Il gender spiegato a un marziano

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Giuseppe Savagnone, Il gender spiegato a un marziano

Giuseppe Savagnone, Il gender spiegato a un marziano

L’autore, docente universitario, editorialista ed esperto di pastorale della cultura, affronta la delicata e controversa questione del gender attraverso la nota intuizione letteraria della “spiegazione a un estraneo”. Il che permette, da un lato, di mantenere un tono oggettivo e didascalico; dall’altro, di fingere un interlocutore assolutamente “neutro” rispetto alla questione, e che possa farsi un’opinione libera e autonoma. Impresa non facile in una questione come quella del gender, la cui sola definizione è capace di suscitare dibattiti, polemiche, accuse e reazioni fra le più dure nell’opinione pubblica e nelle varie parti in causa.

Che cos’è il gender? Chi l’ha inventato? Perché? Chi lo difende? Chi lo osteggia? Quali modelli culturali, filosofici, antropologici e/o religiosi sottostanno alle diverse posizioni in campo? Le risposte non sono affatto scontate, e il testo cerca di presentarle in un’analisi della situazione abbastanza approfondita, che spazia dalla storia alla teologia, dalla filosofia all’attualità (si pensi, ad esempio, ai noti “casi” pubblicitari degli alimentari Barilla, o alla querelle sorta nel mondo della moda e dello spettacolo attorno alle dichiarazioni di Dolce e Gabbana sui figli delle coppie gay).

L’autore nota lucidamente come l’asprezza del dibattito si sia ingigantita, almeno in Italia, nel momento in cui il tema è in qualche modo entrato nel quadro normativo (attraverso la proposta di legge Scalfarotto-Leone sull’omofobia, e il decreto sulle unioni civili con l’inevitabile strascico relativo ai figli surrogati e alle adozioni gay); ma ancor più nel panorama educativo e scolastico, attraverso il decreto La Buona Scuola e/o alcune sue interpretazioni forzate.

In realtà, come in ogni questione che hanno storicamente affrontato, la scuola e l’educazione riflettono istanze presenti nella società: ma, quando tali istanze non sono comunemente condivise, il “peso” che l’educazione delle giovani generazioni riveste nella coscienza dei singoli, delle famiglie e della società si fa sentire maggiormente. Il rischio è di ridurre a problema educativo quello che, in realtà, è un problema culturale e sociale ben più ampio. Infatti, il capitolo primo – “Alla ricerca del problema” – illustra ampiamente le differenti visioni del mondo e dell’uomo che sottostanno alle tesi, rispettivamente, dei negazionisti e dei catastrofisti, dei sostenitori del gender (o anti-naturalisti) e dei sostenitori della “naturale” differenza fra i sessi e fra i generi (dall’autore chiamati per questo naturalisti). La lettura del capitolo mette utilmente in guardia anche da altri rischi, in primis quello di focalizzarsi su falsi bersagli, poi quello di “gettare il bambino con l’acqua sporca”, ovvero di negare in blocco le teorie della parte avversa e quanto di buono vi è in termini, ad esempio, di rispetto, di diritti umani, di concezione dell’uomo, di libertà.

Più complesso sembra proporre strade verso una soluzione (da qui il titolo possibilista del secondo capitolo: “Alla ricerca della soluzione”). Premettendo onestamente di non essere neutrale rispetto alla questione, l’autore si lascia la possibilità di proporre una via che parte dal personalismo cristiano: le distinzioni fra la teoria e la persona che la enuncia, fra corpo e persona (che sono inscindibilmente legati, ma ovviamente non coincidono), fra le intenzioni e i comportamenti, persino fra la regola e l’eccezione, si rifanno chiaramente a questa filosofia.

La domanda proposta dall’autore come risolutiva è: se lo svincoliamo, simultaneamente, dalla natura e dalla cultura (altri avrebbero forse detto dalla “struttura” e dalla “sovrastruttura”), che cosa rimane dell’individuo?

A parere di chi scrive, il maggior pregio del libro consiste nel mettere ampiamente in luce che entrambe le posizioni analizzate (naturalisti e anti-naturalisti) nascono da reali esigenze e hanno una parte di verità. Quanto al giudizio morale, l’autore si rifà alla celebre domanda di papa Francesco a proposito dei gay: “Chi sono io per giudicare?”; senza, però, scadere nel relativismo, perché quello espresso anche nel recente Sinodo dei vescovi sulla famiglia è un cambiamento non di dottrina, ma di approccio e di stile. Uno stile aperto alla sincera ricerca della verità, e per questo sempre aperto alla realtà.

Giuseppe Savagnone, Il gender spiegato a un marziano, EDB, Bologna 2016, pp. 112, € 11,00. ISBN 9788810140840.

Descrizione

Nell’attuale contesto di contrapposizione, spesso «talebana», tra chi dipinge la teoria del gender in toni apocalittici, esasperandone unilateralmente alcuni aspetti, e chi ne nega addirittura l’esistenza, riconducendo il problema a un semplice rispetto dei diritti, il libro mostra l’inadeguatezza di entrambe le posizioni andando direttamente alle fonti, costituite sia dagli studi di gender, sia da documenti ufficiali. Una particolare attenzione è riservata al problema della presenza della teoria del gender nella scuola, anche qui evidenziando gli equivoci di cui entrambe le parti sono al tempo stesso vittime e autrici. Più ampiamente, viene messa a fuoco la problematicità del termine «omofobia», mostrandone i diversi significati nel dibattito attuale. Per evitare di ridurre la persona e la sessualità alla caricatura sbandierata dagli ultraconservatori e per non limitare la riflessione alla sola questione dei diritti, il libro cerca di fare luce sul rapporto tra natura umana e cultura, sul significato della corporeità, sull’idea di uguaglianza, con particolare riferimento al problema della famiglia e della genitorialità.

Note sull’autore

Giuseppe Savagnone insegna Dottrina sociale della Chiesa al Dipartimento di Giurisprudenza della Lumsa di Palermo e Introduzione alla bioetica nella Scuola superiore di specializzazione in bioetica e sessuologia dell’Istituto teologico San Tommaso di Messina. Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della cultura di Palermo, è editorialista dei quotidiani Avvenire e Giornale di Sicilia e dal 2014  collabora al ciclo di trasmissioni di Radio Raiuno Il pensiero del giorno. Ha ricevuto nel 2010 il premio Rocco Chinnici per l’impegno nella lotta contro la mafia. Per EDB ha pubblicato Il Vangelo nelle periferie. Comunicare la fede nella società liquida (2014).

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