Tradizionalisti europei: pochi ma agguerriti

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Come si configura attualmente il panorama del tradizionalismo cattolico nella Chiesa d’oggi, in particolare nell’Europa centrale? Il politologo viennese Thomas Schmidinger ha studiato da vicino il fenomeno in Europa e in questa intervista, raccolta da Christoph Paul Hartmann, espone il risultato delle sue ricerche. Il tradizionalismo cattolico è ancora un piccolo movimento ai margini o addirittura al di fuori della Chiesa.

– Signor Schmidinger, come si colloca il tradizionalismo cattolico nell’Europa centrale?

È molto diverso da un paese all’altro. È relativamente ben rappresentato in Svizzera, come anche in Francia. In Germania varia molto da regione a regione. Il quadro è molto frammentato. Esistono correnti molto diverse con differenti livelli di vicinanza e di distanza rispetto alla Chiesa cattolica ufficiale.

Il maggiore di questi movimenti è certamente ancora la Piusbruderschaft (Fraternità sacerdotale san Pio X), il cui rapporto con la Chiesa cattolica è a tutt’oggi ancora poco chiaro. Segue la Petrusbruderschaft (Fraternità San Pietro), che è una costola della Piusbrudeschaft, però fedele al papa.

Esiste poi una serie di gruppi scissionisti, alcuni dei quali sono più estremisti della Piusbrudeschaft, che si sono separati durante il pontificato di Benedetto XVI, quando si è tentato un processo di riconciliazione tra la Piusbrudeschaft e il Vaticano. Inoltre, ci sono gruppi che si erano già staccati dalla Chiesa ufficiale, i cosiddetti movimenti sedeprivazionisti e sedevacantisti, secondo i quali la Sede di Pietro è occupata da un usurpatore (sedeprivazionista) o è orfana (sedevacantista). Fino ad arrivare ai conclavisti che hanno eletto un moderno antipapa.

 – Com’è possibile che esistano così numerosi piccoli gruppi scissionisti?

I gruppi molto ideologici e molto convinti di essere gli unici veri rappresentanti dell’autentica e pura dottrina tendono a dividersi sui più piccoli dettagli. Non importa se si parla di maoisti o di cattolici tradizionalisti. Quanto più un movimento è dogmatico e ideologico, tanto più tende a dividersi sul problema di chi detiene ora la verità assoluta.

– Ma condividono la loro origine in quanto sono in opposizione al Concilio Vaticano II.

La maggior parte sì. Ci sono stati gruppi più piccoli che si erano già sviluppati in precedenza. Ad esempio, con Michel Collin, ossia Clemente XV, già prima del Concilio Vaticano II, in Francia c’era un antipapa che, stranamente, all’inizio non si considerava l’unico papa, ma piuttosto un papa parallelo. Ci sono ancora alcuni gruppi più piccoli in Francia e Canada che seguono questa tradizione.

Ma la maggior parte dei gruppi tradizionalisti intende disfarsi del Concilio Vaticano II e si sono allontanati dal Vaticano, in una certa misura, a causa della questione della Nuova Messa, ma anche del ricollocamento socio-politico presente nella Chiesa cattolica, come l’accettazione dei diritti umani, la riconciliazione con la democrazia, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso.

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– Quindi, ci sono anche atteggiamenti che questi gruppi condividono oltre tutti i confini?

Il rifiuto del Concilio Vaticano II, liturgicamente e socio-politicamente, ad esempio. Tutti questi gruppi pretendono di rappresentare l’unica vera forma dell’insegnamento cattolico e perciò l’unica verità religiosa. Rifiutano il dialogo interreligioso, ma anche l’ecumenismo. Quindi, sono rigorosamente orientati anche contro le Chiese della Riforma.

