Congo: denunciare il male

di:

congo-elezioni

Version française ci-dessou

È passato più di un mese dal brutale omicidio del deputato nazionale Chérubin Okende a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Il silenzio delle autorità è avvolto da un’evidente complicità. La domanda è: chi ha ucciso questo politico? Nessuno osa parlare.

Le autorità competenti rimangono in uno stato di silente complicità. Tutto è in sordina. Nessuno dice la verità su questa morte ignobile. A che punto siamo praticamente con questo caso? Chi trae vantaggio dagli omicidi perpetrati in Congo?

La morte di Chérubin Okende è ancora un boccone amaro da ingoiare e difficile da digerire. Che sia fatta giustizia. Nel frattempo, nella terra di Lumumba regna la fobia per le prossime elezioni. Un gruppo di antipolitici, a malapena qualificati e senza alcuna esperienza negli affari pubblici, vuole candidarsi ai vertici delle province e delle città. A quale scopo? È deplorevole. L’audacia non è vietata, ma la pretenziosità e la sfrontatezza stanno guadagnando terreno.

La corsa al potere si sta intensificando. Nel mio Paese si fa di tutto per vincere. Alcuni ricorrono alla magia, altri alla forza, altri ancora enfatizzano il principio del divide et impera, dando luogo a crimini di ogni genere. Come già detto, il più recente omicidio misantropico è stato quello del deputato nazionale Chérubin Okende, trovato morto nella sua jeep a Kinshasa quando doveva presentarsi in tribunale il giorno successivo. Agli occhi del popolo congolese, questo deputato, ex ministro dei Trasporti pubblici e stretto collaboratore dell’opposizione Moïse Katumbi, è paragonato a un dignitoso soldato morto sul campo di battaglia. È un eroe.

L’atto di uccidere un personaggio politico scomodo risale all’antichità. E questi eventi si sono ripetuti nel corso secoli. Vogliamo tenere la bocca chiusa, soprattutto perché non è né il primo né l’ultimo ad essere assassinato? Come ha detto Eistein, «il mondo precipita perché teniamo la verità per noi». E credo che Charles Peguy avesse ragione: «Tacere la verità significa mentire. Chi non dice la verità, quando la conosce, è complice di bugiardi e falsari».

Ma ci chiediamo chi sta uccidendo i politici del Congo, chi sta massacrando la popolazione pacifica e chi sta beneficiando di questi atti di sabotaggio. I quattro angoli del Paese sono minati e la preoccupazione e l’incertezza invadono il cuore dell’uomo: aumentano dei gruppi ribelli che uccidono e terrorizzano la popolazione pacifica. Prima e dopo le elezioni, la popolazione muore di giorno in giorno. Candidarsi in questo Paese è sinonimo di dividere e schiacciare i propri avversari e, se possibile, ucciderli.

Non hanno altro piano che uccidere per governare; arricchirsi, ricaricarsi per il resto della vita costruendo castelli in Spagna. I politici congolesi sono ancora alla ricerca di sé stessi. Sono diventati come lupi perché vivono come uomini in uno stato di natura, come diceva Thomas Hobbes.

Questo odioso e infame quadro dei preparativi per le elezioni nella Repubblica Democratica del Congo lascia molto a desiderare. Le morti ignobili non fanno che aggravare la situazione; la corruzione è sempre più alta; la legge del minimo sforzo è dominante; regna l’inesperienza politica; la disoccupazione è miserabile e normalizzata; molti non capiscono il ruolo di un rappresentante eletto dal popolo. Si perdono nell’acquisto delle coscienze.

Sembra che lavorare come politico sia più redditizio di qualsiasi altro lavoro nel Paese. Data la povertà che affligge la popolazione, è ovvio che questa sia la corrente da seguire. Le persone cercano modi per arricchirsi invece di servire la nazione. È ora di denunciare questo male che sta corrompendo e annacquando l’immagine del Paese, un Paese che dovrebbe essere un vero Stato di diritto. La RD del Congo non è un covo di lupi e leoni, né un covo di vipere. Che sia fatta giustizia.

