
Da quanto ho avuto modo di percepire, Prevost è stato lanciato dai cardinali più aperti nordamericani (in primis, direi Cupich), abili nel tessere un’alleanza con quelli latinoamericani (penso a Mattasoglio), e da veterani europei come Kasper, inquadrato entusiasta in prima fila. Successivamente è stato fondamentale l’appoggio finale della cinquantina di sostenitori del diplomatico Parolin, al quale si è accodata una ventina di conservatori – preoccupati dall’ascesa di Tagle, che stava raddoppiando i consensi sino a sfiorare la maggioranza semplice – dopo il fallito tentativo ruiniano di farli convergere su Betori.
Pure i voti dei cardinali «della sinodalità» (Grech e Hollerich in prima fila) sono confluiti con naturalezza su Prevost, considerato garante di un processo sinodale inclusivo. Il cardinale peruviano made in USA ha così superato quota 100, lasciando il povero Tagle con una ventina di preferenze, tra le quali si conterebbero alcuni italiani.
Questa ampia, inedita e trasversale maggioranza aiuta a comprendere quello che appare, al momento, il saggio – o forse furbo – tentativo del rassicurante Leone XIV di includere anche i più lontani da Bergoglio nel processo di riforma sinodale, che si svolge sul solco del Concilio Vaticano II.
Questo sforzo è condotto con un’estetica e una retorica che, pur non coincidenti con quelle del predecessore, non ne rinnegano l’eredità. Al contrario: puntano a rendere concretamente operativa e condivisa la «Chiesa in uscita» sognata dal profetico Francesco, dotandola di basi teologiche più esplicite e fondamenti canonici più solidi, e soprattutto cercando un consenso maggiormente ampio e strutturato.
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Questa lettura mi pare più plausibile di quella opposta, propugnata dai suoi sostenitori dell’ultima ora, secondo la quale Leone XIV dovrebbe smorzare gli entusiasmi sinodali suscitati da Bergoglio nel Popolo di Dio, riconducendolo a «retta dottrina». Un mero wishful thinking, direi.
Tenere dentro tutte le diverse sensibilità – geografiche ed ecclesiali – rafforzando il senso inclusivo dell’unità cattolica è la sfida di questo pontificato che sembra non voler rovesciare il tavolo, bensì apparecchiarlo in modo diverso. Leone XIV pare volerlo fare con discrezione, ma con altrettanta determinazione, sobrietà e amore per la Chiesa.
Riuscirà, in questa «transizione attiva», a evitare fratture e delusioni, spostando l’orizzonte costantemente verso il profondo essenziale che unisce, limitando uscite estemporanee e parole potenzialmente divisive, senza però cedere a un irenismo ingenuo?
Quel che è certo è che – pur con uno stile più defilato, meno populisticamente presenzialista e più rasserenante anche per la curia e il clero romano – al termine di un ascolto attento Leone XIV sarà chiamato a trarne le fila. E a prendere necessarie decisioni che, proprio nel dare corpo istituzionale alla profezia della riforma ecclesiale, inevitabilmente scontenteranno qualcuno.






La ricostruzione non convince e mi lascia perplesso perchè Tagle ha avuto l’onore di mettere l’anello del pescatore a Leone, che era visibilmente emozionato. Mi sembra evidente che Tagle è stato un grande elettore di Prevost e non so se subito o comunque quasi subito. I voti a Parolin forse molti meno di 50 sono confluiti su Prevost. Secondo altre ricostruzioni i voti al Cardinale ungherese Erdo dell’ala conservatrice sono rimasti sino alla fine e ciò mi convince di più.
PS Se Parolin avesse avuto 50 voti avrebbe sbarrato l’elezione di chiunque per arrivare a un candidato di compromesso al terzo giorno, invece l’elezione di Prevost è stata molto rapida e Parolin l’ha subita.
Concordo completamente con la conclusione.
Prima o poi il papa dovrà prendere delle decisioni.
Decisioni sui documenti da pubblicare e sulle nomine.
Vedremo…
Quindi sarebbe “quel che conta è il Sinodo”? Mah … Vedremo. Anzi peseremo i kili di documenti sinodali … ah! ( sospiro)
Sulla ricostruzione dell’elezione del papa qui proposta credo sia legittimo dubitare. Anche perché non sappiamo e non possiamo sapere come è andata effettivamente, a meno che lo stesso Leone XIV lo riveli. Ci sono solo indiscrezioni, mezzo affermazioni da parte di cardinali elettori (Kasper non è elettore). Di più non si sa. Sarebbe bello finirla qui con questa bulimia mediatica su un conclave ormai è finito.
Quante chiacchiere inutili mamma mia. Peccato per Edb è una delle migliori casi editrici cattoliche.
La libertà di parola al momento è ancora possibile, hanno ed ha tutto il diritto di dire e scrivere ciò che pensa, anche sulla base di sentiti dire, o di affermazioni di altri, che siano cardinali non elettori, o che siano elettori, o altri.
È passata poco più di una settimana e tentare di capire dove si voglia andare nei prossimi giorni è una cosa lecita, cosi come è lecito continuarne a parlare anche per sentire pareri discordanti, e discutere.
Se da fastidio sentire ancora parlare di conclave basta non leggere ed evitare di cercare notizie e articoli in merito, Venire a scrivere di “finirla con questa bulimia” oltre a essere ancor più bulimico è totalmente inutile, sia ai fini di un dialogo tra persone sia per qualsiasi altra discussione. D’ altra parte nessuno obbliga a leggere articoli, e rispondere.
E ancora sarebbe gradito un dialogo che non voglia imporre una fine solo perché al tizio di turno da fastidio che si pensi diverso da lui. grazie.
Si, si può evitare di leggere innumerevoli articoli di gossip pettegolezzi e maldicenze (Bergoglio quanto ha predicato contro le chiacchiere..) però se nessuno legge (e già in questo sito non mi pare ci siano grandi folle) e commenta a che serve parlare di dialogo, sinodo, ponti ecc.? Si finisce per scriversi addosso..
Già i social sono infrequentabili se diventano tossiche anche pagine da cui ci si aspetterebbe razionalità addio..
“Quante chiacchiere inutili mamma mia. Peccato per Edb è una delle migliori casi editrici cattoliche” … Questo non l’ho scritto io.
“Però se nessuno legge (e già in questo sito non mi pare ci siano grandi folle) e commenta a che serve parlare di dialogo, sinodo, ponti ecc.? Si finisce per scriversi addosso…”
Il dialogo non si fa leggendo e parlando male, quando dici chiacchere inutili, certamente hai letto. Ma hai anche ucciso ogni dialogo. Suvvia…
Infatti io non ho più voglia di dialogare con nessuno, giusto un pò di curiosità per il nuovo Papa, conosco fin troppo bene le dinamiche, personalismo, lamentele, polemiche. Dico solo che non è bello doversi rassegnare.
Appunto S. E. il Card. Kasper con grazia di Dio va verso i 100, me lo ricordo (in specie per la sua cadenza nel proferire il latino) da quando avevo i pantaloni corti e non credo lo facciano votare al conclave, .