Inoltre, coltivano un’interpretazione molto forte della teoria della cospirazione, di ciò che ha portato all’apostasia del Vaticano da loro diagnosticata. Tutti questi gruppi hanno più o meno esplicita l’idea che, all’inizio del XIX secolo, vi sia stata un’infiltrazione nel Vaticano e nella Chiesa cattolica da parte di una cospirazione massonica, forse anche ebraico-massonica, che ha portato al Concilio Vaticano II inducendo all’apostasia la Chiesa romano-cattolica.

 – Quindi, si tratta di una demarcazione.

Sotto due aspetti: ciò è evidente anche all’interno dei gruppi. Queste strutture sono molto chiuse. Chi nasce in una famiglia del genere ha poche possibilità di uscirne da bambino. Ad esempio, si cerca di tenere i bambini lontani dalle scuole pubbliche per evitare che entrino in contatto con la teoria dell’evoluzione o con l’educazione sessuale. La Piusbruderschaft gestisce diversi internati con scuole in Germania e in Svizzera. Quindi, si cerca di isolare i bambini e i giovani dal resto della società.

Ciò limita enormemente la libertà di decidere in seguito quale forma di religione praticare e l’abbandono di un gruppo di questo tipo è spesso associato alla rottura con l’intera famiglia. Tutto ciò può essere definito un abuso psicologico.

Ma si tratta anche di una separazione dalle altre tradizioni religiose. Essi continuano a diffondere l’idea che nella Chiesa cattolica, fino al Concilio Vaticano II, gli ebrei erano responsabili del deicidio, assumendo un atteggiamento religioso antisemita. Il vincolo che li unisce è anche un antimodernismo molto rigoroso. Praticano anche un rigido antiliberalismo, un antisocialismo e un anticomunismo, il rifiuto della parità dei sessi o dei diritti degli omosessuali o dei bisessuali.

– Racconti di cospirazione, rifiuto delle conquiste moderne come la democrazia e il liberalismo: sembra che ci siano anche sovrapposizioni con la Nuova Destra.

In alcuni paesi, soprattutto in Francia, c’è una prossimità molto stretta. La famiglia Le Pen, ad esempio, ha stretti contatti con la Piusbruderschaft.

In Austria, la corrente principale dell’estremismo di destra, basata sul classico nazionalismo tedesco, è sempre stata piuttosto anticlericale. Ciò significa che ci sono meno punti di contatto con l’FPÖ (partito considerato come conservatore, nazionalista e di destra populista) che con gli ambienti di destra all’interno dell’ÖVP (Partito popolare austriaco).

In Germania l’AfD (Alternativa per la Germania), partito politico tedesco di estrema destra), conta più sostenitori da parte del fondamentalismo evangelico che da parte del tradizionalismo cattolico. Ovviamente, molti valori perseguiti dai tradizionalisti cattolici si sovrappongono a quelli dell’estrema destra, soprattutto le posizioni antiislamiche e antiebraiche.

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 – Questi gruppi tradizionalisti avranno anche un impatto sociale?

Non molto, sono troppo piccoli per questo. Tutti i progetti di candidatura dei gruppi scissionisti cristiani di destra sono sempre falliti nelle diverse elezioni. Ciò che però non è fallito è il tentativo, ad esempio in Austria, di collocare singoli candidati della frangia di destra all’interno dell’ÖVP, cioè del classico partito cristiano-sociale, come candidati e candidate di compromesso tra correnti molto conservatrici e tradizionaliste, talvolta con l’aiuto di gruppi angelicali-fondamentalisti, per portarli nei consigli o nei parlamenti locali. Ma si tratta di puntuali collaborazioni tra diverse correnti cristiane di destra che si uniscono, ad esempio, sulla questione dell’aborto.

Quanto siano sostenibili queste collaborazioni, è discutibile. Dal punto di vista del tradizionalismo cattolico classico, la cooperazione a lungo termine con i fondamentalisti evangelicali è in realtà impossibile, semplicemente perché, dal punto di vista del tradizionalismo cattolico, le Chiese della Riforma sono ritenute eretiche.