  • Germain Sirikivuya, religioso dehoniano, è membro della redazione della rivista africana J’écris, je crie.

Il fait aujourd’hui plus d’un mois que le député national Chérubin Okende a été sauvagement tué à Kinshasa en République Démocratique du Congo. Le silence des autorités est enceint d’une  complicité manifeste. On se pose la question : qui avait tué cet homme politique ? Personne n’ose parler. Les autorités compétentes restent dans un pétard complice. Tout est en sourdine. Personne ne venge cette ignoble mort. Où en sommes-nous pratiquement avec ce dossier ? A qui profitent les assassinats perpétrés au Congo ?

La mort de Chérubin Okende est jusqu’à présent une pilule amère à avaler et difficile à digérer. Que Justice soit faite. Entre-temps la phobie règne dans le pays de Lumumba face aux élections prochaines. La bande a-politisée, à peine diplômée sans expérience dans la gestion de la chose publique veut postuler jusqu’au sommet de l’Etat, dans les provinces et dans les villes. Pour quel but …? C’est regrettable.

Il n’est pas interdit d’oser, mais la prétention, l’audace gagne du terrain. La course au pouvoir s’accentue. Dans mon pays, tous les moyens sont permis pour vue qu’on gagne. Les uns se livrent à la magie, d’autres à la force, d’autres encore mettent en exergue le principe de diviser pour régner, on assiste ainsi à des crimes de tout genre. Comme souligné ci-haut, le dernier assassinat misanthrope est celui du député national Chérubin OKENDE,  retrouvé mort dans sa jeep à Kinshasa alors qu’il devait comparaître le lendemain.

Ce député, ancien ministre des transports publics, proche de l’opposant Moïse KATUMBI, aux yeux du peuple congolais, est comparé à militaire digne mort au champ de bataille. Il est un héros. Cette action de tuer une personnalité politique ciblée remonte à l’Antiquité. Et ce sont donc des évènements qui se succèdent au fil des années. Allons-nous fermer la bouche d’autant plus qu’il n’est ni le premier ni le dernier à être assassiné ? Le monde s’engouffre parce qu’on tait la vérité, disait Eistein. Et je crois que Charles Peguy avait raison : « taire la vérité, n’est-ce pas mentir ? Qui ne gueule pas la vérité, quand il sait la vérité, se fait le complice des menteurs et des faussaires ».

Mais on se demande qui assassine les hommes politiques du Congo ; qui massacre le paisible peuple ; et à qui profitent ces actes de sabotage ? Les quatre coins du pays sont minés et l’inquiétude, l’incertitude inonde le cœur de l’homme : l’augmentation des groupes rebelles qui tuent et terrorisent la paisible population. Avant et après les élections, la population meurt du jour au jour. Briguer un mandant dans ce pays est synonyme de diviser, d’écraser d’abord ses adversaires, au besoin les tuer si possible. Ils n’ont aucun projet à part tuer pour régner ; s’enrichir, se requinquer toute la vie en se tapant des châteaux en Espagne. Les politiques congolais se recherchent encore. Ils sont devenus comme des loups parce qu’ils vivent comme des hommes à l’état de nature, comme disait Thomas Hobbes.

Cet odieux et infâme tableau de la préparation des élections en République Démocratique du Congo laisse à désirer. Les morts ignobles ne font que s’accentuer ; la corruption est de plus en plus exaltée ; la loi du moindre effort est au créneau ;  l’inexpérience politique règne ; un chômage miséreux et normalisé ; nombreux sont ceux qui ne comprennent pas le rôle d’un élu du peuple. Ils se fourvoient dans l’achat des consciences. Il semblerait qu’œuvrer comme politicien est plus juteux que tous les postes possibles du pays. Voyant la pauvreté qui accable la population, il est évident que cette vague soit ainsi. On cherche comment s’enrichir à lieu et place de servir la nation. Il est temps de dénoncer ce mal qui gangrène et édulcore l’image du pays ; un pays qui est censé être un véritable Etat de droit. La RDCongo n’est pas une tanière des loups et des lions, moins encore une gîte des vipères. Que justice soit faite.

Print Friendly, PDF & Email
Tags:

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto