
Il Senato uruguaiano ha approvato il 16 ottobre un disegno di legge che legalizza l’eutanasia. Il provvedimento mira a garantire il diritto a «affrontare la morte con dignità», depenalizzando l’eutanasia per gli adulti mentalmente sani che si trovano nella fase terminale di malattie incurabili e irreversibili o che ne soffrono in modo insopportabile. La discussione in aula è durata oltre 10 ore e alla fine tutti i senatori del partito al Governo hanno espresso sostegno all’iniziativa, così come alcuni dei partiti di opposizione. L’Uruguay diventa così il primo Paese dell’America Latina a depenalizzare l’eutanasia. Di seguito, uno sguardo alla situazione sul tema nelle diverse parti del mondo (fonte: agenzia EFE, traduzione di Fabrizio Mastrofini).
- Paesi Bassi
La legge che depenalizza l’eutanasia è entrata in vigore il 1° aprile 2002 ed esonera dalla responsabilità penale i medici che praticano l’eutanasia quando un paziente terminale sceglie liberamente di farlo e sta provando sofferenze insopportabili senza prospettive di miglioramento.
- Belgio
L’eutanasia è stata depenalizzata nel 2002 per gli adulti e nel 2014 per i minori senza limiti di età.
- Lussemburgo
La legge che legalizza l’eutanasia è stata approvata dal Parlamento nel 2008. Il Granduca Enrico I si è rifiutato di firmarla, adducendo motivi di coscienza. È entrata in vigore nel marzo 2009.
- Canada
Nel 2016, l’eutanasia è stata legalizzata per le persone con malattie terminali; nel 2021, è stata inclusa per le persone in condizioni fisiche gravi e croniche; e nel 2023, il governo ha ritardato di un anno l’estensione dell’eutanasia a coloro che soffrono esclusivamente di malattie mentali.
- Colombia
Nel 1997, la Colombia è diventato il primo Paese dell’America Latina a consentire l’eutanasia con decisione della Corte costituzionale, ma la prima procedura è stata eseguita solo nel 2015. Alla fine del 2024 si contano 352 richieste eseguite.
- Spagna
Una legge del 2021 ha regolamentato l’eutanasia. Può essere richiesta da chi soffre di una condizione grave, cronica e impossibile da risolvere, o di una malattia grave e incurabile, che comporta una sofferenza fisica o psicologica costante e intollerabile.
- Nuova Zelanda
In Nuova Zelanda, il 13 novembre 2019, il Parlamento ha approvato l’End of Life Choice Act, che legalizza l’eutanasia volontaria per i malati terminali. La legge è stata sottoposta a referendum vincolante il 17 ottobre 2020. Il referendum è passato con il 65% dei voti, rendendo la Nuova Zelanda il primo Paese al mondo ad approvare l’eutanasia tramite referendum. È entrata in vigore il 7 novembre 2021.
- Ecuador
Nel 2024, in ottemperanza a una sentenza della Corte costituzionale, il governo ha emanato un regolamento sull’applicazione dell’eutanasia. La Corte Suprema ha anche fissato una scadenza per la presentazione di un disegno di legge sull’eutanasia.
- Australia
La morte assistita volontaria (equivalente all’eutanasia) è praticata nei sei stati che compongono il Paese, ma non nel Territorio del Nord o nel Territorio della Capitale Australiana.
- Messico
Venti dei 32 stati del Messico hanno leggi sulle direttive anticipate, ovvero l’eutanasia passiva, che consentono ai pazienti di rifiutare le cure mediche nei momenti critici.
- Uruguay
Il disegno di legge è stato approvato dal Senato, dopo la Camera, e a favore hanno votato i senatori del partito al governo Broad Front, insieme ad alcuni del partito di opposizione Colorado Party e del National Party.
- Cile
Nel 2021 la Camera dei Deputati ha trasmesso al Senato il disegno di legge sulla morte dignitosa e sulle cure palliative. Un anno dopo, la Convenzione che redigeva la nuova Costituzione ha incluso l’accesso a una morte dignitosa nella proposta di nuova Costituzione. Questa parte però è stata respinta dal Parlamento.
- USA
Il suicidio assistito è legale in alcuni Stati: Oregon, Washington, Montana, Vermont, California, Colorado, Distretto di Columbia, Hawaii, New Jersey, Maine, New Mexico.
- Italia
La legalizzazione dell’eutanasia sembra lontana, nonostante la Corte Costituzionale abbia aperto la strada nel 2019 alla depenalizzazione di alcune forme di suicidio assistito. Nel febbraio 2025, la regione Toscana è stata la prima nel Paese a regolamentare il suicidio assistito e, nel settembre dello stesso anno, la regione Sardegna ha seguito l’esempio.
