Persecuzioni-Cristianofobia: verità e rimozione

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Due recenti rapporti richiamano l’attenzione su persecuzioni e cristianofobia, fenomeni assai consistenti e poco percepiti.

Il primo è in capo alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (ACN) Libertà religiosa nel mondo. Rapporto 2025 (ottobre). È relativo all’anno 2024 ed è stato assemblato da una quarantina di giornalisti, esperti e accademici di venti nazioni. Sulla base di una trentina di criteri, i 196 paesi considerati vengono analizzati in ragione delle statistiche, del diritto e dei fatti per riconoscere la persecuzione verso i credenti (non solo cristiani).

Il secondo, dal titolo Intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa. Rapporto 2025, fa capo all’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (OIDAC). La sua sede è a Vienna ed è attivo da quindici anni. È un’organizzazione non governativa che fa riferimento all’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) che raccoglie 57 stati membri: oltre l’Unione Europea, Russia, Canada, Regno Unito, Svizzera, gli stati del Caucaso e dell’Asia centrale. Esso illustra il fenomeno che si può chiamare cristianofobia.

Persecuzioni

Il testo ACN denuncia violazioni sistematiche alla libertà religiosa in 62 paesi. In 24 paesi si tratta di vera persecuzione, in 38 di discriminazione. Interessa 5,4 miliardi di persone, il 64,7% della popolazione mondiale. Fra i paesi più colpiti: Nigeria, Corea del Nord. India e Cina. Fra i paesi che discriminano i credenti: Messico, Egitto, Turchia, Etiopia, Vietnam.

Gli indirizzi che maggiormente minacciano la libertà religiosa sono l’autoritarismo autocratico e dittatoriale (Iran, Nicaragua, Cina…), il fondamentalismo islamico e particolarmente jihadista (dal Pakistan all’Africa sub-sahariana fino al Congo e al Mozambico), il nazionalismo religioso (Israele, Palestina, Sri Lanka, Nepal…), il crimine organizzato e l’assenza di autorità dello stato (Messico, Haiti, Nigeria, Somalia, Ecuador, Guatemala…).

Tra i fenomeni che accompagnano e alimentano gli effetti negativi della persecuzione e della discriminazione vi sono: l’esclusione e la pressione sulle minoranze, l’alimentazione delle migrazioni forzate e degli sfollamenti, la proliferazione delle guerre. Doppiamente vulnerabili sono le donne, le ragazze e i bambini.

Le minacce e le violazioni della libertà religiosa vengono presentate nel Rapporto ACN in ragione dei singoli stati, delle macro-regioni interessate con alcuni specifici approfondimenti e casi di studio. Il tutto organizzato in una triplice griglia: persecuzione, discriminazione e “sotto osservazione”.

Riprendo qui alcuni spunti su quattro temi particolari: lo jihadismo (fondamentalismo islamico), la sinistra “autoritaria” in America Latina, il Myanmar e lo strumento dell’intelligenza artificiale (AI) nelle persecuzioni.

Jihadismo. «Negli ultimi anni il jihadismo globale è entrato in una nuova fase di evoluzione transnazionale. La caduta del califfato territoriale dello stato islamico (IS o Daesh) in Iraq e in Siria nel 2019 non ha segnato la fine di questa minaccia complessiva. Le principali formazioni jihadiste, come lo stato islamico e al-Qaeda, pur prive di una leadership centrale, hanno continuato a perseguire i propri obiettivi».

Hanno sfruttato lo scontro fra Hamas e Israele, destabilizzano il nuovo governo siriano (pur ideologicamente vicino) e si espandono in tutta l’Africa sub-sahariana, dalla Nigeria al bacino del Lago Ciad, fino al Congo e al Mozambico.

Il jihadismo non ha subito ridimensionamenti significativi e si organizza in rete. Si accanisce in particolare contro le comunità cristiane. In Medio Oriente è tornato a crescere dal 2023. In Pakistan è fra i gruppi terroristici più destabilizzanti.

Alle spalle del fondamentalismo vi è il riferimento alla Sharia (legge islamica), comune negli stati arabi, ma con declinazioni assai diverse, fra modernismo, tradizionalismo, secolarismo e fondamentalismo.

Sinistra autoritaria (America Latina). Cuba, Venezuela e Nicaragua presentano sorprendenti analogie nella regolamentazione e nella repressione della vita religiosa. Si chiede alle fedi una subordinazione all’ideologia statale attraverso il controllo, la sorveglianza e la dissuasione. Spesso si opera per creare una sorta di Chiesa filogovernativa.

Si punta, in particolare, a scardinare le strutture sociali e comunicative della Chiesa e delle Chiese per disattivarne la funzione profetica. Una pressione autoritaria che ha provocato l’emigrazione di quasi due milioni di persone da Cuba, 700.000 dal Nicaragua, 7,7 milioni dal Venezuela.