– Cosa dire del loro influsso all’interno della Chiesa?

Non direi che la Fraternità di San Pietro sia un gruppo molto influente, ma hanno dei parroci. Tuttavia, non sono così influenti come i grandi movimenti conservatori, ma non tradizionalisti, come l’Opus Dei. C’è collaborazione occasionale, ad esempio sulla questione dell’aborto o sul rifiuto della corrente di pensiero riguardante il gender o sull’ostilità verso la diversità sessuale. A Vienna, ad esempio, si verificano ripetute manifestazioni contro il Pride Parade di questo spettro tradizionalista, al quale talvolta si uniscono anche gruppi conservatori.

Ma la strategia di questi tradizionalisti, soprattutto quelli interni alla Chiesa cattolica, è più a lungo termine. Essi prevedono che i cattolici liberali, alla fine, prendano il largo e lascino comunque la Chiesa, mentre loro, che si ritengono i cattolici più fedeli, ad un certo punto avranno la maggioranza nella Chiesa e potranno, per così dire, prendere il sopravvento.

– Come sta andando il numero dei membri di questi gruppi tradizionalisti?

È difficile fare dichiarazioni sul numero degli iscritti, perché le organizzazioni più grandi sono esclusivamente associazioni di sacerdoti. Alla Piusbruderschaft fanno parte solo i sacerdoti, ufficialmente non sono compresi i laici. Sia i Piusbrüder sia i Petrusbrüder e altri gruppi tendono a crescere.

Ma questo non vale per tutti. Più le correnti sono estreme, più sono piccole. Spesso si radunano attorno a un leader carismatico. Quando ciò non avviene, scompaiono anche come gruppi.

Soprattutto durante la crisi del coronavirus, il quadro nel suo insieme, e in particolare la Piusbrudesrschaft, hanno preso più slancio. Ciò è dovuto anche al fatto che le principali comunità della Chiesa cattolica hanno aderito a tutte le richieste dello Stato e hanno interrotto per un po’ i loro servizi liturgici.

Alcuni che facevano parte della frangia conservatrice di queste comunità tradizionali sono confluiti nella Piusbrudeschaft. Si sono espressi esplicitamente contro le misure statali e si sono opposti alle vaccinazioni e, naturalmente, contro la vaccinazione obbligatoria. Anche questo ha contribuito in parte alla loro crescita.

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– È realistica l’idea che prendano gradualmente in mano la Chiesa?

Non a breve termine, ma alcuni di questi gruppi pensano in termini di secoli. Ciò che consta è che i cristiani liberali stanno diminuendo in tutte le Chiese nazionali. Inoltre, i cristiani liberali o progressisti sono molto meno organizzati e significativamente meno orientati al potere rispetto alle grandi organizzazioni conservatrici o addirittura tradizionaliste. È più probabile che i liberali siano coinvolti nelle parrocchie tradizionali piuttosto che nelle organizzazioni di quadri orientati al potere.

In seguito all’abbandono della Chiesa da parte di molti, soprattutto dei liberali, aumenta il peso relativo dei conservatori, ma anche dei tradizionalisti. Guardando l’Austria, parliamo complessivamente di 2-3.000 persone tra i tradizionalisti. Siamo ancora lontani dalla maggioranza. Ma queste persone sono organizzate e strutturate in quadri molto attenti al potere.

Non vedo alcun pericolo che la Chiesa cattolica venga occupata da queste forze nei prossimi decenni (KNA, 4 settembre 2023).

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8 Commenti

  1. Anima errante 28 settembre 2023
  2. Adelmo Li Cauzi 27 settembre 2023
    • Anima errante 28 settembre 2023
      • Adelmo Li Cauzi 28 settembre 2023
    • Fabio 28 settembre 2023
      • Adelmo Li Cauzi 28 settembre 2023
        • Fabio 29 settembre 2023
          • Adelmo Li Cauzi 29 settembre 2023

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