- Francia
Nel 2015, l’Assemblea nazionale ha approvato una legge che consente la sedazione terminale, ma non l’eutanasia. Il 28 maggio 2025, l’Assemblea ha approvato in prima lettura un disegno di legge che regolamenta per la prima volta l’eutanasia per i malati terminali. Tuttavia, il disegno di legge deve ancora essere presentato al Senato prima di tornare all’Assemblea per la seconda lettura nel 2026.
- Regno Unito
Il disegno di legge sugli adulti malati terminali (fine-vita), che consentirebbe la morte assistita per le persone con un’aspettativa di vita inferiore a sei mesi in Inghilterra e Galles, ha ottenuto una vittoria significativa il 20 giugno 2025, con un margine risicato, alla Camera dei Comuni. Il testo proseguirà ora il suo iter alla Camera dei Lord (alta, non eletta), dove, salvo sorprese, dovrebbe essere approvato.
Uruguay: i principali contenuti della legge
(fonte: ElPais, traduzione di Fabrizio Mastrofini)
Come viene definita l’eutanasia? L’articolo 3 del disegno di legge definisce l’eutanasia come una procedura, eseguita da un medico o su suo ordine, volta a provocare la morte di una persona che si trova nelle condizioni descritte nell’articolo 2 e che ne fa richiesta.
Chi può esercitare il diritto all’eutanasia? Ai sensi dell’articolo 2, qualsiasi persona adulta e mentalmente idonea che «si trovi nella fase terminale di una patologia incurabile e irreversibile» o che, a causa di questa, abbia «sofferenze insopportabili», ha il diritto di richiedere l’eutanasia. Possono essere tutelati dalla legge i cittadini uruguaiani, nonché gli stranieri che dimostrino la residenza nel Paese.
Come avviare la procedura di richiesta di eutanasia? La legge stabilisce che chiunque cerchi assistenza al suicidio deve richiederla personalmente per iscritto a un medico. Il paziente deve poi firmare la richiesta di fronte al medico. Il medico deve registrare nella cartella clinica del paziente che la persona si trova in fase terminale con una patologia incurabile e irreversibile. Il medico deve parlare con il paziente, fornendo informazioni sui trattamenti disponibili e sulle cure palliative, e deve anche verificare che il desiderio del paziente di morire sia espresso liberamente, seriamente e con fermezza.
Il medico può rifiutare la richiesta? Se il medico rifiuta la procedura per qualsiasi motivo, il paziente può presentare una nuova richiesta a un altro medico. La risposta può richiedere fino a tre giorni. Se anche il secondo medico rifiuta, deve essere convocata una commissione medica, la cui decisione deve essere emessa entro cinque giorni. La commissione deve essere composta da tre medici: uno psichiatra e uno specialista della patologia del paziente. Il terzo medico sarà definito nei regolamenti di attuazione della legge.
Cosa succede quando il medico accetta la richiesta? Se il medico acconsente, deve presentare la richiesta di assistenza al suicidio assistito a un secondo medico, che terrà anche un colloquio di persona con il paziente e ne esaminerà la storia clinica. Il termine non può superare i cinque giorni. Se il secondo medico conferma il parere del primo, la richiesta procede. Dopo il secondo colloquio, e non prima di cinque giorni, il medico curante incontrerà nuovamente il paziente. In tale occasione, il paziente dovrà confermare la propria volontà di porre fine alla propria vita. Il termine può essere inferiore a cinque giorni solo se il medico ritiene che vi sia il rischio che il paziente perda la capacità di esprimere validamente la propria volontà durante tale periodo. Durante il colloquio, il paziente deve dichiarare per iscritto la propria volontà di morire alla presenza di due testimoni. Nessuna delle due persone può essere considerata beneficiaria economica a causa del decesso della persona che ha dichiarato la volontà. Se il paziente esprime le proprie ultime volontà, il medico procederà a rispettarle quando e dove il paziente lo riterrà opportuno.
Cosa succede se una persona non può firmare la domanda di eutanasia? La richiesta di eutanasia deve essere presentata personalmente e per iscritto davanti a un medico. Tuttavia, se la persona non sa come farlo o non può farlo a causa di un impedimento, la richiesta deve essere presentata da un altro adulto, che deve essere presente insieme al paziente e al medico.