È in atto un allineamento al cosiddetto “Forum di san Paolo”, una coalizione di partiti e di movimenti di sinistra spesso di tendenza autoritaria. L’erosione delle garanzie democratiche e l’inasprimento ideologico minacciano la libertà religiosa. Il Forum non ha condannato né Maduro (Venezuela) né Ortega (Nicaragua). In nome della giustizia, dell’uguaglianza e della sovranità si erodono quei valori che essi dichiarano di difendere.

Myanmar. «Sebbene l’attuale guerra non abbia una matrice esclusivamente religiosa, essa ha avuto un impatto significativo sul peggioramento delle condizioni di libertà di credo. La giunta militare è associata ad una agenda nazionalista buddista, intollerante verso i gruppi non “barnar” (il gruppo etnico maggiore con circa il 68% della popolazione, accanto ad altre 134 etnie) e le comunità religiose non buddiste, spesso identificate con i movimenti di resistenza etnica o con la società civile».

La distruzione dei luoghi di culto, l’uccisione dei leader, gli arresti e le intimidazioni sono diffusi. La giunta militare utilizza il richiamo religioso per confermare il suo potere. Nonostante le garanzie costituzionali, le minoranze subiscono discriminazioni sistematiche.

AI nelle persecuzioni. «La dimensione digitale ha introdotto potenti strumenti di repressione. In numerosi paesi i contenuti religiosi vengono censurati online e le persone rischiano l’arresto per i post che pubblicano sui social media». Succede in forma sistematica in Cina, Russia e Pakistan. Ma anche nella Corea del Nord, dove un sistema di sorveglianza che cattura automaticamente uno screenshot da ogni telefonino ogni cinque minuti permette un monitoraggio a tappeto.

«Come osservato dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, la “persuasione algoritmica” può incidere profondamente sull’autonomia cognitiva degli individui e sul loro diritto a formarsi opinioni e a prendere decisioni in modo indipendente». Convinzioni religiose legittime rischiano di essere rimosse dalla sfera pubblica, l’impersonificazione di leader religiosi possono turbare la comunicazione, fino all’emersione di “religioni sintetiche”.

L’AI è uno strumento che non va demonizzato né idolatrato, ma è necessario garantirne un impiego etico nel rispetto della persona e del bene comune.

Cristianofobia

2.211 crimini. Per i paesi occidentali e democratici, più che di persecuzione, si parla di intolleranza e discriminazione verso i credenti e i cristiani in specie. Il termine cristianofobia mi sembra più pertinente.

Il Rapporto OIDAC raccoglie, nella prima parte, gli elementi anti-cristiani visibili sul piano dei crimini e dei reati (aggressioni fisiche, danneggiamenti di chiese, atti vandalici, attacchi a simboli religiosi…) e, nella seconda, le restrizioni legislative e amministrative alla libertà religiosa (discriminazioni sul lavoro e sullo studio, pregiudizi mediali, silenzi malevoli, divieti di manifestazioni pubbliche come le processioni, la celebrazione sacramentale, la preghiera).

Nel 2024 sono stati registrati 2.211 crimini di odio anticristiani, di cui 274 attacchi personali. I paesi più colpiti sono Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Recenti sondaggi in Polonia e Spagna segnalano una significativa sottostima delle aggressioni al clero.

Dal punto di vista delle restrizioni legali, si registra il divieto di preghiera in pubblico, i procedimenti giudiziari per l’espressione delle proprie convinzioni religiose, le violazioni sull’autonomia di gestione interna alle fedi e relativamente al diritto di educazione dei genitori. Significative le limitazioni all’obiezione di coscienza.

Esempi, aggressori, ideologie. Fra i crimini d’odio e di ostilità sociale, gli atti di vandalismo sono il 50%, seguiti da incendi dolosi (15%), atti di profanazione (13%), aggressioni fisiche (7,5%), furti di oggetti religiosi (5,4%) e minacce (4%). Non sono computati i furti e le effrazioni nei luoghi di culto, un migliaio circa.

Non ci sono ancora elementi che identificano gli aggressori. Gli esperti e le comunità citano l’anticlericalismo, l’intolleranza religiosa, l’estremismo religioso, l’immagine negativa delle fedi nei media.

Dal punto di vista ideologico, le sponde pericolose sono l’ideologia islamista, i radicalismi politici di sinistra e di destra con qualche elemento di satanismo. Come esempio, si può citare l’incendio che ha distrutto la chiesa di Saint Omer in Francia, l’aumento esponenziale dei danneggiamenti alle chiese in Germania, l’uccisione di un religioso in Spagna.

I media alimentano il brodo di coltura di questi atti, perché spesso minimizzano, sottostimano o ignorano. Non casualmente, in un sondaggio del 2022, il 61% delle risposte ritiene che la continuità degli stereotipi anticristiani sia coltivata dai media. Percezione confermata da recenti sondaggi nel Regno Unito, in Polonia e in Spagna.

