corpus letterario denominato Nuovo Testamento, costituito da quarantatré opere letterarie di vario genere: vangeli, lettere, atti, apocalissi.
I due esegeti, operanti il primo nell’area del Triveneto e il secondo nella Pontificia Università della Santa Croce di Roma, hanno preparato una guida essenziale alla comprensione di questi testi, fondamentali per la fede cristiana e interessanti per tutti a livello genericamente culturale.
I libri del Nuovo Testamento non sono per lo più estremante difficili da leggere, ma rispecchiano un ambiente culturale-letterario-religioso lontano dalle categorie del nostro tempo e quindi non immediatamente comprensibili nel loro significato più profondo.
La Bibbia è per tutti, ma bisogna ammettere che non tutti sono capaci di leggerla, affermano gli autori. Da qui è nata l’idea di questa sintetica guida al Nuovo Testamento, definita nel titolo “indispensabile”. In ogni caso essa è molto utile.
La ricerca critica sul Gesù storico
Nel primo capitolo del volume (pp. 9-42) i due autori presentano un panorama generale sulla ricerca critica del Gesù storico. Vengono fornite le informazioni fondamentali circa il cammino della ricerca, sintetizzato in quattro tappe.
La Old Quest è dominata dall’antitesi tra il Gesù storico e il Cristo della fede.
La New Quest è impegnata nella riconciliazione tra questi due aspetti di Gesù Cristo.
La Third Quest è caratterizzata dalla smentita dei criteri delle due precedenti ricerche.
Vengono quindi trattate la fase della ricerca caratterizzata dalla Storia delle forme (Formgeschichte) e quella imperniata sulla tradizione dei fatti e dei detti (le parabole). Si analizza poi la ricerca attuata dalla Storia della Tradizione/Redazione (Tradiktion-Redaktionsgeschichte) e l’ipotesi sulle fonti dei vangeli sinottici.
Lo studio della fonte Q (= in tedesco Quelle, “fonte”) indaga sul materiale comune ai vangeli di Matteo e di Luca e non presenti nel Vangelo di Marco. Matteo e Luca avrebbe composto le loro opere servendosi di Marco, del materiale Q e di quello proprio a ciascuno di essi (il loro Sondergut, il “bene proprio”). Fra quest’ultimo materiale spiccano, in particolare, i racconti dei cosiddetti Vangeli dell’infanzia (Mt 1–2; Lc 1–2) e alcuni racconti di miracoli e di parabole contenute solo in uno di questi due vangeli.
La Fourth Quest cerca, infine, di situare pienamente il Gesù dei vangeli nel suo ambiente giudaico, senza volerlo estrapolare da esso per poter presentare la novità apportata da lui nel cammino della rivelazione biblica, che trova in ogni caso in lui il suo compimento ultimo.
Il giudaismo ai tempi di Gesù
Il secondo capitolo del libro (pp. 43-74) analizza gli aspetti storico-culturali del giudaismo ai tempi di Gesù, ponendo in evidenza le diverse tendenze religiose.
Si passano così in rassegna l’origine e lo sviluppo del giudaismo: giudaismo antico, medio-giudaismo, giudaismo rabbinico. Viene studiata la corrente apocalittica e gli elementi caratterizzanti la comunità di Qumran. Di essa si studiano la storia, l’organizzazione e i documenti ritrovati in loco.
Circa le tendenze religiose, vengono analizzati di seguito i diversi gruppi che costituivano il variegato mondo del giudaismo coevo a Gesù, per nulla monolitico come si potrebbe credere. Assieme ai farisei, esistevano gli scribi (esperti di diritto e di sacra Scrittura), i sadducei (aristocrazia sacerdotale), gli esseni (appartenenti a varie comunità residenti in città o nel deserto in tensione col clero sacerdotale che animava il tempio di Gerusalemme), il popolo della terra (la maggioranza, costituita da persone semplici non appartenenti a nessun gruppo religioso e che costituiva il grosso del “giudaismo comune”) e i samaritani (gruppo “eretico” gravitante sul tempio del monte Garizim e che si serviva di testi scritturistici propri).
Una figura essenziale per comprendere il periodo storico coevo a Gesù è costituta dallo storico Flavio Giuseppe (37/38-100 d.C.) che, da capo militare giudaico, divenne storico al servizio degli imperatori romani, scrivendo opere fondamentali sulla storia e la religiosità dei giudei del suo tempo. La sua figura richiede alcune parole sul fenomeno della diaspora, di cui Alessandria costituisce un centro di eccellenza.
Vengono illustrati brevemente anche la figura e l’opera di Filone d’Alessandria (25 o 13 a.C. – 45 d.C.) e i fenomeni letterari-ermeneutici costituiti dal targum, dal midrash e dal pesher.
Paolo di Tarso
La figura e l’opera missionaria e letteraria dell’apostolo tarsiota, chiamato a Damasco da Cristo risorto a diventare da fariseo irreprensibile un suo discepolo e divulgatore dell’annuncio evangelico in modo particolare fra i pagani, occupa le pagine del terzo capitolo del volume (pp. 75-92).
Si analizza il rapporto tra Paolo e il fariseismo, quello tra Paolo e Gesù Cristo, la missione paolina del vangelo e il legame tra Paolo e la Chiesa.
Viene ricostruita una possibile biografia e tentata una non facile cronologia delle lettere paoline. Si presenta l’opera letteraria attribuita a Paolo (tra lettere autoriali, disputate e “pastorali” attribuite per lo più alla tradizione paolina).
Si analizzano il genere e il formulario epistolare, la lingua e lo stile, l’autenticità e l’unità delle lettere.
I libri canonici
Il quarto e ultimo capitolo dell’opera (pp. 93-162) illustra la struttura e la teologia di ciascuno dei ventisette libri canonici che costituiscono il corpus biblico chiamato Nuovo Testamento.
Vengono descritti i quattro vangeli, gli Atti degli Apostoli e le tredici lettere attribuite a Paolo (alcune autoriali, altre disputate, altre opera della tradizione paolina posteriore alla figura di Paolo, tesa a recuperare e attualizzare negli anni 80-90 d.C. il pensiero di Paolo in un contesto storico ed ecclesiale mutato).
Dopo la lettera gli Ebrei, che costituisce un corpus a sé stante per tema e linguaggio impiegato, sono prese in esame le quattro lettere “cattoliche”, le tre lettere di Giovanni e l’Apocalisse che, sul finire del I secolo, sigilla la rivelazione biblica e la sua at-testazione in libri canonici, che riportano la completezza della fede delle Chiese apostoliche.
Appendici
Molto preziose sono anche le Appendici (pp. 163-170).
Una cartina illustra la Palestina ai tempi di Gesù Cristo. Segue una cronologia imperiale, una cronologia dei prefetti e dei governatori romani (26 a.C. – 73 d.C.) e una cronologia generale (63 a.C. – 135 d.C.). I prefetti governarono dal 6 al 41 d.C.; i governatori o procuratori dal 44 d.C. al 70 d.C. [A p. 165, dopo Ponzio Pilato leggi Marcello e non Macello].
Una breve bibliografia (pp. 171-172) conclude l’opera dei due studiosi.
Il volume si presenta davvero come una guida molto utile, sintetica ma tendenzialmente esaustiva, per l’acquisizione degli elementi storico-letterari-teologici essenziali per la comprensione del Nuovo Testamento, fonte a cui si abbevera la fede cristiana, ma che ha bisogno di essere compresa a fondo nel suo contenuto e linguaggio particolare, per gustare e far fiorire la fede cristiana anche nel terzo millennio.
Santi Grasso, Giuseppe De Virgilio, Piccola guida indispensabile alla lettura del Nuovo Testamento (Formazione cristiana e liturgia – Sezione Orientamenti), Città Nuova, Roma 2024, pp. 176, € 16,90, ISBN 9788831166034.