Dove è possibile presentare la richiesta di eutanasia? L’articolo 6 stabilisce che: «Tutti gli operatori sanitari che fanno parte del Sistema Sanitario Nazionale Integrato, compresi i Servizi Sanitari della Polizia, i Servizi Sanitari Militari e l’Ospedale Clinico dell’Università della Repubblica, devono mettere a disposizione dei propri utenti i servizi necessari per l’esercizio del diritto regolato dalla presente legge, e solo loro, attraverso i medici e le équipe sanitarie che compongono il loro personale funzionale, possono fornirli».
Le istituzioni sanitarie o i medici possono opporsi all’eutanasia? Sì. L’articolo 7 stabilisce che «il medico e gli altri membri dell’équipe sanitaria le cui prestazioni sono necessarie per l’esercizio del diritto regolato dalla presente legge possono legittimamente opporsi alla loro prestazione. In tal caso, l’istituzione sanitaria determina chi deve sostituire gli obiettori, garantendo sempre la prestazione». L’articolo 8 afferma inoltre: «Il medico e gli altri membri dell’équipe sanitaria che prestano assistenza a chi richiede assistenza al suicidio e che agiscono in conformità con le disposizioni della presente legge non commettono reato e sono esenti da responsabilità penale, civile e di qualsiasi altro tipo».
Il paziente può cambiare idea? La procedura può essere annullata in qualsiasi momento. Il paziente potrebbe cambiare idea e ciò richiede l’immediata interruzione di qualsiasi ulteriore fase, indipendentemente dallo stadio in cui si trova il processo.
Che cosa sono le disposizioni anticipate o la legge sulla buona morte? La legge n. 18.473 dell’Uruguay, nota come legge sulla «buona morte» o sulle direttive anticipate, stabilisce che ogni persona adulta e mentalmente idonea ha il diritto di opporsi volontariamente, consapevolmente e liberamente all’applicazione di trattamenti e procedure mediche, a meno che ciò non comprometta o possa compromettere la salute altrui. Una persona ha il diritto di esprimere in anticipo la propria volontà di opporsi alla futura applicazione di trattamenti e procedure mediche che prolunghino la sua vita a scapito della sua qualità, se soffre di una patologia terminale, incurabile e irreversibile.






Sono più che favorevole alla legge sull’eutanasia, la considero un grande gesto di civiltà e di pietà verso le persone gravemente ammalate e senza speranza di tornare a una vita degna di un essere umano. Spero che una legge in tal senso sia approvata al più presto anche in Italia, come sempre indietro sulle grandi questioni di attualità e condizionata dall’invadenza della chiesa cattolica nella sua politica.
Chiedo scusa se mi permetto di formulare una piccolissima critica, non d’ordine contenutistico, bensì linguistico-stilistico.
I tre partiti politici uruguaiani menzonati nell’articolo si chiamano nel loro Paese “Frente Amplio”, “Partito Colorado”, “Partido Nacional”, che si potrebbe tradurre come “Fronte Largo”, “Partito Rosso” (ma non è un partito comunista, converrà precisare), “Partito Nazionale”. Riportare queste denominazioni in inglese, come si legge nel testo, non mi sembra che abbia molto senso né soprattuto giovi all’intelligibilità per il lettore italofono, cui suppongo che cotesto sito, che seguo con grande interesse, si rivolga principlamente.
Che in effetti l’uso di denominare im inglese realtà di Paesi non anglofoni sia abbastanza comune nei media italiani è vero, ma ciò non toglie nulla al fatto che appaia poco logico. Lasciare l’originale o tradurre in italiano mi parrebbe senza’altro preferibile. Del resto, che effetto farebbe l’inverso, poniamo chimare “Cámara de los Comunes”, in un articolo in italiano, la Camera Bassa britannica?
In Italia siamo ostaggio dell’etica anacronistica della chiesa cattolica , la politica ha sempre seguito i diktat e i “pronunciamenti” vaticani come infallibili ..credendo ancora che muovano voti ! E noi aspettiamo, forse invano, che qualcuno si prenda la responsabilità di un azione coerente. Sono certa che , se ci fosse un referendum sull’eutanasia, ancora una volta le indicazioni della chiesa sarebbero sonoramente smentite. Nel frattempo attendiamo ..
Si ma anche quelli favorevoli all’aborto sono tutti già nati, e chiaramente perché i loro genitori erano contrari alla efferata pratica.
Insomma qualcuno ha il coraggio di affrontare la cosa con razionalità. Noi attendiamo come sempre che i politici si salvino la loro povera coscienza sulla nostra pelle.