Sui giornali tedeschi si è potuto leggere l’accusa agli atleti che manifestano la loro fede come proselitisti. In Spagna l’emittente pubblica ha dovuto scusarsi con le comunità protestanti per averle presentate come pericolose. In Canada l’accusa generalizzata di sepolture ignote dei bambini indigeni nei collegi si è rivelata falsa, ma né i giornali né le autorità hanno ritirato le primitive accuse.

Pochissime le informazioni sull’oppressione religiosa sistematica della Russia sui territori ucraini occupati (ad eccezione della Chiesa russa).

Restrizioni legali. Dal punto di vista delle restrizioni del diritto, il Rapporto OIDAC ricorda i casi degli individui presi di mira.

È successo all’insegnante inglese Kristie Higgs sotto processo per lunghi anni per aver manifestato perplessità sull’educazione sessuale nelle scuole primarie e, infine, assolta.

Sotto processo alla corte suprema finlandese la deputata Päivi Räsänen per aver messo in discussione il sostegno della Chiesa luterana al Pride di Helsinki in base alle citazioni della Bibbia. Assolta nei due primi gradi, attende la risposta della Corte suprema.

A Malta un operatore cristiano è stato accusato di “pratiche di conversione” sessuali per la sua personale testimonianza di omosessuale chiamato alla castità.

La procura di Madrid ha aperto un procedimento contro il vescovo José Ignacio Mondilla, perché, in una trasmissione, ha accennato alla possibile castità, interpretata come terapia di conversione sessuale (vietata per legge).

Un caso a parte sono le accuse a quanti pregano silenziosamente davanti alle cliniche dell’aborto. Alcune leggi prescrivono precise distanze di “zone cuscinetto” ma allargandole anche alle case private e a manifestazioni di base come volantini e cartelli.

Per quanto riguarda l’autonomia della governance interna alle comunità religiose il Rapporto cita una confraternita spagnola accusata di non aver ammesso una donna o il progetto di legge polacco per vietare la confessione ai minori o l’accusa formulata in Francia in ragione dei tre voti religiosi considerati mezzi di sottomissione.

Relativamente ai trattamenti psicologici, si ricorda un progetto di legge inglese che, per evitare terapie di conversione, di fatto criminalizza l’assistenza spirituale, la consulenza e la predicazione.

Per quanto riguarda i simboli religiosi, è successo in Francia che un insegnante è stato censurato per aver utilizzato poesie religiose in classe.

I diritti all’educazione dei figli da parte dei genitori vengono limitati, ad esempio, da una decisione di un tribunale federale svizzero che ha tolto i fondi pubblici a una scuola religiosa perché riservata solo alle ragazze e una parallela decisione in Francia che toglie a un istituto scolastico confessionale la possibilità di usufruire del programma Erasmus.

Quanto alla salvaguardia della libertà di obiezione di coscienza, basta citare il rischio di chiusura di ospizi cattolici nel Regno Unito, perché si oppongono al suicidio assistito. Analoga situazione in Belgio.

Raccomandazioni. Fra le raccomandazioni finali, che in parte coincidono con una “guida” precedentemente pubblicata, ricordo: la salvaguardia dell’obiezione di coscienza, le consultazioni con le Chiese sulle leggi che le riguardano, l’alfabetizzazione religiosa per i funzionari amministrativi, il monitoraggio sistematico dei crimini e delle fragilità legislative.

UE: un coordinatore e un inviato

Una delle raccomandazioni coincide con l’espressa richiesta della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della comunità europea) in ordine alla costituzione da parte della Commissione europea di un coordinatore per contrastare discriminazioni e intolleranze contro i cristiani nei paesi dell’Unione. Domanda che si affianca alla sollecitazione di coprire un ruolo da tempo privo di nomina e cioè quello dell’inviato speciale per la libertà religiosa e di convinzione per i paesi esterni all’Unione.

Ad una lettura anche superficiale dei due Rapporti emerge una non continuità fra persecuzioni e cristianofobia (cf. qui). Troppo diverse le misure dei fatti e delle violenze, troppo distanti le intenzionalità (anti-religiosa nelle persecuzioni, colpevolmente disattenta nella cristianofobia), contrappositive le relazioni rispetto ai diritti umani (le prime li negano, la seconda li incrina in nome di altri diritti).

La cristianofobia occidentale è spesso frutto di un analfabetismo religioso che ha raggiunto anche i vertici istituzionali e di una sorprendente pigrizia ideologica dei media e delle accademie che, in nome di una condivisibile distanza dalle forze politiche di destra estrema e della laicità, non registrano i fatti. E questo senza ignorare le fragilità interne delle confessioni cristiane talora prigioniere di un nazionalismo sospetto e di scarsa profezia evangelica.

Solo una precisa consapevolezza di termini e di situazioni può rendere credibili le denunce e ragionevoli le attese.

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Un commento

  1. Maria Laura Innocenti 3 dicembre 2025

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